L’intervento della regista Yulia Matsiy alla conferenza stampa - TopicsExpress



          

L’intervento della regista Yulia Matsiy alla conferenza stampa sulla situazione dei diritti umani delle persone gay, lesbiche e transessuali in Russia Mercoledì 20 novembre alle ore 13.15 si è tenuta presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato, una conferenza stampa sulla situazione dei diritti umani delle persone gay, lesbiche e transessuali in Russia, a pochi giorni dallatteso incontro bilaterale fra Letta e Putin, per lanciare un appello al Governo italiano. Testo dell’intervento di Yulia Matsiy (filmmaker e attivista russa) durante la conferenza stampa sula situazione dei diritti umani delle persone gay, lesbiche e transessuali in Russia, 20 novembre 2013: “Vorrei ringraziare per l’invito, sono molto felice di aver l’occasione di poter portare la mia testimonianza. La situazione dei diritti delle persone LGBT in Russia è uno dei temi più discussi in questo periodo. Questo argomento ha importanza fondamentale per l’Italia che ha bisogno di una legge formulata in modo corretto per tutelare le persone LGBT sul Territorio Nazionale. A Mosca, l’11 giugno del 2013 Duma di Stato ha approvato la legge 6.21 del Codice Amministrativo, che vieta la cosiddetta “propaganda dei rapporti non tradizionali ai minori” che è entrata in vigore il 30 giugno del 2013. Da nessuna parte nella legislazione russa c’è la spiegazione di cosa siano i “rapporti tradizionali” e cosa non siano. Durante la seconda lettura del disegno legislativo il termine “omosessualismo” è stato sostituito con il termine “rapporti non tradizionali”, quindi possiamo intuire cosa stia veramente vietando questa legge. Non è chiaro come può essere fatta la propaganda di omosessualità, visto che l’orientamento sessuale è una caratteristica con cui una persona nasce, e quindi non può essere in alcun modo modificata attraverso la diffusione di informazione di nessun tipo. Con la legge espressa in questo modo non è chiaro se i libri e i film che parlano dei rapporti omosessuali, dei rapporti di poligamia e poliandria verranno considerati propaganda di rapporti omosessuali o no. La legge “omofoba” non viene quasi mai applicata ufficialmente, viene usata per arresto dei manifestanti che poi vanno accusati di altro, per esempio “resistenza alle forze dell’ordine” o “organizzazione delle manifestazioni non concordate”. La presente legge forma nella coscienza sociale lo stereotipo negativo del omosessuale che di conseguenza viene visto come un potenziale pedofilo e seduttore. Questa legge che finge di proteggere i bambini, di fatto favorisce il bullismo nelle scuole, favorisce le violenze verso le persone lgbt, reprime la libertà di stampa, distrae l’attenzione del popolo dai veri problemi sociali. Il divieto in pratica vieta agli insegnanti, agli psicologi, ai genitori di dire ai minori che il loro orientamento omosessuale o bisessuale sia normale, che le coppie o le famiglie che un giorno questi minori vorranno formare siano equiparabili alle coppie o le famiglie etero. Cosi tra le conseguenze indirette di questa legge credo sia opportuno citare l’aumento delle simpatie verso il movimento violento “occupy pedofilia” messo in piedi nel 2010 da Maxim Martsinkevich, un nazionalsocialista che è stato due volte condannato per incitamento allodio razziale (2008 e 2009). Questo movimento finge di lottare contro la pedofilia e di promuovere le idee nazionalsocialiste, di fatto si mostra violento verso le persone di cui la colpa non è confermata. Infatti, nell’intervista lasciata a Lenta.ru nel 2012 Maxim stesso conferma che le sue intenzioni sono solo violente verso il presunto pedofilo e non c’è intenzione di rendere giustizia a seconda della legge. Martsinkevich afferma: “Questo è lo show. Io non cerco di mandare in prigione una persona, io cerco di rovinargli la vita.“ Purtroppo devo anche sottolineare che in Russia precedentemente sono state approvate leggi repressive che non riguardano solo la tematica lgbt. Così brevemente cito la legge sui cosiddetti “agenti stranieri” che limita i finanziamenti delle organizzazioni non profit. e la legge che protegge i “sentimenti dei credenti”, legge incettabile in uno stato laico, multietnico e multireligioso. In più, io, come membro del Gruppo Varco - Gruppo Evangelico di Valorizzazione e Riconoscimento della Comunità Omosessuale posso esprimere il mio disaccordo con la discriminazione degli omosessuali che sta avvenendo in Russia. Dio ha benedetto il Suo Creato. Non si può negare i diritti civili, non si può negare la protezione e il rispetto alle persone lgbt perché loro fanno parte del creato. Questa è la spiegazione teologica a sostegno dell’orgoglio lgbt che può essere espresso attraverso il coming out, attraverso le manifestazioni e proteste, attraverso il gay pride. La voce 1.4 della dichiarazione fatta alla conclusione del VI Forum dei Cristiani LGBT dell’Est Europa e Asia Centrale, che è stato svolto quest’anno a Kiev, in Ucraina chiede alle Chiese e alle organizzazioni religiose di: “Rendersi conto che l’inazione nei casi di omofobia, di transfobia, e in qualsiasi altro caso di discriminazione e di violenza, è un reato. Il silenzio di fronte allingiustizia è un contributo ad essa.” Di questi e di altri aspetti della situazione in Russia con i diritti civili parla il mio documentario intitolato “Invano mi odiano - Racconto sui cristiani LGBT”. E’ un film che indaga la vita del movimento LGBT in Russia a partire dalla minoranza doppiamente discriminata: dagli omosessuali credenti. Questo film che ha già suscitato l’interesse da parte di Amnesty International è stato proiettato in anteprima assoluta al CIG - ArciGay di Milano il 10 ottobre del 2013, successivamente è stato proiettato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano all’interno della rassegna “Illecite visioni”, e anche a Verona. Estratti di questo film verranno proiettati durante il convegno a Trieste. CIG - ArciGay di Milano il 10 ottobre del 2013, all’Accademia dei Filodrammatici di Milano il 16 novembre all’interno della rassegna “Illecite visioni”, a Verona al circolo Pink venerdì 15 novembre. Credo che questo film sia un quadro completo della situazione odierna dei diritti civili in Russia visto che parla non sono delle persone lgbt cristiane, e non solo della cosiddetta “legge omofoba”, ma anche di vari aspetti della vita sociale, della laicità di stato, della libertà di stampa, della struttura della famiglia e della società. Credo che la visibilità di questo film possa essere di aiuto al movimento per i diritti umani in sia in Italia sia in Russia. Con la presente vorrei sottolineare la necessità di prestare la massima attenzione verso le problematiche delle persone lgbt, perché i diritti delle minoranze sono i diritti di tutti i cittadini. Ora concludo il mio intervento, ringrazio per l’attenzione prestata.”
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 18:00:10 +0000

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