IL PESARESANTROPITECO Quando abitavo in città e terminavo il - TopicsExpress



          

IL PESARESANTROPITECO Quando abitavo in città e terminavo il necessario per la colazione del mattino, infilavo una tutaccia da ginnastica, un paio di scarpe da tennis e scendevo nel bar sotto casa, con ancora le pieghe del cuscino sul viso, ogni anno sempre più a loro agio tra le rughe del volto. E’ un locale piccolo, il suo caffè non era uno dei migliori della città e “Fulmine”, così avevo soprannominato il gestore, da dietro gli spessi occhiali che gli rimpicciolivano le pupille, poteva impiegare anche un quarto d’ora prima di accorgersi che eri entrato nel suo locale. Un difetto di pronuncia lo faceva farfugliare freneticamente e la sua mole era notevole. Ma questo passava il convento. Facevo colazione sfogliando il “Resto Del Bugiardino”, così lo chiamava quella buonanima di mio nonno, mentre il palato era sul cornetto integrale al miele, il naso sui vapori del caffè caldo, gli occhi sul quotidiano, le orecchie vagavano sulle divertenti conversazioni che si è impossibilitati a non ascoltare per via del cattivo costume italiano di urlare per dire qualsiasi cosa. L’umanità, se si ha un minimo di curiosità e spirito di osservazione, è una cava inesauribile di spettacoli e spunti di riflessione. Quella che vi sto per raccontare potrebbe sembrare una barzelletta, ma non lo è. Fulmine: > disse, con un sorriso malizioso. Cliente-amico: > F: > C : > F: > disse mentre già gli veniva da ridere. C: > F: > F: > disse toccando il cliente con le mani e le braccia tese, richiamando la sua totale attenzione sul gran finale. C: > F:
Posted on: Sun, 04 Aug 2013 09:06:24 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015