Operazioni navali nella prima guerra mondiale Da Wikipedia, - TopicsExpress



          

Operazioni navali nella prima guerra mondiale Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Operazioni navali nella prima guerra mondiale parte della prima guerra mondiale In senso orario dallalto a sinistra: la Cornwallis fa fuoco nella baia di Suvla, Dardanelli 1915; U-Boot ormeggiati a Kiel, 1914 circa; una scialuppa si allontana da una nave Alleata colpita da un siluro tedesco, 1917 circa; due MAS italiani in esercitazione nelle fasi finali della guerra; manovre della flotta austro-ungarica con in primo piano la Tegetthoff In senso orario dallalto a sinistra: la Cornwallis fa fuoco nella baia di Suvla, Dardanelli 1915; U-Boot ormeggiati a Kiel, 1914 circa; una scialuppa si allontana da una nave Alleata colpita da un siluro tedesco, 1917 circa; due MAS italiani in esercitazione nelle fasi finali della guerra; manovre della flotta austro-ungarica con in primo piano la Tegetthoff Data 28 luglio 1914 - 11 novembre 1918 Luogo Oceano Atlantico, Mare del Nord, Mar Mediterraneo, Mar Nero e Mar Baltico Esito Vittoria delle forze navali Alleate Schieramenti War Ensign of Germany 1903-1918.svg Kaiserliche Marine Naval Ensign of Austria-Hungary (1918).svg k.u.k. Kriegsmarine Ottoman Naval Flag.svg Osmanlı Donanması Naval Ensign of the United Kingdom.svg Royal Navy Civil and Naval Ensign of France.svg Marine Nationale Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Regia Marina Flag of the United States.svg United States Navy Naval Ensign of Russia.svg Voenno Morskoj Flot Rossijskoj Imperii Naval Ensign of Japan.svg Dai-Nippon Teikoku Kaigun Naval Ensign of the United Kingdom.svg Royal Australian Navy Naval Ensign of Kingdom of Greece.svg Vasilikón Naftikón Comandanti Germania Hugo von Pohl Germania Gustav Bachmann Germania Von Holtzendorff Germania Reinhard Scheer Austria-Ungheria Anton Haus Austria-Ungheria Maximilian Njegovan Impero OttomanoWilhelm Souchon Impero Ottomano Hubert von Rebeur Regno Unito John Fisher Regno Unito Henry Jackson Regno Unito John Jellicoe Regno Unito Rosslyn Wemyss Francia Louis Pivet Francia Charles Aubert Francia Marie de Jonquieres Francia Ferdinand De Bon Italia Luigi di Savoia-Aosta Stati Uniti William S. Benson Impero russo Nikolai Essen Impero russo Vasily Kanin Impero russo Adrian Nepenin Impero russo Andrei Eberhardt Impero russo Aleksandr Kolčak Giappone Ijuin Gorō Australia George Edwin Patey Australia William Pakenham Australia Arthur Leveson Australia Lionel Halsey Grecia Pavlos Kountouriotis Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia [mostra] V · D · M Campagne della prima guerra mondiale Le operazioni navali nella prima guerra mondiale si svilupparono principalmente intorno allesigenza di garantire la sicurezza delle proprie vie di comunicazione marittima e di bloccare o insidiare quelle del nemico. In particolare le marine militari delle potenze alleate (la Royal Navy britannica, la Marine nationale francese, la Voenno Morskoj Flot Rossijskoj Imperii russa, la Regia Marina italiana ed, in misura minore, la United States Navy americana e la Dai-Nippon Teikoku Kaigun giapponese) adottarono una strategia che puntava a controllare le aree utilizzate dai propri traffici marittimi e a imporre il blocco di quelli avversari. Le operazioni navali delle marine degli Imperi Centrali (la Kaiserliche Marine tedesca, la k.u.k. Kriegsmarine austro-ungarica e la Osmanlı Donanması ottomana) furono invece caratterizzate dalla strategia della flotta in potenza: numericamente superate, le flotte di superficie degli Imperi Centrali non si impegnarono in scontri frontali con il grosso del nemico ma mantennero una minaccia potenziale, cercando di usurare le forze avversarie, di forzarne il blocco e di insidiarne le rotte commerciali attraverso lutilizzo di unità leggere, sommergibili e navi corsare. Le operazioni belliche coinvolsero (in maniera più o meno diretta e più o meno intensa) tutti gli oceani e gli specchi dacqua principali del globo. Se il Mare del Nord fu teatro degli scontri a distanza tra la Hochseeflotte tedesca e la Grand Fleet britannica, nel Mediterraneo