O Europa, culla della civiltà “… Rosarno (Calabria) e Osdorp - TopicsExpress



          

O Europa, culla della civiltà “… Rosarno (Calabria) e Osdorp (sobborgo di Amsterdam) non hanno niente in comune se non gli schiavi da sfruttare fino all’ultimo sospiro. A Rosarno raccolgono le arance dopo essere passati da un mare all’altro appena l’ultimo pomodoro pugliese brilla nelle vetrine della Padania. Schiavi mobili. In Olanda raccolgono tulipani, asfaltano strade, ripuliscono i Boeing della Klm, spazzini tra un volo e l’altro. Arrivano da Praga e dalla Polonia vestiti come ve- stono i profughi in fuga da un dramma che si chiama mise- ria. I forzati di Rosarno affogano nella melma di accampamenti disperati. David Seymour e i fotografi della Magnum accorsi nel 1945 per raccontare le abitudini degli italiani con l’asino in cucina, mai avrebbero immaginato il degrado dell’ottava potenza industriale del mondo 60 anni dopo il sospiro della Liberazione. Anche la parola schiavo diventa impropria: indica una gerarchia sociale che non comprende gli animali da soma. Il degrado di Rosarno è il ritornello che rimbalza nelle cronache da un anno all’altro. Proteste, solidarietà di volontari coraggiosi e dal cuore d’oro, signora Kyenge che allarga le braccia col rincrescimento del ministro senza portafoglio: non sa cosa fare anche perché lo scandalo, diciamo la verità, è una vecchia notizia. DIGNITÀ umiliata che la Borsa non vuole immaginare. Eppure le arance vengono puntualmente raccolte e distribuite dalle mafie dei commerci mentre migliaia di esseri umani sopportano l’inferno. Sopportano padroni che preferiscono pagare a cottimo. Dall’alba alla notte per 25 euro dai quali devono tirar via il trasporto con i pulmini e le percentuali dei caporali. Bisogna dire che lo sfruttamento olandese rispetta l’ordine della cultura protestante. Altra eleganza. I bagni non sono buche scavate attorno alle tende e la notte non si stendono come a Rosarno su terrapieni di sassi che impediscono alla pioggia di infilarsi sotto la coperta dei giacigli improvvisati. I 100 mila schiavi di Amsterdam dormono uno sopra l’altro nei cubi di garages stretti come lager. Le regole dell’Europa delle banche lo proibirebbe, ma non si può aver tutto e le regole chiudono un occhio anche perché le casse Klm e i municipi che mantengono le strade suonano come tamburi: quasi vuoti. L’Alitalia lo sa. Purtroppo il lusso di dormire nei garages costa caro: ogni lavoratore a contratto stagionale paga 150 euro la settimana quando guadagna 5 euro l’ora. Per mettere da parte qualcosa si arrangia con gli straordinari: 10,12 ore al giorno. A dire il vero il contratto prevede 68 euro la settimana ma nessuno spiega come mai l’affitto del letto raddoppia e il riposo settimanale e i giorni di vacanza cancellati, senza contare le paghe che arrivano in ritardo con buste più leggere dei patti stabiliti. Chi protesta con l’agenzia Werk & Ik che li ha reclutati (giro d’affari 12 milioni l’anno) si sente rispondere: “Allora ti rimandiamo a casa”. Sono giorni complicati per gli indaffaratissimi parlamentari europei: fra un po’ si vota. Ma se hanno un minuto libero possono dare un’occhiata agli schiavi 2000…” su un quotidiano di qualche giorno fa. Dove avranno buttato la culla? Forse in qualche fondo di investimento bancario.
Posted on: Thu, 21 Nov 2013 18:37:36 +0000

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