Badie, il leninista islamico che sogna la jihad globale Ha guidato - TopicsExpress



          

Badie, il leninista islamico che sogna la jihad globale Ha guidato la Fratellanza verso il potere civile senza mai rinnegare l’estremismo CLAUDIO GALLO CORRISPONDENTE DA LONDRA – LA STAMPA 21/08/2013 Era l’ultimo giorno del gennaio 2011, in un vecchio palazzo slabbrato vicino alla pasticceria Groppi al Cairo si riuniva il Gotha dell’opposizione egiziana, mentre nella vicina piazza Tahrir i sanculotti stavano rovesciando Mubarak. Nell’emiciclo di boiserie e velluti che sembrava non essere mai uscito dal XIX secolo, vecchi tromboni liberali come Aymar Nour e il magnate nazionalista Rami Lakah, franco egiziano, greco-cattolico, discutevano con islamisti moderati come Magdi Hussein sul futuro di un paese che li ignorava. A un certo punto arrivò un tizio con il fez, accompagnato da due armadi: era Mohammed Badie, leader dei Fratelli musulmani. Non faceva parte di quel ridicolo parlamento ombra, ma con la sua curata barba bianca salì su uno scranno, fece un breve discorso e se ne andò. Si capiva che quell’ometto dalla faccia sveglia non era un politico da operetta come quegli altri ma almeno aveva dietro qualcuno. Adesso, due anni dopo, in un mondo sempre più veloce, Al Badie ha già percorso un’intera parabola politica che lo ha portato dalla regia del potere alla prigione. Le immagini che la crudele propaganda dei generali egiziani ha diffuso nell’etere mostrano un uomo ancora aggrappato alla dignità del suo ruolo ma umiliato. La polizia sa che mostrarlo come un vecchio fragile equivale a dire tacitamente che l’intera Fratellanza è indifesa come il suo leader. Settant’anni, Badie è un veterano del movimento islamista. Nato in un centro del delta del Nilo dove il caldo è irrespirabile, sposato con tre figli, è professore part-time di veterinaria. Nella Fratellanza ha fatto carriera dalla gavetta, cominciando dalla sua città natale. Nel 1965 mentre in America si moltiplicano le marce contro il Vietnam, Nasser fa i conti con i Fratelli, messi fuorilegge fin dal ’48. Badie è arrestato insieme al leader di allora Sayyed Qutb e condannato a 15 anni di prigione. Dopo nove anni, nel 1974, arriva la grazia del presidente Anwar el Sadat, l’uomo della pace con Israele, che sarà ucciso dal tenente islamista Khalid Islambouli durante una parata nel ’91. Teheran dedicherà all’assassino una via, vicino al ministero dell’Informazione. Nel frattempo Badie sale lentamente i gradini della gerarchia della Fratellanza. Nel 1994, già in era Mubarak, è arrestato per 75 giorni per aver partecipato a una società musulmana proibita. Nel 2010 arriva al vertice, al posto di Muhammad Mahdi Akef. Mantenendo la linea politica ambiguamente moderata che ha permesso in qualche modo alla Fratellanza, proibita politicamente ma riconosciuta come associazione culturale, di fare politica sotto l’ultimo Faraone, ha espresso alcuni punti di vista radicali in politica estera. Sposando un tipo di retorica comune nel mondo islamico, ha accusato i »Paesi musulmani di evitare il confronto con l’«entità sionista» e gli Stati Uniti. Le sue critiche, sulla stessa linea di Hamas, non hanno risparmiato l’Autorità palestinese che secondo lui ha svenduto la causa nazionale. Anche quando il «suo» presidente Morsi è riuscito nel 2012 a mediare una tregua tra Hamas e Israele, ha detto che la pace con «i sionisti» era illusoria: i musulmani non avevano davanti a sé che la jihad. La sua visione politica appare quella di un leninista islamico che scende a patti tatticamente con il nemico senza accettare in realtà alcuna mediazione, aspettando pazientemente il momento di impadronirsi del potere. Proprio l’immagine che i generali egiziani vogliono dare dei Fratelli, anche se il movimento è certamente più complesso e stratificato, «un coacervo di partiti diversi», come ha detto qualcuno. Mohammed Badie non è mai stato però il vero uomo forte della Fratellanza, Khairat al Shater (arrestato con lui), Mahmoud Ghozlan e Mahmoud Hussein e Mahmoud Ezzat (il suo successore) hanno contato più di lui nelle decisioni. AMBIZIOSO Partito da un villaggio ha scalato il movimento fino al vertice, nel 2010 INTRANSIGENTE Ha esercitato la retorica antisionista fino all’ultimo Non accetta mediazioni.
Posted on: Wed, 21 Aug 2013 04:32:43 +0000

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