«L’uscita dalla crisi viene, spesso inconsciamente invocata, - TopicsExpress



          

«L’uscita dalla crisi viene, spesso inconsciamente invocata, come la restaurazione del passato mentre dovrebbe rappresentare l’abbozzo del futuro [...], un momento di problematicità, di scommessa, di nuova energia, non certo il recupero di antiche certezze, di antichi «diritti acquisiti», come quelli delle «pensioni d’oro» degli alti gradi della burocrazia, per i quali non esistono più né le basi né le risorse. Se non si farà così il «nuovo bambino» che vedrà definitivamente la luce alla fine dell’inverno potrebbe essere troppo gracile e avare una prospettiva di vita molto breve goo.gl/fldfJJ Per questi stessi motivi la ripresa non porterà a immediate inversioni di tendenza per l’occupazione. L’economia italiana ha perso competitività per vent’anni rispetto ai suoi partner/concorrenti mondiali; recuperare quella competitività significa, nelle prime fasi di un ciclo espansivo, che da un determinato numero di occupati deve inizialmente provenire una maggiore produzione, in gran parte grazie a nuovi investimenti e nuovi prodotti goo.gl/ZcEazq Una tendenza durevole all’aumento di un’occupazione negli anni futuri non avverrà per caso ma dovrà essere il risultato del ridisegno di un’intera società, di scelte e di programmi di investimenti nazionali ed europei frutto di riflessioni e dibattiti di cui non si vede traccia goo.gl/zm1EHR [...] L’Italia del dopo-crisi non potrà quasi mai risuscitare i negozi che sono stati chiusi in questi mesi, dovrà progettare un sistema di distribuzione diverso; non potrà far ripartire un gran numero di fabbriche ormai smantellate ma le toccherà di inventare altri tipi di unità produttive, di maggiore efficienza, in grado di resistere sui mercati mondiali; non potrà tollerare i macroscopici sprechi del settore pubblico, evidenti soprattutto a livello regionale, ma dovrà disegnare in maniera radicalmente diversa il sistema produttivo, il sistema finanziario-creditizio e il sistema fiscale [...] Purtroppo il dibattito politico italiano si è arenato su problemi relativamente secondari come l’entità delle riduzioni dell’Imu e non affronta i problemi principali come le politiche di stimolo dei consumi e degli investimenti. Questo discorso italiano può essere applicato, con le necessarie varianti, a gran parte dell’Europa» goo.gl/6By4iT youtu.be/iiKJmBgAfFE
Posted on: Mon, 12 Aug 2013 07:12:55 +0000

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