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Blogcimaranews.Categorie:società,arte, economia,politica,cultura ,filosofia,spettacolo, Attualità,gossip -Descrizione:Solo la consapevolezza potra farci reagire e solo l informazione ci rendera consapevoli. Breakinallnews 11.11.13 Cimara Journalist @ Hearst Magazines Italia.Views are mine Rasstampa ragionata ultimi 5g.CIMARANEWS è il blog di DYLAN e DIEGO CIMARA.Non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non è un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le foto e le notizie utilizzate all\interno del blog sono di pubblico dominio perchè prese dalla rete. Se i soggetti ritratti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono inviare una segnalazione per la tempestiva rimozione. PRIME pagine dei giornali in edicola-Berlusconi ad Alfano: finirete come Fini. Tifone Haiyan, Filippine in ginocchio di red - 11 novembre 2013 09:18fonte ilVelino/AGV NEWSRoma IL CORRIERE DELLA SERA - In apertura: “Filippine, è una catastrofe, 10 mila morti”. Editoriale di Angelo Panebianco: “Un’inattesa distanza”. Al centro: “Strappo di Alfano, il Pdl a pezzi. Berlusconi: Ricordatevi di Fini”. In basso in un box: “Bus e uffici, così torna la sigaretta (elettronica”. LA REPUBBLICA - In apertura: “Filippine: è una catastrofe”. L’analisi di Tito Boeri: “La legge di stabilità nella polveriera”. Al centro: “Berlusconi ad Alfano: finirete come Fini”. In basso: “Libertà di sigaretta elettronica si potrà fumare persino sui bus”. LA STAMPA - In apertura: “Devastate le Filippine”. Taglio alto: “Berlusconi sfida Alfano sul governo ‘Basta collaborare’”. Sempre in alto: “Sigaretta elettronica. Sì nei luoghi pubblici”. E ancora: “Prostituzione minorile arrestato Paolini”. In basso: “La Juve strapazza il Napoli, la vetta è a un punto”. IL GIORNALE - In apertura: “Berlusconi venduto al Pd”. Il commento di Vittorio Feltri: “Mani in tasca ai pensionati. Il vizietto che non passa mai”. Al centro, fotonotizia: “La Merkel fa a pezzi la ripresa a colpi di euro”. Di spalla: “Il film su Tortora che piace a tutti (non al Festival”. In basso, l’articolo del lunedì di Francesco Alberini: “Il fantasma dell’invidia si aggira in Parlamento”. IL SOLE 24 ORE - In apertura: “Fisco, semplificazioni ferme”. Editoriale di Salvatore Padula: “L’annus horribilis delle tasse”. Al centro: “Ue, i budget 2014 all’esame finale”. L’analisi di Beda Romano: “Manca ancora un vero coordinamento”. IL MESSAGGERO – In apertura: “Strappo Berlusconi-Alfano”. L’analisi di Romano Prodi: “Dal turismo 500mila nuovi posti di lavoro”. Di spalla, in un box: “Epifani gela Renzi: ‘Anche Letta potrà essere candidato premier’”. Al centro, fotonotizia: “Roma, un pari che brucia ora il nemico è la Juve”. Sempre al centro: “Equitalia, crollo da 3 miliardi. Manovra, salasso alle banche”. IL TEMPO - In apertura: “Spunta il manuale delle baby squillo”. Editoriale di Sarina Biraghi: “Quei padri troppo assenti”. Di spalla: “Alfano: ‘Il leader è Silvio’. Ma i falchi non perdonano”. Al centro, fotonotizia: “Roma, 2 punti persi all’ultimo secondo”. In basso: “Sigaretta elettronica, sì nei luoghi pubblici”. IL FATTO QUOTIDIANO – In apertura: “Le Filippine devastate: i morti sono oltre 10 mila”. Taglio alto: “Berlusconi minaccia Alfano ‘Finirai come Fini’”. Editoriale di Ferruccio Sansa: “Napolitano e il potere sulla nostra felicità”. Il commento di Marco Travaglio: “Ma mi faccia il piacere”. Al centro: “Bav, pendolari a bassa velocità”. In basso; “Poltrone pubbliche: ventimila posti costano 2,6 miliardi”. Da blitz quotidiano-Il Corriere della Sera: “E’ una catastrofe, 10mila morti”. Un’inattesa distanza. Editoriale di Angelo Panebianco: “Il 25 novembre Vladimir Putin verrà a Roma, in Vaticano, per incontrare il Papa. Sarà un incontro diverso, presumibilmente, da quelli che il presidente russo ha avuto con i due Papi precedenti, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Al di là degli altri significati che la visita potrà assumere, soprattutto per i futuri rapporti fra Cattolicesimo e Cristianesimo ortodosso, sarà anche l’incontro fra due uomini che, l’estate scorsa, si sono scoperti alleati contro gli Stati Uniti (e contro la Francia) nella vicenda siriana. Mentre l’ondeggiante Obama sfogliava la margherita per decidere se intervenire militarmente o no al fine di punire il siriano Assad per l’uso delle armi chimiche, Putin e Francesco agivano in piena sintonia per bloccare l’intervento americano. Il Papa spinse la polemica fino al punto di ipotizzare che la guerra civile in Siria fosse alimentata ad arte da coloro che guadagnavano vendendo armi. E intendeva soprattutto l’Occidente, assetato di profitti. C’è urgenza in Europa di riflettere su cosa significhi, per l’Europa stessa, oltre che per l’Occidente nel suo insieme, un Papa che viene da un mondo molto diverso dal nostro. Un Papa che unisce, rispetto all’Europa, in modo paradossale, diversità culturale e una grande capacità di suscitare attenzione, attrazione e anche entusiasmi. Il rapporto fra il Papa e il suo gregge, e il suo tentativo di riformare in profondità la Chiesa di Roma, riguardano il mondo cattolico e, da parte di chi non appartiene a quel mondo, possono solo essere osservati con rispetto. Ma il rapporto del Pontefice con l’Europa riguarda tutti gli europei. Così come li riguardano i mutamenti geopolitici in atto, di cui un aspetto, e forse fra i più importanti, è proprio l’ascesa di Bergoglio al soglio pontificio”. Pensioni agganciate ai prezzi, sì di Letta. Articolo diLorenzo Salvia: “Nonostante la platea popolare, le telecamere sono quelle di Domenica In , il messaggio è forse un po’ criptico. Ma quella che arriva dal presidente del consiglio Enrico Letta è di fatto la benedizione all’intesa fra Pd e Pdl sulle pensioni, e cioè al ritorno dell’indicizzazione al 100%, vale a dire l’adeguamento totale al costo della vita, per gli assegni fino a 3 mila euro lordi al mese. Lasciando il blocco degli aumenti automatici solo per le pensioni che superano quella soglia. Il disegno di legge di Stabilità, approvato dal consiglio dei ministri a metà ottobre ed ora all’esame del Senato, va già in questa direzione. Ma per il momento è più timido. Reintroduce sì l’indicizzazione, cancellata con il decreto salva