IL DOTTOR GIGLIO, MEDICO CONDOTTO E’ morto ieri a Pitigliano il - TopicsExpress



          

IL DOTTOR GIGLIO, MEDICO CONDOTTO E’ morto ieri a Pitigliano il “dottor Giglio”, così infatti la popolazione chiamava Egidio Formiconi. La famiglia, sul foglio funebre, ha voluto ricordare che egli era stato “medico condotto”, oltre che aiuto ospedaliero. Il medico condotto era un medico, dipendente comunale, che prestava assistenza sanitaria gratuita ai poveri e, dietro pagamento dei compensi stabiliti in apposite tariffe, agli altri cittadini. Questa figura è stata poi sostituita nel 1978 dal “medico di famiglia”. I più giovani non lo ricordano, infatti il dottor Giglio dovrebbe aver concluso la professione tra 1988 e il 1989 (mi scuso per eventuali imprecisioni perché il mio ricordo è un po’ all’ingrosso) Ma tutte le generazioni precedenti, ad iniziare credo dalla metà degli anni ’50, lo hanno avuto come medico, dapprima in tandem con il dottor Italo Bruscalupi poi come unico medico cittadino. Sino a quando non è stato sostituito dal dottor Luigi Roncucci. Trantacinque anni di esercizio di una professione che per lui divenne una missione: medico senza sosta, reperibile, specie nel primo periodo, 24 ore al giorno. Vicino nei momenti tristi della morte e gioiosi ma delicati della nascita (insieme alle levatrici Bindi poi Rigati), quando ancora si partoriva a casa. E poi nel suo studio, che ricordo inizialmente in Piazza della Repubblica appena dopo la fine degli archi di via Cavour, poi sotto la sua abitazione insieme all’immancabile Adriana, ma anche a casa dei malati dove visitava secondo le esigenze. Rammento che quando lo chiamavamo a casa per un febbrone, non guardava solo la gola, ma ascoltava il torace, premeva la pancia, controllava l’inguine e le ascelle. Insomma, visitava, oltre a guardarti con quell’occhio clinico che, prima di ogni altra cosa, gli faceva capire il tuo stato di salute e l’eventuale malattia. Faceva anche il dentista: quattro o cinque dei miei denti cariati sono stati estratti da lui. Il dottor Giglio era un’istituzione e nel tempo aveva acquisito quell’autorità che gli derivava dall’esperienza e dalla competenza. Naturalmente non era infallibile, perché nessuno può esserlo. Era restio, un po’ come i medici di allora, a farti fare visite specialistiche e talvolta nei modi appariva sbrigativo. Ma dietro quel suo modo scrupoloso di fare diagnosi e indicare terapie c’era l’attenzione e l’affetto per ogni persona. Oggi quando sono andato a fargli vista presso la sua abitazione, ho sentito una donna dire che è stato anche un consigliere e un padre. E’ proprio vero. Quante persone si sono confidate con lui e non solo per malattie fisiche, ma interiori o d’altra natura. Così facendo ha dilatato quella paternità che ha pure esercitato nei riguardi dei suoi cinque figli (spalleggiato dalla moglie Bianchina). All’inizio degli anni ’80, quando la professione di medico si avviava a profondi cambiamenti, talvolta si lamentava di essere diventato un passacarte e non ci si trovava. Ricordo per ultimo, con commozione, una sua telefonata nel gennaio 2007 - poco tempo dopo l’operazione di trapianto polmonare - per sincerarsi sulle mie condizioni di salute. Ho un solo rammarico: da mesi mi ero promesso di andarlo a trovare per parlare un po’ con lui e per riascoltare la sua “inconfondibile voce” che ha costellato la mia vita e quella di molti cittadini di Pitigliano. E che è indelebilmente impressa nella mia memoria. Ci mancherà. Stefano Gentili
Posted on: Sat, 29 Jun 2013 13:36:25 +0000

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