18 luglio 2003: ricordo che i miei compagni di stanza non hanno fatto altro che criticarmi in tutto e per tutto. Per esempio per come tengo impugnata la posata nella mano sinistra. Loro hanno cercato di correggermi, e io gli ho detto di lasciarmi in pace. Ricordo che doveva passare Maurizia Cacciatori. Io non l’ho vista. Forse non è passata affatto. Io penso che sia andata così. Ricordo che l’educatore Zeno non si è più fatto vedere e che è stato sostituito da uno un po’ più severo. All’ora di pranzo, mentre si sta andando verso la mensa, una pesca finisce per terra. Mi si intima di raccoglierla, e dico che non sono stato io. Volendo emulare Jack Dawson quando lo incastrano con il trucco del furto del cuore dell’oceano, dico a uno dei compagni di stanza: “Sai che non sono stato io a farla cadere, mi conosci!” E quello mi deride, mentre l’educatore nuovo raccoglie la pesca. Ricordo che mi criticavano se volevo stare a piedi nudi. Ricordo che hanno criticato la mia cicatrice sul sopracciglio, che nemmeno io sapevo di essermi procurato in tenera età (ma questo prima di Mirabilandia). Ricordo che volevo stare senza canottiera, e loro mi hanno ordinato di rimettermela, e che hanno proseguito quando ho chiesto chi mi vietava di stare a petto nudo, forse la Costituzione? Ricordo che mi hanno voluto a tutti i costi far partecipare a un torneo di ping pong nel quale son uscito subito, visto che non ero capace di giocare. Ricordo il karaoke serale con quella bella canzone di Venditti, anche se non vi ho preso parte: “E non c’è sesso senza amore…” Ricordo che uno dei giovinastri ha telefonato ai genitori e che gli ha raccontato di me, dicendo che aveva visto la Cacciatori e che c’era un ragazzo insieme a lui in camera. Un ragazzo. Un estraneo. Ricordo che hanno criticato la mia barba incolta, solo perché volevo provare a stare 10 giorni senza radermi, all’epoca mi radevo a cadenza irregolare e non come oggi. Ricordo che quella sera mi hanno lasciato tranquillo a dormire, ma hanno tentato apertamente di provarci con chissà quali finlandesi di chissà quale gruppo parlando loro dalla finestra a voce alta e in inglese maccheronico (dicevano lent per dire lento). Io, pur disapprovando l’ignoranza di questi scemi che dormivano a petto nudo la notte, li ho ignorati. Ricordo che uno dei giovinastri ha citato quattro barzellette su Totti, per esempio quella banalissima in cui legge “Sommario” su un libro e dice: “Piacere, so’ Francesco!” Ricordo anche di aver visto su un quotidiano della mensola della sala giochi la foto della maglia di trasferta del Bologna per la stagione 2003-04 e di aver sentito le critiche di un deficiente. Ricordo le odiosissime canzoni di Raffaella Carrà trasmesse dalla radio della sala giochi. Ricordo un articolo con una foto di Chivu presentato alla Roma e con la Ferilli come madrina dell’evento. Ma sono tutti ricordi di cui non sono più sicuro di ricordare il giorno esatto in cui si sono verificati. In colonia a Cesenatico, di sicuro. E ricordo di aver memorizzato dei versi di una canzone della radio e che mi sembrava di aver già sentito da qualche parte: “Mi calmerò, mi involerò, mi muoverò come un drago…” Era “Reiko”, dei Madreblu, contenuta in una hit parade del 1999 che ho acquistato con i soldi guadagnati zappando per gli zii nell’agosto di quell’anno, con lo scopo di avere tutta per me la mitica “Blue (da ba dee)” degli Eiffel 65. E ricordo che la notte fra il 14 e il 15 luglio sognai che io e la Pausini cantavamo “La solitudine” in un centro commerciale. E che in una notte seguente, sognai un viaggio in elicottero con la Pausini dopo che avevo assistito a una versione dura del Pavarotti & Friends del 27 maggio di quell’anno. E ricordo pure che mi ruppi una stanghetta degli occhiali. Non avendo nessuno che me li riparasse e non avendone un paio di scorta, dovetti portarli così fino alla fine della mia permanenza alla colonia. Almeno non ho smarrito la stanghetta che si è staccata.
Posted on: Thu, 18 Jul 2013 12:15:35 +0000
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