Italia per tutte le pensioni al di sopra dei 1.500 euro lordi al mese. Ma solo per gradi: la rivalutazione sarebbe del 100% fino a 1.500 euro, del 90% fino a 2 mila, del 75% fino a 2.500 e del 50% fino a 3 mila. Per poi azzerarsi una volta superata la fatidica soglia. L’intesa Pd Pdl, a questo punto con l’ok di Letta, prevede la rivalutazione completa per tutti gli assegni al di sotto dei 3 mila euro. Il punto, come sempre, è dove trovare le risorse. Ed è qui che la questione si complica. Il Pd propone di togliere qualcosa ai pensionati più ricchi, abbassando l’asticella già fissata per il nuovo contributo di solidarietà, la tassa aggiuntiva che torna con una nuova veste giuridica dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale. Scatterebbe non più sopra 150 mila euro, come nel testo uscito da Palazzo Chigi, ma sopra 90 mila”. Con il delfino è rottura La tentazione del Cavaliere di andare all’opposizione. Scrive Lorenzo Fuccaro: “Sulle prime non voleva affatto replicare alle affermazioni di Angelino Alfano. Ma alla fine ha ceduto alle insistenze di Denis Verdini e Raffaele Fitto, che gli hanno messo sotto gli occhi un passaggio dell’intervista fatta dal vicepremier a «SkyTg24», nel quale sosteneva che Silvio Berlusconi «avrebbe potuto fare campagna elettorale ma non guidare il governo». Tutt’al più, faceva notare Alfano, «speriamo possa essere al prossimo giro il nostro candidato». Parole che hanno scosso il Cavaliere perché vi ha visto confermato il sospetto che da tempo lo assilla e cioè che, nonostante le professioni di lealtà nei suoi confronti, Angelino e gli altri ministri sono parte di un piano che vuole estrometterlo dalla vita politica. «Come si fa a dire che potrei candidarmi soltanto al prossimo giro?», è la domanda che si è posto e ha girato agli interlocutori, i quali hanno così avuto buon gioco a suggerirgli di non lasciare passare questa «provocazione», questa assoluta mancanza di rispetto verso una personalità politica alla quale devono tutto”. L’accusa di Prodi: fallito il mio progetto di Pd. Scrive Francesco Alberti: “ Non c’è nemmeno bisogno che l’ultimo spenga la luce. Ora che la porta si è chiusa, anzi, che Romano Prodi l’ha chiusa, si può discettare all’infinito di quando, in quale esatto momento storico, ha cominciato a logorarsi e poi a sfilacciarsi per poi infine rompersi quel filo che dal 1995 a qualche mese fa — attraverso due Ulivi, due governi, due tradimenti fratricidi, mille battaglie contro Berlusconi, un’imboscata quirinalizia e agguati di ogni tipo — ha fatto del Professore il simbolo di un centrosinistra che aspirava (obiettivo fallito) ad avere il suo centro gravitazionale lontano dalle oligarchie romane. Considerato lo spessore e le mille peripezie che hanno segnato la convivenza tra il due volte ex premier e la galassia dei post dc e post pci, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il punto, piuttosto, è un altro: è giusto, come in automatico molti tendono ora a fare, interpretare la decisione prodiana di prendere definitivamente le distanze dalla sua creatura, prima rifiutandosi di ritirare la tessera pd e poi annunciando di voler disertare i gazebo delle primarie, solo e unicamente come una vendetta? Qualcosa, cioè, di pianificato a tavolino, consumato a freddo e destinato a fare rumore (oltre che male alla gracile costituzione del Pd), ma pur sempre una vendetta: certo legittima da parte di chi ritiene di aver subito un torto, ma comunque nata e maturata in un ambito emozionale, istintivo, impolitico e quindi per certi versi di corto respiro? Chi lo conosce esclude una lettura del genere: «No, è tutto molto più complesso, un lungo percorso segnato da una linea di coerenza…». Tutto molto più prodiano”. La prima pagina de La Repubblica: “Filippine: è una catastofre”. La Stampa: “Devastate le Filippine”. Come zombie in cerca di cibo a Tacloban. Scrive Alessandro Ursic: “Come uno tsunami non ci sono più solo i danni, ma anche il bilancio di morte. Le onde portate dal tifone Haiyan si sono portate via città e villaggi nel centro delle Filippine, causando una catastrofe che col passare delle ore assume le dimensioni di un’ecatombe: migliaia di morti, anche diecimila stima il capo della polizia, nelle isole di Leyte, Samar e Ormoc. Una fascia di litorale profonda un chilometro è stata cancellata. Senza cibo, acqua ed elettricità da tre giorni, per moltissimi senza una casa dove tornare, superstiti che hanno perso tutto vagano ora tra le macerie di città sempre più in preda all’anarchia. Tacloban, la capitale di Leyte spazzata da venti fino a 313 km/h, è finora il ground zero del disastro. Ma anche perché, con le difficoltà enormi che incontrano i soccorritori nello spostarsi, molte zone sono ancora isolate. Difficile la conta dei danni e le vittime, tanto che l’Unità di crisi della Farnesina sottolinea che «allo stato attuale» non ci sono italiani coinvolti. Ieri pomeriggio le tv filippine hanno fatto vedere le prime immagini di Guiuan, 40mila abitanti a Samar di cui non si avevano notizie da venerdì: un altro panorama da apocalisse, con chissà quanti morti sotto quelle case rase al suolo, diverse navi arenate sul fango che ricopre la terraferma, una marea di alberi e pali della luce divelti, automobili rovesciate, tetti di case ammucchiati. A Tacloban, i sopravvissuti sembrano non capacitarsi della catastrofe. Al contrario di uno tsunami, tutti sapevano che «Yolanda» (come nelle Filippine hanno chiamato questo tifone) stava per arrivare. Ma intorno non ci sono colline dove rifugiarsi. C’è chi ha cercato riparo nelle scuole o nelle chiese, ma sono state travolte pure quelle. Marvin e Loreta Isalan, quattro figli piccoli, hanno pensato di metterli al sicuro nell’aeroporto dove lavorava lui: ne hanno persi tre. Ora non smettono di piangere, come fanno altri sopravvissuti che raccontano la loro storia alle tv filippine, con gli occhi nel vuoto di quello che è rimasto”. Berlusconi-Alfano, ormai è guerra. Scrive Ugo Magri: Leggi anche: Berlusconi a ministri Pdl: “Collaborare col Pd è omicidio politico. Fate la fine di Fini” “La scissione Pdl è ormai conclamata. Il solco tra i due protagonisti, Berlusconi e Alfano, non appare colmabile. Il vice-premier sostiene in tivù, ospite di Maria Latella, che è