le flotte combinate di Italia, Francia e Regno Unito (con piccoli contributi da parte di Giappone, Australia e Grecia) si confrontarono con la marina austro-ungarica, praticamente asserragliata allinterno dei suoi porti sul mar Adriatico, oltre ad impegnarsi contro le difese ottomane dello stretto dei Dardanelli. Limmenso Impero russo si trovò ad affrontare la Germania nel mar Baltico e lImpero ottomano nel Mar Nero, mentre le poche navi tedesche a guardia delle colonie dellOceano Pacifico furono surclassate dalle più numerose flotte giapponese ed australiana; anche lOceano Indiano e le acque del Sudamerica furono teatro di scontri tra le navi corsare tedesche e le squadre di incrociatori Alleati inviate alla loro caccia. Infine lOceano Atlantico fu teatro della prima grande campagna sommergibilistica della storia, con gli U-Boot tedeschi impegnati contro il traffico commerciale diretto verso le isole britanniche e intenti a confrontarsi con le forze congiunte di Regno Unito e (dopo il 1917) Stati Uniti. Indice [nascondi] 1 Antefatti 1.1 La corsa agli armamenti 1.2 La tecnologia navale 1.3 Le dreadnought 1.4 Gli incrociatori da battaglia 2 Si aprono le ostilità 2.1 Le forze in campo 3 Teatri delle operazioni 3.1 Mare del Nord 3.2 Canale della Manica 3.3 Oceano Atlantico 3.4 Mar Mediterraneo 3.4.1 Le operazioni nellAdriatico 3.4.2 La campagna dei Dardanelli 3.5 Mar Baltico 3.6 Mar Nero 3.7 Altri teatri 4 La guerra aerea 5 La resa degli Imperi centrali 6 Note 7 Bibliografia 8 Voci correlate 9 Altri progetti 10 Collegamenti esterni Antefatti[modifica | modifica sorgente] La corsa agli armamenti[modifica | modifica sorgente] Gli ultimi anni del XIX secolo ed i primi anni del XX secolo furono caratterizzati da una vasta corsa agli armamenti che interessò tutte le principali potenze mondiali, e che ebbe profondi influssi anche nel campo degli armamenti navali; la prima crisi marocchina del 1905, ed i conseguenti attriti che si determinarono tra Francia e Regno Unito da un lato e la Germania dallaltro per i possedimenti in Marocco, resero palese la nuova situazione di confronto venutasi a creare in mare. Divenuta uno stato unitario solo nel 1871, la Germania si era imposta solo recentemente come potenza mondiale e, soprattutto nei confronti di Regno Unito e Francia, era intervenuta con ritardo nella corsa ad accaparrarsi domini coloniali sparsi per il mondo[1]; nellottica di accrescere linfluenza mondiale e coloniale della nazione, il governo tedesco si era imposto di rivalutare lo sviluppo di una grande flotta da battaglia: la marina del Regno di Prussia e del neonato stato tedesco era una forza ridotta, destinata principalmente alla difesa delle acque costiere nazionali, ma con la nomina del grandammiraglio Alfred von Tirpitz alla guida del Ministero della Marina (Reichsmarineamt) nel 1897 lo sviluppo di una flotta dalto mare (Hochseeflotte) divenne uno dei cardini portanti della politica della Germania[1]. Lo sviluppo della flotta tedesca non poté che innescare reazioni analoghe in Regno Unito, la cui marina era indiscutibilmente la più potente a livello mondiale: la nascita della Hochseeflotte, di base a poche miglia dalle coste dellInghilterra, mise in pericolo il predominio britannico sui mari, spingendo Londra a fare il possibile per continuare a mantenere un considerevole vantaggio sullavversario[1]. A ciò si univano anche le teorizzazioni dello studioso di guerra navale Alfred Thayer Mahan, secondo cui una potenza navale risultava in definitiva superiore ad una meramente continentale: sebbene tale tesi fu poi messa in discussione, nei primi anni del XX secolo assunse un ruolo centrale nella politica di molte nazioni[1]. Se da un punto di vista politico lo sviluppo della flotta tedesca fu uno dei fattori che guidarono il Regno Unito verso lalleanza con i tradizionali nemici della Germania, la Francia e lImpero russo, da un punto di vista militare essa spinse la Royal Navy ad intraprendere la politica del two keels for one, varando due nuove unità da guerra per ogni nave messa in mare dai tedeschi[1]: sebbene tale rapporto si dimostrò impossibile da raggiungere, la maggiore esperienza