Le 10 cose da ricordare - undicesima giornata di Massimo - TopicsExpress



          

Le 10 cose da ricordare - undicesima giornata di Massimo Zampini 1) I veri maghi Nella settimana in cui si è tanto parlato di maghi, a proposito di Roma, alla fine si è scoperto che gli unici veri maghi sono solo tantissimi tifosi bianconeri, i quali avevano previsto da tempo che al primo passo falso (a metà, poi) dei giallorossi si sarebbero subito tirati in ballo arbitri e complotti assortiti, come da tradizione. E il “campionato dei record”, meraviglioso per definizione, si sarebbe immediatamente tramutato nella consueta trama dei soliti noti. Primo pareggio, ed eccoci qua. Tra tutti i maghi bianconeri, menzione d’onore per il tweet di diversi giorni fa dell’amico e giornalista di fede juventina Giuseppe Pollicelli, che già a inizio settimana aveva vaticinato: “Questo è il campionato più scontato degli ultimi anni. Ha infatti solo due esiti possibili: o lo vince la Roma o glielo ruba la Juve”. Napoli permettendo, mostra doti profetiche non indifferenti, il ragazzo. 2) Sky e Rai Molti tifosi romanisti si sono lamentati con Sky, rea di non avere insistito a lungo sullo scandalo arbitrale del millennio (che poi, moviola alla mano, partito da due rigori negati e un gol avversario da annullare, si è ridotto a un possibile rigore). In effetti, va detto che la presenza di Panucci in studio, Trevisani in telecronaca, Assogna e Mangiante a fare le interviste, lascia intravedere un evidente disegno mediatico contro i giallorossi. Certo, nulla rispetto alla Rai, nota per essere storicamente priva di romanisti, ma anche Sky, insomma, potrebbe mostrare più rispetto. 3) Il difficile equilibrismo del Corsport I media sportivi, lo sappiamo bene, da decenni non ambiscono ad apparire coerenti, ma solamente a soddisfare il proprio pubblico di riferimento. Così, il Corsport, che si indigna con titoli roboanti (i sempreverdi “vergogna”,” scandalo”, e così via) quando gli errori favoriscono la Juventus, si trova in difficoltà quando tocca al Napoli, peraltro rivale della Roma, altra squadra non proprio mal vista da quelle parti. Dunque, urge un complicato equilibrismo: scandalo quando tocca alla Juve, e fin lì ci siamo, tutti contenti, e si vende alla grande. “Napoli, che colpo” quando Cuadrado viene falciato al novantesimo dentro l’area partenopea, e “il Napoli va”, quando batte il Toro grazie a due rigori, come dire, generosi, sorvolando dunque sugli errori dei poveri direttori di gara, che devono decidere nell’arco di una frazione di secondo. Poi, dopo il pareggio romanista a Torino, riecco gli arbitri ritrovare il ruolo che compete loro sin dal titolone che apre il giornale: “Roma fermata da Cerci ma reclama un rigore”. Netto, si chiarisce poi nel sottotitolo. Provo una folle previsione anch’io per Juve-Napoli: se vincono gli ospiti, titolo entusiasta sul calcio, altrimenti non mancherà qualche riferimento all’arbitro. 4) “D’ora in poi si sbaglierà in buona fede!” Li ricordate anche voi, i soloni che ci spiegavano che ora, dopo il 2006, finalmente messa al bando la triade, i designatori, quegli arbitri e compagnia, finalmente si sarebbe sbagliato in buona fede? E che i sospetti sarebbero pian piano svaniti, avrebbero potuto vincere tutte e non le solite tre, insomma che basta, da quell’estate avremmo tutto potuto vedere il calcio con maggiore serenità? Bene, da allora ha vinto quattro volte l’Inter, una il Milan e due la Juventus. Insomma, finalmente tre squadre nuove. E il tutto, senza sospetti? Sì, certo, basta chiedere ai romanisti di qualche scudetto nerazzurro, ai milanisti del mitico goldimuntari, che ha fatto passare in cavalleria una ventina di rigori in loro favore (fin lì sospettavano infatti gli juventini), e così via. Fino all’inizio di questo campionato, con la Roma che vola e sospetta di Juve e Napoli, con gli azzurri infuriati proprio con i giallorossi per un rigore fasullo assegnato nello scontro diretto, eccetera eccetera. Nessuno si fida di nessuno. Chi parlava del fantomatico “Palazzo” prima del 2006 lo fa ancora oggi, con gli stessi identici toni. Si ipotizzano le medesime trame di cui si era sempre parlato fino ad allora. Si controllano designazioni, ammonizioni, rigori e squalifiche (anche quelle per i cori, oggi, destano sospetto) con attenzione certosina, malcelata diffidenza, e prolungate moviole. Per fortuna, almeno noi, alle favole raccontateci nel 2006, sui buoni da premiare e i cattivi da radiare, sulla buona fede del futuro e i sospetti che sarebbero finalmente svaniti, non abbiamo mai creduto. 