Accusato di terrorismo No Tav di Castiglione Finisce nel - TopicsExpress



          

Accusato di terrorismo No Tav di Castiglione Finisce nel registro degli indagati un trentenne originario della cittadina costiera Perquisizioni anche in Maremma: contestato l’assalto al cantiere Chiomonte di Francesca Gori CASTIGLIONE DELLA PESCAIA L’ipotesi di reato è «attentato con finalità terroristica e di eversione». E nella nuova inchiesta della procura di Torino è finito anche un trentenne originario di Castiglione della Pescaia che da tempo però vive stabilmente a Bussoleno, in Val di Susa. William Besana è uno degli animatori della protesta No Tav. Ed era presente, secondo gli investigatori, all’iniziativa del movimento al cantiere Chiomonte, dove sono state tagliate alcune reti di recinzione. È stato lui, ieri, a scrivere quello che stava succedendo dal mattino, nel piccolo paese della Val di Susa, dove sono state fatte alcune perquisizioni e sequestri. «Nei mandati si legge la volontà di ritrovare nelle case degli indagati (citiamo a braccio) materiale esplosivo, contundente, atto al taglio di recinzioni e supporti audio-visivi e digitali che permettano il riconoscimento di eventuali complici” - scrive William sul blog La valle che resiste - Come al solito sono stati sequestrati computer e altri dispositivi tecnologici di comunicazione. Così commenta ironico uno dei compagni perquisiti: “cercavano armi, si son presi computer e I-Phone”». Le perquisizioni sono scattate di notte da parte degli agenti della Digos, nelle abitazioni e nei locali di riferimento del movimento: a Torino, Bussoleno, Brusasco, Susa, San Mauro e anche a Castiglione della Pescaia. Ieri in Val di Susa si è svolta anche una conferenza stampa del movimento, che contesta l’operazione condotta dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. «La questione è seria - scrive ancora nel blog Besana - perché segna un salto di qualità da parte dei magistrati con l’elmetto». Lo stesso salto di qualità che ora la procura attribuisce ai dodici ragazzi i cui nomi sono iscritti nel registro degli indagati. A loro viene contestato di aver utilizzato “armi” durante l’azione al cantiere di Chiomonte: molotov, bombe carta, sassi e razzi. Armi che ieri notte la Digos è andata a cercare a casa dei giovani che sono finiti nei guai con un’accusa pesante: quella di terrorismo e di eversione. Per una protesta che è lontana centinaia di chilometri dalla Maremma, ma che ora è piombata nel cuore della nostra provincia per quel nome iscritto nel registro degli indagati.
Posted on: Tue, 30 Jul 2013 09:05:22 +0000

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