dei cantieri navali britannici, unita al non avere la necessità di mantenere anche un grande esercito terrestre come quello tedesco, consentirono al Regno Unito di guadagnare un ampio vantaggio numerico sui rivali[1]. La contesa navale anglo-tedesca ebbe poi riflessi in tutto il mondo. Con un procedimento analogo a quello avvenuto nel Mare del Nord ma su scala più ridotta, anche nel Mediterraneo si assistette ad una corsa agli armamenti navali, con il Regno dItalia che cercò di affermare il suo ruolo di potenza locale scontrandosi con gli interessi della Francia e dellImpero austro-ungarico[2]. Fuori dallEuropa, gli Stati Uniti avevano ormai conseguito un chiaro ruolo di potenza regionale con la vittoria nella guerra ispano-americana, iniziando ad estendere la loro influenza anche oltre il continente americano; in Asia, lImpero giapponese era emerso come potenza regionale dominante dopo i successi nella prima guerra sino-giapponese e soprattutto nella guerra russo-giapponese, assumendo via via un ruolo sempre più netto nel panorama mondiale anche grazie ad una solida alleanza con il Regno Unito. Sia statunitensi che giapponesi videro quindi nella costruzione di grandi flotte da battaglia un modo per difendere il ruolo acquisito e per affermarsi come potenze a livello mondiale. La tecnologia navale[modifica | modifica sorgente] Sopra la corazzata austriaca SMS Radetzky, una tipica pre-dreadnought, sotto i disegni rivoluzionari della Dreadnought. Sopra la corazzata austriaca SMS Radetzky, una tipica pre-dreadnought, sotto i disegni rivoluzionari della Dreadnought. Sopra la corazzata austriaca SMS Radetzky, una tipica pre-dreadnought, sotto i disegni rivoluzionari della Dreadnought. Alla fine dellOttocento lunità principale da battaglia era la corazzata pluricalibro, una nave di meno di 20.000 tonnellate di dislocamento e con una velocità massima non superiore ai 18 nodi, generati da un apparato propulsivo basato su macchine a vapore alternative alimentate a carbone; larmamento era basato su quattro cannoni principali da 280 o 305 mm sistemati in due torri a prua e poppa, ed un gran numero di pezzi di calibro inferiore sistemati lungo la fiancata dello scafo, in barbette o casematte corazzate, una soluzione che alla prova dei fatti si dimostrò inadeguata perché esponeva i pezzi allumidità ed agli spruzzi di acqua salata, e perché lorizzonte di tiro risultava eccessivamente ridotto rispetto alla sistemazione in torretta girevole[3]. Secondo la dottrina tattica dellepoca, la corazzata avrebbe affrontato il nemico facendo uso prevalentemente dellarmamento secondario mentre i pezzi di grosso calibro sarebbero serviti a dare il colpo di grazia al nemico sconfitto: ciò dipendeva dal fatto che da un lato i cannoni di piccolo calibro avevano una celerità di tiro più elevata, dallaltro i sistemi di rilevamento delle distanze erano ancora piuttosto primitivi e consentivano tiri efficaci solo a corta gittata[3]. Molte navi erano ancora dotate di rostri per speronare le avversarie, e di complessi, costosi e pesanti tubi lanciasiluri posti sotto la linea di galleggiamento: entrambi, alla prova dei fatti, si dimostrarono sempre più inutili nel combattimento tra navi maggiori. Già nel corso della guerra russo-giapponese del 1904-05 ci si accorse che i cambiamenti tecnologici in atto stavano mutando anche il modo di combattere la guerra in mare: i miglioramenti delle tecniche siderurgiche portarono alla produzione di migliori leghe di acciaio, aumentando la qualità e lo spessore delle corazze al punto che lartiglieria secondaria risultava non più efficace contro di esse[3]; questo, unito ai miglioramenti nella produzione delle bocche da fuoco che portarono la celerità di tiro dei grossi calibri quasi alla pari con quella dei piccoli calibri, spinse a riconsiderare il ruolo dellartiglieria principale delle navi, dandole una maggiore prevalenza sullarmamento secondario[3]. Lintroduzione del giroscopio e dei sistemi centralizzati per il controllo del tiro portarono ad ulteriori miglioramenti nellefficacia delle artiglierie: la gittata utile dei proiettili, fino ad allora limitata a meno di 2.000 metri, passò