UN CONTIBUTO alla conoscenza ed alla lotta contro le teorie - TopicsExpress



          

UN CONTIBUTO alla conoscenza ed alla lotta contro le teorie reazionarie mascherate da POSIZIONI di ULTRA SINISTRA ed ANTIMPERIALISTE.. "..Un recente numero del Bollettino Aurora di Alex Lattanzio — pubblicazione “rosso-bruna” in rete molto ben dissimulata, tanto che prende nome dal famoso incrociatore che appoggiò gli insorti della Rivoluzione d’Ottobre — rievocava i “padri nobili” in quei comunisti nazionalisti che negli anni ’20, in Germania, ebbero un qualche seguito, fino a venire cancellati dai nazisti hitleriani. In realtà, l’origine della corrente è più recente. Il fondatore autentico è il belga Jean-François Thiriart (1922-1992), ex combattente delle SS valloni, collaborazionista in nome di gruppuscoli provenienti dall’estrema sinistra approdati al sostegno al Terzo Reich. Nel dopoguerra, Thiriart pagò le sue scelte con alcuni anni di carcere. Tornato in libertà, fondò alla fine degli anni ’50 il movimento Jeune Europe (avente per simbolo la croce celtica, poi divenuta di uso comune a destra), che si opponeva alla decolonizzazione del Congo belga, dell’Algeria e degli altri possedimenti europei in Africa. In Italia, Jeune Europe ebbe quale primo referente Ordine Nuovo, mentre all’interno dell’OAS (Organisation Armée Sécrète) franco-algerina, trovò un discepolo brillante e intelligente in Jacques Susini, l’ideologo del gruppo terroristico. Lentamente, tuttavia, le idee di Thiriart, inizialmente tanto antiamericane quanto antisovietiche e centrate sulla nozione di Europa quale culla della civiltà, mutarono. Cominciò a leggere l’URSS quale baluardo nazionalista, specialmente nella figura di Stalin, e a considerare con simpatia la Cina. Formulò la nozione di “Eurasia”, entità politica e culturale in fieri capace di dare scacco all’imperialismo americano, ormai quasi il solo nemico (con la sua appendice ebraica, Israele). Accantonò il filocolonialismo per appoggiare i movimenti di resistenza dell’America Latina e del Medio Oriente. In Italia i referenti cambiarono. Per i dettagli rimando a un saggio di Claudia Cernigoi, La strategia dei camaleonti: comunitarismo e nazimaoismo, apparso nel 2003 sulla rivista triestina La Nuova Alabarda e facilmente reperibile sul web. Vi si trova anche un dizionario con i nomi più significativi, sempre ricorrenti. Riassumendo almeno tre decenni, chi traspose in Italia le nuove idee di Thiriart fu in primo luogo “Lotta di popolo”, il più noto gruppo detto nazi-maoista. Seguirono “Lotta Studentesca”, in parte “Terza Posizione”, la rivista “Orion” di Milano (facente capo alle edizioni Barbarossa e alla Libreria del Fantastico di viale Plinio), fino all’ala estrema e armata, i NAR di Giusva Fioravanti. Più raggruppamenti minori, misticheggianti o aventi radicamento locale, in forma di circoli e associazioni culturali. Più interessante vedere gli sviluppi attuali. Non senza avere notato che quella componente, sicuramente minoritaria, del fascismo “di sinistra”, ha comunque contagiato l’intero arco della destra extraparlamentare, o parzialmente extraparlamentare in quanto associata elettoralmente ai partiti del centrodestra. Se ne trovano tracce in Fiamma Tricolore, in Forza Nuova, in Casa Pound-Blocco Studentesco (l’espressione più “moderna” e originale) e in molte formazioni assenti dalla scena nazionale. Una rassegna dei gruppi e dei siti che sto per citare è compresa in un saggio, L’arcipelago della destra radicale, presente nel sito web L’Avamposto degli Incompatibili (ora qui). Quello che tento ora è un rapido aggiornamento. Anzitutto è d’obbligo il rimando a una delle maggiori formazioni che agiscono a livello europeo, a dimostrazione che siamo di fronte a una piccola Internazionale. Si tratta del Partito Comunitario Nazional-Europeo, i più diretti eredi di Jean-François Thiriart. Quando si accede in rete al loro sito, si è accolti dall’inno sovietico. Si passa poi a una pagina fitta di ritratti di Stalin e Che Guevara. Il partito sembra avere molte filiazioni soprattutto nell’Est europeo, e, quanto all’Europa occidentale, in Francia. Qui pubblica un periodico, Les Causes du Peuple. Fa il verso a La Cause du Peuple, il noto settimanale maoista francese diretto, negli anni successivi al ’68, da Jean-Paul Sartre. Per comprendere l’ispirazione autentica basta esaminare il dossier dedicato a Thiriart, in termini osannanti. Il PCN non sembra avere relazioni dirette con il russo Partito Nazional-Bolscevico fondato dal poeta e scrittore Eduard Limonov (eccellente, va detto, in entrambe le sue espressioni artistiche). Questo è un partito slavofilo, aggressivo, trasgressivo, che di comunista non ha molto, a parte il solito richiamo alla grandezza di Stalin. Raccoglie giovanissimi sotto bandiere curiose: falce e martello in un cerchio rosso (o nero) che ricorda le insegne naziste, o, addirittura, l’immagine di Jean Marais con maschera verde nel film “Fantomas ’70”.
Posted on: Sat, 13 Jul 2013 11:37:04 +0000

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