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Gruppo NOI NON SUBIREMO! ADERITE, SE VOLETE! -137- PRODOTTO INTERNO LORDO PRO CAPITE , INDICE DI SVILUPPO UMANO, DISEGUAGLIANZE E CORRUZIONE. NEL MONDO, IN ITALIA E NELLA MIA CITTA’ DI CHIETI. Da molti anni si critica il sistema di misurazione del benessere di una nazione perché si usa quasi esclusivamente la misura del Prodotto Interno Lordo ( PIL), che rappresenta il valore monetario dei beni e dei prodotti in un anno e che si basa quindi esclusivamente sulla crescita e non tiene conto del capitale naturale che viene perso nei processi di crescita. Questi parametri misurano esclusivamente il valore economico totale o una distribuzione media del reddito. In pratica, un cittadino molto ricco ridistribuisce la sua ricchezza su molti poveri falsando in tal modo il livello di vita di questi ultimi. Ricordo che tra gli altri anche un famoso economista, Giorgio Ruffolo, in un suo famoso libro, appellava con il termine di “pirlisti” coloro che si affidavano soltanto a codesto indicatore. Dall’immediato dopoguerra si è cercato di trovare una unità di misura alternativa, che tanto piaceva alle frange ambientalista o meno fanatici della crescita produttiva a tutti costi. Questa unità di misura ( a mio parere complementare più che alternativa) viene indicato come Indice di sviluppo umano ( ISU), e tiene conto di differenti fattori, oltre al PIL procapite, come lalfabetizzazione e la speranza di vita. In inglese l’indice di sviluppo umano viene chiamato HDI-Human Development Index. Esso è stato adottato dalle Nazioni Unite dal dopoguerra per valutare la qualità della vita nei paesi membri ( insieme al Pil). La scala dell’indice va da 1 a 0 e viene misurato in millesimi. Gli economisti che hanno inventato e sviluppato l’ISU sono il pakistano Mahbub ul Haq e l’indiano Amartya Sen Il concetto di sviluppo umano viene elaborato dal programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo UNDP, al fine di superare ed ampliare laccezione tradizionale di sviluppo incentrata solo sulla crescita economica. Lo sviluppo umano coinvolge e riguarda alcuni ambiti fondamentali dello sviluppo economico e sociale: la promozione dei diritti umani e lappoggio alle istituzioni locali con particolare riguardo al diritto alla convivenza pacifica, la difesa dellambiente e lo sviluppo sostenibile delle risorse territoriali, lo sviluppo dei servizi sanitari e sociali con attenzione prioritaria ai problemi più diffusi ed ai gruppi più vulnerabili, il miglioramento delleducazione della popolazione, con particolare attenzione alleducazione di base, lo sviluppo economico locale, lalfabetizzazione e leducazione allo sviluppo, la partecipazione democratica, lequità delle opportunità di sviluppo e dinserimento nella vita sociale. I Paesi vengono suddivisi quattro gruppi di base, chiamati anche quartili: • paesi a molto alto sviluppo umano • paesi ad alto sviluppo umano • paesi a medio sviluppo umano • paesi a basso sviluppo umano Adesso passiamo ad esaminare per il loro prodotto interno lordo (PIL) PPA procapite. Questo indicatore rappresenta il valore di tutti i prodotti finiti e servizi prodotti in uno stato in un dato anno diviso per la popolazione media dello stato per lo stesso anno. Essendo calcolate sul PIL adeguato alle parità dei poteri di acquisto e quindi tenendo conto del diverso costo della vita dei diversi paesi questi valori meglio rappresentano la ricchezza dei diversi paesi. Permettono quindi di comparare più fedelmente, anche se non esaustivamente, il benessere relativo dei singoli paesi. Compariamo quindi tutti e due gli indicatori e vediamo quali differenze emergono. Faccio notare che sia per le definizioni che per i dati le fonti provengono dall’ONU, dal Fondo Monetario Internazionale, dall’OCSE, dall’Unione Europea, dalla CIA ( Central Intelligence Agency) e sono espressi in dollari statunitensi. Ebbene, dai risultati osservati nel loro complesso, si evince che ad un elevato PIl pro capite corrisponde quasi sempre un elevato indice di sviluppo umano. Questa conclusione ineccepibile lascia dedurre che la ricchezza e la produzione di uno Stato porta ad un corrispondente livello di sviluppo umano, In questo senso i risultati portano ad una “delusione” per chi crede che un buon indice di sviluppo umano sia indipendente da un buon tenore di vita determinato dal PIL pro capite. Dal 1945 al 2012, considerando anche gli ex aequo, gli Stati che sono risultati primi nell’indice di sviluppo umano sono i seguenti: Canada 12 volte Giappone 12 Australia 11 Norvegia 10 Finlandia 6 Islanda 6 Nuova Zelanda 3 Svezia 3 USA 2 Irlanda 2 Belgio 1 Austria 1 Come vedete tutti Paesi che hanno anche un elevato Pil procapite. Riassumendo i vincitori appartengono alle seguenti aree: Europa settentrionale –scandinava. 