Extrasensory percettion di Veniero Rossi Raffaella * Le porte - TopicsExpress



          

Extrasensory percettion di Veniero Rossi Raffaella * Le porte del metrò si aprirono all’arrivo in stazione. Un leggero sibilo d’aria seguì il lento movimento delle ante e il ragazzo moro, non molto alto che l’attendeva in banchina, intese subito salirvi. Per farlo sollevò le braccia lateralmente e trascinando i piedi entrò nello scompartimento. Si aggrappò lesto al palo centrale, come se il convoglio dovesse scappare via, poi scrutò l’ambiente nel vagone. “No! Il treno non sarebbe partito senza di lui, e non c’era alcun pericolo rappresentato dalle poche persone all’interno.” Almeno così, senz’altro ritenne. Nella carrozza, a poca distanza da lui, un uomo ascoltava la musica per mezzo dell’ipood. Un segnale acustico bitonale avvertì i passeggeri che l’uscita si sarebbe chiusa ed il treno ripartito. L’uomo osservò il ragazzo con discrezione. Doveva avere un lieve ritardo mentale, almeno a giudicare dalla forma della nuca, in verità, assai piatta. Al contempo sembrava abbastanza indipendente da poter prendere il mezzo da solo, e sufficientemente curato nel vestire con la camicia rossa a righe blu ed il pantalone classico di colore marrone indossato. “Una malformazione?” Fu il pensiero dei presenti, i quali lo videro salire. L’uomo continuò ad ascoltare la musica. “Quei discorsi non l’infastidivano.” Seguirono un paio di fermate e il ragazzo si voltò a guardarlo. Gli occhi dello sconosciuto incontrarono quelli del giovane e gli parvero essere infinitamente dolci. S avvicinò dunque al man corrente. Portandosi vicino. Il ragazzo non badò a lui ed i passeggeri mantennero l’attenzione altrove. Del resto era un giorno feriale e la gente era piena di cosa da fare. Il convoglio sotterraneo rallentò bruscamente prima di fermarsi alla stazione. Fu in questo modo che entrarono in contatto. Per un momento le loro braccia divennero vicine e si toccarono. In quell’attimo percepì l’essenza dell’altro. “Sì!” Pensò. “Si può fare.” Indubbiamente poteva tentare, con qualche rischio, senz’altro, ma ne valeva la pena. Cambiò la posizione e una volta resa libera la mano, la porse a palmo schiuso al giovane. Nessun viaggiatore osservava, e la scena si spiegava nellultimo comparto del convoglio. Non sarebbe stato facile per gli astanti apprezzare quanto accadeva.” Il ragazzo fissò pensieroso il carpo levato a mezzaria in segno d’amicizia. “Non vide nulla di male nel ricambiare.” Vi poggiò all’interno le dita e sembrò voler chiudere gli occhi. Parve pure sorridere per un momento. Infine si spaventò, sottraendosi al contatto. “Oh! Oh!” Disse. Quasi, l’avessero morso, punto, oppure fatto il solletico. Il tale sorrise, protendendo nuovamente la mano. Qualche passeggero sincuriosì. “Probabilmente il ragazzo si era sbilanciato a seguito dell’incostante incedere del convoglio tra le stazioni e quell’uomo lo stava aiutando.” Opinò, infine al riguardo. Del resto, quel tale, non pareva un maniaco ed aveva un aspetto sufficientemente pulito e curato. “Certo, non si poteva affermare avesse l’aria dello stupido con la mandibola squadrata e la stazza non esattamente esile.” “Allora, cosa voleva dire?” Molti assistenti hanno un aspetto simile ed un passato incerto. “Non avrebbero sviluppato quelle priorità quali occorrono ad aiutare il prossimo.” “Sì!” Ciò, era la cosa più facile da pensare, anche perché, per il momento almeno, nessuno strillava o si era fatto male. L’uomo invitò il ragazzo a serrare la mano nella sua. Il ragazzo parve tentennare. “Aveva paura?” “Vuoi?” Domandò apertamente costui. Il giovane scosse il capo, come per dir di no! “Intuiva una qualche difficoltà e non si sentiva sicuro.” Era un dato oggettivo! In ultimo, però, tornò a posare la mano in quella dell’uomo. Questa volta le unirono assieme nell’atto di sostenersi. L’uomo fu più prudente ora. Allargò i vasi sanguigni. Irrorò maggiormente una zona. Cercò sinapsi. Le quali, collegò con cura. Modificò qualcosa in qualche ghiandola e poi passò parte dei propri pensieri nella mente del ragazzo. Altri, prese su di lui. I due parvero sorridere nel cambio. “Uno cedeva conoscenza. L’altro, pace, serenità.” Nessuno intervenne, perché nessuno comprese quanto accadde. Del resto, tutto durò pochi istanti. Il convoglio rallentò perché giunto ad una nuova stazione. Il suono avvertì che le porte si stavano aprendo. Il sibilo d’aria tornò a farsi udire. Le mani si separarono. Il ragazzo deglutì e si avviò. “Era a destinazione!” Stranamente non barcollò nello scendere dal vagone. Tanto meno sollevò le braccia per darsi l’equilibrio. Le porte si accostarono separando la strana coppia e il treno ripartì veloce, sferragliando. L’uomo tornò all’ascolto dell’apparecchio e dal ricco sottofondo musicale isolò il lieve motivo, il quale andava allontanandosi sulla scala mobile diretto in strada. “Quel ritmo sarebbe presto divenuto una melodia e risuonato nel coro.”
Posted on: Fri, 01 Nov 2013 16:08:05 +0000

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