indispensabile per l’Italia mandare avanti Letta, e dentro le larghe intese la funzione del centrodestra risulta essenziale. Dunque, a provocare la crisi lui non ci pensa nemmeno. Il Cavaliere, dal canto suo, non rinuncia al proposito di lasciare la maggioranza. Si è convinto che lanciarsi all’attacco del governo gli conviene comunque, lo «status» di leader dell’opposizione sarebbe in fondo più decoroso che sostenere Letta senza voce in capitolo. Tra l’altro i suoi avvocati gli fanno credere che, nella veste di oppositore, i giudici ci andranno più cauti, altrimenti a suo sostegno interverrebbero le organizzazioni umanitarie mondiali… Insomma, le strade si separano. L’«Huffington Post» ha pubblicato a sera un’intervista del Cavaliere che non cita Alfano con nome e cognome, però gli lancia uno sprezzante ultimatum: torna subito indietro o seguirai la sorte di Fini”. Le pensioni d’oro costano 45 miliardi. Articolo di Antonio Pitoni: “Come dice il premier Enrico Letta, sulle pensioni il tema resta quello dell’indicizzazione. «Che va portata avanti fino al suo completamento», spiegava ieri il presidente del Consiglio, ospite di «Domenica In» su Raiuno. Proprio nel giorno in cui tornava a montare la polemica sulle pensioni d’oro con la pubblicazione degli ultimi dati dell’Istat. Nel 2011, il 5,2% dei pensionati (861mila persone in tutto), che percepisce un assegno mensile superiore ai tremila euro, ha assorbito in tutto 45 miliardi, vale a dire il 17% della spesa previdenziale. Poco meno di quanto sborsato per i 7,3 milioni di italiani, il 44% del totale, il cui reddito non supera i mille euro al mese. In cifre 51 miliardi in tutto, pari al 19,2% della spesa complessiva. Questione, quella delle pensioni d’oro, tornata d’attualità con le considerazioni, tutt’altro che confortanti, contenute nella relazione illustrativa che ha accompagnato la Legge di stabilità all’esame del Parlamento. Nella quale si sottolinea come la restituzione ai super pensionati di quanto avevano perso con lo stop alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il minimo per gli anni 2012-2013, pesi sulle casse dello Stato per 80 milioni di euro. Lo stop alle indicizzazioni era stato deciso nel luglio 2011 dal governo Berlusconi, ma era stato successivamente dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Decisione per effetto della quale, al fine di rimborsare le somme versate all’entrata del bilancio dello Stato, si legge nella relazione, è stato istituito «un apposito fondo nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle finanze, con una dotazione di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015». Cifre mica da ridere, se lette in parallelo con l’ultima fotografia scattata dall’Istat”. La prima pagina del Giornale: “Berlusconi venduto al Pd”. Leggi anche: Matteo Renzi è “un avventuriero” e “non lo voterò” – Eugenio Scalfari METEO TEMPO PREVISTO SULLITALIA PER OGGI LUNEDI 11/11/2013 NORD: ANCORA UN PO DI NUBI CON RESIDUE PIOGGE DURANTE LA PRIMA PARTE DELLA GIORNATA TRA I SETTORI CENTRO-MERIDIONALI DI FRIULI VENEZIA GIULIA E VENETO E SULLA PARTE CENTRO-ORIENTALE DELLEMILIA ROMAGNA MA CON TENDENZA A DECISO MIGLIORAMENTO DAL POMERIGGIO. PREVALENZA DI CIELO SERENO SUL RESTO DEL SETTENTRIONE SIN DAL PRIMO MATTINO. CENTRO E SARDEGNA: NUVOLOSITA CONSISTENTE UN PO SU TUTTE LE REGIONI PENINSULARI AD ECCEZIONE DELLALTA TOSCANA DOVE PIU IMPORTANTI SARANNO LE SCHIARITE. LE NUBI SARANNO ASSOCIATE A PRECIPITAZIONI DIFFUSE ANCHE TEMPORALESCHE E DI FORTE INTENSITA TRA MARCHE, ABRUZZO, UMBRIA, E ZONE INTERNE DELLA TOSCANA E LAZIO ED ASSUMERANNO CARATTERE NEVOSO INTORNO AI 1500 METRI. PARZIALE ATTENUAZIONE DEI FENOMENI SUL LAZIO A FINE GIORNATA. SULLA SARDEGNA NUBI E PRECIPITAZIONI CHE LOCALMENTE ASSUMERANNO CARATTERE TEMPORALESCO, I FENOMENI RISULTERANNO PIU SIGNIFICATIVI NELLA SECONDA PARTE DELLA GIORNATA E SUI SETTORI ORIENTALI DELL ISOLA. SUD E SICILIA: COPERTURA NUVOLOSA DIFFUSA SU TUTTE LE REGIONI AD ECCEZIONE DELLE ZONE INTERNE DELLA BASILICATA E DELLA PUGLIA CENTRALE. LA NUVOLOSITA SARA ACCOMPAGNATA DA FENOMENI INTENSI, ANCHE TEMPORALESCHI SU MOLISE, CAMPANIA, AREE TIRRENICHE DI BASILICATA E CALABRIA E SULLA SICILIA CENTRO SETTENTRIONALE, MENTRE LE PRECIPITAZIONI SARANNO PIU SPARSE E MODERATE SUL RESTO DEL MERIDIONE. TEMPERATURE: -MINIME E MASSIME IN DECISA DIMINUZIONE AD ECCEZIONE DEL NORD DOVE I VALORI NON SUBIRANNO SOSTANZIALI VARIAZIONI. VENTI: -SULLE REGIONI IONICHE E SU QUELLE DEL BASSO ADRIATICO DA MODERATI A FORTI SUD-OCCIDENTALI; -SULLE AREE TIRRENICHE MERIDIONALI FORTI DA OCCIDENTALI TENDENTI A RUOTARE DA NORD; -SULLE RESTANTI REGIONI MOLTO FORTI SETTENTRIONALI FINO A BURRASCA FORTE, AD ECCEZIONE DELLE AREE PIANEGGIANTI DL NORD DOVE RISULTERANNO DI DEBOLE O MODERATA INTENSITA. MARI: -DA MOLTO AGITATI A GROSSI IL TIRRENO, IL MARE ED IL CANALE DI SARDEGNA E LO STRETTO DI SICILIA; -DA AGITATI A MOLTO AGITATI LALTO ADRIATICO ED IL MAR LIGURE A LARGO; -MOLTO MOSSI I RIMANENTI MARI CON TENDENZA A DIVENIRE AGITATO LO IONIO. C.N.M.C.A.TEMPO PREVISTO SULLITALIA PER DOMANI, MARTEDI 12 NOVEMBRE 2013, E PER I SUCCESSIVI 4 GIORNI MARTEDI 12/11/13: NORD: GENERALMENTE CIELO SERENO O POCO NUVOLOSO SU TUTTE LE REGIONI. QUALCHE CORPO NUVOLOSO RESIDUO POTRA INTERESSARE LE AREE PIANEGGIANTI DELLEMILIA ROMAGNA E DEL VENETO AL PRIMO MATTINO, MA LA NUVOLOSITA TENDERA RAPIDAMENTE A DIRADARSI ANCHE SU QUESTI SETTORI. CENTRO E SARDEGNA: SULLE REGIONI ADRIATICHE CIELO COPERTO E PRECIPITAZIONI CONTINUE E PERSISTENTI, I FENOMENI POTRANNO RISULTARE NEVOSI AL DI SOPRA DEI 1500 METRI. SULLUMBRIA NUBI E POSSIBILITA DI PRECIPITAZIONI SPARSE. SULLA TOSCANA GENERALMENTE SERENO O POCO NUVOLOSO. SUL LAZIO E SULLA SARDEGNA ALTERNANZA NELLE SCHIARITE E NELLA COPERTURA NUVOLOSA CHE A TRATTI POTRA RISULTARE CONSISTENTE ED ESSERE ASSOCIATA E TEMPORANEI ROVESCI DI PIOGGIA, SPECIE SUI SETTORI ORIENTALI DELLISOLA. TENDENZA, SU QUESTULTIME REGIONI, AD ATTENUZIONE DELLA NUVOLOSITA E DEI FENOMENI NEL CORSO DEL POMERIGGIO. SUD E SICILIA: SULLE REGIONI ADRIATICHE SUI SETTORI IONICI E SULLA SICILIA CIELO MOLTO NUVOLOSO ASSOCIATO A PRECIPITAZIONI LOCALMENTE TEMPORALESCHE. SULLA CAMPANIA E SUI SETTORI TIRRENICI DI BASILICATA E CALABRIA NUVOLOSITA IRREGOLARE, MA A TRATTI PIU CONSISTENTE ED ASSOCIATA A TEMPORANEI