10 settembre 1972 Il ministero dellInterno sapeva esattamente - TopicsExpress



          

10 settembre 1972 Il ministero dellInterno sapeva esattamente dove e come operava il noto servizio o Anello:lo dimostrano le carte conservate nello scantinato di via Appia,le veline come vengono chiamate in gergo. Alcuni di questi documenti sono note redatte da informatori reclutati dal Viminale ai quali era attribuito un nome in codice,come per esempio la fonte Giornalista,definito spesso nelle note fonte attendibile,a riprova dellalto grado di fiducia che gli veniva accordata. Dietro questo pseudonimo si nascondeva Alberto Grisolia,giornalista del Corriere della Sera (non usò molta fantasia chi scelse il suo nome in codice). Era un giocatore dazzardo sempre pieno di debiti e sempre in cerca di soldi:gli facevano molto comodo le centomila lire mensili che gli passava lo Stato in qualità di confidente. Grisolia era stato ingaggiato da Ermanno Alduzzi, maresciallo dellUfficio politico della Questura di Milano,il quale usava parlare con orgoglio del suo informatore,che considerava una fonte importantissima di notizie. Diceva fieramente Alduzzi: Grisolia mi andava descrivendo anche come venivano ripartite le tangenti per gli appalti ai singoli partiti:maggioranza e opposizione. Parlava delle quote illecite che percepivano le federazioni nellambito del consiglio comunale in un contesto in cui non era ancora sorto lente Regione. Di fatto accadeva questo:Grisolia riferiva sullAnello ad Alduzzi,uomo chiave della Questura di Milano allepoca delle indagini sulla strage di piazza Fontana,il quale rispondeva direttamente a Roma,ai capi dellUfficio Affari Riservati del Viminale. Alduzzi sapeva bene chi erano i referenti politici dellAnello:nella nota del 10 settembre 1972,infatti,il suo informatore non era stato completamente reticente al riguardo,scrivendo che tra questo gruppo - che afferma di poter contare sullappoggio di Andreotti - e i Carabinieri,la rottura è molto forte e costoro ventilano addirittura di sciogliere lArma o ridurla a compiti di Polizia Militare,come è per esempio negli Stati Uniti. Nonostante ciò,tutte le note che parlavano di Andreotti come di un politico vicino allAnello si persero per strada. Certo,il maresciallo Alduzzi era uno specialista delle pulizie:era stato affidato a lui il lavoro sporco della Squadra 54 dellUfficio Affari Riservati,quella dei depistatori di Stato allopera nella Milano di piazza Fontana. La Squadra 54 era un organismo di intelligence incaricato di raccogliere informazioni e fonti nel milanese ma con un ordine chiaro:NON RIFERIRE MAI AI MAGISTRATI. Il maresciallo Alduzzi fu anche premiato per i suoi servigi con una collaborazione al SISDE,il servizio di informazioni civile. Quindi il circuito informatori-referenti del Viminale era alquanto perverso e la particolare circostanza che proprio il maresciallo Ermanno Alduzzi raccoglieva le informazioni sul noto servizio o Anello apre uno squarcio su un mondo parallelo. Le informazioni sul noto servizio,su cosa fosse e sulle frequentazioni istituzionali dei suoi aderenti,entravano nelle stanze del Viminale ma rapidamente ne uscivano,viaggiando allinterno di una rete esterna alla trasparenza istituzionale. Tutto ciò avveniva nonostante lo stesso Alduzzi valutasse la sua fonte altamente attendibile: Con Grisolia ho lavorato per anni e non era uno che inventava le cose. Unaltra fonte di notizie del Viminale racconta del noto servizio:è Dario,al secolo Luciano Menegatti, considerato uno degli informatori più attendibili. Nella prima metà degli anni Settanta riceveva un compenso di duecentomila lire al mese,la cifra più alta corrisposta in quegli anni ai confidenti. Dietro il nome in codice operava Luciano Menegatti,già dirigente sindacale nel Ferrarese,in seguito espulso dal partito per indegnità morale. Nonostante la sua rottura con il PCI,Menegatti mantenne i suoi rapporti con le associazioni italo-albanesi. Ciò spiegherebbe linteressamento che nei suoi confronti manifestavano i dirigenti dellUfficio Affari Riservati, essendo in quegli anni lAlbania vista con particolare preoccupazione,in virtù del suo avvicinamento alla Cina. In una nota Menegatti fa riferimento al costruttore edile Sigfrido Battaini e al fratello Oriade,ritenuti elementi di spicco dellAnello nellItalia settentrionale. Menegatti fa riferimento anche alle coperture internazionali: LAnello,la struttura creata dal generale Mario Roatta alla fine del 1943,è nata come una sorta di servizio di informazione militare,finalizzato non soltanto alla raccolta delle informazioni ma,attraverso questa,allorganizzazione di azioni militari in chiave anticomunista e ANTIDEMOCRATICA. Successivamente lorganizzazione del gruppo si è trasformata adeguandosi alla radicalizzazione della situazione politica italiana,ciò a partire dai primi anni 60, fino a strutturarsi,in meno di un decennio,in unorganizzazione eversiva,strutturata con una cinquantina di elementi fidati,dotata di notevoli mezzi finanziari,di canali di reperimento di armi,caratterizzata da un disegno strategico concreto e violento,mirante alla presa del potere attraverso luso della violenza. Così era la struttura allinizio degli anni 70. Giovanni Fanelli,assistente di Licio Gelli nella loggia P2 e membro dellUfficio Affari Riservati allepoca di Federico Umberto DAmato,e la CIA,erano perfettamente a conoscenza dellesistenza del gruppo eversivo che traeva origine dal servizio di Roatta,ne assecondavano i fini e non ne impedivano lazione eversiva in quanto,da tale azione,traevano diretto vantaggio. Le prime veline di Grisolia e Menegatti arrivate al Viminale sono del 1972,cioè piuttosto recenti rispetto alla data di nascita del noto servizio o Anello,che gli informatori fanno risalire al 1943. In mezzo cè un salto di circa trentanni.
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 06:58:03 +0000

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