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ECCO IL RISULTATO DI STATISTI...ECONOMISTI...OTTIMO ERA MEGLIO L’IMU: ARRIVANO LA TRISE, LA TARI E LA TASI OGGI LA STANGATA: NUOVE TASSE SULLA CASA E PESANTI TAGLI ALLA SANITÀ di Marco Palombi Bozze vanno, bozze vengono nel pomeriggio romano. Le versioni della manovra economica che il governo presenterà oggi in Consiglio dei ministri – come al solito quando mancano poche ore al traguardo – si avvicendano. Arriva pure la smentita del Tesoro: “I contenuti non sono quelli”. Il ministero ha ragione: le bozze cambieranno ancora nella notte, ma l’impostazione di questa prima Finanziaria del governo Letta è definita ed è in continuità con quanto fatto sin qui. Ci sono i tagli, le tasse, il frasario involuto e pure quel groviglio di bolli, contributi, oboli vari che eccitano la fantasia del legislatore italiano. LA NUOVA TRISE. L’Imu è finita, arriva la service tax comunale: si paga sempre sulla casa, compresa la prima. Si chiamerà Trise, un mostro bicefalo: c’è la parte sui rifiuti (Tari) e quella sui servizi comunali (Tasi). Facile previsione: la maggior parte degli italiani pagherà di più rispetto all’accoppiata Tarsu-Imu, anche se nessuno potrà più prendersela col governo visto che a decidere tutto sono i sindaci. La Tari dovrà coprire il costo complessivo del servizio rifiuti e – se non lo farà – sarà comunque il Comune a dover trovare i soldi nella sua fiscalità generale: dai calcoli fatti sulla Tares, inglobata in questo nuovo tributo, l’aggravio dovrebbe aggirarsi attorno al miliardo rispetto alle vecchie tasse sui rifiuti. E la Tasi? È a sua volta più cara dell’Imu: nella bozza si legge infatti che i Comuni “potranno” applicare l’aliquota massima dell’attuale imposta sugli immobili, “maggiorata dell’1 per mille”. GLI INQUILINI. Ai proprietari di case è andata meglio che agli inquilini. Sugli affittuari già oggi grava la tassa sui rifiuti – con i relativi aumenti a venire – e da gennaio pure un pezzo della Tasi: “Fra il 10 e il 30 per cento del-l’ammontare complessivo”, si legge nella bozza. CONDONO E ACCISE. Ieri il governo ha presentato un emendamento al decreto che cancella la prima rata Imu. Uno sconto sul condono per i concessionari di slot machine: potranno pagare il 20 per cento della multa da 2,5 miliardi comminatagli dal tribunale invece che il 25. Ma siccome nessuna azienda pare intenzionata ad accedere allo sconto, l’esecutivo si ritroverà con 600 milioni di buco sul 2013. La soluzione c’è già: aumenteranno accise e acconti Ires e Irap. CUNEO FISCALE. La riduzione avverrà sul lato dei lavoratori con l’aumento delle detrazioni (circa duecento euro l’anno) e su quello delle imprese con sgravi Irap sulle assunzioni. Il tutto dovrebbe valere cinque miliardi. Letta vorrebbe destinare a questo fine i proventi futuri della spending review. WELFARE. 600 milioni stanziati per la Cassa integrazione in deroga nel 2014; 250 milioni per la social card; un miliardo dovrebbe andare al fondo per le politiche sociali. Altri seimila esodati, infine, si aggiungono alla platea dei tutelati. COMUNI. Il patto di stabilità interno sarà derogato per un miliardo l’anno nel 2014 e nel 2015. Il Fondo di coesione è invece aumentato di 3,2 miliardi nel triennio. BANCHE. Il governo Letta gli fa un regalino: fin da quest’anno potranno dedurre svalutazioni e perdite sui crediti – in grossa crescita – entro cinque anni e non più in diciotto. Era la richiesta dell’Abi. BALZELLI. Aumenta dal 20 al 22 per cento il prelievo sulle rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato, e di qualche centesimo pure l’imposta di bollo sui prodotti finanziari. Per fare l’esame da avvocato, magistrato o notaio bisognerà versare 50 euro; i “diritti di notifica” passano da 8 a 25 euro; viene creato un bollo da 16 euro sui certificati telematici. Quanto all’Iva, l’aumento al 22 per cento è confermato. TAGLI ALLA SANITÀ. Fabrizio Saccomanni s’è impegnato ad “una soluzione equa”, ma al momento nella bozza ci sono tagli per oltre 4 miliardi in tre anni al comparto salute: un miliardo nel 2014 e oltre uno e mezzo nel 2015 e 2016. Il ministro Beatrice Lorenzin, però, sostiene che dopo un incontro col collega del Tesoro la posizione del governo è di non usare le forbici sulla salute. Quanto ai ticket sanitari, invece, non se ne fa cenno: senza interventi a giugno scatterà un aumento per due miliardi. TAGLI ALLA P.A. Il blocco degli stipendi nel pubblico impiego viene prorogato per il quinto anno consecutivo con perdite di salario che ammontano ormai a centinaia di euro l’anno. Anche il turn over dei dipendenti pubblici continuerà col contagocce fino al 2017. Decurtati anche gli straordinari nelle amministrazioni centrali (del 10 per cento) e i compensi degli ausiliari dei magistrati nei processi (consulenti, investigatori, traduttori, etc.) addirittura di un terzo. PENSIONI.Sarà ancora bloccata l’indicizzazione di quelle da tremila euro al mese in su e potrebbe arrivare anche il contributo di solidarietà per quelle a partire da 150 mila euro l’anno: la Consulta, però, l’ha già dichiarato incostituzionale l’anno scorso. MISSIONI MILITARI. Stanziati 900 milioni per il 2014. SCUOLE PRIVATE. Gli arrivano 220 milioni pure quest’anno. Per le università pubbliche, invece, lo stanziamento ammonta a 150 milioni (più 80 per i policlinici universitari). EDITORIA. Fondo straordinario da 120 milioni in tre anni, destinato alle start up editoriali e al pagamento delle ristrutturazioni aziendali. Letta e Saccomanni Ansa
Posted on: Tue, 15 Oct 2013 04:45:36 +0000

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