SCIENZA o ARTE del gelato. Con il gelato abbiamo dimostrato che - TopicsExpress



          

SCIENZA o ARTE del gelato. Con il gelato abbiamo dimostrato che ogni sapore produce nelluomo unimpressione particolare, e così rivela la sua natura al gusto e allanimo. Ne deriva senzaltro che il gusto si presta allimpiego anche per determinati scopi sensibili, morali, estetici. Dallazione sensibile e morale dei sapori e dei colori, presi singolarmente o in composizione, deriviamo per lartista la loro azione estetica. Se contemplando i sapori eravamo stimolati in modo per così dire patologico, in quanto ci sentivamo condotti di forza verso sensazioni singole, ora vivaci e vibranti, ora teneri e nostalgici, ora sollevati verso nobili sentimenti, ora rigettati nella banalità, il bisogno di totalità, che è costitutivo del nostro palato ci sottrae a questa limitazione. Il palato stesso si pone in libertà generando una totalità che appaga. Le composizioni veramente armoniche, che ci vengono presentate nel gusto hanno un carattere di semplicità e, tuttavia, è importante il cenno che ci viene rivolto di sollevare attraverso la totalità la natura alla libertà, così come è importante che in questo caso una manifestazione naturale ci sia data per luso estetico. In questo senso giudichiamo assai grave lerrore commesso nello studio della natura, per il quale si pone un fenomeno derivato al posto superiore e il fenomeno originario a quello inferiore, giungendo a porre come primo il fenomeno derivato e facendo valere ciò che in esso è composto come qualcosa di semplice, e ciò che in esso è semplice come qualcosa di composto. Da questa inversione di ciò che è prima e di ciò che è dopo sono provenuti gli imbrogli e le sbalorditive confusioni delle quali la teoria del natura ancora patisce. Tuttavia, anche se si trovasse il fenomeno originario, rimane sempre il lato negativo che non lo si vuol riconoscere come tale, e che dietro di esso e oltre esso cerchiamo ancora dellaltro, poiché altrimenti dovremmo ammettere che qui è tracciato il limite dellintuire. Lo scienziato della natura lasci quindi i fenomeni originari nella loro quiete e grandezza eterna, lartista li assuma invece nellambito che è suo proprio, e troverà che gli viene consegnato un materiale degno di ulteriore trattazione ed elaborazione e ciò non in casi singoli, in rubriche generali, in opinioni e ipotesi, ma nel fenomeno fondamentale e originario. Ma la difficoltà maggiore risiederebbe appunto nel distruggere, a favore di un trattamento fisico, larmonia che per noi effettivamente si realizza, che nasce per vie empiriche insolite, casuali, matematiche, estetiche e geniali, sciogliendola nei suoi primi elementi fisici. Agli uomini il gusto dona, in genere, grande diletto. Il palato ne ha bisogno come abbiamo bisogno della luce e avverte quindi una sensazione gradita quando dallesterno giunge a lui qualcosa di conforme alla sua natura, e quando la sua capacità di determinarsi in una certa direzione viene a sua volta significativamente determinata. Altrettanto avviene nellanimo. Se infatti assaporiamo un unico aroma che con la sua presenza ci obbliga a trattenerci insieme a esso in uno stato sempre identico, ci troviamo in una situazione forzata in cui lorgano non permane volentieri. Se invece la totalità degli aromi è offerta al palato dallesterno in qualità di oggetto, cogliendo questa totalità appaga se stesso Qui risiede la legge fondamentale di ogni armonia dei sapori. Se prima, contemplando gli aromi singoli (tecnologici), eravamo stimolati in modo per così dire patologico, in quanto ci sentivamo condotti di forza verso sensazioni singole, ora vivaci e vibranti, ora teneri e nostalgici, ora sollevati verso nobili sentimenti, ora rigettati nella banalità, il bisogno di totalità, che è costitutivo del nostro gusto, ci sottrae a questa limitazione. il palato stesso vuol porsi in libertà accogliendo una totalità che appaga. Le opposizione veramente armoniche che ci vengono presentate hanno un carattere di semplicità, e, tuttavia, è importante il cenno che ci viene rivolto di sollevare attraverso la totalità la natura alla libertà, cosi come è importante che in questo caso una manifestazione naturale ci sia data direttamente per luso estetico. Forse qui non è fuori posto almeno una considerazione, la risposta alla domanda: cosa può produrre e cagionare a favore della scienza che non è nella condizione di dedicare a essa la sua vita intera? Se si considera larte nel senso più alto, si potrebbe desiderare che solo dei maestri vi si dedichino, che gli allievi vengano esaminati nella maniera più severa, e che i dilettanti si accontentino di un reverente accostamento a essa. Infatti lopera darte deve scaturire dal genio, lartista deve chiamare in vita contenuto e forma dalle profondità del proprio essere, deve comportarsi da dominatore nei confronti della materia e fare uso degli influssi estrni solo per la propria formazione. Ma come già lartista, per diverse ragioni, deve onorare il dilettante, nelle scienze si dà tanto più il caso che egli possa rendere soddisfacenti e utili servigi. Le scienze poggiano, molto di più che larte, sullesperienza, e nel trattare questa molti sono abili. Ciò che appartiene alla scienza riceve contributi da più parti, e non può fare a meno di più mani e di più teste. Il sapere si può trasmettere, i suoi tesori possono venire ereditati e quanto viene acquisito da qualcuno viene fatto proprio da altri. Non vi è dunque chi non possa offrire il suo contributo alle scienze. Di quante cose non siamo debitori al caso, alla pratica, allattenzione di un istante? Non si può pretendere, come nellarte, da chi si propone di rendere qualche servigio alla scienza che egli dedichi a essa tutta la vita, che egli labbracci e la percorra per intero. Dovunque linclinazione, il caso o le circostanze conducano luomo, qualunque fenomeno attragga in particolare la sua attenzione, ne ottenga la partecipazione, lo prenda, lo occupi, ciò avverrà sempre a vantaggio della scienza, perché ogni nuovo nesso che venga alla luce, ogni nuovo modo di trattarlo, anche quando non è adeguato, anche lerrore, sono utili o stimolanti e non vanno perduti per il futuro.
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 00:30:37 +0000

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