Alla presenza dei capi delle Chiese orientali cattoliche il - TopicsExpress



          

Alla presenza dei capi delle Chiese orientali cattoliche il vescovo di Roma ha chiuso lanno voluto da Benedetto XVI venerando le reliquie attribuite allapostolo Pietro Cristo è il centro Papa Francesco ha rivolto un pensiero di affetto e riconoscenza per il predecessore che ha voluto e indetto l’iniziativa Benedetto XVI lo inaugurò l11 ottobre 2012, presentandolo come un pellegrinaggio nei deserti delluomo contemporaneo; Papa Francesco lo ha concluso ieri, domenica 24 novembre 2013, ribadendo che la meta finale di quel pellegrinaggio è lincontro pieno con Dio. E forse proprio la celebrazione tra due pontificati è stata una delle ricchezze più significative di questo Anno della fede. Non a caso Papa Francesco, allinizio lomelia della messa conclusiva presieduta sul sagrato della basilica di San Pietro, ha citato il suo predecessore, al quale - ha detto - va ora il nostro pensiero pieno di affetto e di riconoscenza per questo dono che ci ha dato. E subito dopo ha ricordato un elemento che indubbiamente accomuna il loro magistero, la centralità di Cristo: Cristo centro della creazione, Cristo centro del popolo, Cristo centro della storia. Una meta riproposta lungo tutto questo intenso anno di celebrazioni, da raggiungere attraverso lascolto, lincontro e il cammino, i tre pilastri sui quali ha raccomandato a cinquecento catecumeni, incontrati sabato pomeriggio, 23 novembre, di incentrare la loro missione di cristiani nel mondo. Anche durante lAngelus domenicale recitato dopo la messa, Papa Francesco non ha mancato di dar valore a questo invito rivolgendo il suo ringraziamento a quanti quella missione già svolgono per le strade del mondo: Il nostro pensiero riconoscente - ha detto prima della preghiera - va ai missionari che, nel corso dei secoli, hanno annunciato il Vangelo e sparso il seme della fede in tante parti del mondo. Ringraziamenti che lunedì mattina, 25 novembre, il Santo Padre ha esteso ai volontari che hanno prestato la loro opera durante le celebrazioni di questanno. Una bella testimonianza di fede ha definito il loro servizio. (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Messa a Santa Marta Il coraggio delle scelte definitive Quante volte i cristiani - quelli che sono perseguitati oggi o anche soltanto mamme e padri di famiglia - si trovano in situazioni al limite? E, costretti a fare scelte definitive, scelgono comunque il Signore? Se lo è chiesto Papa Francesco allomelia della messa celebrata lunedì mattina, 25 novembre, a Santa Marta, sottolineando che si tratta comunque di una scelta difficile, per la quale dobbiamo chiedere a Dio la grazia del coraggio. Il Pontefice si è riferito innanzitutto al brano liturgico tratto dal libro del profeta Daniele (1,1-6; 8-20), nel quale si narra di alcuni giovani che hanno trovato il coraggio di rifiutare cibo contaminato imposto dal re e sono riusciti a ottenere di essere nutriti di nascosto solo ad acqua e verdura. Il Signore ripaga questa loro fedeltà aiutandoli a sviluppare un fisico e una mente più agili di tutti gli altri, tanto da farsi prediligere dal re stesso. Quei giovani, ha notato il Santo Padre, erano al limite perché schiavi, e quando in quel tempo - ma anche in questo - si cadeva nella schiavitù, non era più sicuro niente, nemmeno la vita. Siamo al limite. Il vescovo di Roma ha quindi richiamato lepisodio del Vangelo di Luca (21, 1-4) in cui si parla dellelemosina della vedova, la quale non ha neppure da mangiare per se stessa eppure offre tutto ciò che possiede. Gesù - ha sottolineato il Papa - dice che era nella miseria. In quel tempo le vedove non avevano la pensione del marito, erano in miseria. Erano al limite. Dunque, quei giovani e la vedova erano al limite quando si sono trovati a dover prendere una decisione. La vedova - ha notato il Pontefice - è andata al tempio ad adorare Dio, a dire al Signore che è sopra di tutto e che lei lo ama. Sente che deve fare un gesto per il Signore e dà tutto quello che aveva per vivere. E questo suo gesto è qualcosa di più che generosità, è unaltra cosa. Sceglie bene: solo il Signore. Perché si dimentica di se stessa. Poteva dire: ma, Signore, tu lo sai, ho bisogno di questo per il pane di oggi... E quella moneta tornava in tasca. Invece ha scelto di adorare il Signore sino alla fine. Anche i giovani avevano la possibilità di trovare unuscita di emergenza, diciamo così, dalla loro situazione, ha aggiunto il vescovo di Roma. Avrebbero infatti potuto dire: Ma siamo schiavi. La legge qui non si può compiere, dobbiamo custodire la vita, non