Le crescenti risultanze sanitarie, che trovano anche evidenze - TopicsExpress



          

Le crescenti risultanze sanitarie, che trovano anche evidenze parlamentari, mediatiche e giudiziarie, comprovano l’esposizione all’amianto da parte del personale del Corpo della Guardia di Finanza. La presenza di amianto nelle caserme e nei luoghi dove i militari esperiscono ed hanno esperito attività di servizio, ha determinato la morte di molti finanzieri per patologie asbesto-correlate, in particolare per “Mesotelioma pleurico”, patologia ad esito infausto, che trova la sua origine esclusivamente nell’esposizione all’amianto. Queste gravi patologie asbesto - correlate, si manifestano anche dopo venti, trenta e più anni dall’esposizione, portando in brevissimo tempo alla morte. In considerazione di quanto sopra, sottolineo la specifica competenza maturata dall’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus, sia in termini di corretta informazione scientifica, sia in termini di assistenza medica e legale estesa a tutti coloro che sono stati esposti all’amianto killer. In questi mesi, abbiamo intrapreso un’efficace opera di sensibilizzazione dei militari appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza, affinché tutti siano portati a conoscenza del danno che le fibre di amianto sono in gado di determinare all’organismo umano, e conseguentemente possano accedere agli strumenti di prevenzione primaria, attraverso la bonifica, e quindi evitando future esposizioni, e quella secondaria, con la diagnosi precoce, ed in ultimo quella terziaria, e cioè con l’interdizione delle condotte dannose e il risarcimento dei danni, profili per i quali è operativa l’associazione Onlus e gli sportelli online (osservatorioamianto). L’Osservatorio Nazionale Amianto ha pure attivato un ambulatorio online, affidato al Dott. Roberto Valenza (osservatorioamianto.jimdo/ambulatorio-oncologico-on-line-ona-onlus/), ulteriore struttura che si somma alle attività del Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma, di cui è direttore il Prof. Luciano Mutti (osservatorioamianto.jimdo/dipartimento-ricerca-e-cura-del-mesotelioma/). In passato molti finanzieri, come tutti gli altri lavoratori, sono stati esposti ad amianto, e quindi con lesione alla salute. Ad oggi, la bonifica da agenti inquinanti, come l’amianto, costituisce lo strumento più efficace per evitare di ammalarsi, atteso che l’unica fibra di amianto non pericolosa è quella che noi non respiriamo. Di rilevante importanza è l’attuazione della “sorveglianza sanitaria” nei confronti di tutti gli esposti, in modo da consentire una diagnosi precoce delle patologie asbesto-correlate, utile a poter consentire una maggiore aspettativa di vita, oltre a cure mirate ed efficaci. Non in ultimo, la necessità che vengano individuati e perseguiti tutti i colpevoli di queste morti evitabili e perciò inaccettabili. L’Osservatorio Nazionale Amianto si batte per la bonifica e per l’applicazione della l. 257 del 1992, anche ai fini del prepensionamento (art. 13, comma 8, l. 257/92 – esposizione ad amianto per oltre 10 anni, che dà diritto ad un prepensionamento minimo di cinque anni, poiché il periodo contributivo aumenta con il coefficiente 1,5) e anche per coloro che hanno contratto patologie asbesto correlate (art. 13, comma 7, l. 257/92). Tutti i finanzieri e tutti i cittadini, lavoratori e non, possono accedere al servizio di consulenza legale dell’Osservatorio Nazionale Amianto Onlus mandando un’e-mail all’indirizzo osservatorioamianto@gmail oppure scrivendo al Presidente Avv. Ezio Bonanni all’indirizzo e-mail avveziobonanni@gmail. C’è da puntualizzare che il Movimento 5 Stelle, con 84 deputati, ha dato voce alle istanze dell’Osservatorio Nazionale Amianto con la proposta di legge n. 1366 presentata il 16 luglio 2013, che impone l’obbligo di bonifica di tutti i siti entro il 2020, e che detta norme per il prepensionamento in favore dei lavoratori che hanno contratto patologie asbesto correlate, anche se non hanno raggiunto i limiti di età stabiliti dalla Legge Fornero, oltre a tutele sanitarie, altre provvidenze in favore delle vittime (proposta di legge n. 1366 presentata il 16 luglio 2013, pubblicata sul sito: osservatorioamianto.jimdo/delibere-interrogazioni-parlamentari-proposte-di-legge-sull-amianto/) Durante