27 volte Ameria Settentrionale. 14 Giappone.12 Oceania: 14 Europa Centrale: 2 Asia Continentale: 0 Europa Meridionale: 0 America Centrale: 0 America meridionale:0 Africa: 0 Per quanto riguarda i Paesi ad indice di sviluppo umano molto elevato, nel rapporto 2013 essi sono 47. Su questi 47 Paesi ben 42 rientrano nella classifica dei primi 47 posti del PIL pro capite PPA. Quindi l’89%. PIU CHIARO DI COSI’! Facendo la “prova del nove” negli ultimi dieci posti di sviluppo umano otto di essi hanno anche il più basso Pil pro capite PPA ( 80%). PIU’ CHIARO DI COSI’! Diamo uno sguardo ai singoli Stati: la Norvegia è prima con 9.95 punti ( il massimo possibile è 10) nell’indice di sviluppo umano ed è 4^ nel Pil pro capite; il Qatar è 1° nel pil pro capite ( ben 100.889 dollari pro capite!) e 36° nell’ISU. L’Italia è 30^ nel pil pro capite (29.812) e 25^ ( 0,881) nell’ISU; La Germania è 17^ ( 38.666) nel pil pro capite e 5^ ( 0,920) nell’ISU. Gli USA sono al 6° posto ( 51.704) nel pil pro capite e al 3° posto ( 0,937) nell’ISU Il Regno Unito è 21° ( 36.569) e 26° ( 0,875) nell’ISU. Si evince anche questa considerazione: diversamente da quanto accade tra i Paesi dell’Europa, dell’America Settentrionale e dell’Oceania, dove le differenze di classifica sono piccole per i due indicatori, in tutti Paesi dell’Asia centrale dove la ricchezza è evidente per la forte produzione petrolifera, si nota una differenza molto elevata tra ricchezza materiale e sviluppo umano. La causa e chiaramente da attribuirsi alla discriminazione nei confronti della popolazione femminile, a livello di istruzione, di cultura, di vita in genere. Non è da escludere in questo caso il fattore religioso, cioè il fatto che la maggior parte di questi paesi ricchi di petrolio sono a forte presenza islamica, religione di per sé molto oppressiva per le donne. Scendendo negli ultimi posti della classifica mondiale, si osserva che Il Pil pro capite PPA della Repubblica Democratica del Congo è di appena 365 dollari l’anno, ed il ISU ed il suo ISU di 0,304 punti. Sempre negli ultimi posti per entrambi gli indicatori vi sono lo Zimbabwe, la Somalia ( il dato ultimo in mio possesso è del 2001), il Burundi, l’Eritrea, la Liberia, il Niger, il Malawi, la Repubblica Centrafricana. Purtroppo non si hanno dati sulla Palestina, che è diventato un ghetto soggiogato da Israele,. Negli ultimi 40 posti della classifica dei due indicatori, ben32 sono appartenenti al continente africano ( 80%). 7 asiatici, 1 centroamericano ( Haiti). In particolare la zona del pianeta più colpita è quella subsahariana, dove la miseria sia materiale che sociale e spirituale si trova ai limiti più estremi per la condizione umana. Interessante osservare la situazione dei Paesi dell’Est Europeo ex comunisti: Essi tutti hanno una posizione di classifica dell’ISU migliore in media di dieci posti rispetto alla posizione del Pil pro capite PPA. Ciò sta a significare il buon retaggio dei regimi comunisti, che hanno messo come primo obiettivo da realizzare l’istruzione. Ed inoltre quasi tutte le case sono di proprietà. Quante badanti, cameriere, muratori, ecc. che sono in Italia hanno la laurea? Io ne ho conosciuto moltissimi tra romeni, polacchi, russi, ecc. Il discorso si dovrebbe analizzare meglio, magari con un discorso a parte. Ancor più particolare è il caso di Cuba che risulta solo 120^ per Pil pro capite ed invece 59^ ( 61 posti migliori) nell’indice di sviluppo umano. Anche la Mongolia migliora di 29 posti nel suo ISU. Avete capito quindi perché tanti stranieri vengono in Italia? Perché dal loro punto di vista ci credono ricchi, ed invece no. Non vi meravigliate quindi se vedete tanti stranieri chiedere la carità per le strade. Essi non trovano lavoro e credono che noi abbiamo tanti soldi per accontentarli. Ormai tutti quegli stranieri iscritti alla camera di Commercio come ambulanti, si comportano più da mendicanti che da commercianti. Non tentano più di vendere prodotti, perché quasi nessuno li compra, ma chiedono direttamente moneta. E le loro