4 Novembre 2013 Cari compagni, le vicende che si sono - TopicsExpress



          

4 Novembre 2013 Cari compagni, le vicende che si sono susseguite negli ultimi mesi all’interno del gruppo dirigente del nostro Partito in vista del congresso nazionale, ci hanno portato ad una situazione di completo stallo sul piano dell’iniziativa politica. Parte del gruppo dirigente ha assunto posizioni politiche in contrasto con quelle del Segretario. Fin dal mese di luglio alcuni membri della segreteria nazionale hanno preso atto che le varie iniziative intraprese sul piano politico e organizzativo non hanno trovato la sede naturale di discussione e condivisione nella Direzione e Segreteria. Nelle ultime settimane il dibattito si è ulteriormente inasprito, con la Segreteria Nazionale divisa sostanzialmente a metà in sede di votazione sia per l’approvazione del tesseramento 2012 e poi della platea congressuale. Certo è che un partito come il PSI le cui percentuali in termini elettorali sono poco significative rispetto al panorama politico attuale e alla capacità di intercettare l’attenzione dell’opinione pubblica, non può permettersi una frattura tale da compromettere l’esistenza stessa del Partito Socialista. E ciò vale soprattutto per noi che a Montecatini abbiamo deciso di assumere la gravosa eredità di un partito mortificato dall’esito delle elezioni politiche che ci hanno visto per la prima volta nella nostra storia centenaria fuori dal Parlamento, fiaccato dal punto di vista organizzativo e moralmente privo di speranza per il futuro. Ciò nonostante ci siamo assunti la responsabilità di tentare di riprendere la navigazione verso lidi meno procellosi e siamo stati in grado di ridare fiducia ai compagni. Probabilmente il gruppo dirigente scaturito dal Congresso non è stato in grado di rispondere pienamente alla complessità della situazione che si andava via via palesando e di ciò dobbiamo prendere atto senza strumentalmente avviare processi sulle responsabilità che in quota parte afferiscono a tutti. Il rapporto di solidarietà interno al Partito si è rotto, paventando così il rischio di porre i compagni nei territori di fronte all’imbarazzo di dover operare la scelta non sulla politica ma sugli uomini. Se si fosse continuato su questa strada la partita si poteva ritenere chiusa e la dissoluzione del partito certa. Perché il Partito possa riprendere il posto che gli compete e recitare una parte da protagonista nella vita politica italiana occorre che si realizzino almeno tre condizioni: il ristabilimento del clima di fiducia reciproca tra i compagni, pur se collocati in posizioni diverse, che ci consenta di presentarci uniti e quindi più forti nella competizione; chiare scelte sul terreno politico che, a partire dalla collocazione naturale nell’alveo del socialismo italiano ed europeo, siano indirizzate alla difesa dei nostri tradizionali valori, alla piena affermazione dello stato democratico, all’allargamento degli spazi di libertà in campo civile, economico e sociale, alla difesa dei più deboli che nell’attuale fase di ristagno economico stanno sempre più dilatando l’area del disagio; da ultimo la necessità di riannodare il filo di uno stretto dialogo, segnatamente ora alla vigilia della competizione elettorale per le elezioni Europee del prossimo anno, con tutte quelle forze politiche che si caratterizzano come nostri naturali alleati avendo fatto o dichiarato di voler perseguire l’opzione del Partito Socialista Europeo e con i quali andranno ricercate, costruite e condivise scelte in sede politica e parlamentare. Per queste ragioni e con questi obiettivi ho dunque deciso di accogliere le richieste di unità e di senso di responsabilità nei confronti della nostra, seppur piccola, ma appassionata comunità, giunte da parte di molti compagni, tra cui segretari regionali e membri della segreteria nazionale, e di non assumermi, per parte mia, la responsabilità della crisi finale del Partito ma, al contrario, di offrire un contributo e la disponibilità a discutere di politica e del ruolo che il Partito può e potrà svolgere nel nostro paese, e di lavorare per raggiungere la più ampia maggioranza senza rinunciare all’unità del partito, come promesso da Nencini. Scelta cui fermamente credo, che ho maturato con piena convinzione e ho condiviso con le compagne e i compagni che negli ultimi mesi mi hanno manifestato stima e solidarietà. Proviamoci fino in fondo. Ne vale la pena. Marco Di Lello
Posted on: Sat, 09 Nov 2013 13:08:46 +0000

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