Radio Santa Maria dei Miracoli - Padri Agostiniani - Andria 15 - TopicsExpress



          

Radio Santa Maria dei Miracoli - Padri Agostiniani - Andria 15 Novembre 2013 - Venerdì nella XXXII Settimana del Tempo Ordinario. Anche gli scienziati hanno il loro Santo Protettore e noi oggi ne celebriamo la memoria: SantAlberto Magno, vescovo e dottore della Chiesa. Alberto, della nobile famiglia Bollstadt, prese ancora giovanissimo l’Abito dei Predicatori dalle mani del Beato Giordano di Sassonia, immediato successore del Santo Patriarca Domenico. Dopo aver trionfato nel mondo, al giovane studente sembrò ostacolo insormontabile le difficoltà che incontrava nello studio della Teologia, e fu tentato di fuggire dalla casa del Signore. La Madonna, però, di cui era devotissimo, lo animò a perseverare, rassenerandolo nei suoi timori, dicendogli: “Attendi allo studio della sapienza e affinché non ti avvenga di vacillare nella fede, sul declinare della vita ogni arte di sillogizzare ti sarà tolta”. Sotto la tutela della Celeste Madre, Alberto divenne sapiente in ogni ramo della cultura, sì da essere acclamato Dottore universale e meritare il titolo di Grande, ancor quando era in vita. Insegnò con sommo onore a Parigi e nei vari Studi Domenicani di Germania, soprattutto in quello di Colonia, da lui fondato, dove ebbe tra i suoi discepoli San Tommaso d’Aquino, di cui profetizzò la grandezza. Fu Provinciale di Germania e, nel 1260, Vescovo di Ratisbona, alla cui sede rinunziò per darsi di nuovo all’insegnamento e alla predicazione. Fu arbitro e messaggero di pace in mezzo ai popoli, e al Concilio di Lione portò il contributo della sua sapienza per l’unione della Chiesa Greca con quella Latina. Avanzato negli anni saliva ancora vigoroso la cattedra, ma un giorno, come Maria aveva predetto, la sua memoria si spense. Anelò allora solo al cielo, al quale volò dopo quattro anni, il 15 novembre 1280, consumato dalla divina carità. La sua salma riposa nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Colonia. Papa Gregorio XV nel 1622 lo ha beatificato. Papa Pio XI nel 1931 lo ha proclamato Santo e Dottore della Chiesa. Il 16 dicembre 1941 Papa Pio XII lo ha dichiarato Patrono dei cultori delle scienze naturali. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. Al tempo di Gesù i Giudei avevano un grande desiderio del regno di Dio, ne aspettavano con ansia la rivelazione. Il Signore stesso fu più volte interrogato sullavvento del regno, sul giorno del Figlio delluomo, che doveva portare a compimento il disegno della giustizia divina, ed egli non indicò mai una data, ma esortò sempre a tenersi pronti. Le parole di Gesù non sono chiare e si è potuto anche pensare che egli volesse riferirsi allassedio e alla caduta di Gerusalemme. Gesù però non voleva fare profezie straordinarie; voleva farci capire la necessità di essere sempre pronti a ricevere Dio nella nostra vita, negli avvenimenti ordinari come in quelli straordinari. Bisogna sempre essere preparati alla venuta del Signore, che spesso giunge allimprovviso. Chi non lo aspetta è preso alla sprovvista: Come avvenne al tempo di Noè, come avvenne al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, ma senza aspettare Dio. E quando egli viene non trova lanima pronta. Perché la venuta del Signore non riguarda solo avvenimenti che coinvolgono tutto un popolo e che spesso accadono inaspettatamente; anche nella nostra vita lincontro con Dio avviene in modi imprevisti. La morte, perfino per i malati gravi, arriva improvvisa. La si aspetta un giorno dopo laltro, e arriva quando non ci si pensa più: cè un miglioramento, le cose si mettono bene... e improvvisamente giunge la morte. Dobbiamo dunque essere pronti. Come? Essere pronti non significa cambiare occupazione; si tratta di unattitudine interiore. Il modo con cui noi svolgiamo le nostre normali occupazioni è il modo in cui attendiamo o non attendiamo il Signore. Se tutto ciò che facciamo lo facciamo con lui, lo aspettiamo; se viviamo nellosservanza dei suoi comandamenti e nel suo amore, il suo arrivo non ci stupirà e saremo contenti che egli ci chiami ad essere con lui per sempre. Nella vita di san Luigi Gonzaga si racconta che mentre stava giocando con altri tre ragazzi qualcuno domandò loro: Che cosa fareste, se vi dicessero che tra due minuti morirete?. Tutti cercarono una buona risposta, ad esempio: Andrei in cappella a pregare per prepararmi alla morte. E si dice che san Luigi rispose: Io continuerei a giocare!. Il suo gioco era quello che Dio voleva da lui in quel momento; la sua gioia era quella che lamore di Dio gli mandava: che cosa avrebbe potuto fare di meglio, se non quello che piaceva al Signore per quel momento? Innalziamo a Dio nostro Padre il nostro umile inno di lode e di ringraziamento e con SantAgostino riflettiamo il suo pensiero: Beato chi ama Dio, lamico in Dio, il nemico a causa di Dio.
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 13:05:02 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015