Qoelet, Cose, Rappresentanza … Gli slogan fanno più presa: - TopicsExpress



          

Qoelet, Cose, Rappresentanza … Gli slogan fanno più presa: lo dice il numero schiacciante dei mi piace. Ma non si può capire con gli slogan. Capire richiede tempo. E ci deve essere un tempo per tutto (Qoelet) ... Nella catena della causalità, noi possiamo sempre capire perché si compie un’azione. Es.: se io lavoro, è per guadagnare uno stipendio; se guadagno lo stipendio è per comprare: ad es. un paio di scarpe. Ma la finalità del lavoro non sono le scarpe. Ogni volta che, alla fine del ragionamento, arriviamo ad una cosa … ebbene, il ragionamento è sbagliato; oppure, ci sfugge qualcosa. Torniamo alle scarpe: io compro le scarpe perché voglio indossarle. E le voglio indossare, perché mi procurano una soddisfazione, un vantaggio. Alla fine della catena di causalità ci sono io con i miei bisogni. Insomma, alla fine del discorso non può esserci una cosa: deve esserci la persona umana. Perché le cose, intanto esistono, perché servono a qualcuno. I filosofi direbbero che il momento ‘strumentale’, che attiene alla cosa (le scarpe servono a camminare) è distinto dal momento ‘edonistico‘, quello del godimento che attiene alla persona, al soggetto. Ma noi possiamo essere più semplici e dire: alla fine, c’è (di deve essere) l’uomo. Se si tratta di cosa pubblica dobbiamo esserci … noi: Perché? Perché non si può godere per … rappresentanza :p Veniamo a noi. L’euro, così è scritto nei trattati, non lo dico io, è fatto per la ‘stabilità dei prezzi’. Per NIENTALTRO. Chiediamoci: la stabilità dei prezzi è un uomo o una cosa? E’ una cosa. Quindi, il ragionamento deve proseguire. A chi serve la stabilità dei prezzi? Chi c’è dietro? In altri termini: a che prezzo è ottenuta la stabilità dei prezzi? A due condizioni (Maastricht): Patto di stabilità (rinunzia alla moneta sovrana) e Fambio Fisso. Esaminiamo questi due elementi. Il patto di stabilità dice che dobbiamo pareggiare il bilancio dello Stato e ridurre il debito pubblico. Cioè, lo Stato deve iniziare ad incassare più di quanto spende. O, almeno, tanto quanto spende. Allora, io prendo una banconota da 50 euro dal mio portafogli (50 è il taglio del bancomat da cui mi servo: io non creo denaro dal nulla …). Da dove viene? Be’, se facciamo a ritroso il percorso, viene da una … rotativa di Stato. E’ lo Stato che ha formato quella banconota. E come ha fatto? Be, ha emesso un titolo di debito pubblico di 50 euro ed ha ottenuto una banconota da 50 euro dalla Banca Centrale; poi, mi ha consegnato quella banconota a titolo di stipendio. Lo Stato, tuttavia, ha assunto l’obbligo di restituire 50 euro alla Banca Centrale più gli interessi. Quindi, quei 50 euro+interessi sono debito pubblico. Ovviamente, io con quei 50 euro comprerò qualcosa; e la persona che li riceve, a sua volta, li userà per comprare qualcosa; e così via. Il debito pubblico, dunque, diventa consumo e ricchezza per tutti. Poi, lo Stato, incassa le tasse. Per andare in pareggio dovrebbe riprendersi i 50 euro (ma io li ho spesi! Come glieli restituisco?!?) più gli interessi … (ma io da dove li prendo?!? Se lo Stato mi ha dato soltanto 50 euro …?) Nel tentativo di andare in pareggio, lo Stato esigerà tasse di importo sempre più vicino ai 50 euro … e mi costringerà a spendere sempre di meno; spendendo di meno io, anche coloro che avrebbero ricevuto il mio denaro spenderanno di meno … meno domanda=prezzi stabili= … situazione italiana attuale. E se lo Stato, anziché prendere i soldi ad interesse, li stampasse lui? Non può. Se potesse, invero, addio “prezzi stabili”: avremmo più denaro, la domanda aumenterebbe ed anche i prezzi … Allora rispondiamo alla domanda: I “prezzi stabili” sono una cosa o una persona? Una cosa. Dietro questa ‘cosa’ c’è ad avvantaggiarsene? Ci siamo noi? Cambio fisso. Noi abbiamo avuto una politica del lavoro di eccellenza: dagli anni ‘70 con lo Statuto dei lavoratori, la Cassa Integrazione, i Contributi, la legislazione sulla tutela della maternità e delle diversità … Tutto ciò, ovviamente, costa. Uno stato sociale, costa. Se un altro paese del libero mercato decidesse di stracciare i diritti dei lavoratori (faccio per dire), che effetti vi sarebbero? In un mercato con cambi valutari accadrebbe, nell’immediato, che quel paese venderebbe di più in Italia, perché, con un costo del lavoro basso, potrebbe offrire prezzi più convenienti. Questo, tuttavia, provocherebbe una grande richiesta di valuta di quel paese, con conseguente svalutazione della ‘nostra’ moneta: se sale l’offerta di moneta italiana, il valore della moneta italiana scende. Svalutandosi la moneta italiana, quel paese straccia-diritti comincerebbe a trovare più conveniente acquistare, che vendere da noi; e noi sempre meno conveniente acquistare da quel Paese. Quindi, il mercato troverebbe un nuovo equilibrio e l‘invasione straniera del nostro mercato interno finirebbe. Quel paese si terrebbe i suoi diritti stracciati, senza avere conquistato il nostro mercato interno. Con il cambio fisso, invece, la moneta italiana non si svaluta. Un euro vale sempre … un euro. Allora i nostri datori di lavoro che possono fare, di fronte alla concorrenza di un Paese straccia-diritti (è una ipotesi ...)? Una cosa soltanto: chiedere al governo di stracciare i nostri diritti anche lui … Il cambio fisso è una ‘cosa‘. Dietro questa ‘cosa’ chi c’è? Ci siamo noi, ad avvantaggiarcene?
Posted on: Tue, 26 Nov 2013 05:31:49 +0000

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