ROVESCI DI PIOGGIA. TEMPERATURE: -MASSIME IN AUMENTO SU GRAN PARTE DELLA PENISOLA, MENO DECISO IL RIALZO DELLE MINIME CHE RIGUARDERA LE AREE CENTRO MERIDIONALI, STAZIONARIE LE MINIME AL NORD. VENTI: -AL CENTRO NORD E SULLA CAMPANIA ORIENTALI O NORD ORIENTALI, DI INTENSITA FORTE SULLA TOSCANA E SULLA SARDEGNA, MODERATI SULLE RESTANTI AREE DEL CENTRO CON LOCALI RINFORZI, GENERALMENTE DEBOLI AL NORD. -SULLE RESTANTI AREE DEL SUD MERIDIONALI, TENDENTI A DIVENIRE SUD-ORIENTALI, DI INTENSITA MODERATA CON LOCALI RINFORZI SULLA PUGLIA SALENTINA. MARI: -AGITATO IL MAR ED IL CANALE DI SARDEGNA ED I SETTORI OCCIDENTALI DEL TIRRENO CENTRO MERIDIONALE; -MOLTO MOSSI I RESTANTI BACINI. MERCOLEDI 13/11/13: STABILE SULLA TOSCANA E SULLE REGIONI SETTENTRIONALI AD ECCEZIONE DELLE ARRE COSTIERE DELLEMILIA ROMAGNA CHE VEDRANNO DEBOLI PRECIPITAZIONI. RESIDUA INSTABILITA SULLE REGIONI TIRRENICHE PENINSULARI, SPECIE QUELLE PIU MERIDIONALI, CON POSSIBILITA DI PIOGGE SPARSE NELLA PRIMA PARTE DELLA GIORNATA SU CALABRIA E CAMPANIA. MENTRE LE PIOGGE SARANNO ANCORA PERSISTENTI SULLE AREE IONICHE, SULLE REGIONI ADRIATICHE DEL CENTRO E DEL SUD, SULLA SARDEGNA E SULLA SICILIA ORIENTALE. SCHIARITE SUL RESTO DEL PAESE. GIOVEDI 14/11/13: ANCORA NUBI E PRECIPITAZIONI SULLE AREE ADRIATICHE CENTRO MERIDIONALI, SUI SETTORI IONICI E SULLE AREE ORIENTALI DELLA SARDEGNA, PREVALENZA DI AMPIE SCHIARITE AL NORD E SULLE CENTRALI TIRRENICHE, ALTERNANZA TRA ADDENSAMENTI NUVOLOSI E SCHIARITE SULLE RESTANTI AREE MA CON SCARSA PROBABILITA DI PRECIPITAZIONI. VENERDI 15/11/13 E SABATO 16/11/13: PROGRESSIVAMENTE LINSTABILITA SI ESTENDE A TUTTA LA PENISOLA, LA POSSIBILITA DI PRECIPITAZIONI RIGUARDERA TUTTI I SETTORI, ANCHE SE LE PRECIPITAZIONI RISULTERANNO PIU CONSISTENTI, NELLA GIORNATA DI VENERDI, SUL BASSO TIRRENO, MENTRE NELLA GIORNATA DI SABATO SU GRAN PARTE DEL CENTRO SUD. C.N.M.C.A. LAVORO Riferimento Offerta:0418-595-Settore azienda: INDUSTRIA METALMECCANICA impiegato amministrativo/commerciale con ottima conoscenza della lingua tedesca ed esperienza maturata presso aziende del settore metalmeccanico-Data scadenza offerta: 28/11/2013-Data inizio contratto: 28/11/2013 Servizio: Ricerca e selezione-Disponibilità oraria: Totale disponibilità Requisiti richiesti:Competenze:Office - Segreteria - Gestione agenda - Sufficiente Finance & Legal - Contabilità - Contabilità generale - Sufficiente Finance & Legal - Contabilità - Contabilità Fornitori/Ciclo Passivo - Sufficiente Finance & Legal - Contabilità - Fatturazione - Sufficiente Finance & Legal - Contabilità - Bollettazione - Sufficiente Finance & Legal - Contabilità - Contabilità di magazzino - Sufficiente Finance & Legal - Contabilità - Redazione Prima Nota - Sufficiente Information Technology - Fogli di calcolo / elettronici - Excel - Sufficiente Esperienze Lavorative:-Segretario/a amministrativo/a-Impiegato ufficio amministrativo-Impiegato contabilità generale Impiegato Commerciale-Titolo di studio:Laurea - Economia e CommercioLaurea - Economia Aziendale Lingue conosciute:Tedesco: Parlato: Ottimo - Scritto: Ottimo - Comprensione: Ottimo Tipo Veicolo: Auto -Patente: B -Note: inserimento stabile in azienda Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03. PENSIERI Quando ci sono, i controllori provengono dagli stessi ranghi dei controllati! Le tre funzioni(legislativo, esecutivo e giudiziario) devono ricordarsi che hanno il compito di gestire la socialità e a favore di questa. Oggi, in realtà, in linea con Luigi XIV, i tre poteri, attorniati da una burocrazia di stampo sovietico, hanno il solo fine di perpetuare sé stesse, naturalmente a spese dei cittadini, con apparati pletorici, inefficienti e costosi. E di accordarsi privilegi. E’ ora di cambiare. La democrazia non sarà mai il regno della libertà assoluta dell’individuo, lo sarebbe un regime politico basato non sulla volontà della maggioranza, ma sul rispetto di tutte le libertà individuali, cioè un regime liberal/liberta rio. La maggior parte degli uomini teme la libertà, perché essa comporta l’angoscia di scegliere e il peso della responsabilità circa le conseguenze delle proprie scelte. Il problema dei liberali è che la maggioranza delle persone non ama la libertà ,la fugge alimentando così la banalità del male , semmai ama la licenza, che è una furbizia del tutto particolare e diversa dalla libertà. La libertà comporta scelta e responsabilità, mentre la licenza comporta un’eccezione rispetto alla legge, a titolo di favore e/o di privilegio, senza necessità di scegliere e di pagarne le conseguenze. Ormai,pare,si preferisca un regime in cui adagiarsi e sopravvivere nella banalità quotidiana. Banalità, sì, ma per molti più sicura, priva di incertezze, protettiva. Questa è la fuga dalla libertà. Nei periodi di crisi e di notevole incertezza la fuga dalla libertà si accentua, e così i politici ne approfittano e colgono sempre questi momenti di emergenza per aumentare il potere intrusivo dello Stato e diminuire i diritti individuali. Anche Napolitano e Letta lo hanno fatto. In sostanza, La democrazia come è intesa ora rientra a pieno titolo nelle forme di governo tiranniche, essendo nient’altro che la tirannia di una maggioranza sulla minoranza ed è tanto più subita e mal sopportata da quest’ultima, quanto più si riduce lo scarto percentuale tra le parti come nell’attuale situazione di stallo politico. Questa specie di social-democrazia per essere meno tirannica dovrebbe intendersi come il luogo del confronto, del dialogo e del compromesso che alla fine dovrebbe lasciare tutti soddisfatti, anche se rischia più spesso di lasciare tutti insoddisfatti. Siccome individui e comunità, anche nello stato più omogeneo sono tutti diversi tra loro ed è quindi utopico pensare di avere un sistema di valori condiviso da tutti, per non avere la sopraffazione delle maggioranze sulle minoranze, servirebbe che le prime diventassero più tolleranti e le seconde rinunciassero a certe peculiarità, ma per fare questo bisognerebbe essere disponibili a dialogo, negoziazione e compromesso, concetti estranei a ogni forma di fondamentalismo e totalitarismo dichiarato. Oggi raccogliamo i cocci della nostra economia e ci chiediamo come essere sicuri che non correremo più il pericolo di un fallimento, come ridivenire competitivi in