il Convegno internazionale “Il Diritto incontra la Scienza”, organizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Amianto ONA Onlus e tenutosi il 14 Novembre scorso a Roma, presso l’Auletta dei Gruppi Parlamentari, eminenti personalità del mondo della scienza e del diritto, hanno illustrato il ruolo che ha l’amianto nell’innescare la cancerogenesi e altre gravi patologie come quelle cardio-vascolari, oltre al dramma psicologico che ogni esposto vive per la reale paura di ammalarsi. In quella sede, il professor Ronald Gordon, direttore del Dipartimento di Patologia della Mount Sinai School of Medicine di New York ha sconfessato il limite delle 100 fibre/litro quale soglia fissata dall’Italia, definendolo inaccettabile, perché è pericoloso e deve essere portato a “Zero”, quale unica soglia che garantisca di non ammalarsi. Infatti, studi scientifici dimostrano la pericolosità dell’amianto anche a basse dosi, poiché anche una sola fibra è dannosa per l’organismo, secondo la teoria della Trigger dose, che evidenzia come anche una bassissima quantità di amianto può innescare patologie asbesto correlate e lo stesso mesotelioma. Determinante è anche il tempo di esposizione ambientale. Il professor Morando Soffritti, direttore scientifico dell’istituto Ramazzini di Bologna, ha anch’egli sostenuto fermamente che l’esposizione deve essere portata a Zero ed ha aggiunto che è sconcertante che nel nostro Paese la Legge 257/1992 fissi un tetto di inquinamento di amianto, quando, invece, è possibile contrarre patologie asbesto-correlate anche se esposti a concentrazioni di fibre di amianto molto inferiori. Il professor Giancarlo Ugazio, professore emerito di Patologia generale presso l’Università di Torino, ha rappresentato che le fibre di amianto possono essere ingerite per via gastrointestinale per poi andarsi a depositare in organi extratoracici come il pancreas, sostenendo che anche il rene, prostata e cervello corrono gravi pericoli. Il professor Claudio Bianchi, anatomopatologo, una delle più eminenti personalità del mondo della medicina legale, – ha spiegato come l’età del soggetto all’inizio dell’esposizione è molto importante, portando in visione alcuni esempi scientifici. Fu proprio il Prof. Claudio Bianchi di Monfalcone (GO) ad estrarre per primo, durante un’autopsia, le fibre di amianto dalla pleura di un sottufficiale della Guardia di Finanza. Il Generale Prof. Aristide Lombardi, specialista in cardiochirurgia e cardiologia, docente universitario, già direttore dell’Istituto Medico-Legale Aeronautica Militare di Milano, presidente della Commissione di Appello, direttore della Scuola di Sanità Militare, Ufficiale medico dello stato maggiore dell’Aeronautica, componente del comitato tecnico scientifico nazionale ONA, mette in evidenza come l’esposizione all’amianto, le fibrosi, e la stessa asbestosi, hanno ripercussioni anche sul sistema cardio-vascolare, rispetto alle quali sta elaborando una pubblicazione, anche al fine di poter successivamente istituire un servizio di assistenza per gli associati ONA ONLUS, e per tutti coloro che hanno necessità, in relazione alla pregressa esposizione all’amianto. L’alto ufficiale medico dello Stato maggiore dell’Aeronautica, ha inoltre confermato la presenza, ancora oggi, di amianto negli aeroplani civili e militari. “E’ sotto la luce del sole, l’amianto era ed è ancora presente in alcune componenti di aerei militari e civili”, ha dichiarato il generale alcuni giorni fa ad affaritaliani.it. Dunque, l’amianto non si limita all’insorgenza delle cosiddette patologie asbesto-correlate, ma è certamente causa e/o concausa di altre gravi patologie che fino ad ora non erano state considerate e non erano state materia di studio. Sottolineo come in un altro Congresso tenutosi il 09 Luglio 2012 a San Felice Circeo (LT), il Prof. Franco Mandelli, illustre scienziato di fama mondiale, ha dichiarato che l’amianto è responsabile dell’insorgenza di linfomi e leucemie. Il problema amianto è stato altresì affrontato durante il convegno internazionale “Il Diritto incontra la Scienza” sotto il profilo del diritto alla salute, dal professor Gaetano Veneto, ordinario di Diritto presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari, dal professor