mogli nei Paesi d’origine credono che stanno qui a lavorare. Questa situazione è divenuta insopportabile. La soluzione c’è ma nessuno vuole affrontare il problema seriamente. Ancor più particolare è il caso di Cuba che risulta solo 120^ per Pil pro capite ed invece 59^ ( 61 posti migliori) nell’indice di sviluppo umano. Anche la Mongolia migliora di 29 posti nel suo ISU. INDICI DI DISUGUAGLIANZA E DI CORRUZIONE Per una maggiore completezza di questa visione complessiva della vivibilità dei Paesi osserviamo altri due parametri fondamentali. L’indice di Gini per la diseguaglianza dei redditi mostra, ( rapporto ONU 2005) che i paesi meno diseguali sono la Danimarca, il Giappone, la Svezia, il Belgio , la Repubblica Ceca, la Norvegia, la Slovacchia. Meno il Giappone, tutti Paesi europei. I primi paesi non europei sono l’Etiopia al 20° posto ( lì pertanto la povertà e la miseria è ben ripartita) . Molte sorprese vengono dai Paesi “ricchi”: l’Italia è al 52° posto, la Svizzera a 37, il Regno Unito a 51, gli USA al 71, la Cina a 89, . Agli ultimi posti per diseguaglianza troviamo la Namibia, il Lesotho, la Botswana, la Sierra Leone, il Centrafrica. Non sono disponibili dati per molti Paesi africani. L’indice di percezione della corruzione viene annualmente pubblicato dall’organizzazione Trasparency International. E’ evidente che la corruzione rovina l’immagine del Paese sia nei rapporti politici che economici internazionali. Le imprese si troveranno sempre a non investire nei paesi più corrotti. Per definizione la corruzione viene intesa come “ corruzione e abuso di pubblici uffici per guadagno privato”. I dati riportati per il 2010 mostrano che la Danimarca, la Nuova Zelanda e Singapore sono primi ex aequo con 9,3 punti ( il punteggio massimo è 10). Seguono Finlandia, Canada, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Australia e Norvegia. Con tutte queste classifiche, vi siete resi conto dove risiede la civiltà? A Germania è 15^, il Giappone 18, gli Stati uniti 22, la Francia 35. E l’Italia? L’Italia è 67^ ( mi sembra che nel 2012 sia passata 71^), lontanissima, agli ultimi posti in Europa, superata anche da tanti stati non europei. Agli ultimi posti nel mondo la Somalia, la Birmania, l’Afghanistan, l’Iraq. L’Italia in conclusione negli indicatori più derivati dalla politica, come la diseguaglianza e la corruzione si trova in fase di sottosviluppo. Siamo la vergogna d’Europa ed anche, ma non solo, per questo, un paese in declino. A mio parere molto hanno contribuito le mafie organizzate ( Mafia, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita), la corruzione nella P.A., la corruzione nei partiti, e, obiettivamente, la gestione ventennale di Berlusconi ed il berlusconismo, messi a guardia della evasione fiscale, gli scandali quotidiani, e localizzati in ogni parte d’Italia. ED I CHIETINI COME SI TROVANO RISPETTO AL MONDO? In tutte queste cifre, come si posizionerebbe il mio concittadino chietino in media? Questa è una domanda da parecchi milioni ( di euro) perché purtroppo non posseggo i dati a livello comunale e dovrei stimare con molta approssimazione. Ci provo, partendo dal fatto che nel 1996 il reddito disponibile medio di un teatino era pressappoco uguale a quello dell’Italia. Partendo da questo presupposto ( pensato e non confermato), si può azzardare ad affermare, ma prendete il dato con le molle, che siamo nella media intorno al 30° posto sia per il Pil pro capite PPA che l’indice di sviluppo umano. Ciò significa che stiamo ( finora) messi meglio rispetto a tutta l’Africa, alla maggior parte dell’Asia meno i produttori di petrolio,, all’Europa dell’Est, all’America latina. 115 Paesi stanno peggio di noi, e 72 Paesi in media, che corrispondono a centinaia di milioni di persone, hanno una ricchezza materiale e di istruzione meno della metà di un teatino medio. Non stiamo messi male, ma quello che ci frega è che siamo in declino, e se si seguita così tanti paesi in via di sviluppo ci supereranno. D’altronde, ho parlato di medie, ma se osserviamo la condizione giovanile in particolare ci troviamo già nel fosso. Se volete, commentate e ancora se volete, possiamo riparlarne anche perché soluzioni già ci sono e le ho presentate poco tempo fa. ADESSO , ANCHE TRAMITE ALTRI SUGGERIMENTI, BISOGNA PASSARE ALL’ORGANIZZAZIONE E ALL’AZIONE.
Posted on: Sat, 23 Nov 2013 12:27:31 +0000

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