dimagrire, non avere malattie... mangiamo!. Invece hanno detto di no. Hanno fatto una scelta: il Signore. E sono stati tanto intelligenti da trovare una via per restare fedeli, anche in un contesto difficile. Giovani e vedova, ha evidenziato il Santo Padre, hanno rischiato. Nel loro rischio hanno scelto il Signore. Lo hanno fatto con il cuore, senza interessi personali e senza meschinità. Si sono affidati al Signore. E non lhanno fatto - ha notato Papa Francesco - per fanatismo, ma perché sapevano che il Signore è fedele. Si sono affidati a quella fedeltà che cè sempre. Perché il Signore è sempre fedele, in quanto non può rinnegare se stesso. Affidarsi alla fedeltà del Signore: è una scelta - ha detto il Papa - che anche noi abbiamo lopportunità di fare nella nostra vita cristiana. A volte si tratta di una scelta grande, difficile. Nella storia della Chiesa, e anche nel nostro tempo, ci sono uomini, donne, anziani e giovani che fanno questa scelta. Ce ne rendiamo conto quando conosciamo la vita dei martiri, quando leggiamo sui giornali le persecuzioni dei cristiani, oggi. Pensiamo a questi fratelli e sorelle che si trovano in situazioni al limite e che fanno questa scelta. Loro vivono in questo tempo. Sono un esempio per noi. Ci incoraggiano a gettare sul tesoro della Chiesa tutto quello che abbiamo per vivere. Tornando ai giovani del libro del profeta Daniele, il Santo Padre ha fatto notare che il Signore li aiuta e li fa uscire dalla difficoltà; e sono vittoriosi e arrivano a buon fine. Il Signore aiuta anche la vedova del Vangelo di Luca, perché dietro la lode di Gesù, Dio la loda: in verità vi dico, questa vedova... È una vittoria. Ci farà bene pensare a questi fratelli e sorelle che in tutta la storia, anche oggi, fanno scelte definitive. Il Pontefice ha invitato a pensare, in particolare, a tante mamme e a tanti padri di famiglia che ogni giorno fanno scelte definitive per andare avanti con la loro famiglia, con i loro figli. E questo è un tesoro nella Chiesa. Loro ci danno testimonianza. Davanti a loro, ha concluso, chiediamo la grazia del coraggio. Del coraggio di andare avanti nella nostra vita cristiana, nelle cose di ogni giorno e nelle situazioni al limite. (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Il cammino della fede Con una eccezionale liturgia durante la quale sono state venerate le reliquie che la tradizione attribuisce allapostolo Pietro, alla presenza tra gli altri dei capi delle Chiese cattoliche orientali, si è concluso il secondo anno della fede. Lo aveva indetto Benedetto XVI per ricordare il cinquantesimo anniversario dellapertura del concilio (11 ottobre 1962) e a lui Papa Francesco ha voluto subito rivolgere - ancora una volta con un tratto di toccante delicatezza - un pensiero pieno di affetto e di riconoscenza per questo dono che ci ha dato, in unomelia tanto semplice quanto efficace. Proprio la memoria del martirio di Pietro e di Paolo, collocato nellanno 67, aveva spinto Paolo VI a ideare per la prima volta un anno della fede, aperto il 29 giugno 1967 e concluso il 30 giugno 1968 con la professione del Credo del popolo di Dio, non molto tempo dopo la conclusione del Vaticano II. Era questo lo sfondo delliniziativa, perché - come osservò Papa Montini l8 marzo 1967 - se il concilio non tratta espressamente della fede, ne parla ad ogni pagina, ne riconosce il carattere vitale e soprannaturale, la suppone integra e forte, e costruisce su di essa le sue dottrine. E le parole del Vaticano II sono state riprese da Papa Francesco quando ha detto che a Cristo, centro della storia e della vita di ogni uomo, possiamo riferire le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di cui è intessuta la nostra vita. Infatti, le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini doggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore si legge allinizio della Gaudium et spes. Alla luce della fede - testimoniata dagli apostoli Pietro e Paolo e approfondita per il nostro tempo dal concilio Vaticano II - il vescovo di Roma ha voluto dunque rileggere lanno trascorso come tempo opportuno e favorevole (kairòs, nel linguaggio delle Scritture cristiane) per riscoprire la bellezza di un cammino che per ogni fedele è iniziato con il battesimo e viene indicato a chi voglia avvicinarsi allunico Signore. Ed è lui che viene incontro alluomo e posa su ogni persona il suo sguardo, aveva spiegato Papa Francesco parlando ai catecumeni del desiderio di Dio. Nella domenica conclusiva dellanno liturgico che è dedicata alla meditazione su Cristo re delluniverso il vescovo di Roma ha spiegato con parole dense ed efficacissime il