Sergio Dini, sostituto Procuratore della Repubblica di Padova, e anche dal dottor Paolo Rivella, consulente della Procura della Repubblica di Torino. Per quanto riguarda invece le responsabilità connesse ai risarcimenti ai malati e il nesso di causalità tra le malattie riscontrate sul cittadino per la presenza dell’amianto sul territorio, sono intervenuti il dottor Beniamino Deidda, Procuratore Generale Corte d’Appello di Firenze, e il dottor Maurizio Ascione, sostituto Procuratore della Repubblica di Milano in un confronto diretto da Paolo Pitotto, medico del lavoro e consulente della Procura della repubblica di Milano. E ancora, l’impegno e l’operato profuso dall’On. Pippo Gianni, componente il comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, medico di eccellenti e straordinarie capacità e uomo di grande sensibilità che da sempre è stato ed è vicino a tutti coloro che sono stati esposti e sono esposti all’amianto killer ed è stato primo firmatario di numerose Interrogazioni Parlamentari che hanno delineato chiaramente il dramma dell’amianto nel Nostro Paese e anche nel settore delle Forze Armate e della stessa Guardia di Finanza. Lo stesso 14 novembre mentre era in corso il convegno organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto presso l’Auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, l’On. Edmondo Cirielli dopo il suo intervento, annunciava la presentazione della proposta di legge “disposizioni per il censimento e la bonifica dell’amianto, nonché in materia di benefici per i lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto o che hanno contratto malattie derivanti da tale esposizione”, richiamando nella premessa le attività e gli studi dell’Osservatorio Nazionale Amianto, oltre alle norme per la riduzione del rischio amianto, tendenti al rischio “Zero” e il termine per la bonifica fissato al 01.01.2020. Il Nostro Presidente Prof. Avv. Ezio Bonanni, ha espresso soddisfazione e per l’esplicito richiamo alla Nostra associazione, e soprattutto per il riconoscimento della dignità di tutti i militari vittime dell’amianto che hanno pagato un enorme tributo in termini di vite umane, nelle Forze Armate dello Stato e nei vari Corpi di Polizia, ad ordinamento civile e militare, tra cui, la Guardia di Finanza, un Corpo che è parte integrante delle Forze Armate, alle dirette dipendenze del Ministro dell’Economia e delle Finanze, la quale, per le sue indiscusse capacità e per i compiti che quotidianamente è chiamata a svolgere, ha spesso operato e opera in ambienti insalubri e inquinati dalla presenza della fibra killer e anche di altri cancerogeni, vedi porti, aeroporti, dogane, valichi di frontiera, valichi ferroviari, varchi doganali, petrolchimici e non in ultimo le stesse caserme, dove tuttora è presente amianto sotto forma di eternit e lastre di amianto. Lo stesso Ministro della Salute On. Renato Balduzzi ha espressamente dichiarato che l’amianto riveste priorità nazionale e che occorre correre con urgenza ai ripari. Occorre pertanto che le Istituzioni tutte, operino in sinergia al fine di poter contrastare questa catastrofe dell’avvenire, ponendo in essere urgenti bonifiche e tutto quanto necessario a contrastare uno degli errori più grandi della storia dell’Umanità. E ancora, occorre che vi sia una presa di posizione da parte dei Vertici delle Forze Armate e dello stesso Comando Generale della Guardia di Finanza, così da garantire ogni più ampia tutela a tutti i militari esposti e alle famiglie di quelli deceduti, così che abbiano il giusto riconoscimento/equiparazione a “vittime del dovere”. Il settore esposti e vittime dell’amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza ONA Onlus, si sta impegnando affinché tutti i finanzieri deceduti, quelli affetti da patologie asbesto correlate e quelli che abbiano esperito o esperiscono attività di servizio in luoghi ove “documentabilmente” vi è o vi è stata la presenza di amianto, siano riconosciuti/equiparati a vittime del dovere, come già avvenuto per i militari della Marina Militare, sulla base del parere n. 01693/2010 pronunciato dal Consiglio di Stato Sezione Terza in data 04.05.2010. Occorre a questo punto precisare che la Circolare n. 12000/ 2006, emanata dal Comando Generale della Guardia di Finanza, non è un atto