a 7.000 - 10.000 metri[4]. Nellambito degli apparati propulsivi, linvenzione della turbina a vapore nel 1884 fece compiere un notevole balzo in avanti: grosse corazzate erano ora capaci di muoversi a velocità ben superiori ai 20 nodi, con le unità minori capaci di superare anche i 25 nodi; di conseguenza, le dimensioni delle unità navali iniziarono a crescere notevolmente[4]. Lincremento della velocità ridusse la minaccia per le navi maggiori rappresentata dai sommergibili, unarma di recente introduzione nellarsenale navale: molto lenti in immersione e dotati di scarsa autonomia, i sommergibili avevano ora poche possibilità di prendere di mira una veloce unità di superficie, capace di portarsi rapidamente fuori portata[5]; ciò contribuì anche ad orientare tale arma alla caccia del più lento traffico mercantile[6]. Lapplicazione di controcarene (e di reti anti-siluro, che si dimostrarono però meno efficaci) diminuì, almeno per le unità di grosso tonnellaggio, la minaccia rappresentata dai siluri e dalle mine navali: la perdita di velocità che tali sistemi comportavano fu compensata dai nuovi sistemi propulsivi; anche il miglioramento delle tecniche di compartimentazione stagna, in cui i tedeschi si dimostrarono molto capaci[7], incrementò le possibilità di sopravvivenza delle unità da guerra. Il nuovo massiccio utilizzo del petrolio al posto del carbone come propellente aumentò notevolmente lautonomia delle navi e le rese meno visibili al nemico, in quanto il petrolio produceva una minor quantità di fumi di scarico; ciò produsse di converso nuove esigenze di politica internazionale, legate alla necessità di garantirsi costanti forniture di petrolio dai pochi paesi che ne producevano: proprio la difficoltà a procurarsi il nuovo propellente spinse i tedeschi a mantenere prevalentemente la propulsione a carbone, ottenibile dai più sicuri giacimenti minerari della Ruhr[8]. La radio divenne uno strumento più diffuso sulle unità navali, consentendo migliori comunicazioni degli ordini, mentre verso la fine della guerra iniziarono anche a comparire i primi rudimentali esemplari del sonar, per il rilevamento delle unità sommerse. Le dreadnought[modifica | modifica sorgente] Nel 1893 lingegnere navale italiano Vittorio Cuniberti iniziò a progettare un nuovo tipo di nave da battaglia, tenendo conto di tutte le innovazioni tecnologiche che stavano avendo luogo: nella sua progettazione, la corazzata sarebbe stata dotata solo di cannoni di grosso calibro in torri girevoli e di una propulsione a turbina che ne avrebbe di gran lunga incrementato la velocità e lautonomia. Poiché lItalia non aveva né le finanze né le capacità per portare avanti un simile progetto, Cuniberti fu autorizzato a rendere pubblici i suoi studi nel 1902, trovando subito un largo interesse[9]: il Giappone impostò la Satsuma nel 1905 e lanno successivo gli Stati Uniti misero in cantiere le unità della classe South Carolina, entrambe dotate di un gran numero cannoni di grosso calibro come armamento principale ma ancora con la propulsione a motore a vapore. La HMS Dreadnought fu la prima unità ad entrare in servizio, costruita rispettando le linee tracciate da Cuniberti e diede il nome a questa tipologia di navi, altrimenti dette corazzate monocalibro: varata nel 1906, la nave aveva un dislocamento di poco più di 20.000 t a pieno carico, ma era capace di una velocità di 21 nodi assicurata dalle sue quattro turbine a vapore Parson; larmamento principale era basato su 10 cannoni da 305 mm in torri girevoli, mentre i 27 cannoni secondari da 76,2 mm erano intesi solo come difesa ravvicinata dalle unità siluranti veloci. Su indicazione del Primo Lord del Mare John Fisher, che fortemente laveva voluta e ne aveva promosso la realizzazione, la Dreadnought divenne il modello su cui si svilupparono le successive classi di corazzate britanniche[9]: nel 1912 entrarono in servizio le quattro unità della classe Orion, definite come le prime super-dreadnought per via del loro dislocamento (22.000 t) e del calibro dei loro cannoni (10 da 343 mm)[9]; lapice fu raggiunto con le cinque corazzate veloci della classe Queen Elizabeth, entrate in servizio a