campo internazionale e come sopravvivere. E nessuno sa come toglierci di dosso un debito pubblico incommensurabile. Chi va contro i principi del buon senso, chi arriva a negare l’evidenza a forza di wishful thinking (reputare vero ciò che si desidera), una volta o l’altra va ad appiattirsi contro una roccia. La roccia della realtà. Ecco l’utilità dei capelli bianchi. Ci vuole quasi una vita per arrivare alla più completa diffidenza e al più completo pessimismo. Chi è vecchio ha avuto tante di quelle occasioni d’essere deluso da vedere le parole più o meno come suoni, quando non come rumori. Soprattutto quando inducono a sperare. Se lo Stato dice che reintrodurrà l’Imu, appesantendola del 60%, gli si può credere senza esitare. Se invece dice che farà la tale riforma, non bisogna affatto contarci. È infatti possibile che mantenga la parola ma non gli si può prestare più fede che ad un ragazzo di dodici anni il quale ci prometta che un giorno sposerà una bionda. Ecco perché il fatto che il nostro attuale Presidente del Consiglio ripeta tutti i giorni, che pubblicherà il testo della riforma della legge elettorale, con l’accordo dei partiti o senza l’accordo dei partiti, è qualcosa di estremamente noioso. Saremmo veramente lieti di non sentire più questo ritornello. Perché quelle parole non significano niente. Se tutto il Consiglio dei Ministri realmente stilerà quel testo e lo presenteranno al Parlamento perché lo approvi, ne saremo sorpresi come se mai una simile intenzione fosse stata annunciata. E se invece, dopo avere ripetuto fino alla noia che nulla li fermerà, tutti loro si fermassero, non ne saremmo molto stupiti.I capelli bianchi si possono anche tingere, l’esperienza del passato non riesce a cambiare colore. CASTA Le eccezioni ai tagli alla politica per far incassare i top manager di Palazzo Chigi. A Patroni Griffi 378mila euro. Leggi tutte le cifre La chiamano spending review, ma quando deve toccare i piani alti dei palazzi del Potere non attacca. Perché il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, guadagna 378mila euro l’anno, sommando al ricco stipendio governativo quello (altrettanto ricco) dell’amministrazione pubblica dalla quale proviene (malgrado sia in aspettativa da 2 anni). Altrettanto guadagna, per lo stesso motivo, Antonio Catricalà, viceministro per lo Sviluppo Economico. Poi si scopre che i ministri non parlamentari hanno trovato il modo per guadagnare (legittimamente) più del dovuto. Mentre ventisei dirigenti della presidenza del Consiglio guadagnano più di 200mila euro l’anno, e ognuno dei circa cento dirigenti di prima fascia di Palazzo Chigi, ne guadagna in media 188mila. Leggi generose - Il decreto legge 54 del 21 maggio 2013, scritto e voluto proprio da Patroni Griffi, sancisce il principio della “non cumulabilità del trattamento stipendiale” dei ministri che sono anche parlamentari. Cioè: chi ha un seggio da deputato o senatore e si vede anche assegnare la guida di un dicastero, deve scegliere tra la paga di parlamentare (135mila euro) e quella di ministro (63mila). Hanno preferito tutti la prima, più cospicua. C’è però un criterio di cortesia: i ministri non parlamentari, che dovrebbero guadagnare di meno, hanno diritto ad avere un trattamento pari a quello dei colleghi. E così lo stipendio sale per tutti. Autostima - Ma Patroni Griffi, nel varare il decreto, ha trovato il modo per curare la propria posizione. E’ Federico Fubini de la Repubblica a fare i conti in tasca al sottosegretario. Patroni Griffi è ben attento a mantenere in vigore due leggi del 1980 e del 1993, che permettono agli uomini del governo di conservare lo stipendio dell’amministrazione pubblica dalla quale sono distaccati. Il viceministro è presidente diSezione del consiglio di Stato in congedo da due anni. Come lui, anche Catricalà è presidente di Sezione del Consiglio di Stato (ma non esercita la sua funzione da 12 anni). Ebbene, i due non solo percepiscono regolarmente lo stipendio (e che stipendio: 243mila euro) per un lavoro che, di fatto, non svolgono più, guadagnando pure scatti di anzianità e relativi adeguamenti contrattuali. Ma lo sommano all’emolumento da ministri. Bravi tutti - Se i ministri, pur in questi anni di austerity e (presunti) tagli ai costi della politica, sono attenti a non ledere eccessivamente il proprio 740, i dirigenti dei palazzi romani si trovano ancora meglio tutelati. I super travet di Palazzo Chigi si sono visti riconosciuti tutti premi di risultato che ne raddoppiano lo stipendio, arrivando a una paga media di 188mila euro con una trentina di superefficienti che superano la soglia dei 200mila euro. Insomma: cento per cento dei funzionari premiati. In Gran Bretagna solo il 25 per cento dei dirigenti pubblici può ottenere il premio di produttività. Ma si sa che la stirpe italica dei travet è molto più brava… Fonte: liberoquotidiano.it/news/politica/1344238/Il-trucco-della-Casta–ecco-come-i-super-ministri-si-tengono-due-super-stipendi.html Lavorare alla Camera conviene. Non solo per i politici. Gli stipendi alti non riguardano, infatti, solo i parlamentari ma anche tutto il personale che ruota attorno a Palazzo Madama e a Montecitorio. E i guadagni di commessi, elettricisti e centralinisti, soprattutto in tempo di crisi, appaiono imbarazzanti. Cifre da capogiro. Uno schiaffo alla recessione. A rendere noti i dati è “United for a fair economy”, un’organizzazione di Boston nata per contrastare le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Un elettricista di Montecitorio per esempio prende 136.000 euro l’anno, più di tre volte un elettricista qualunque. Un commesso, invece, percepisce 60.000 euro di stipendio ‘base’, ma può arrivare anche a prendere 400.000 euro l’anno. Gli operatori tecnici, categoria nella quale rientrano i centralinisti, gli elettricisti e pure il barbiere di Montecitorio,vengono assunti con uno stipendio che supera di poco i 30 mila euro lordi l’anno, come riporta il Corriere della Sera. Ma già dopo 10 anni la loro busta paga è quasi raddoppiata, superando quota 50 mila, e a fine carriera può arrivare a 136 mila euro l’anno. Tradotto: un elettricista, un centralinista e un barbiere della Camera, anche se a fine carriera, messi insieme guadagnano quanto il segretario generale, che è pur sempre