avente forza di Legge e non può assolutamente sostituirsi al parere n. 01693/2010 del 04/05/2010 della Terza Sezione del Consiglio di Stato che ha consentito di ottenere i primi riconoscimenti economici per le vittime della Marina Militare. In data 24 marzo 2010 prot. n. 8/14244, il Ministero della Difesa - Ufficio Legislativo chiede il parere del Consiglio di Stato in ordine all’applicazione dell’art. 1 comma 564, della Legge 23 dicembre 2005, N. 266. Per quanto sopra, il Consiglio di Stato - Sezione Terza, nell’adunanza del 4 maggio 2010, NUMERO AFFARE 01693/2010, esaminati gli atti con cui il Ministero della Difesa espone i delicati problemi connessi all’insorgenza delle patologie, anche mortali, contratte in servizio e per causa di servizio da personale militare e civile della difesa a seguito di esposizione all’amianto, e con cui si pone la questione relativa all’inclusione delle infermità “asbesto-correlate” contratte dal citato personale tra quelle che, ai sensi dell’articolo 1, comma 564, della legge 23 dicembre 2005 n. 266, consentono l’equiparazione dei destinatari alle “vittime del dovere”, precisa che ai fini del riconoscimento della condizione di equiparato alla vittima del dovere, è necessario e sufficiente che il militare abbia contratto l’infermità in occasione o a seguito dello svolgimento della propria attività di servizio a bordo delle unità navali, ovvero, su mezzi o in infrastrutture militari nei quali era “documentabilmente” presente amianto. Il parere n. 01693/2010 del 04/05/2010 della Terza Sezione del Consiglio di Stato ha consentito di ottenere i primi riconoscimenti economici per le vittime della Marina Militare, tanto che fino ad oggi, sono stati risarciti 71 militari e 2 civili che hanno lavorato in Marina e, per questi risarcimenti, non vale nemmeno il limite temporale previsto per legge e che indica unesposizione minima di dieci anni lavorativi e otto ore al giorno per poter godere dei benefici previdenziali previsti per esposizione ad amianto. Come è noto i commi 563 e 564 L. 23/12/2005 n° 266 dispongono il riconoscimento a “vittime del dovere”: c. 563 : Per vittime del dovere devono intendersi i soggetti di cui allarticolo 3 della legge 13 agosto 1980, n. 466, e, in genere, gli altri dipendenti pubblici deceduti o che abbiano subito uninvalidità permanente in attività di servizio o nellespletamento delle funzioni di istituto per effetto diretto di lesioni riportate in conseguenza di eventi verificatisi: a)nel contrasto ad ogni tipo di criminalità; b) nello svolgimento di servizi di ordine pubblico; c) nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari; d) in operazioni di soccorso; e) in attività di tutela della pubblica incolumità; f) impiego internazionale causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità. c. 564: Sono equiparati ai soggetti di cui al comma 563 coloro che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuato dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative. Si può allora ritenere che il comma 563 individui tutte le ipotesi di lesione o morte cagionate da eventi violenti e dipendenti da cause esterne alla amministrazione di appartenenza, mentre il comma successivo ricomprenda tutti gli altri casi in cui il soggetto subisca, durante lattività lavorativa, una infermità in situazioni particolari che si discostano dai normali rischi connessi allesercizio delle proprie mansioni. La distinzione tra le due fattispecie, quindi, è da individuarsi nellesercizio delle mansioni lavorative, vale a dire se il dipendente subisce le lesioni nel normale esercizio delle sue mansioni, è da considerarsi un invalido per causa di servizio, ma se le subisce nellambito di particolari situazioni ambientali ed operative altamente rischiose per lincolumità personale del soggetto che deve operare nellesercizio del dovere, diventa, appunto, vittima del dovere. Proprio sulla base delle precise indicazioni, in data 4 maggio 2010 il Consiglio di Stato Sezione III con il parere n. 01693/2010 del 04/05/2010, ha risposto ad una serie di quesiti posti dal Ministero della Difesa in data 24 marzo 2010 (con prot. n. 8/14244 in pari data, il Ministero della Difesa - Ufficio Legislativo chiede il parere del Consiglio di Stato) in ordine all’applicazione dell’art. 1 