C’era una volta non si farà. Almeno per ora. Non si farà fino - TopicsExpress



          

C’era una volta non si farà. Almeno per ora. Non si farà fino a quando le logiche saranno queste. Fino a quando a dirigere la Rai saranno gli uomini del silenzio. L’arrogante silenzio di chi non ha risposto sinora al vostro appello e alla mia ricerca di soluzioni che permettessero il continuare di una bella storia, C’era una volta. (...) Che fare? Arrendersi? Mai. (...) A TESTA ALTA di Silvestro Montanaro “ Un’azienda che chiude C’era una volta e nello stesso tempo investe imponenti risorse in un “social reality” come Mission, è un’azienda in crisi, temo irrimediabile. Roberto Fico, il giovane presidente della Commissione di Vigilanza parlamentare sulla Rai ieri non ha usato mezze parole. Si e’ impegnato a far tutto il possibile perché la Rai renda onore ai suoi compiti di servizio pubblico, sia veramente la maggiore industria culturale del paese. Ma lui stesso, oramai, ci crede poco. Qual’e’ il grande male della Rai, infatti? L’essere praticamente invasa dagli appetiti e dalle voglie di lobbies e di partiti che ne condizionano le scelte più importanti. E chi dovrebbe metter mano ad un’opera di seria bonifica, costringerla a fornire informazione vera ed intrattenimento rispettoso dell’intelligenza dei telespettatori? Una commissione parlamentare in cui a sedere non sono i più bei nomi della cultura e dello spettacolo, ma rappresentanti degli “invasori”, uomini di partito. C’e’ poco da sperare, insomma. Certo è, però, che l’ondata di protesta dell’opinione pubblica è sempre più grande. 150.000 firme tra la nostra petizione e quella contro Mission sono un segnale potente, chiarissimo, di come la pensano gli italiani. La gente che ha firmato dice chiaramente basta a certe logiche. E non ha bisogno di vedere Mission in onda per giudicarla fin da subito una bruttura, ancor più grave perché fatta con soldi pubblici, di tutti noi. Non si scherza con le grandi crisi ed il dolore altrui e non convince nessuno questa strana idea di attenzione agli ultimi fondata su buone azioni d’occasione di qualche vip per giunta pagato per farlo. Già, perché quei rimborsi spese giornalieri di 800 euro, fanno alla fine 12.000 euro e forse più. Per pochi giorni spesi ai margini del dolore più grande, quello di un’esistenza profuga. Gli ultimi, dice la parte più cosciente del nostro paese, non hanno bisogno di carità pelosa, ma di giustizia sulle reali ragioni dei loro mali. Non hanno bisogno di principini che parlino per loro, lo sanno far da soli, con più bravura e dignità. E quelli che hanno firmato per C’era una volta esprimono un’idea di informazione che è l’esatta antitesi di quella fornitaci ogni giorno. Allo sciocchezzaio dei pastoni politici o di talk show tutti vocianti ed uguali, vorrebbero sostituire un’informazione che offra strumenti di comprensione vera e critica del mondo in cui viviamo. Solo se so, posso controllare. Solo se sappiamo, possiamo esercitare vera democrazia. Il compito dell’informazione, il cosiddetto quarto potere, è fondamento, pilastro, di democrazia. Ed informare oggi è ad esempio saperne di più e veritieramente sui santuari della grande finanza, cioè su quei pochi che determinano la vita di tutti noi. Ed ancora, sul dibattito sulla crisi e le ricette per affrontarla perché non è vero che “l’austerità” che ci sta condannando alla miseria e facendo a pezzi ogni idea di futuro sia l’unica soluzione possibile. Esistono altre voci ed idee, posizioni scientifiche che dicono cose assolutamente diverse. Di esempi se ne potrebbero far tanti, tantissimi. Sulle guerre e le loro ragioni, sul perché della fame nel mondo, sulle ragioni vere di tanti traffici di esseri umani, sullo stato del nostro mezzogiorno, dei nostri servizi sociali, sul permanere ed espandersi del furto di denaro pubblico. Ed allora, diciamola fino in fondo la verità. In Italia, come purtroppo altrove, questo tipo di informazione non la vogliono. Anzi, la temono. Disturberebbe le manovre degli amici e dei potenti che nominano tanta parte dei signori dell’informazione. E’ un caso che nessuno dei bravi che hanno provato a rompere queste logiche sia mai stato posto in funzioni dirigenziali? O che abbia potuto restarci il minimo per cambiare qualcosa? Tutti costretti ad andar via mentre imperava l’esercito di chi prima di aprire un telegiornale chiedeva consiglio, leggasi ordini, alle segreterie di partito. C’era una volta non si farà. Almeno per ora. Non si farà fino a quando le logiche saranno queste. Fino a quando a dirigere la Rai saranno gli uomini del silenzio. L’arrogante silenzio di chi non ha risposto sinora al vostro appello e alla mia ricerca di soluzioni che permettessero il continuare di una bella storia, C’era una volta. Come nella malasanità, dove dirigenti di nomina politica ignorano gli appelli dei primari e dei medici. Un autore e’ come un medico o un primario in un’azienda di intrattenimento ed informazione. E tantomeno son disponibili ad ascoltare le ragioni dell’utenza, dei malati e delle loro famiglie. Che fare? Arrendersi? Mai. Dobbiamo allargare la discussione, conquistare quanta più gente è possibile alla necessità di una riforma radicale della Rai. Io, per parte mia, ho già strappato il bavaglio di fatto impostomi. Cercherò, anche insieme a voi e con il vostro aiuto, ogni forma possibile per continuare a raccontare. Il 4 dicembre, questo e certo, non guarderò Mission. Per rispetto a me stesso e alla dignità degli ultimi della terra che spero presto di poter tornare a far parlare da uomini e donne ricchi di dignità. Come tutti noi.
Posted on: Thu, 28 Nov 2013 04:07:07 +0000

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