a capo di 1.500 persone. Napolitano? Ci costa 13 milioni. Ecco la classifica dei politici più cari - Giorgio Napolitano, Francesco Colucci (Pdl), Pier Ferdinando Casini, Altero Matteoli, Anna Finocchiaro, Umberto Bossi, Maurizio Sacconi, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Carlo Giovanardi sono questi, secondo la classifica stilata da il Fatto Quotidiano, i 10 politici che sono costati di più ai contribuenti italiani, essendo i più longevi nel Parlamento e nelle istituzioni. Una classifica che, fino a qualche mese fa, avrebbe visto in testa con ampio vantaggio Giulio Andreotti, deputato dalla prima legislatura (1948) e parlamentare per ben 65 anni. Ora a guidarla c’è invece GiorgioNapolitano: 60 anni fra Parlamento, governo e presidenza della Repubblica. Entrato alla Camera dei deputati nel 1953, è stato – se si eccettua la IV legislatura, 1963, in cui fu nominato segretario del Pci di Napoli – deputato, ministro, presidente della Camera, parlamentare europeo, senatore a vita e presidente della repubblica. Se questi sessant’anni di vita politica gli fossero stati pagati con lo stipendio di un attuale deputato (228 mila euro annui), calcola Il Fatto, Napolitano sarebbe costato 13,6 milioni di euro. Ben lontani sono gli altri componenti della classifica, con all’attivo “solo” fra i 21 e i 34 anni di assidua frequentazione delle “poltrone”. Fonte: affaritaliani.it/economia/stipendi-oro-camera31102013.html Parlamentari e politici di vario livello sono nell’occhio del ciclone da tempo. L’accusa: lavorano poco (spesso male), guadagnano tanto e collezionano privilegi. Insieme a loro, però, c’è un esercito silenzioso che lavora fianco a fianco con i politici lavora. Sono i dipendenti della Camera che di stipendi stellari e privilegi ne sanno parecchio. E inoltre, sanno capitalizzare il loro lavoro: come spiega Il Corriere della Sera gli stipendi, anno dopo anno, si allineano verso l’alto. Elettricisti - Chi a Montecitorio comanda davvero è il segretario generale: è al vertice della piramide e organizza il lavoro di 1500 persone. Guadagna, dalla nomina in poi, più di 400mila euro all’anno. Il suo lavoro è paragonabile a quello di un amministratore delegato e lo stipendio è in linea con le richieste del mercato. Ci si stupisce, però, gurdando cosa succede alla base della piramide. Gli operatori tecnici (elettricisti, centralinisti, barbieri etc) lavorano e si beccano stipendi decisamente fuori mercato. Vengono assunti con un contratto da 30mila euro all’anno, ma via via nel tempo, come riporta il Corriere della Sera, riescono a racimolare fino a 136mila euro all’anno. Davvero tanto: saranno dei veri talenti, visto che il reddito medio degli italiani è di appena 20mila euro all’anno. Primari? - Il livello più vicino al segretario generale è quello dei consiglieri parlamentari. Salgono le responsabilità e aumenta lo stipendio. Secondo il Corsera, in media il peso delle buste paga dei consiglieri è lo stesso di quello dei primari ospedalieri con la differenza, non da poco, che il loro lavoro è, sì, di responsabilità, ma si limita allo studio e alla ricerca. Bene, loro guadagnano 65mila euro circa appena assunti, ma gli scatti d’anzianità fanno lievitare tutto fino ai 358mila euro di fine carriera (dopo 40 anni di fedele servizio). Sono ben 170 e non hanno alcuna voglia di sentirsi dire che guadagnano poco. Indennità - A rendere tutto ingarbugliato, poi, ci sono le varie indennità che vanno a rimpolpare le già cospicue buste paga. Ad esempio, chi ha il compito di recapitare la corrispondenza si becca 108 euro in più per il suo lavoro ogni mese, ovviamente netti. Altro che i 14 euro una tantum promessi con la legge di stabilità, insomma. In attesa che il prossimo bando per una posizione da “barbiere della Camera” venga pubblicato, però, un motivo per gioire ce l’hanno tutti quelli che ambiscono a stipendi stellari: la Camera è l’unica istituzione che ha reso pubblci gli stipendi dei suoi lavoratori. Nonostante, a volte, la trasparenza faccia intravedere dei fatti che assomigliano a delle ingiustizie. Fonte: liberoquotidiano.it/news/1342164/Gli-stipendi-alla-Camera–commessi-da-400mila-euro–agli-elettricisti-136mila.html ECONOMIA Edward Snowden, l’ex agente dell’Nsa che ha rivelato lo spionaggio da parte del National Security Agency di centinaia di milioni di persone e società sparsi nei cinque continenti, Italia compresa. Milioni e milioni di telefonate intercettate, di email lette, di conversazioni skype ascoltate. Il grande fratello americano ci controlla, ci sorveglia e spia. Ma la cosa peggiore è che lo fa con il nostro consenso. Non nostro di cittadini italiani, nostro del nostro governo. Anzi, di tutti gli ultimi nostri governi. Il ministro degli Esteri Usa John Kerry è a Roma e il presidente del consiglio Enrico Letta ha dichiarato che gli chiederà spiegazioni in proposito del “datagate”. Cosa curiosa, visto che molte delle informazioni che l’Nsa ci ha spiato (invadendo la nostra privacy) gli sono state fornite proprio dai nostri servizi segreti. Siamo stati venduti non solo alla Casa Bianca, ma anche alle grandi banche, alle società di Borsa e alle multinazionali, in altre parole: al Club Bilderberg, di cui Letta fa parte, per sua stessa ammissione. Il settimanale tedesco “Der Spiegel” ha scritto che i suoi giornalisti hanno visto documenti cartacei e digitali da cui emerge come la Germania abbia collaborato in maniera massiccia alla raccolta dati da parte dell’Nsa. Secondo il quotidiano britannico “Guardian”, lo spionaggio europeo da parte dell’Nsa sarebbe iniziato cinque anni fa. Jan Philipp Albrecht, deputato dei Verdi tedeschi e specialista di protezione dei dati, intervistato dal “Guardian”, ha dichiarato: «Da quello che mi risulta, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno tutte firmato un accordo che prevede la fornitura di dati digitali agli Stati Uniti. In altre parole, hanno spiato i propri cittadini per conto di Washington». Informazione, questa verificata dal quotidiano britannico “Observer”. Il governo italiano nega. Popoff ha deciso di parlare con un ex funzionario dell’Nsa, Wayne Madsen. Madsen in passato ha fatto rivelazioni scioccanti sull’11 settembre, sul caso Calipari, su Al Qaida e sulla famiglia Bush. Tutte