comma 564, della Legge 23 dicembre 2005, N. 266. Quanto alla ulteriore condizione richiesta dalla legge (particolari condizioni ambientali ed operative), il già richiamato parere del Consiglio di Stato, oltre a sviluppare largomento con riferimento al particolare caso posto alla sua attenzione (relativo, ad infermità da esposizione ad amianto), ha svolto alcune considerazioni di carattere generale, individuando le condizioni di cui sopra, ai sensi dellad, 1 lettera, c del già citato regolamento, in tutti quei fatti che abbiano esposto un soggetto a maggior impegno psicofisico o a maggiori rischi in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti. Di rilevante importanza le ultime Interrogazioni Parlamentari, tra cui quella della Senatrice Dorina Bianchi (nr.4-07847 del 3 luglio 2012), componente il comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, medico radiologo di indiscusse capacità, la quale, oltre ad aver presentato un Disegno di Legge, ha anche evidenziato come proprio i militari della Guardia di Finanza, rivestenti lo status giuridico di “militari” siano stati penalizzati rispetto agli altri militari che hanno invece beneficiato dei diritti previsti e come richiamati nello stesso parere del Consiglio di Stato, peraltro recepito dalla Marina Militare Italiana. Nellinterrogazione, la senatrice espone i casi già richiamati in altri documenti parlamentari relativi a finanzieri in servizio a Trieste (quattro casi di presenza di patologie asbesto-correlate), aggiungendo quello di un maresciallo che prestava servizio su imbarcazioni con la presenza di amianto (il sottufficiale ha denunciato il caso alla Procura della Repubblica di Padova) , e la triste vicenda del Sig. Antonio Dal Cin, militare della Guardia di Finanza ancora in servizio, affetto da patologia asbesto correlata, e la drammatica situazione della Caserma di Roma Cefalonia-Corfù, e la vicenda di Portelli Alessandro, eletto dai militari come loro rappresentante per la sicurezza, ed oggetto di un trasferimento, poi revocato solo in seguito alla notifica del ricorso al TAR del Lazio. Il cuore dellinterrogazione della senatrice Bianchi, è nella richiesta rivolta al governo per lequiparazione dei militari delle Fiamme gialle a quelli della Marina militare per il riconoscimento dei benefici economici previsti dal Fondo vittime del dovere: un parere espresso dal Consiglio di Stato (adunanza del 4 maggio 2010, n. 01693/2010), che estende il risarcimento ai militari della Marina, è disconosciuto dal Comando Generale della Guardia di Finanza. Infatti, il Comando generale della Guardia di finanza, con la circolare n. 12000/100/1^ di prot. del 1° febbraio 2006, precisa che per i finanzieri, in particolare quelli a bordo di unità navali del Corpo, non ricorrono gli estremi per richiedere i benefici di legge previsti per esposizione ad amianto. La suddetta circolare, tuttora vigente, si pone fortemente in contraddizione con il citato parere n. 01693/2010 del Consiglio di Stato, di cui il Comando Generale della Guardia di finanza avrebbe invece dovuto tener conto, basandosi sul principio della “gerarchia delle fonti” ed emanando una nuova circolare in sostituzione di quella attuale, con espresso riferimento a quanto richiamato dallo stesso Consiglio di Stato, Sezione Terza. Del resto, anche una circolare interna del Corpo della Guardia di finanza dovrebbe tener conto dei principi contenuti in un parere del Consiglio Stato. Appare del tutto evidente che lo status di militare è unico, e non può esserci alcuna discriminazione o interpretazione in tal senso, come invece, vi è stata e continua a esserci, con grave pregiudizio per i militari della Guardia di finanza che, al servizio della nazione e nelladempimento del loro dovere, sono stati esposti allamianto, come avvenuto e documentato in atti. E ancora è evidente che per i militari della Guardia di finanza si palesa una carenza, ovvero una discriminazione che potrebbe essere risolta tenendo conto delle disposizioni di cui agli artt. 2, 3, 4, 32, 38 e 41, secondo comma, della Costituzione, estendendo la richiamata equiparazione a tutti i militari, compresi quelli della Guardia di finanza e non solo al personale militare e civile della Marina militare. La caserma della Guardia di Finanza “Cefalonia