CHE SIGNIFICA CENSURA Mi sono imbattuto stamattina in una - TopicsExpress



          

CHE SIGNIFICA CENSURA Mi sono imbattuto stamattina in una pubblicità – postata su FB – sulluso del profilattico, che pare essere stata censurata in Italia (la trovate in fondo alla nota come video youtube). Censura è una parola quasi magica. Ha il potere di unire in fitta schiera progressisti laici di sinistra di tutto il mondo. Proviamo a capire se in questo caso si tratta di censura. Ebbene, in questa pubblicità un pene disegnato su uno squallido muro di un bagno pubblico non riesce a trovare una vagina con la quale accoppiarsi. I classici organi femminili, disegnati a loro volta sulle piastrelle, fuggono immancabilmente al suo arrivo. Fortunatamente, una giovane signora, che si sta guardando allo specchio in quello stesso bagno, utilizza la matita per gli occhi per disegnare un cappuccio al povero cazzetto in questione. A quel punto una spalacatissima vagina si avvicinerà a lui per cavalcarlo con gusto e reciproca soddisfazione. Ecco, questa pubblicità progresso sarebbe stata censurata nella bigotta Italia. Fu vera censura? Forse sarebbe il caso di riflettere sullidea di sessualità che un tale video promuove. Non cè amore e nemmeno erotismo e sensualità. Si tratta di una ginnastica di accoppiamento tra due organi genitali in uno squallido bagno pubblico. È da bigotti provare orrore per questo tipo di sessualità? Si tratta di censura religiosa e oscurantista? A partire dagli anni Sessanta, il progressismo e il radicalismo hanno cominciato a veicolare una idea di sessualità come attività sana, ludica e gioiosa. Qual è il problema? Il problema è che unidea del genere elimina dal sesso tutto ciò che ha a che fare con la soggettivazione umana, con la costruzione cioè della propria personalità, del proprio rapporto con il mondo, con le cose e con i propri simili, a partire dalla famiglia. Esclude dal sesso la dimensione fondamentale del rapporto tra psiche e società. Si tratta di una sacrosanta lotta contro loscurantismo religioso? O si tratta invece di non fare i conti con la fragilità della condizione umana, con la sua impossibilità di non coincidere più con le cose una volta usciti dal corpo della madre? Si vuole evitare il fastidio della legge della castrazione e dellinterdetto edipico, per cui io non posso godere del corpo della madre e non posso essere solo la soddisfazione immediata dei miei bisogni biologici. Questa perdita non è una maledizione né un istituto repressivo, dal momento che apre alla libertà. Infatti, lessere umano – a differenza degli animali – non è determinato dai suoi bisogni biologici, la parola lo apre alla libertà, alla possibilità di chiamare amore lattrazione per lAltro sesso e di non essere limitato dal solo funzionalismo biologico, ma di essere caratterizzato dal dono e dallamicizia. La legge della castrazione fonda, come si sa, linterdizione dellincesto. Lessere umano non può appropriarsi direttamente della cosa materna. Dovrà aprirsi al desiderio, alla possibilità cioè di creare arte, istituzioni, oggetti sociali per riavvicinarsi alle cose, provare ad attenuare la distanza, quella distanza che la legge della castrazione impone, che è, sì, un dolore ma, allo stesso tempo, significa la libertà, lumanità che ci distingue dagli animali. Lessere umano rinuncia a una quota di vitalità, ma allo stesso tempo si immerge nella cultura, nella libertà. Ecco, la psicanalisi e gran parte del pensiero filosofico ci insegnano che la libertà nasce con una perdita e con divieto. Strano, no? Certamente unidea ben diversa dalla libertà della nostra società tardo-capitalista e iperconsumista. La libertà costa fatica, ci obbliga a vedere la nostra mancanza, la nostra fragilità e ci costringe anche a obbedire ad alcuni divieti. Chi vuole venderci oggetti, chi vuole offrirci occasioni di consumo e di godimento continuo ci promette invece la possibilità di non pensare a quella mancanza costitutiva, di sentirci individui finalmente risolti, indivisi nel godimento illimitato, sempre coincidenti con le cose. Anche il sesso dunque si trasforma in un cazzetto che cerca la sua vagina sulle piastrelle di un bagno, che evoca benissimo quello di una scuola o di una discoteca, facilmente riconoscibile da uno qualunque dei nostri giovani. Potremmo allora rispondere che se è vero che questo video non è stato trasmesso in Italia, ciò è avvenuto probabilmente non per censura, ma per scelta consapevole a difesa della libertà umana. Concluderei però con unulteriore domanda: care compagne e cari compagni di sinistra – laici e progressisti – da che parte state? Dalla parte della libertà umana contro liperconsumismo narcisista, o dalla parte sinistra (in tutti i sensi) del capitalismo tecno-nichilista che grazie a tecnica e volontà di potenza inonda di oggetti il mondo e consente lappropriazione dei propri simili e delle cose nella folle illusione di non essere divisi e ontologicamente fragili (e quindi bisognosi degli altri)? E gli altri non sono i peni e la vagine disegnati sui muri dei bagni scolastici o sui diari degli adolescenti...
Posted on: Mon, 02 Dec 2013 11:00:52 +0000

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