conflitto iniziato: il dislocamento a pieno carico superava le 36.000 t, le turbine a vapore alimentate a petrolio garantivano una velocità di 24 nodi, mentre larmamento principale era costituito da 8 dei nuovi cannoni da 381 mm[9]. La Rheinland, classe Nassau, la prima risposta tedesca alla classe Dreadnought. Lentrata in servizio della Dreadnought rese di colpo completamente obsolete tutte le navi precedenti, obbligando le varie nazioni a dotarsi di questo nuovo strumento[9]. Dopo un primo modello di transizione rappresentato dalle quattro unità della classe Nassau del 1909 (21.000 t, 12 cannoni da 280 mm), i tedeschi si specializzarono ben presto in questo nuovo tipo di costruzioni, realizzando navi più lente e con cannoni di calibro minore rispetto alle equivalenti britanniche ma con una corazzatura più spessa ed armi di maggior precisione[9]: le super-dreadnought della classe König, entrate in servizio a conflitto iniziato, avevano un dislocamento di 28.000 t e 10 cannoni da 305 mm, mentre le due unità della classe Bayern, realizzate negli ultimi mesi di guerra, raggiungevano le 32.000 t e montavano 8 dei nuovi cannoni da 380 mm[10]. Le prime dreadnought francesi della classe Courbet (23.000 t, 12 cannoni da 305 mm) entrarono in servizio nel 1913, seguite a guerra iniziata dalle super-dreadnought della classe Bretagne (26.000 t, 10 cannoni da 340 mm)[11]; la Russia, la cui flotta era in fase di ricostruzione dopo essere stata quasi completamente annientata nella guerra russo-giapponese, dovette invece attendere la fine del 1914 per avere in servizio le prime dreadnought della classe Gangut (24.000 t, 12 cannoni da 305 mm). Le uniche dreadnought austro-ungariche furono le quattro della classe Tegetthoff (21.000 t, 12 cannoni da 305 mm), entrate in servizio tra il 1913 ed il 1915[12]; dopo la prima sperimentale dreadnought Dante Alighieri del 1913 (21.000 t, 12 cannoni da 305 mm), lItalia realizzò le tre unità della classe Conte di Cavour e due della classe Caio Duilio (tutte da 25.000 t e 13 cannoni da 305 mm), le ultime delle quali entrarono in servizio ad ostilità iniziate. Gli incrociatori da battaglia[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi incrociatore da battaglia. Parallelamente alla costruzione delle dreadnought, il Primo Lord del Mare John Fisher si fece promotore dello sviluppo anche di una nuova tipologia di unità navali, gli incrociatori da battaglia[9]: si trattava di unità con dislocamento ed armamento paragonabile ad un corazzata, ma dotate di una velocità molto superiore, assicurata tramite apparati motore più potenti ed una corazzatura più ridotta; nelle intenzioni di Fisher larmamento pesante degli incrociatori gli avrebbe consentito di eliminare avversari di livello pari o inferiore, mentre la maggiore velocità avrebbe loro permesso di sottrarsi agevolmente dal combattimento con unità di livello superiore[9]. I primi incrociatori da battaglia della classe Invincible entrarono in servizio appena due anni dopo la Dreadnought: si trattava di navi dal dislocamento di 20.000 t a pieno carico ed armate con 8 cannoni da 305 mm (paragonabili quindi alla stessa Dreadnought), ma con un apparato motore potenziato in grado di spingerle alla velocità massima di 25 nodi (contro i 21 della Dreadnought)[13]; sul modello delle super-dredanought della classe Orion, nel 1912 entrarono in servizio gli incrociatori della classe Lion (30.000 t, 8 canoni da 343 mm, quasi 28 nodi di velocità), fino allapice rappresentato dalle unità della classe Renown (30.000 t, 8 cannoni da 381, più di 30 nodi di velocità), entrate in servizio a partire dal 1916[13]. Solo Germania e Giappone raccolsero lidea dellincrociatore da battaglia dettata dai britannici. Come per le corazzate, i tedeschi realizzarono unità meno veloci ed armate, ma dotate di una migliore corazzatura che garantiva una capacità di sopravvivenza superiore alle omologhe unità britanniche[14]: dopo lo sperimentale Von der Tann del 1910 (21.000 t, 8 cannoni da 280 mm, 27 nodi) ed i primi esemplari della classe Moltke del 1912 (25.000 t, 10 cannoni da 280 mm, 28 nodi)[10], a guerra iniziata entrarono in servizio le unità della