Molti dei nostri colleghi ci chiedono perché dovrebbero - TopicsExpress



          

Molti dei nostri colleghi ci chiedono perché dovrebbero iscriversi al sindacato ed effettivamente non sempre si danno loro risposte esaustive. Non è difficile trovare chi immagina e pretende il sindacato armato sempre e comunque contro il padrone che,tra l’altro,non esiste più nella sua stereotipata espressione,ignorando clamorosamente le conquiste post-industriali passata attraverso la carta dei diritti dei lavoratori,gli statuti e i contratti di categoria. Ma allora perché iscriversi ad un sindacato per giunta autonomo,se non ci sono più le necessita oggettive,i presupposti,le emergenze che lo rendono essenziale?.La risposta che potrebbe sembrare inverosimile,si cela tra tutte quelle complesse funzioni sindacali ad oggi divenute più gravose e più delicate del passato. In effetti,nella nostra epoca,appare complicato e delicato fare sindacato anche perché al lavoratore risulta più difficile aderire ad una organizzazione sindacale di cui poco e niente sa o riesce a capire,spesso per mancanza di tempo ma,soprattutto,per la vastità e la difficoltà degli argomenti. E’ l’effetto e la conferma della complessità della materia ma anche,purtroppo,di un’azione di disinformazione messa in atto molte volte di proposito e sistematicamente proprio Da chi dovrebbe,invece,far comprendere,sforzandosi di essere chiaro,per facilitare poi chi deve decidere per sé. Ma allora,concretamente,perché iscriversi al sindacato?.Innanzitutto per essere informato e,quindi,per essere in grado di decidere autonomamente su scelte importanti,su innovazioni contrattuali e su tutto quanto riguarda la vita lavorativa e sociale del dipendente. In secondo luogo,per essere tutelati sia in condizioni normali che in quelle particolari situazioni di marcata violazione dei propri diritti e della propria dignità di lavoratore e di persona. In ultima analisi,ma non per importanza,per essere formalmente rappresentato in tutte quelle sedi contrattuali ed istituzionali di primo livello dove vengono prese delle decisioni che hanno ripercussioni non solo sulla vita dei soggetti,ma anche ,e soprattutto,sulla società. E’ chiaro,quindi,che se un lavoratore manifesta indifferenza al sindacato lo fa solo perché non ne ha compreso la reale e concreta importanza. Va comunque considerato che,dietro la mancata partecipazione,molte volte c’è anche lo sconforto e la delusione dovuti ad un’azione sindacale non sempre trasparente,coerente ed effettivamente incisiva. E’ qui che si innesta la prima opzione autonoma.E’,per questo motivo,infatti,che moltissimi aderenti alle OO.SS autonome provengono proprio dal sindacato storico. Il teorema è confermato dal fatto che quasi mai avviene al contrario. Ma allora sindacato autonomo solo perché non funziona quello tradizionale?Non solo. La risposta è senza dubbio da ricercare anche nelle strategie e nell’etica sindacale adottata per definizione dagli autonomi. La trasversalità politica degli autonomi assicura l’impossibilità di rapporti privilegiati a doppia via con la pratica. Cosa che oggi,dove la partitica è infiltrata in ogni dove, potrebbe sembrare una limitazione,ma non è così,anzi. L’autonomia dei partiti conferma ed assicura un’azione sindacale,anche se più impegnativa e più faticosa,fondamentalmente scevra da qualsiasi tipo di condizionamento nelle attività di tutela e di difesa degli interessi dei lavoratori rappresentanti. Chi ha avuto modo di muoversi nelle stanze dei bottoni sa difficilmente gli interessi partitici riescono ad essere condizionati da quelli di un sindacato impegnato veramente nella difesa degli interessi,non solo economici,dei dipendenti. Ormai è cosa ripetuta che in consociativismo politico-sindacale,fin nelle sue più subdole espressioni,ha causato seri danni a tutto il mondo del lavoro,immolando prerogative e tutele sindacali in cambio di effimere conquiste e prestigiose aree di potere. Una secolarizzazione che ha fatto perdere ai sindacati e ai sindacalisti storici il vero senso di una corretta ed efficiente azione sindacale,causando sconforto e sfiducia tra lavoratori. In questo quadro sociale a tinte fosche,spetta proprio al sindacato autonomo riuscire a galvanizzare nelle sue fila i lavoratori,infondendo loro fiducia,speranza,senso di appartenenza e, soprattutto,animando in loro quell’impegno partecipato che consente di raggiungere ogni obiettivo,passando però sempre prima attraverso il loro consenso e,quindi,attraverso il corretto confronto tra le parti. E’ la sola via per abbandonare,,una volta per sempre, quelle aberranti e vergognose farse sindacali,espressioni di accordi politici privilegiati,che nel lento ed inesorabile smantellamento dello stato sociale,hanno svilito la fiducia dei lavoratori verso le istituzioni democratiche del Paese ed alimentato fughe pericolose verso forme eversive di rivendicazione.
Posted on: Sat, 24 Aug 2013 21:30:44 +0000

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