Riscoperta identitaria anche attraverso lo sport Premetto non - TopicsExpress



          

Riscoperta identitaria anche attraverso lo sport Premetto non sono un tifoso, non più, non seguo quindi spasmodicamente le vicende di mercato, lo svolgersi del precampionato, i preliminari e tutto quello che oggi lo “spettacolo calcio” ha da offrire. Anche se, spesso, purtroppo, mi imbatto in notizie relative ad episodi di razzismo, siano esse rivolte a calciatori extracomunitari, oppure alle tifoserie avversarie, specie se queste provengono dall’ ex Regno Delle Due Sicilie (per me), dalla bassa Italia (per alcuni), dalla terronia (per i padani). Di rado, quasi mai, la giustizia sportiva ha preso provvedimenti seri per sancire questi episodi, ma per fortuna all’ ignoranza di taluni, risponde spesso la fantasia e la sagace ironia del popolo Duosiciliano. Come nel campionato appena trascorso, quando all’ invito rivolto al Vesuvio dai tifosi juventini, di “lavare” i napoletani col fuoco, questi, rispondevano con una spettacolare coreografia apparsa nella storica curva B dello stadio San Paolo, del suddetto vulcano che occupava tutta la curva ed eruttava fumogeni rossi, il tutto accompagnato da uno striscione in cui c’era scritto TERRA MIA. Passando per i cori Siamo Partenopei e i fischi all’inno, prima, durante e dopo l’esecuzione dell’inno italiano, in occasione della finale di coppa Italia fra Napoli e Juventus. E alla presenza sempre più assidua del vessillo bianco gigliato dagli spalti di diversi stadi duosiciliani. Figuratevi quindi il mio stupore, e la soddisfazione, che ho provato nello scoprire, per caso, che esiste una squadra di football americano napoletana che si chiama Briganti Napoli American Football Team. Quindi ho fatto una ricerca, per capire le origini del nome e da Wekipedia ho letto che: “Scegliere il nome fu impresa ardua, cercarne uno che non fosse il solito, trovarne uno pieno di storia che rievocasse lo spirito delle grandi battaglie, quando non so come ci trovammo tra le mani un libro senza copertina ma ricco di storie di eroi che proteggevano la nostra terra, il titolo era Li chiamavano Briganti”. Quindi che dire, anche se lo sport oggi mi delude e non rispecchia i miei canoni, se deve essere il viatico per la nostra riscossa identitaria e mezzo per rispondere con decisione e civiltà alle offese, e ai luoghi comuni, che da oltre un secolo e mezzo ci piovono addosso, che ben venga... Francesco De Crescenzo
Posted on: Tue, 13 Aug 2013 20:38:42 +0000

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