classe Derfflinger da 31.000 t, più lente (26 nodi) ma meglio armate (8 cannoni da 305 mm) e corazzate delle precedenti[10]. Il Giappone realizzò a cavallo dellentrata in guerra le quattro unità della classe Kongō, navi da 27.000 t armate con 8 cannoni da 356 mm e capaci di una velocità di 27 nodi; riscontrati i pericoli derivanti dalla poca corazzatura, tutte queste unità furono ricostruite come corazzate veloci nel corso degli anni 30. Per il resto nessun altra marina realizzò tali unità: gli Stati Uniti impostarono due unità della classe Lexington, salvo poi riconvertirle in portaerei negli anni 20 prima del loro completamento, mentre la pianificata classe Borodino della marina russa non andò oltre lo stadio di progetto. Si aprono le ostilità[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi attentato di Sarajevo e crisi di luglio. Il Breslau (in primo piano) scortato dal Goeben in una foto del 1912. Queste due navi tedesche vennero inviate allinizio del conflitto verso la Turchia neutrale per bloccare la Russia nel Mar Nero. Con lo scoppio del conflitto avvenuto con la dichiarazione di guerra dellAustria-Ungheria alla Serbia il 28 luglio 1914, le marine militari dei paesi belligeranti si trovarono a dover fronteggiare le prime operazioni navali, e mentre Francia, Gran Bretagna, Russia, Germania e Austria-Ungheria mobilitavano le loro navi, altri paesi come Italia, Impero ottomano, Bulgaria, Grecia e Romania rimasero in un primo tempo neutrali, influenzando così le strategie dei belligeranti. Il contrammiraglio Wilhelm Souchon, comandante della Mittelmeerdivision tedesca composta dallincrociatore da battaglia Goeben e dallincrociatore leggero Breslau allo scoppio del conflitto si trovava nel Mediterraneo, più precisamente a Pola dove i tecnici stavano riparando le caldaie del Goeben. Il 3 agosto Souchon ricevette ordini per dirigere verso gli stretti e raggiungere la Turchia, per linteresse della Germania di garantirsi lamicizia dei turchi ancora neutrali, mantenendo così la Russia bloccata nel Mar Nero[15]. Lammiraglio austriaco Anton Haus, Marinekommandant e capo della Marinesektion del Ministero della Guerra dal 1913, allo scoppio delle ostilità si preoccupò principalmente di difendere la sua flotta e assicurare la difesa delle coste austriache, soprattutto quelle più meridionali confinanti con il Montenegro alleato della Serbia, le cui artiglierie dominavano la base navale di Cattaro. Ma motivo di preoccupazione per Haus fu anche la neutralità italiana. Nel caso infatti di un intervento militare italiano a fianco dellIntesa, la Regia Marina sarebbe diventata il nemico principale per la k.u.k. Kriegsmarine, e in questottica era necessario conservare il più possibile la flotta per tenerla pronta a contrastare il nemico più pericoloso[16]. Il 6 agosto il primo Lord del mare, principe di Battenberg, e il sottocapo di stato maggiore della flotta francese Schwerer, firmarono a Londra una convenzione navale che assegnava alla Francia la direzioni delle operazioni navali nel Mediterraneo. Le forze britanniche nel Mediterraneo sarebbero state sotto il comando dellammiraglio francese Boué de Lapeyrère, e sia a Gibilterra sia a Malta, sarebbero state a disposizione dei francesi[17]. Inoltre la flotta britannica nel Mediterraneo, sotto il comando di sir Archibald Milne doveva fornire assistenza al rimpatrio delle truppe francesi dallAfrica. Così facendo i britannici lasciarono ai francesi la responsabilità nel Mediterraneo per concentrarsi invece a contrastare i tedeschi nel Mare del Nord, anche se la Mediterranean Fleet, formata da tre moderni incrociatori da battaglia, lInvincible, lInflexible e lIndomitable, oltre a quattro incrociatori corazzati, quattro incrociatori leggeri e quattordici cacciatorpediniere, seppur sotto comando francese, rese la zona di Malta e dellEgeo orientale, di fatto, una zona di operazioni britannica[18]. Le forze in campo[modifica | modifica sorgente] Unità in servizio al momento dellentrata in guerra delle rispettive nazioni (tra parentesi, le unità aggiuntesi ad ostilità iniziate); le unità completate dopo la guerra o mai completate non sono conteggiate.