ANGOLO DELLA TARANTINITA’ MUTTETTE TARANDINE: (PROVERBIO - TopicsExpress



          

ANGOLO DELLA TARANTINITA’ MUTTETTE TARANDINE: (PROVERBIO TARANTINO) A mezzadije ci stè a ‘ccáse d’òtre, cù pigghije vije!!! ( a mezzogiorno chi si trova a casa d’altri dovrebbe tornare alla propria) I DUE SENI DEL MAR PICCOLO (IL FIUME GALESO) Nel seno Piccolo sfocia il fiume Galeso, questo era preesistente all’arrivo dei coloni spartani, ma Polibio amava chiamarlo Eurota in ricordo di un fiume simile al nostro che scorre a Sparta. Ai tempi dei greci e poi dei romani, questo fiume ebbe notevole importanza, innanzitutto il suo percorso dalla fonte sino alla foce era più lungo rispetto a quello odierno, e prospiciente ad esso era circondato da rigogliose pinete , vegetazione varia, canneti e campi di grano. Un tempo vicino alla sua foce, gli abitanti del luogo con fusti ricavati dalle numerose canne, costruivano dimore per i pescatori. Piantavano questi fusti nell’acqua e sopra costruivano dei pagliericci simili alle palafitte. Queste dimore venivano chiamate “le scijaie” al largo i pescatori (chiùdde), avevano grandi allevamenti di ostriche, cozze pelose, noci e mitili. Inoltre con la paglia si dedicavano alla lavorazione dei cestini e dei vasi, dato che per un certo periodo storico non si ha testimonianza di vasi o altro vasellame in ceramica. Di Pasquetta questo luogo era meta di moltissimi villeggianti tarantini. Ancora oggi sono visibili le “mutaziones” ossia dei depositi fatti in pietra dove si conservavano grandi provviste di grano. Un tempo questo fiume era molto pescoso, alla sua foce ci sono molti citri , i pesci addirittura squizzavano fuori dai mulinelli di queste sorgenti, tanto che i romani si divertivano a cacciarli con le armi che avevano a disposizione a quei tempi: pietre, frecce ecc. In passato l’altra attività molto importante era la raccolta della “pinna nobilis” detta nel nostro dialetto: “a paricedde”, questa cozza molto grande raggiungeva anche il metro e cinquanta, dicevo è una cozza bivalva, con il frutto che alla sua sommità aveva un ciuffo chiamato “bisso”, formato da tanti filamenti che si tessevano molto simili alla seta e si confezionavano stoffe molto pregiate, che poi venivano tinteggiate con la “porpora” che a sua volta veniva ricavata dalle “murici” in dialetto “le cuèccele”.La terra circostante era fertile, c’è tutt’ora un’antica chiesa intitolata a san Pietro e Andrea nella zona chiamata “marrese o immutata, IL SENO GRANDE. Questo seno è attraversato dal fiume Cervaro, adesso è rimasto solo un rivolo d’acqua. L’estate numerosi villeggianti, si recano alla sua fonte che termina in sorgente e pare che l’acqua sia benefica x i reumatismi.Ai tempi dei romani era luogo di villeggiatura , sono ancora visibili gli “ozius”, resti di ville romane in pietra.Il mare in una vasta zona di questo seno si è ritirato formando così una grande palude calcarea , adesso è denominata “ la vela” ed è una zona protetta dove trovano asilo uccelli migratori fenicotteri, anatre selvaggie e gabbiani. Buon inizio di settimana a tutti!!!
Posted on: Mon, 25 Nov 2013 07:09:43 +0000

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