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So che non è di facile lettura e che il linguaggio è quello ovattato delle istituzioni europee, ma vi allego la sintesi del mio rapporto approvato a strasburgo alla camera delle regioni del consiglio d Europa organismo del quale fanno parte i 47 paesi europei Camera delle regioni 25a SESSIONE 29-31 ottobre 2013 CPR(25)2PROV 4 ottobre 2013 Regioni e territori a statuto speciale in Europa Commissione Governance Relatore: Bruno MARZIANO, Italia (R, SOC) Progetto di risoluzione (da mettere ai voti)2 Progetto di raccomandazione (da mettere ai voti)3 Sintesi In numerosi Stati membri del Consiglio d’Europa ci sono regioni a statuto speciale. Godono di poteri legislativi, amministrativi e finanziari più numerosi e più ampi rispetto alle altre regioni, garantiti da disposizioni costituzionali. Sono state istituite per soddisfare i bisogni specifici di certi territori, legati, in particolare, a ragioni storiche, geografiche, culturali o linguistiche, senza mettere in discussione la struttura complessiva dello Stato. Il presente rapporto, basato su un’analisi comparativa dei regimi speciali esistenti in Europa, dimostra in particolare che i principi della democrazia regionale sono più saldamente garantiti nelle regioni che godono di uno statuto speciale. PROGETTO DI RISOLUZIONE 1. Un certo numero di Stati membri del Consiglio d’Europa ha concesso a certe regioni uno statuto speciale, inteso come mezzo per prendere in considerazione la loro propria identità specifica e il comune desiderio delle loro popolazioni di svolgere un ruolo più incisivo nella gestione dei loro affari interni. 2. Lo studio condotto dal Congresso sul funzionamento di tali regioni dimostra che la democrazia regionale è spesso esercitata a loro livello in modo più saldo ed efficace e che possono costituire un modello per altri Stati, purché siano riunite certe condizioni, quali, ad esempio, competenze debitamente precisate e rapporti e modalità di collaborazione con le autorità centrali chiaramente definiti. 3. Il persistere di conflitti regionali in alcuni Stati membri fa ritenere che potrebbe ancora rivelarsi opportuno prevedere di accordare disposizioni costituzionali specifiche a certe regioni dotate di una forte identità. Il Congresso è convinto che uno statuto speciale di autonomia concesso a una regione possa efficacemente controbilanciare le aspirazioni separatistiche e che lo sviluppo pacifico e la prosperità dello spazio europeo dipenderanno dai progressi compiuti in materia di risoluzione dei conflitti interni. Per conseguire tale obiettivo, occorre però la volontà politica di proseguire il dialogo pacifico destinato a trovare e negoziare soluzioni giuridiche e costituzionali adattate, nonché predisporre per tali regioni modelli soddisfacenti di governance democratica decentrata. 4. Il Congresso decide pertanto di: a. adoperarsi, insieme al Comitato dei Ministri e alla Commissione di Venezia, per individuare gli indicatori e le caratteristiche di esempi riusciti di regioni a statuto speciale ed elaborare modelli concreti di tali statuti; b. esaminare come la concessione di un potere legislativo a certe regioni possa essere un fattore di riuscita dello sviluppo regionale; c. valutare il funzionamento delle attuali disposizioni previste dagli statuti speciali nell’ambito del monitoraggio paese per paese dell’attuazione della Carta europea dell’autonomia locale; d. nell’ambito di tale monitoraggio e del dialogo politico con le autorità governative dei paesi confrontati a problemi, tensioni o conflitti regionali interni, accordare un’attenzione particolare al potenziale offerto dal modello di “statuto speciale” per trovare una soluzione negoziata di tali conflitti; e. continuare a permettere alle istituzioni democratiche di tali regioni di essere rappresentate all’interno della propria Camera delle regioni; f. esaminare regolarmente l’evoluzione della situazione e continuare a scambiare le buone pratiche in questo settore, in particolare all’interno della propria Camera delle regioni. PROGETTO DI RACCOMANDAZIONE Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, 1. Riconoscendo: a. che il carattere unico dell’Europa e la sua forza risiedono nella sua diversità; b. che il continente ha compiuto notevoli progressi, grazie all’elaborazione di un’ampia gamma di sistemi costituzionali e politici, finalizzati a tenere conto di tale diversità; c. che l’Europa svolge un ruolo da pioniere in materia di governance multilivello, elaborando e definendo in modo articolato e preciso i metodi di lavoro e le complesse interazioni della governance democratica a vari livelli (locale, intermedio, regionale, nazionale e sovranazionale. 2. Convinto che: a. il futuro dello spazio europeo, il suo sviluppo pacifico e la sua prosperità dipenderanno in larga misura dal continuo progredire degli sforzi e dei risultati ottenuti in materia di prevenzione e risoluzione dei conflitti, che richiederanno la volontà politica di proseguire il dialogo pacifico, di ricercare e negoziare soluzioni giuridiche e costituzionali, nonché di predisporre modelli soddisfacenti di governance democratica decentrata per le regioni con problematiche e identità specifiche; b. l’autonomia a livello regionale resta ancora un modello poco sfruttato per favorire lo sviluppo politico ed economico degli Stati europei e per soddisfare le legittime aspirazioni democratiche delle loro popolazioni; c. lo statuto speciale di autonomia regionale può efficacemente controbilanciare le aspirazioni separatistiche. 3. Riconoscendo che lo statuto speciale che alcuni Stati europei hanno concesso a certe regioni ha contribuito a favorire la loro stabilità e la loro prosperità. 4. Ricordando: a. la Dichiarazione di Helsinki del 2002 sull’autonomia regionale; b. il Quadro di riferimento per la democrazia regionale, adottato dal Consiglio d’Europa nel 2009. 5. Plaudendo alla determinazione del Comitato dei Ministri di ricercare soluzioni pacifiche ai conflitti europei. 6. Chiede al Comitato dei Ministri di: a. invitare gli Stati membri a utilizzare maggiormente il modello di statuto speciale, in quanto opzione realistica per trovare una soluzione negoziata ai problemi territoriali regionali, compresi i conflitti congelati; b. associare a tali sforzi il Congresso, l’Assemblea parlamentare e la Commissione di Venezia; c. esaminare in che modo lo statuto speciale di autonomia regionale possa contribuire a risolvere i problemi territoriali che devono affrontare i paesi con cui coopera nell’ambito della politica di vicinato del Consiglio d’Europa;
Posted on: Wed, 30 Oct 2013 10:51:42 +0000

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