informazioni rivelatesi corrette e dimostrate anche documentalmente. Madsen: «L’Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei hanno accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency. L’Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Francia, la Danimarca, l’Olanda, la Germania, la Spagna e, ovviamente, gli Stati Uniti, hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un’enorme quantità di dati, incluse telefonate, email e la storia di accesso a Internet degli utenti. E per utenti intendo anche l’Unione Europea, che viene definita dall’Nsa un “target”, un obiettivo». «L’Nsa ha suddiviso i suoi partner, che l’aiutano a reperire informazioni, in tre gruppi diversi, in base al livello di fiducia. Gli Usa sono ovviamente nella prima categoria. La seconda è formata da Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. La terza è composta da Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna e Italia. In realtà c sarebbe anche un quarto livello. Ma di questo si conoscono solo alcuni Paesi, come Finlandia e Svezia». «La National Security Agency è diventata più potente con il passare degli anni. La guerra al terrore dell’Amministrazione Bush, proseguita da Obama, ha fatto il resto. Oggi l’Nsa è di gran lunga il più potente servizio di spionaggio al mondo». «Ma lo sapete qual è la cosa più assurda? L’Nsa è il servizio segreto elettronico degli Stati Uniti d’America. Quindi, chiunque giungerebbe alla conclusione che i dati che raccoglie vengano consegnati alla Casa Bianca. Magari fosse così. Lo sapete a chi riferisce le informazioni il direttore Keith Alexander? oltre a Obama, ovviamente. Ebbene, Alexander partecipa alle riunione del Club Bilderberg. Dunque, entrano in possesso dei nostri segreti banchieri, finanzieri, amministratori delegati di multinazionali, generali». «Da quello che mi risulta, l’Italia è stato uno dei Paesi più solerti a fornire informazioni a Washington. Sto parlando di milioni e milioni di dati sensibili e di informazioni personali per ciascuno dei sessanta milioni di italiani. Prendete ad esempio il caso Calipari. Il vostro agente segreto è stato assassinato da una squadra americana d’élite anche grazie alle informazioni fornite dai vostri servizi segreti. Insomma, i vostri governi vi hanno venduto alla Casa Bianca, alle grandi banche, alle grandi società di Borsa, alle multinazionali». CHIESA-PAPACECCO La corruzione è un peccato sociale ammonisce il Papa. Un male che si esercita non solo contro l’altro ma attraverso gli altri. E in Italia si pecca troppo. Ogni anno i corrotti rubano sessanta miliardi al Paese. 12 volte l’Imu sulla prima casa. Le bustarelle aumentano al 40% i costi delle opere Serviva il Papa a ricordarcelo. «Il peccato si perdona, la corruzione non può essere perdonata». Scomunica in piena regola che per l’Italia non ha un peso soltanto morale. Spiegava tempo fa l’allora Procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, «che il peso delle tangenti è tale da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese». Il Servizio Anticorruzione e Trasparenza del ministero della Funzione pubblica valuta in 50/60 miliardi di euro all’anno la tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini. La ormai nota Cgia di Mestre ha fatto i conti sul programma delle infrastrutture strategiche previste da qui al 2015, 233,9 miliardi di euro, ed ha calcolato che su questi lavori le tangenti potrebbero gravare per 93 miliardi in più. L’equivalente di quasi 6 punti di Pil. Ma l’indifferenza se non la tacita tolleranza non muove l’indignazione popolare. Eppure la corruzione, di fatto ruba dalle tasche di ognuno di noi, 1.543 euro. Perché tanta indifferenza? Eurobarometer 2011, ha accertato che nell’arco dell’anno precedente 12 italiani su 100, quasi uno su otto, si erano sentiti rivolgere almeno una richiesta di tangenti. Transparency, l’organismo internazionale dà numeri da brivido. Nel 1995, mentre entravano nel pieno dei processi di Tangentopoli e tutti applaudivano il pool di Mani Pulite, eravamo al 33º posto nella classifica dei Paesi virtuosi. Dieci anni dopo, Seconda Repubblica moralizzatrice, eravamo scesi al 40º. Poi l’affermarsi della moralità pubblica dell’era berlusconiana. Nel 2008 al 55º. Nel 2009 al 63º. E via via abbiamo continuato a scendere fino all’umiliante 72ª posizione del 2012 quando ci siamo ritrovati un posto sotto la Bosnia Erzegovina e addirittura otto sotto il Ghana. Umiliante. Aumenta la malattia e chiudono gli ospedali Dai dati ufficiali del ministero della Giustizia, dal 1996 al 2006 le condanne per peculato sono scese da 608 a 210. Quelle per corruzione da 1159 a 186. Concussione da 555 a 53, Abuso d’ufficio da 1305 a 45. Ma sono i dati di alcune situazioni locali a risultare ancora più sconvolgenti. Nella Lombardia degli scandali che hanno travolto la giunta del governatore Formigoni, da 421 a 38 condanne per corruzione. E la Sicilia precipita da 123 a 3. In più, i pochi che vengono beccati se la cavano con meno di due anni di carcere. Ovviamente condonati. ESTERI FRANCIADEFAULT-da vincitori e vinti La Francia economicamente umiliata e vittima della Macchina del Tempo dell’Eurozona, alla fine usera’ l’Atomica DATI ECONOMICI AGGHIACCIANTI Raffica di dati terrificanti ieri e nei giorni scorsi per la Francia. 1) Standard&Poor’s, la prima delle grandi agenzie di rating ad aver estromesso la Francia dal ristretto club dei Paesi a tripla A (nel gennaio del 2012), ha colpito ancora, abbassando di un altro voto il suo giudizio sull’affidabilità di Parigi (da AA+ ad AA). L’agenzia sottolinea che i margini di manovra del Paese sul fronte fiscale sono ormai praticamente inesistenti e che le misure varate negli ultimi mesi non riescono a ridurre il livello, record, della disoccupazione. Ed è proprio l’insofferenza legata alla drammatica situazione occupazionale, secondo Standard&Poor’s, a rendere molto difficile, per non dire quasi impossibile, la realizzazione delle pur indispensabili riforme strutturali. 