BELLISSIMA DA LEGGERE.... Il seme, il secchio e la - TopicsExpress



          

BELLISSIMA DA LEGGERE.... Il seme, il secchio e la clessidra. In un zona remota africana erano andati tre missionari tutti animati dallo stesso desiderio: costruire un grosso villaggio solidale per aiutare la popolazione in difficoltà. Il sogno era veramente ambizioso e difficile da realizzare, ma ognuno dei missionari, a chi provava a dissuaderli, ripeteva la stessa cosa:” Dio me l’ha detto e Dio lo farà”. Grande entusiasmo e forti aspettative erano in ciascuno di loro perché tutti e tre ritenevano di essere stati mandati da Dio. C’era un dettaglio molto particolare, però, nel racconto di quei missionari. Mentre sentivano la voce di Dio tutti avevano visto in visione la stessa cosa: un piccolo seme, un secchio vuoto ed unenorme clessidra e dopo la visione ognuno di loro aveva sentito la voce di Dio aggiungere:” Portati questi se vuoi vedere la riuscita del progetto perché ne avrai bisogno…” Ognuno di essi, obbedendo alla voce di Dio, aveva portato infatti un piccolo seme, una tinozza ed una grande clessidra, sebbene nessuno di loro capì a cosa sarebbero potuti servire. Il primo, per affrontare il viaggio, vendette tutto ciò che aveva e, raccolti i suoi risparmi, lasciò la casa e si trasferì sul posto aspettando che Dio compisse il miracolo. Tutti i giorni passava molto tempo a pregare e ogni sera girava attorno al villaggio marciando sulla terra come per marcarla e dichiarando parole di fede diceva a gran voce:” Dio me l’ha detto, Dio lo farà; Dio me l’ha detto, Dio lo farà!” Rimase lì un anno aspettando che accadesse qualcosa, ma poi finite le sue risorse e vedendo che non accadeva nulla che facesse presagire la costruzione del villaggio, se ne tornò a casa deluso dicendo:” Forse non era stato Dio a parlarmi. Il secondo, come il primo, stette lì un anno sostenuto dalla sua missione. Era un bravo e onesto uomo di Dio. Tutte le notti piangeva per quei poverini affamati e pieni di ogni difficoltà. Il Suo cuore si scioglieva ogni volta che vedeva uno di quei bimbi soffrire la fame e la sete, per non parlare poi delle malattie che per mancanza di medicinali portavano ogni giorno alcuni di loro alla morte. Non resistette molto tempo e tornò anch’egli a casa pieno di interrogativi e con un senso di pesante fallimento. Sapeva che Dio lo aveva mandato, ma non capiva cosa avesse frustrato il suo disegno. Arrivò il terzo missionario. Restò lì molto tempo e, al contrario di quello che fecero gli altri due, mai fece ritorno nella sua terra. Era paziente e voleva aspettare l’adempimento del piano di Dio, ma dopo una decina di anni, stanco e deluso iniziò a sentire anch’egli il peso di quella sconfitta. Piano piano si fece vecchio e morì senza aver visto realizzato il proposito per cui era partito. Molti altri sentirono quella chiamata per quel villaggio, ma nessuno voleva andare visto il fallimento di tutti i precedenti. Di lì a qualche anno un giovane pieno di entusiasmo arrivò al villaggio. Si dava un gran da fare ed iniziò a creare contatti, a chiedere aiuti e a lavorare per comprare i primi mattoni. Era animato da molto zelo perché pregava molto. Anche lui aveva ricevuto la stessa rivelazione degli altri tre ed era certo che Dio avrebbe realizzato con lui quel piano. Passava tutte le notti in preghiera cercando guida e visione. Piangeva anche molto perché il peso di quelle vite spezzate gravava sul suo cuore come un macigno. Diceva sempre a Dio:” Signore, non importa se io vedrò il frutto di ogni mia fatica, ma fa’ sì che questo villaggio nasca anche dopo di me e sui miei sforzi. Trascorse tanto tempo senza che accadesse nulla. Solo offerte di pochi mattoni e qualche sacca di cemento, ma lui non demordeva. Era certo che Dio gli avesse parlato e sapeva che non doveva muoversi di là perché Dio avrebbe onorato quanto gli aveva rivelato. Passarono molti anni: tre, cinque, sette… Il ragazzo continuava a lavorare e a credere che Dio alla fine avrebbe fatto la Sua parte. Una mattina, proprio come accade nelle favole, ricevette una lettera con molti incoraggiamenti e un assegno con una grossa offerta in danaro. Un ricco imprenditore credente, proprietario di una multinazionale, al corrente del lavoro e dello zelo del ragazzo, sentì nel cuore di fare quel gesto. Così poco dopo un altro, ed ancora un altro, ed altri ancora, mandarono offerte di cifre elevate. Di lì a poco iniziarono i lavori e grosse ruspe cominciarono a scavare. Nell’arco di 2 anni fu costruito un enorme villaggio con migliaia di posti, scuole ed ospedali. Fu a quel punto che il ragazzo, una notte, soddisfatto di quanto accaduto iniziò un dialogo con Dio e così prese a pregare:” Signore grazie per la tua fedeltà e grazie soprattutto per quanto mi hai permesso di fare per questa gente. E’ bello vedere il loro volti raggianti di gioia. C’è una cosa, però, che non ho compreso e vorrei a riguardo porti due domande: Perché gli altri prima di me hanno fallito? E cosa volevi dire con la visione del seme, del secchio e della clessidra? Io li ho portati con me, come so che avevano fatto anche gli altri, ma non li ho mai usati”. Di lì a poco senti una voce parlare al suo cuore dicendo:” Amato figlio, ad ognuno dei missionari avevo fatto vedere la stessa cosa ed avevo detto di portare con sé il seme, il secchio e la clessidra, ma solo tu li hai usati tutti e tre. Il ragazzo rispose prontamente:” Signore, ma non è vero! Io non li ho mai usati”. Dio aggiunse:” sì, tu li hai usati tutti e tre ed ora ti spiego il perché. -Il seme rappresentava la fede cioè credere fermamente in ciò che io avevo detto, e quello lo avevate creduto tutti e quattro perché siete andati dove vi avevo mandato. -Il secchio rappresentava le lacrime, la compassione e l’amore per realizzare il progetto. Molti dei miei figli fanno le cose senza metterci il cuore, ma io non benedico atti che nascono senza un profondo sentimento di empatia verso gli altri. In quello solo tu e il secondo che mandai siete stati adempienti. -La clessidra rappresenta la vostra capacità di saper aspettare. Chi mi conosce profondamente sa aspettare il mio tempo perché non è mosso da entusiasmo, ma dalla fiducia che ripone in me. In questo siete stati abili solo tu e l’ultimo missionario che non lasciò mai la terra dove lo avevo mandato. Solo tu, però, hai usato tutte e tre le attitudini che simbolicamente vi avevo mostrato. Quindi ricorda, per realizzare un mio sogno servono sempre tre cose: fede, cuore e pazienza. - Ferruccio Parrinello
Posted on: Sun, 01 Dec 2013 00:26:52 +0000

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