L’educazione dello stoico Fernando Pessoa – Einaudi - E’ - TopicsExpress



          

L’educazione dello stoico Fernando Pessoa – Einaudi - E’ scesa su di noi la più mortale e profonda delle depressioni secolari – quella della conoscenza intima della vacuità di tutti gli sforzi e della vanità di tutti i propositi. * Ho raggiunto, con la sazietà del nulla, la pienezza del niente. [...] Ho un sonno intimo di tutte le intenzioni. [...] Se… se… Sì, ma se è sempre qualcosa che non è successa; e se non è successa, perchè supporre che cosa sarebbe,se mai lo fosse? * Non è nell’individualismo che risiede il nostro male, ma nella qualità di quell’individualismo. E quella qualità è che esso sia statico invece che dinamico. Ci diamo valore per quello che pensiamo, invece che per quanto facciamo. Dimentichiamo che non lo abbiamo mai fatto, non lo siamo stati; che la prima funzione della vita è l’azione, come che il primo aspetto delle cose è il movimento. * … solo linee, che sembrano mirabili, ma che, in verità, lo sarebbero unicamente solo se intorno a loro fosse stato scritto il racconto di cui erano momenti espressivi, detti sintetici, legami… * Mille idee insieme, ciascuna una poesia, che crescevano inutili. Di molte neppure potevo ricordarmi quando le avevo, tanto più quando le avevo già perdute. * L’uomo moderno se è infelice è pessimista. C’è qualcosa di vile, di degradante, in questa trasposizione delle nostre pene all’universo intero; c’è qualcosa di sordidamente egoista nel supporre che o l’universo sia dentro di noi, o che noi siamo una specie di suo centro e riassunto, o simbolo. * Lo scrupolo della precisione, l’intensità dello sforzo di esser perfetto – lungi dall’essere stimoli per agire, sono facoltà intime per l’abbandono. Meglio sognare che essere. E’ così facile vedere tutto raggiunto in sogno! * Il sogno, quando troppo vissuto, o familiare, diventa una nuova realtà; la tirannizza; smette di essere un rifugio. * Non mi lamento di coloro che mi stanno attorno o mi sono stati intorno. Nessuno mai mi ha trattato male, in nessun modo o senso. Tutti mi hanno trattato bene, ma con distacco. Ho capito subito che il distacco era in me, che partiva da me. Per questo posso dire, senza illusione, che sono sempre stato rispettato. Amato o benvoluto, non lo sono mai stato. Oggi riconosco che non avrei potuto esserlo. Avevo buone qualità, avevo forti emozioni, avevo… ma non avevo quello che si chiama amore. * Scoprii, con la mancanza, come si scopre il valore di tutto, che l’affetto mi era necessario: che, come l’aria, si respira e non si sente. * Ho tutte le condizioni per essere felice, tranne la felicità. * Non c’è maggior tragedia che l’uguale intensità, nella stessa anima o nello stesso uomo, del sentimento intellettuale e del sentimento morale. Perchè un uomo possa essere distintivamente e assolutamente morale, bisogna che sia un po’ stupido. Perchè un uomo possa essere assolutamente intellettuale, deve essere un po’ immorale. Non so quale gioco o ironia delle cose condanni l’uomo all’impossibilità di questo dualismo. * Mi sono sempre tenuto fuori del mondo e della vita e lo scontro fra qualche loro elemento mi ha sempre ferito come un insulto dal basso, la rivolta improvvisa di un lacchè universale. * … il penultimo gesto – il gesto prima di quello in cui, confessandomi vinto, mi istituisco vincitore. * Non insegnar nulla, poiché hai ancora tutto da imparare. * E’ il conflitto tra la necessità emotiva del credere e l’impossibilità intellettuale di credere. * La convinzione della futilità di ogni terapeutica per l’anima dovrebbe, sicuramente, sollevarsi a una vetta di indifferenza, tra la quale e le agitazioni della terra velassero tutto le nuvole di quella stessa convinzione. Il pensiero, tuttavia, potente come è, non può nulla contro la ribellione dell’emozione. Non possiamo non sentire, come possiamo non camminare. * La dignità dell’intelligenza sta nel riconoscere che essa è limitata e che l’universo ne è fuori. Riconoscere con dispiacere proprio o no che le leggi naturali non si piegano ai nostri desideri, che il mondo esiste indipendentemente dalla nostra volontà, che l’essere tristi non prova nulla sullo stato morale degli astri o perfino della gente che passa davanti alle nostre finestre: in questo è il vero uso della ragione e la dignità razionale dell’anima. * … nelle veglie in cui mi dibattevo per il desiderio di possederla nella vasta rete di impossibilità che sempre mi ha fatto titubare. * Lo scrupolo è la morte dell’azione. * Tutto quanto penso o sento, inevitabilmente mi si volge in modi di inerzia. Il pensiero, che in altri è la bussola di azione, è per me un suo microscopio, che mi fa vedere universi da attraversare dove un passo basterebbe per passare dall’altra parte. * Loro (gli incontinenti) scoprono lati inesplorati dei sentimenti umani, gettano luce su cose sensibili e tenebrose, nonostante il loro tatto carnale. * La paura di far male agli altri, la sensualità delle conseguenze, la coscienza dell’esistenza reale di altre anime – queste cose furono remore per la mia vita e io mi chiedo oggi a cosa mi siano servite o a chi sono servite. * Notai allora che tanti anni di sterile stanchezza avevano fatto straripare fino all’intimo della mia anima una stanchezza sterile e profonda. Io mi ero addormentato, e con me si erano addormentati tutti i privilegi della mia anima – i desideri che sognano alto, le emozioni che sognano forte, le angosce che sognano al contrario. * Circoscrivo a me stesso la tragedia che è mia. La sofferenza, ma la soffro faccia a faccia, senza metafisica né sociologia. Mi confesso vinto dalla vita, tuttavia non mi confesso abbattuto da lei. * Queste pagine non sono la mia confessione ma la mia definizione.
Posted on: Tue, 30 Jul 2013 14:53:05 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015