5) Cerci e Robben Si è molto ironizzato, tempo fa, sull’azzardato paragone tra Cerci e Robben. E la comparazione, chiariamolo subito, rimane ovviamente insensata, anche perché siamo alla prima stagione di consacrazione del granata, pur se non più giovanissimo. Però va detto, lo vedi giocare contro la squadra a punteggio pieno, con la miglior difesa, e praticamente da solo la mette in difficoltà in tutti i modi, con dribbling, scatti, assist, tiri e punizioni. Fino al gol del pareggio, ovviamente suo. Lasciamo perdere Robben, per carità, ma un posticino in squadra ai Mondiali… 6) I riflettori su Galliani Da qualche giorno, i riflettori in casa Milan si sono spostati da Allegri, che pur non se la passa certo bene, avendo perso in malo modo anche contro la Fiorentina B (senza Cuadrado, Pizarro, Gomez…), a Galliani. E il buon Adriano, lo sappiamo da tempo, con i riflettori ha sempre avuto qualche problema. Barbara lo grida ad alta voce: vuole cambiare la filosofia aziendale, e, scartando l’ipotesi che stia organizzando una sommossa contro il padre, pare proprio ce l’abbia con lui. Poi, al solito, arriva il comunicato di smentite (un classico, da quelle parti), ma stavolta il Milan pare davvero alla resa dei conti. Con diversi ex giocatori candidati al posto di dirigente, altri a quello di allenatore, fazioni interne di ogni genere, Balotelli che simula ogni venti minuti e la squadra a pochi punti dalla zona retrocessione. Ecco, cari antimilanisti, vi viene da ridere delle disgrazie altrui? Pensate che alla vostra squadra tutto ciò non potrebbe accadere? Lo dite solo perché non vi è mai capitato un fattore destabilizzante come lo spostamento della punizione di Parolo dai 36 ai 31 metri di distanza. Vorrei vedere voi, come reagireste, nel dovere affrontare un evento del genere. 7) I fastidi che mi crea Pirlo Pirlo, talvolta, provoca fastidio. Certe domeniche infastidisce con i giochetti al limite dell’area difensiva, un filo di presunzione e tutto il resto che gli imputiamo quando non è in gran forma. Poi, però, sta fuori una partita, e la sua assenza infastidisce molto di più. Non vedi l’ora che entri, e quando è in campo ti chiedi come abbia fatto, in altri momenti, ad auspicarne l’esclusione, perché adesso lo vorresti sempre in campo. Anche ora, a pensarci bene, Pirlo in qualche modo mi provoca fastidio: quando immagino un futuro prossimo senza di lui. 8) Berardi Domenico Berardi, per metà di proprietà Juventus, è dell’agosto 1994. Ha dunque compiuto da poco 19 anni, era squalificato per le prime partite dell’anno, nelle quali il Sassuolo collezionava figuracce un po’ ovunque. Poi, tra gol, assist, rigori, giocate, fino alla tripletta e all’espulsione procurata dell’ultima partita, sta pian piano risollevando la sua squadra, neanche giocasse da sempre in questa serie. Sarà anche vero che in alcuni ruoli la Juve necessita di ringiovanirsi, ma i migliori ‘93 (Pogba) e ‘94 (Berardi, appunto) del campionato sono già suoi. Già sottratti alla concorrenza, grazie ovviamente ai buoni uffici della Gea. 9) Stramazzarri Qui la questione è semplice: lo Strama spensierato (Marotta dixit, suscitando le ire di colui che credeva di essere già diventato il nuovo Ferguson), il grande Stramou (Gazzetta dixit), il campione d’Europa primavera (Gazzetta dixit), Special Strama (Gazzetta dixit), semplicemente non era un allenatore di calcio di un certo livello. Mazzarri invece lo è, sta cambiando l’Inter, ha fatto rinascere giocatori smarriti come Alvarez e Jonathan, trovato una posizione giusta a tanti loro compagni, scatenato Palacio. Ha fatto tornare l’Inter una squadra di calcio, candidata ai primi posti. E anche in questo caso, come in tanti altri affini, l’insistita propaganda di alcune testate, rivista con il senno di poi, risulta quanto mai goffa e straordinariamente comica. 10) L’etica di Pulvirenti La Juventus che parla di etica mi fa venire i brividi. Antonino Pulvirenti. I brividi, stavolta, sono venuti a noi. @massimozampini (4/11/2013)
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 22:20:31 +0000

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