Munchau (FT): Cosa farà il governo Letta? Tra priorità e - TopicsExpress



          

Munchau (FT): Cosa farà il governo Letta? Tra priorità e dubbi Politica Italiana di Federica Agostini Wolfgang Munchau, firma di fama internazionale e noto commentatore del Financial Times, parla oggi dell’Italia e del nuovo governo Letta. L’editoriale di Munchau inizia con una domanda: Quale sarà esattamente il compito di Enrico Letta e del suo nuovo governo? Fate il possibile, ma senza default La risposta intellettualmente ovvia, scrive il giornalista, è: riforme. Tuttavia, le riforme sono sempre un mezzo per giungere ad un fine. Come interpretare, dunque, il mandato del nuovo primo ministro, designato dal Presidente Napolitano? Munchau sintetizza: "Fate tutto il possibile per rendere la posizione del paese sostenibile all’interno dell’Eurozona, ma fatelo senza dichiarare il default." La grande coalizione che da vita al nuovo governo italiano, scrive Munchau, è l’unica "costellazione in grado di garantire un assetto stabile al governo", anche se non è detto che possa durare a lungo. Le priorità assolute del nuovo governo Letta, scrive il giornalista, sono sostanzialmente tre; ognuna delle quali presenta dubbi e difficoltà più o meno evidenti. Stop austerity: come la mettiamo con i partner europei? Enrico Letta, nuovo premier italiano, ha già annunciato che la sua priorità sarà quella di mettere fine all’austerity, segnalando la propria intenzione di lavorare sulla tassa sulla prima casa, uno dei principali elementi del programma di austerity del governo tecnico uscente. Commenta Munchau: "Il problema con l’austerity è che si tratta di una politica socialmente non accettata e politicamente difficile da applicare. Con i tassi si interesse vicini allo zero, [l’austerity] è anche contro-producente. Per questo, Letta ha ragione a dar priorità alla fine dell’austerity, ma questo percorso richiederà ottime capacità diplomatiche per vincere il consenso dei partner europei per questo cambio di regime." Unione bancaria o Italia fuori dall’Euro? La seconda priorità, segue il giornalista, dovrebbe essere quella di risistemare il sistema bancario perché: "Finché le piccole imprese dovranno pagare interessi del 10% alle loro banche zombie, l’economia non potrà recuperare". Tuttavia, segue Munchau, con un rapporto debito/Pil che si aggira al 130%, l’Italia non può fronteggiare questa situazione da sola. "Anche se la BCE è pronta ad azioni estreme, l’unica soluzione a questo problema sarebbe un’unione bancaria ’sana’ e retroattiva." Dove, per "sana", scrive l’autore, si intende un’unione bancaria che accetti il principio di un punto d’arresto unitario. Per "retroattiva", invece, si pensa ad una protezione che si applichi a tutti gli asset; "Non vedo altro modo per sistemare il settore bancario italiano". Sfortunatamente, questo aspetto non è uno che Letta può affrontare solo; il nuovo premier italiano dovrà trovare il modo di persuadere i leader dei paesi creditori affinché anch’essi si aprano a tale unione. Come fare? Scrive Munchau: "Credo che l’unico modo perché si concretizzi tale scenario è che i leader vengano messi davanti ad una scelta tra l’istituzione dell’unione o la rottura dell’euro." Sarebbe certamente ironico, scrive il giornalista, che l’unico modo per rendere sostenibile la posizione italiana all’interno dell’Eurozona sia, in linea di principio, la possibilità di lasciarla. Al contrario, infatti, ci sarebbe meno pressione sui paesi della zona Euro per implementare le modifiche necessarie e, di conseguenza, tale situazione aumenterebbe la possibilità reale di un’uscita dell’Italia dall’Euro. Riforme strutturali: presto nella melassa "Come la mettiamo con le riforme strutturali? Queste sono importanti per l’Italia, nel modo in cui lo sono tutte le terze priorità". Scrive Munchau: le riforme strutturali sono questioni importanti, ma solo una volta portate a compimento le prime due priorità - fine dell’austerity e risanamento del settore bancario. "Le buone riforme strutturali hanno target mirati ad obiettivi specifici. Se l’Italia vuole rimanere parte di un’unione monetaria asimmetrica con al centro la Germania, allora dovrebbe concentrarsi su un programma di riforme che faciliti il percorso." La lista di riforme in cui dovrebbe addentrarsi l’Italia inizia con una modifica al sistema elettorale, seguita da una serie di modifiche strutturali che includono anche la legislazione sulle assunzioni e i licenziamenti. "La mia lista personale -continua Munchau- includerebbe la privatizzazione di alcune aziende di Stato, la riduzione dei livelli della pubblica amministrazione, la deregolamentazione del settore dei servizi, assieme a specifiche riforme sul mercato del lavoro che ne snelliscano l’aspetto regolativo." Sostenibilità senza default? Buona fortuna! In termini delle tre priorità: mettere fine all’austerity, affrontare la Cancelliera Merkel e apportare riforme strutturali, Munchau fa le sue previsioni e scrive: "Credo che Letta proverà con la prima, sarà spaventato dalla seconda e si troverà bloccato nella melassa con la terza." Poi conclude: "L’obiettivo finale di raggiungere la sostenibilità senza default nella zona Euro potrebbe essere fuori dalla portata delle capacità umane, anche con i più grandi sforzi. Perché quest’idea possa essere definita troppo pessimistica, Letta dovrà sorprendere tutti noi. Gli auguro buona fortuna."
Posted on: Fri, 23 Aug 2013 08:19:41 +0000

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