Corfù” di Roma, sede del R.T.L.A. Lazio e Umbria è stata oggetto di un’importante Interrogazione al Parlamento Europeo (16.10.2012) da parte del Presidente della Commissione Antimafia Europea (CRIM), On. Sonia Alfano, la quale, nel delineare la grave situazione dell’amianto in Italia, ha anche evidenziato il problema amianto nelle Forze Armate italiane, prendendo quale esempio, proprio la Caserma della Guardia di Finanza “Cefalonia Corfù” di Roma, peraltro già balzata alle cronache per il suo stato di assoluto degrado. Alessandro Portelli, graduato della Guardia di Finanza, in servizio presso la caserma “Cefalonia Corfù” di Roma, con incarico, tra l’altro, di Responsabile della sicurezza dei lavoratori, aveva più volte rappresentato il problema amianto, ricevendo in risposta, un trasferimento presso altra sede di servizio, poi annullato, grazie all’intervento legale del Prof. Avv. Ezio Bonanni del Foro di Roma, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto e difensore dei finanzieri e di molti altri militari, alcuni purtroppo gravemente malati e altri già deceduti a causa dell’amianto killer. Lo stesso Alessandro Portelli, nella sua qualità di vice coordinatore nazionale del settore esposti e vittime amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza Ona Onlus, ha rilasciato dichiarazioni sia alla giornalista Valentina Renzopaoli dell’emittente televisiva Roma 1 che al giornalista Luca Teolado de “il Fatto Quotidiano”. Altre dichiarazioni, sono state rese alla Giornalista Valentina Renzopaoli in una recente intervista alla vedova del Brigadiere della Guardia di Finanza Tommaso Picataggi deceduto alla giovane età di 50 aa dopo una lunga sofferenza, il quale, per circa trent’anni aveva lavorato all’interno di capannoni rivestiti di amianto presenti nella caserma della Guardia di Finanza “Cefalonia Corfù” di Roma. Concludo, dicendo che le Forze Armate dello Stato, le Forze di Polizia e anche i Vigili del Fuoco, hanno pagato e stanno tuttora pagando un enorme tributo in termini di vite umane a causa dell’esposizione all’amianto killer. Occorre che venga al più presto fatta chiarezza e che tutti i Vertici militari e gli stessi vertici della Guardia di Finanza attuino una fattiva collaborazione volta ad avviare subito le bonifiche da amianto allinterno delle caserme ove l’amianto è presente. Questo, per il bene comune e nel pieno rispetto dellart. 32 della Costituzione e in difesa e tutela dei lavoratori e di quei cittadini che dimorano nei pressi dei siti ove vi è la presenza di amianto. E ancora, occorre che tutti i finanzieri affetti da patologie asbesto-correlate siano equiparati alle “vittime del dovere” e siano avviati alla prevista “sorveglianza sanitaria”, peraltro finora mai attuata. Non in ultimo, che siano individuati e denunciati tutti i colpevoli di questi orrendi crimini, nessuno escluso. Come Uomo dello Stato, identificandomi nei Valori richiamati nella Nostra Costituzione e fedele al Giuramento prestato alla Repubblica Italiana (art. 54), da tempo, mi sto battendo affinchétutti i finanzieri che sono stati documentabilmente esposti allamianto abbiano giustizia e vengano riconosciuti loro tutti i diritti finora negati. Di fondamentale importanza è stato il mio incontro con il Prof. Avv. Ezio Bonanni del Foro di Roma, uno dei massimi esperti al mondo sullamianto. E grazie a lui che questa mia battaglia prosegue senza sosta, nella speranza che si attuino quanto prima le bonifiche per il bene dei militari e di tutta la collettività, quale unico strumento che possa consentire il raggiungimento della soglia Zero, atteso che lunica fibra di amianto non pericolosa è quella che noi non respiriamo. Antonio Dal Cin Coordinatore Nazionale dell’Associazione “Esposti e Vittime Amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza - ONA ONLUS” e coordinatore della comunicazione delle attività dellOsservatorio Nazionale Amianto sul social network. E-Mail : ona.gdf@gmail Tel. Cell. : 349/5293847 – 0773/511463 OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 00193 – Roma tel. 06 68890174 E-mail: osservatorioamianto@gmail eziobonanni.jimdo/ osservatorioamianto.jimdo/ sito web osservatorioamianto
Posted on: Thu, 21 Nov 2013 22:01:40 +0000

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