[19] Stato Dreadnought Pre-dreadnought[20] Incr. da battaglia Incr. corazzati Incr. protetti Incr. leggeri[21] Cacciatorpediniere Sommergibili Alleati Regno Unito Impero britannico[22] 22 (13) 48 9 (3) 35 91 17 (37) 256 (268) 84 (127) Francia Francia 4 (3) 23 0 22 9 0 83 (30) 55 (19) Impero russo Impero russo 0 (7) 9 (2) 0 6 8 (1) 0 10 (31) 26 (28) Italia Italia 5 (1) 8 0 9 0 5 (9) 35 (17) 21 (64) Giappone Giappone 2 (4) 14 1 (3) 12 15 6 50 (27) 12 (3) Stati Uniti Stati Uniti 14 (2) 23 0 12 24 3 68 (46) 47 (30) Totale Alleati 47 (30) 125 (2) 10 (6) 96 147 (1) 31 (46) 502 (419) 245 (271) Imperi centrali Germania Germania 15 (4) 24 5 (2) 9 6 36 (12) 133 (96)[23] 27 (348) Austria-Ungheria Austria-Ungheria 3 (1) 13 0 3 2 4 (3) 25 (5) 6 (21) Impero Ottomano Impero Ottomano 0 3 0[24] 0 2 0[24] 8 0 (1) Totale Imperi centrali 18 (5) 40 5 (2) 12 10 40 (15) 166 (101) 33 (369) Teatri delle operazioni[modifica | modifica sorgente] Mare del Nord[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi teatro del Mare del Nord (1914-1918). La HMS Iron Duke, nave ammiraglia della Grand Fleet. La SMS Friedrich der Grosse , nave ammiraglia della Hochseeflotte. Il Mare del Nord fu il teatro principale della guerra navale nel primo conflitto mondiale: qui infatti si fronteggiavano le più potenti forze navali dei due schieramenti, la Grand Fleet britannica e la Hochseeflotte tedesca; sebbene fosse opinione comune che le due flotte dovessero prima o poi affrontarsi in un grande scontro frontale, entrambi i comandi decisero invece di adottare una strategia attendista, sfidandosi in modo indiretto senza rischiare in maniera avventata il nucleo centrale delle rispettive forze. La Royal Navy impose subito uno stretto blocco navale a danno dei porti tedeschi: nellarco di sei mesi 383 piroscafi furono catturati o affondati dai britannici mentre altri 788 furono obbligati a rifugiarsi in porti neutrali, privando gli Imperi Centrali di circa il 61% della propria flotta mercantile[25]. I primi mesi di guerra furono dedicati da entrambe le parti a stendere campi minati a difesa delle proprie basi ed a ostacolare il traffico mercantile nemico nel bacino; le prime perdite navali furono causate in massima parte da mine: il 6 agosto 1914 lincrociatore leggero britannico HMS Amphion urtò una mina tedesca e affondò portandosi dietro oltre allequipaggio anche i prigionieri tedeschi del posamine che aveva deposto lordigno, 150 uomini in tutto, mentre il 27 ottobre seguente fu la dreadnought HMS Audacious ad affondare dopo aver urtato un ordigno al largo delle coste dellIrlanda. Le operazioni di minamento e di ricognizione nel bacino fornirono subito loccasione per scontri tra gruppi di unità leggere dei due contendenti: il 28 agosto 1914 una squadra di incrociatori britannici attaccò un gruppo di navi tedesche nella baia di Helgoland, affondando tre incrociatori leggeri nemici senza subire perdite; il 22 settembre seguente, invece, nel corso di ununica azione il sommergibile tedesco U-9 affondò in rapida successione tre vecchi incrociatori corazzati britannici al largo delle coste olandesi[26]. La squadra di incrociatori da battaglia tedeschi dellammiraglio Franz von Hipper, composta dalle navi più moderne e veloci a disposizione della Hochseeflotte, fu ben presto impegnata in missioni di bombardamento della costa orientale dellInghilterra, più come forma di pressione psicologica che per infliggere danni materiali[27]: il 3 novembre 1914 i tedeschi bombardarono Yarmouth, perdendo sulla via del ritorno lincrociatore corazzato SMS Yorck a causa dellurto con una mina; il 16 dicembre gli incrociatori di Hipper bombardarono le cittadine di Scarborough, Hartlepool e Whitby, sfuggendo di poco alla reazione delle navi britanniche[28]. Il 24 gennaio 1915, invece, grazie allintercettazione di un messaggio radio tedesco, gli incrociatori da battaglia britannici dellammiraglio David Beatty furono in grado di agganciare la squadra di Hipper prima che arrivasse in vista delle coste inglesi: dopo uno scontro nei pressi del Dogger Bank, Hipper fu in grado di ritirarsi e rientrare alla base, perdendo però il vecchio incrociatore SMS Blücher; dopo