LA PERDITA DI SPECIE E DI BIODIVERSITA’ NEI PARCHI E NELLE AREE - TopicsExpress



          

LA PERDITA DI SPECIE E DI BIODIVERSITA’ NEI PARCHI E NELLE AREE PROTETTE Il Movimento Unione delle Regioni Pro Territorio - Movimento Sardo Pro Territorio ritengono che ieri e oggi l’assetto territoriale a parco o ad area protetta con la legge quadro nazionale 394/91in alia ed in Sardegna, elude e cancella le problematiche della globalizzazione circa lo sviluppo locale sostenibil: con la regione parco si è imposto e tentato di imporre in Italia e nell’isola la visione messianica degli anni settanta dell’ambientalismo integralista italiano con soluzioni di tipo biologico e autoritario, antidemocratico, ai problemi posti dai sistemi ecologici socioeconomici. I fautori dei parchi e delle aree protette però dimenticano che la natura è la dimostrazione in atto che la conservazione non esiste, né mai è esistita perché l’evoluzione cosmica, atomica, geologica e biologica dimostrano che in natura tutto è trasformazione: dall’energia alla materia, dalle forme più elementari di vita a quelle più complesse attraverso la conquista dello spazio vitale, la riproduzione e l’adattamento all’ambiente per cui in natura più che il diritto di vivere prevale il dovere di morire affinchè gli ecosistemi sopravvivano e si ripetano i cicli sui quali si fonda il suo funzionamento. L’antropomorfizzazione degli animali, spinta sino al feticismo animalista di impronta quasi religiosa del panda, dell’orso e del lupo, del falco e dell’aquila, della foca ecct. Che permea i parchi e l’immaginario di tante anime bell, di fatto, una volta tradotta nelle politiche di gestione ha sconvolto e modificato interi ecosistemi storici cancellando il settore primario agrosilvopastorale, estromettendo le attività umane dall’ambiente e sottraendo allo stesso alle stese specie che si volevano salvare ad ogni costo, perché poste al vertice della piramide ecologica, gli alimenti per vivere: così l’orso ed il lupo marsicano privati delle pecore e del granoturco sono stati costretti ad emigrare o a restare dentro il parco come animali assistiti o da immondezzaio, mentre lepri e pernici, a causa della presenza eccessiva di cinghiali e dell’assenza dei campi di montagna o pedemontani coltivati dall’uomo, sono quasi del tutto spariti: ma della perdita della biodiversità nei parchi nessuno vuole o intende parlarne anche se sono ormai evidenti ed ascrivibili alle assurde politiche di pseudo conservazione della natura vigenti nei parchi. Che tale politica a favore della biodiversità sia fallimentare è dimostrato dal proliferare delle volpi nel Parco Nazionale degli Abruzzi dove non essendoci più nel parco una pernice, una starna, una lepre o un coniglio, una gallina o un agnello da predare a causa del numero eccessivo di cinghiali e di volpi per cui nel parco e nei parchi se non si muore per mano del cacciatore il destino degli animali è quello di morire di fame o di essere assistiti e mantenuti dall’uomo come carnai. Senza le capre, venute a mancare in Sardegna sono morte le Aquile e sono spariti grifoni e gipeti, senza la caccia prevalgono volpi e cinghiali ed intere specie che nidificano e si riproducono a terra (pernici, quaglie, lepri ecct.) sono in via di sparizione dalle zone montane e pedemontane Sarde a causa dell’abbandono delle antiche vidazzoni di montagna e dal dominio di volpi e cinghiali. Alessio Pasella Coordinatore Nazionale Movimento Pro Territorio
Posted on: Wed, 10 Jul 2013 20:57:19 +0000

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