Ho saputo che il Presidente della Repubblica, Grigio NAPOLITANO, - TopicsExpress



          

Ho saputo che il Presidente della Repubblica, Grigio NAPOLITANO, in questi giorni viene a Napoli per una commemorazione. Bello ricordare gli eroi di ieri. È nostro dovere. Ma non basta. Troppo poco. Troppo facile. Bisogna anche correre tra il popolo che soffre. Tra i campani che fanno fatica a dar da mangiare ai figli. Che non possono nemmeno mandarli a scuola. Bambini già segnati. Giovani senza futuro. I quartieri periferici di Napoli traboccano di questa cara umanità. A costoro, ai poveri, caro Presidente, è stato rapinato anche il diritto alla salute. Quanta retorica. Quante bugie. Quanta insopportabile lentezza da parte di chi ci governa. La Campania – la Sua Campania, Presidente – è stata riempita di rifiuti. Interrati. Bruciati. Non i rifiuti casalinghi. No, no. Rifiuti industriali. Altamente tossici e nocivi. Un patto scellerato pesa sulla nostra pelle. Camorra, industriali disonesti, politici corrotti fecero scempio della nostra terra. Per soldi, naturalmente. Nella Sua regione, caro Presidente, si muore di cancro più che altrove. È una tristezza immensa. Muoiono i bambini. Muoiono i giovani. Muoiono i genitori abbandonando i figli ancora in fasce. Il popolo grida. Si lamenta. Piange. Invoca aiuto. Si umilia. Si ribella. Scende per le strade. Ma chi dal popolo fu eletto, tace. O parla sottovoce. Ha imparato l’ arte dello “ scaricabarile”. Sicché nessuno è colpevole di niente. Ognuno rimanda a un altro la palla rovente. Mentre la gente muore. Presidente, la prego, dopo aver commemorato i nostri eroi, venga con me a Casal di Principe. Venga a vedere con i suoi occhi lo scempio della nostra terra. Venga con me a Giugliano. Quelle terre che facevano cantare il poeta nella nostra madre lingua “ E a sera sotto ò pasteno de mele annurche io passo…stu core sempe giovane ca rire e ca repasse…” oggi offrono solo desolazione e morte. Il mio è un semplice invito. Ingenuo. Forse inutile. Ma Glielo formulo ugualmente. Chiedo ai Suoi collaboratori di farglielo pervenire. Io sarò tra il popolo quando Lei sarà a Napoli. Sono il prete che ha avuto l’idea di fare inviare a Lei e al Santo Padre le cartoline con l’immagine di sette mamme con in braccio la foto del figlio morto di cancro. Cercherò di avvicinarla se mi sarà concesso. Per amore della mia terra e della mia gente mi son fatto mendicante. Non temo di essere respinto e umiliato. La nostra terra deve risorgere. Su questo non ci sono dubbi. E Lei, signor Presidente, può fare tanto perché avvenga. Sono un prete. Un non violento. Credo nella forza della volontà e dell’intelligenza. Dello sdegno e della speranza. Credo nel dialogo con le istituzioni. Signor Presidente, Lei lo sa bene, non tutti la pensano così. Perciò non mi stanco di implorare: “ Non esasperate il popolo. Non lasciate i poveri a digiuno per più di un giorno. Non tradite il mandato ricevuto. Non dimenticate i diritti che la Costituzione ha previsto per gli italiani…”. Per me stesso posso anche rinunciare al mio “ diritto alla salute”. Per la mia gente, no. Per le nuove generazioni, no. Mai. Se lo facessi mi renderei complice del male. Mi assocerei a chi ha avvelenato la mia terra. A chi ha condannato a morte la mia gente. La ringrazio. Spero che abbia modo di leggere quanto Le scrivo. Spero di poterle parlare e stringere la mano. Le auguro tutto il bene di questo mondo. Padre Maurizio PATRICIELLO
Posted on: Mon, 23 Sep 2013 04:03:54 +0000

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