senso di questa signoria: che è centro della creazione, centro del popolo, centro della storia (e cioè della storia dellumanità e della storia di ogni uomo, ha specificato). Centralità di Gesù Cristo che va riconosciuta e accolta nei pensieri, nelle parole e nelle opere, ha detto Papa Francesco che ha subito aggiunto che soltanto così pensieri, parole e opere saranno di Cristo. La riflessione del Pontefice ha così interpellato la storia di ogni uomo. Per implorare, con le parole del buon ladrone, Gesù e il suo sguardo, e continuare il cammino. g.m.v. (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Entro i prossimi sei mesi dovrà essere raggiunta unintesa definitiva sul nucleare tra il gruppo cinque più uno e Teheran A Ginevra solo un inizio Ginevra, 25. Laccordo è stato firmato: dopo dieci anni di discussioni lIran ha accettato nella notte tra sabato e domenica di limitare il suo programma nucleare e di farlo verificare alla comunità internazionale, mentre il gruppo cinque più uno (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina, membri permanenti del Consiglio di sicurezza, più la Germania) ha accettato di allentare le sanzioni imposte a Teheran. LUnione europea, ha affermato oggi il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, revocherà alcune sanzioni già dal mese di dicembre. Teheran ha accettato di interrompere larricchimento alle concentrazioni di uranio superiori al 5 per cento e ha anche accettato di neutralizzare, diluendole, le sue riserve di uranio già arricchito al 20 per cento. Ma laccordo raggiunto a Ginevra scadrà tra soli sei mesi. In questo arco di tempo, infatti, si dovrà negoziare una difficile intesa definitiva. (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Ban Ki-moon in occasione della Giornata internazionale per contrastare la violenza alle donne Una ferita inferta allintera comunità umana I New York, 25. Più del 70 per cento delle donne nel mondo ha subito violenza almeno una volta nella vita. Lo ricordano le Nazioni Unite nel videomessaggio del segretario generale, Ban Ki-moon, in occasione della Giornata internazionale per leliminazione della violenza contro le donne. Unendosi al coro di coloro che chiedono la fine di azioni che violano i diritti umani, Ban Ki-moon ha espresso apprezzamento per i leader che promulgano e fanno rispettare leggi a tutela dei diritti delle donne. La Giornata cade in una data scelta in onore delle tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabel, oppositrici del dittatore della Repubblica Dominicana, Rafael Leónidas Trujillo: il 25 novembre 1960 vennero sequestrate, torturate e uccise. Nel videomessaggio il segretario generale delle Nazioni Unite sottolinea che le violenze contro le donne rappresentano una grande offesa allintera comunità umana. In occasione della Giornata internazionale, il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha conferito lonorificenza di Cavaliere dellOrdine al Merito allavvocatessa di Pesaro, Lucia Annibali, sfregiata con lacido per ordine del suo ex fidanzato lo scorso aprile. (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Il rabbino Abraham Skorka parla di Papa Francesco e dei rapporti tra ebraismo e cristianesimo Unoccasione da non perdere Penso che il rabbinato, e parlo di rabbinato mondiale in tutte le sue componenti, stia attraversando un momento di crisi profonda e lacerante afferma Abraham Skorka, rettore del seminario rabbinico latino-americano di Buenos Aires, in unintervista rilasciata ad Adam Smulevich che sarà pubblicata nel numero di dicembre di Pagine Ebraiche, il mensile di attualità e cultura dellUnione delle comunità ebraiche italiane diretto da Guido Vitale. Cè crisi in Israele, cè crisi in tutte le comunità della Diaspora. Ne usciremo soltanto se avremo il coraggio e la forza di confrontarci mettendo da parte vecchi schemi e guardando con una diversa consapevolezza al futuro continua il rabbino. Durante il viaggio in Israele, fissato per la primavera prossima, Papa Bergoglio avrà al suo fianco proprio lamico e interlocutore dai tempi di Buenos Aires, ospitato a Santa Marta per una settimana durante la sua ultima visita a Roma. Di questa esperienza Skorka serba un ricordo molto piacevole. Siamo stati accanto alcuni giorni, condividendo i tre pasti quotidiani e altri momenti, sia pubblici che privati. Abbiamo parlato di tutto: del dialogo ma anche del viaggio che faremo insieme in Israele. Sono anni che condividiamo idee, esperienze e momenti di preghiera. Adesso tutto questo, in virtù del suo nuovo ruolo, ha evidentemente un sapore e un valore diverso. Ma resta il Bergoglio di sempre: un