"Il tempo che passa non seppellisce i ricordi. La Grande Guerra è - TopicsExpress



          

"Il tempo che passa non seppellisce i ricordi. La Grande Guerra è lontana ormai quasi cent’anni, la Seconda Guerra Mondiale più di settanta eppure Santa Giusta si è data il compito di non dimenticare quegli uomini persi per strada, uomini che seguirono un cammino che li portò in lontane terre che nemmeno conoscevano per trovarvi la morte. L’opera dell’ex sindaco Tino Melis sulla ricerca dei caduti, sacrificio del paese durante le due tragiche carneficine mondiali, è proseguita e anche quest’anno ha consegnato al paese importanti novità. Due in particolare e sono quelle che parlano di una famiglia il cui tributo di sangue per l’Italia fu davvero notevole. Compito non facile, ma alla fine le tombe di Giovanni Turnu e di suo figlio Francesco, all’anagrafe anch’egli Giovanni per un errore dell’impiegato comunale, sono state individuate. Il viaggio non è solo un salto indietro nel tempo, è anche un viaggio fisico fatto di tappe che hanno portato Tino Melis in quei luoghi in cui gli eserciti combattevano l’uno contro l’altro a poche decine di metri di distanza, rubandosi a turno quelle terre di confine apparentemente insignificanti, ma che per i loro governanti erano fondamentali. Quelle strisce di terra costarono milioni di morti. Sull’Isonzo, dove tra italiani e asburgici si combatterono alcune tra le più sanguinose battaglie della Prima guerra mondiale, persero la vita i soldati Francesco Olla, il cui corpo si trova probabilmente tra i militi ignoti del sacrario di Redipuglia; Giovanni Manca fu invece subito disperso e della sua salma nulla si sa; Giuseppe Loche morì durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo e fu sepolto nella cittadina slovena di Ajba e, con tutta probabilità, la sua salma è oggi tra i militi ignoti del sacrario di Oslavia; sempre tra gli ignoti di Redipuglia è invece Giuseppe Cadoni, ucciso in combattimento a Monte San Michele sul fronte orientale in Friuli. Le ricerche però non sono state del tutto vane. Proprio quando sembrava persa ogni speranza, l’abilità e l’abitudine a cercare tra quell’elenco sterminato di nomi, hanno richiamato l’attenzione di Tino Melis su una riga. Accanto al nome di Giovanni Turini non c’era la data di morte, ma il cimitero di provenienza della salma corrispondeva a quello in cui fu sepolto Giovanni Turnu, ucciso nell’aprile del 1916 da una granata a Fogliano di Redipuglia mentre si trovava nella tristemente famosa Trincea dei razzi. Quel Giovanni Turini aveva fatto parte del 151° Fanteria, era cioé un soldato della Brigata Sassari che era composta esclusivamente da sardi. L’errore era stato di chi aveva trascritto il nome e quel Turnu era diventato Turini. Non sbagliarono cognome invece durante la Seconda guerra mondiale quando identificarono un altro Giovanni Turnu, senza possibilità di errore. In realtà tutto il paese lo conosceva come Francesco, ma l’errore dell’impiegato dell’anagrafe di Oristano – nel 1916 tre soli mesi prima della morte del padre quando fu registrato Santa Giusta era frazione di Oristano – fu determinante anche al momento dell’arruolamento. E così quando fu ferito l’11 febbraio del 1941 in Albania, in seguito ad un bombardamento aereo, l’esercito inviò un telegramma ai familiari spiegando quanto era accaduto. Il telegramma però arrivò solo nel luglio del ’41, quando Francesco Turnu era già spirato da tantissimo tempo. Le ferite lo uccisero pochi giorni dopo il bombardamento. Sepolta nel sacrario militare di Bari, la sua salma è stata ritrovata nei mesi scorsi. Sarà impossibile invece ritrovare il corpo di Osvaldo Salis, marinaio morto di peritonite il 31 luglio del 1940, perché nel cimitero di San Giorgio Ionico le incisioni sulle tombe sono state cancellate dal tempo. La ricerca, che verrà presenta giovedì sera alla popolazione intanto prosegue. Mancano all’appello altri quattro soldati, un caduto in Russia durante la Seconda guerra mondiale e tre morti negli ospedali militari della Grande guerra, probabilmente per malattia. «Sono stati fatti passi avanti importantissimi – spiega il sindaco Angelo Pinna – e il cerchio è quasi chiuso così da poter restituire intera al paese questa pagina di memoria storica. Ora l’obiettivo è riportare a casa le salme dei caduti nella seconda guerra, perché quelle della prima non possono essere traslate".
Posted on: Thu, 22 Aug 2013 15:43:51 +0000

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