2) La Commissione europea ha previsto il deficit francese sarà del 3,8% l’anno prossimo e del 3,7% nel 2015, e la la disoccupazione dovrebbe continuare a viaggiare abbondantemente al di sopra dell’11 per cento Siamo ben lontano dall’obiettivo del 3% che Parigi dovrebbe centrare (grazie peraltro allo slittamento di due anni concesso da Bruxelles). La strada maestra che viene continuamente indicata a Parigi è quella di una forte riduzione della spesa pubblica (ormai superiore al 56% del Pil), liberando risorse da destinare al mondo dell’impresa, dal quale possono arrivare i posti di lavoro veri. 3) Ieri sono usciti i dati sul deficit commerciale (in aumento a 5,8 miliardi in settembre da 5,1 dell’anno scorso); nel 3 trimestre export -0,7%, Import +0,8% Tali dati avranno un impatto negativo nel dato del PIL del 3 trimestre 2013. Il tutto avviene in concomitanza con l’annuncio del record tedesco della Bilancia Commerciale a settembre oltre 20 miliardi di attivo. 4) Ieri sono usciti i dati sulla produzione industriale (in calo dello 0,5% mensile), con un terzo trimestre a -1.1% sul secondo trimestre 2013 Anche questi dati avranno un impatto negativo nel dato del PIL del 3 trimestre 2013. Rammentiamo anche le previsioni d’investimento dell’industria (-7%) e sui fallimenti (in aumento del 5%). LA FRANCIA STA DIVENTANDO SEMPRE PIU’ SIMILE AGLI ALTRI PAESI PERIFERICI DELL’EUROZONA Ma cosa succede in Francia? Nulla di diverso dal Film gia’ visto negli altri paesi periferici (seppur attenuato e ritardato) - I Conti Pubblici degenerano. Il Debito pubblico e’ esploso dal 65% 5 anni fa al 94% attuale. Il deficit resta alto, Tasse e Spese pubbliche astronomiche, le agenzie declassano…. - L’Economia Reale si affossa. La Bilancia dei Pagamenti che era in pareggio fino ai primi anni del 2000, e’ progressivamente peggiorata. Idem la Produzione Industriale (che ha andamento molto simile a Spagna ed Italia). Percio’ il PIL non va bene, e la disoccupazione fa boom. Tutto cio’ aggrava ovviamente lo stato dei conti pubblici - Rispetto all’Italia molti parametri sono addirittura peggiori: i debiti del settore privato sono molto piu’ alti, i debiti esteri esplodono e la bilancia commerciale e’ fortemente negativa ed in peggioramento, la tasse sono piu’ elevate, l’industria manifatturiera e’ piu’ debole, i debiti potenziali sono esplosivi, l’esposizione dei sistemi bancari francesi e’ elevatissima, la Bolla Immobiliare non e’ ancora esplosa (i prezzi sono elevatissimi). LA MACCHINA DEL TEMPO DELLA CRISI E’ INESORABILE In sintesi in Francia avviene lo stesso film visto in Grecia, Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna, Italia, Slovenia, solo che accade. LA CAUSA PRINCIPALE DELLA CRISI E’ LA PERDITA DI COMPETITIVITA’ Perche’ questo tracollo? Semplicemente a causa di una proggressiva perdita di competitivita’. Basta guardare il dato del Costo del Lavoro per Unita’ di Prodotto, e la divaricazione dell’andamento con la Germania. E’ proprio dal 2005 che si apprezza un differenziale di CLUP tra Germania e Francia, non recuperabile con l’aggiustamento valutario, e quindi dallo stesso anno inizia la degenerazione della Bilancia Commerciale Francese, e la Produzione industriale Francese inizia a divaricarsi come andamento da quella Tedesca. La crisi 2008-13 ha fatto il resto. Stesso identico FILM gia’ visto in tutta l’eurozona, con successivo peggioramento dei conti pubblici e degenerazione dell’economia reale. La teutonica Deflazione fa il resto. LA FRANCIA NON E’ UNA NAZIONE COME LE ALTRE DELLA PERIFERIA: ALLA FINE USERA’ L’ATOMICA DELLA SVALUTAZIONE La classe politica francese se l’e’ presa con le agenzie di rating è facile. Sono incapaci di cambiare un Paese che ha urgente bisogno di uno shock di competitività. Nei sondaggi dilaga il FRONT NATIONAL, partito di estrema destra che propone l’uscita dall’Euro della Francia, ergo la morte dell’EURO. I Socialisti al potere hanno un livello di popolarita’ spaventosamente basso. Il punto e’ che la FRANCIA non e’ uno dei tanti paesi periferici: QUI esiste un orgoglio nazionale, e prima o poi reagiranno, e se non lo faranno i politici, lo faranno gli elettori. Ma voi pensate realmente che i Francesi accettino come gli Spagnoli e gli Italiani, di essere una nazione di serie B, dove i migliori emigrano e destinata alla marginalizzazione? Se qualcuno pensa questo, non conosce per niente la Storia. Ritengo difficile che la Francia attui lo shock di competitivita’ in modo differente che non dalla disgregazione dell’Euro. Non puo’ permettersi ulteriore spesa pubblica a deficit, e non puo’ recuperare sul CLUP raddoppiando i disoccupati (tipo in Spagna), per cui alla fine sparera’ sulla Germania, e se non lo faranno i politici, lo faranno direttamente i cittadini-elettori. Niente di diverso di quanto gia’ visto nel 1914-18 (e nella sua conseguente prosecuzione, la guerra del 1939-45). La Germania prima di tali eventi era in forte progressione economica, e si scontrava frontalmente con Francia e Regno Unito. I Teutonici erano alla disperata ricerca di mercati di sbocco per le proprie merci (Balcani in primis). Alla fine, quando gli interessi Tedeschi e Anglo-Francesi erano pienamente conflittuali, esplose la guerra. Semplicemente oggi sta accadendo la stessa cosa, e le armi sono spread, ratings, svalutazione, qe, gli eserciti sono la finanza, la bilancia commerciale, la produzione industriale, ed i morti sono i disoccupati e la poverta’ delle classi medie; l’Atomica e’ la disgregazione dell’Euro. Ora come allora, accadra’ la stessa cosa: la Francia (e non altri paesi) alla fine accettera’ il conflitto con la Germania come unica via d’uscita, e sara’ appoggiata come allora da Anglo-Americani (notate le dichiarazioni di Tesoro Americano e FMI? non sono casuali: l’austerity made in Germany sta trasformando l’eurozona in area a bilancia commerciale fortemente attiva facendo crollare l’Import, e la cosa crea danni incommensurabili al resto del mondo e squilibri di portata mondiale). Come per le 2 volte precedenti la Germania ne uscira’ a pezzi, dopo aver causato danni incommensurabili al resto del continente, e sempre per la stessa ragione (la necessita’ di “crescere” economicamente alle spese degli altri), o se siete “filo-teutonici” (oltre a Monti ed alla cricca dei ladri nostrani della casta, ne sono rimasti ben pochi), come le due volte precedenti l’Europa rifiutera’ di diventare “efficiente” come la povera Germania
Posted on: Mon, 11 Nov 2013 08:09:04 +0000

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