interlocutore coerente, ma soprattutto un amico sincero che si è prodigato, con tutte le sue forze, per non farmi mancare niente. Abbiamo celebrato assieme linizio dello Shabbat, era al mio fianco quando ho recitato il kiddush e spezzato le challot forniteci dallambasciatore dIsraele presso la Santa Sede Zion Evrony. Sono state giornate indimenticabili e penso che abbiano un valore che va oltre laffetto e la fiducia che da sempre (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Don Galeazzo Andreoli venne inviato in Unione Sovietica nel 1969 come sostegno per gli operai dello stabilimento Vaz Un cappellano a Togliattigrad di Oddone Camerana Sono passati quarantatré anni da quando nel 1970 le prime auto Ziguli sono uscite dallo stabilimento Vaz costruito sul Volga a Togliattigrad su licenza della Fiat. Nato dal contratto siglato a Torino nel 1966 per la Fiat dal presidente Valletta e per il governo sovietico dal ministro Taraskov, lo stabilimento che impiegava sessantamila lavoratori per una produzione di duemila auto al giorno, concludeva un iter di rapporti tra la Fiat e il governo sovietico che risaliva al 1955. Ebbene, in mezzo al cumulo dei documenti affidati agli archivi della memoria che raccontano una vicenda che ormai appartiene al passato vorrei ricordare un libro uscito ventidue anni fa che forse non ha ricevuto lattenzione che avrebbe meritato. Scritto da don Galeazzo Andreoli (Carpi 1929 - Modena 2005), narra - come dice il titolo Cappellano con la Fiat a Togliattigrad (Milano, La casa di Matriona, 1991) - una vicenda collaterale, quella vissuta dal sacerdote cattolico inviato in Unione Sovietica a prestare assistenza spirituale e religiosa alla consistente comunità italiana impegnata nella costruzione e nellavviamento della fabbrica. Scelto sulla base delle sue esperienze in fabbrica a Modena, don Galeazzo prende servizio nel dicembre del 1969 col programma di rimanere a Togliattigrad per tre mesi. Ci rimane per tre anni fino alla Pasqua del 1973. Un compito delicato da svolgere con riservatezza e prudenza e che doveva tener conto del sospetto con cui veniva vista la religione da parte di un apparato direttivo contrario alla fede cristiana e che promuoveva lateismo di Stato. Dotato di un notevole spirito realista e fortificato dalle precedenti esperienze, don Galeazzo si adatta presto a essere un tuttofare impegnato su molti fronti. Fornire aiuto a rimuovere la nostalgia che assaliva le maestranze lontane da casa e dai famigliari, specialmente in occasione della messa natalizia. Aprire gli animi allafflato religioso e alla riscoperta della fede. Partecipare alle cerimonie aziendali come quella della consegna di una medaglia ricordo in occasione delluscita della centomillesima auto o di feste nazionali con lesposizione delle bandiere, quella italiana e quella sovietica. Festeggiare i compleanni, visitare gli infermi e gli incidentati, celebrare matrimoni. Alle mansioni di pastore aggiungere quella di maestro e di infermiere. Curare la corrispondenza, fungere da fattorino per gli acquisti degli oggetti più disparati richiesti dalle maestranze (sapone, lucido da scarpe, cartoline, francobolli, generi alimentari, e così via). Celebrare quotidianamente e dove possibile la messa, anche nella stanza dalbergo. Vivere il tempo libero dei suoi assistiti partecipando alle scampagnate nei boschi e sulle rive del Volga. Tutto ciò superando latmosfera cupa che avvolgeva i padroni di casa russi sospettosi e sospettati dal Kgb e sottoposti al rigore del Pcus propenso a boicottare ogni forma di religiosità fatta eccezione per la solennità e limponenza del Natale ortodosso. (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home] Quello che Papa Francesco chiede alla Chiesa Tempo di misericordia In aumento i fedeli che si accostano al sacramento della Riconciliazione Con la relazione del cardinale penitenziere maggiore Mauro Piacenza si apre nel pomeriggio di oggi, lunedì 25, a San Giovanni Rotondo, la terza settimana internazionale della riconciliazione promossa dall’ordine dei frati minori con il patrocinio della Penitenzieria Apostolica, quale occasione di formazione per i sacerdoti. L’incontro, che si concluderà venerdì 29, ha per tema «Credo la remissione dei peccati». Anticipiamo ampi stralci dell’intervento che il reggente della Penitenzieria Apostolica, Krzysztof Józef Nykiel, terrà nella mattina di martedì 26 e che ha per titolo «La fede della Chiesa nella Divina Misericordia». (©LOsservatore Romano 25-26 novembre 2013) [Index] [Top] [Home]
Posted on: Tue, 26 Nov 2013 06:35:11 +0000

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