questa azione il kaiser vietò ogni ulteriore uscita in mare delle unità pesanti della Hochseeflotte senza un suo specifico ordine[27]. Per circa un anno e mezzo la situazione nel bacino rimase invariata, con solo sporadici scontri tra unità leggere delle due parti; le cose iniziarono a cambiare allinizio del 1916, quando lammiraglio Reinhard Scheer fu messo al comando della Hochseeflotte: fautore di una strategia più aggressiva, Scheer progettò di logorare la Gran Fleet attirando poco per volta gruppi isolati di unità britanniche davanti alla sua intera forza di corazzate, oltre a promuovere un ruolo più aggressivo per la flotta di sommergibili tedeschi[29]. La Warspite danneggiata dopo lo scontro con la flotta tedesca nello Jutland. Lincrociatore SMS Seydlitz, gravemente danneggiato nella battaglia dello Jutland. Il 24 aprile 1916 gli incrociatori di Hipper bombardarono Yarmouth e Lowestoft mentre le corazzate di Scheer appoggiavano lazione, nellattesa che distaccamenti britannici si lanciassero alla caccia delle navi tedesche impegnate nel raid; i due gruppi avversari passarono a meno di ottanta chilometri luno dallaltro, ma non entrarono in contatto[30]. Nelle prime ore del 31 maggio 1916 lintera Hochseeflotte tedesca prese il mare, nel tentativo di intercettare unità isolate britanniche in navigazione al largo delle coste danesi; lintercettazione dei messaggi radio permise ai britannici di venire a conoscenza della sortita tedesca, e lintera Grand Fleet prese il mare sotto la guida dellammiraglio John Jellicoe. Nel pomeriggio del 31 maggio le due flotte si affrontarono al largo dello Jutland: dopo un primo combattimento tra gli incrociatori da battaglia di Hipper e Beatty, i corpi centrali delle rispettive flotte vennero a contatto, con i tedeschi, in netta inferiorità numerica, che cercavano di rientrare alla base tallonati dai britannici; dopo una serie di complesse manovre e grazie allapprossimarsi della notte, Scheer riuscì a rompere il contatto ed a riportare la sua flotta alla base. La battaglia dello Jutland, il maggior scontro navale della guerra, ebbe un esito contestato: se i tedeschi inflissero al nemico più perdite di quante ne subirono (la Grand Fleet perse 3 incrociatori da battaglia, 3 incrociatori corazzati, 8 cacciatorpediniere e 6.945 uomini, contro un incrociatore da battaglia, una corazzata pre-dreadnought, 4 incrociatori leggeri, 5 cacciatorpediniere e 3.058 uomini da parte tedesca[31]), lazione non pregiudicò loperatività della flotta britannica, ancora considerevolmente più forte dellavversario e pienamente in grado di mantenere il blocco delle coste della Germania[32]. Il mancato pericolo scampato allo Jutland convinse Scheer a non rischiare più lintera Hochseeflotte in una singola azione[33]: il 18 agosto lammiraglio prese il mare con la flotta quasi al completo per una nuova incursione contro le coste inglesi, ma lavvistamento da parte dei dirigibili tedeschi di una vasta formazione britannica convinse Scheer a riportare le sue navi alla base senza entrare in contatto con il nemico[33]. Da allora e fino alla fine del conflitto nel Mare del Nord si svolsero solo azioni su piccola scala; lultimo combattimento che vide impegnate navi principali si ebbe il 17 novembre 1917, quando una formazione britannica attaccò una piccola squadra tedesca nei pressi di Helgoland, ma lo scontro si rivelò non decisivo ed entrambe le parti riportarono solo danni leggeri. La situazione rimase invariata fin verso gli ultimi giorni di guerra, quando ormai apparve chiaro che la sconfitta della Germania fosse solo questione di tempo: il 29 ottobre 1918 fu dato ordine alla Hochseeflotte di preparasi per unuscita in mare al completo per cercare unultima battaglia decisiva, ma per tutta risposta gli equipaggi delle navi, il cui morale e disciplina erano a terra dopo due anni di inattività, si ammutinarono e presero possesso della flotta, estendendo la rivolta anche alle basi navali di Kiel e Wilhelmshaven[34]; larmistizio dell11 novembre 1918 pose formalmente fine alle ostilità nel Mare del Nord.
Posted on: Sun, 24 Nov 2013 22:28:59 +0000

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