Blue Trail: il treno del blues é passato da qui. Una calda - TopicsExpress



          

Blue Trail: il treno del blues é passato da qui. Una calda serata di Luglio di una estate che sembrava noiosa, lasciata scorrere lenta tra una conversazione al bar e l’insonnia che procura un’arsura cosmica, esistenziale quasi. Speravamo in una estate “caliente” e ne abbiamo avuta solo una molto afosa. Poi una sera, quasi per caso… sul palco di Piazza Umberto, a San Martino in Pensilis, abbiamo avvertito il graffio di una voce potente, di seta e carta vetrata, calda da morirne felici: Alice ”delle meraviglie” Cascitelli, larinese, vent’anni, ospite d’onore dei Blue Trail, gruppo noto, avvezzo ad un pubblico che sa scegliere come passare una serata. I Blue Trail suonano da dio, e lo sapevamo già: Lino Musacchio, voce, chitarra e armonica di una band che ha scelto di suonare la Storia del blues e lo fa come chi il blues lo ama fin dentro lo stomaco. Alice si “accende” una Proud Mary, pezzo mitologico dei Creedence, e sembra fumarsela: gran bella voce, a contatto diretto con le note giuste. Lino tocca la chitarra come il capitano Achab maneggia il timone della sua nave e la band parte: Fernando Sciarretta al basso, Marco Tardioli alla batteria e Alessandro Argentino alla chitarra. Hanno partecipato a moltissimi eventi musicali ed hanno un repertorio country rock e blues che non concede spazio alle banalità: i pezzi cult dei Beatles, Jumpin’Jack Flash, Honky Tonk woman,Satisfaction dei Rolling Stones, il brivido struggente del Dylan di Knocking on heaven’s door, i Creedence di Proud Mary e Hallo Mary Lou, Have you ever seen the rain,..gli Eagles e J. J. Cale di Cocaine, Call me the breeze . E poi arriva il battito di un cuore che non si ferma mai: Lay down Sally, Wonderful tonight, Promises , Hoochie coochie man, di Eric Clapton. La musica seria, quella che piace a tutti ma che bisogna saperla suonare, vibra potente, come sui fili dell’alta tensione e passa dalle parti dei Pink Floyd . Non c’eravamo negli anni di Elvis ma siamo arrivati in tempo per Wish you were here e the Wall e la Cocaine rivisitata da Clapton. Avremmo voluto nascere prima, per non perderci nulla di quel genio infinito che ispira l’anima immortale alla musica: Elvis Presley : Just because, All shook up , Be bop a lula, Sweet home Chicago, She caught the cathy dei Blues Brothers in un crescendo di tecnica e di divertimento vero: i Blue Trail si divertono parecchio: suonano come se gli strumenti gli stessero incollati alle mani e le note venissero fuori da sole. Hanno suonato ovunque, anche in molti locali, da La Frontera di Campobasso, alle Cave di Isernia , L’Andriano pub di Atessa , La Ventola di Pomezia (Rm), al Castle di Apricena, al Bahia Village di Vasto , a Il Caino Pub di Larino e il risultato è sempre lo stesso: il pubblico si coinvolge, canta o prova a cantare insieme a loro e va a cercarsi i dischi, per risentirli, per rileggersi la storia del rock e del blues. Che poi è la storia di mezzo secolo di rivoluzioni sociali, culturali, politiche. Una volta a Pino Daniele, in un concerto a Milano, qualcuno dal pubblico urlò: “Impara a parlare..” E lui, in napoletano dotto: “L’importante é sapé sunà.” Aveva ragione. Se sai suonare Eric Clapton così bene che a chiunque sembra orecchiabile e ti segue cercando di cantare, hai reso un’opera d’arte patrimonio di chiunque e soprattutto hai reso un favore al blues. Che di favori, da Jimi Hendrix a Muddy Waters, a Chuc Berry a Otis Rush, a BB King, ce ne ha fatti davvero molti. Siamo in debito da almeno cinquant’anni e siamo in debito anche con i Blue Trail. Perché , come diceva il vecchio Riley, (B:B King) : “La cosa bella delle nuove cose che si imparano è che nessuno può portartele via. ” 23 Luglio 2007
Posted on: Sat, 03 Aug 2013 19:58:28 +0000

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