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Campagna di Russia Da Wikipedia, lenciclopedia libera. bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Campagna di Russia (disambigua). Campagna di Russia parte delle guerre napoleoniche La ritirata di Napoleone da Mosca(dipinto del XIX secolo di Adolph Northen) La ritirata di Napoleone da Mosca (dipinto del XIX secolo di Adolph Northen) Data 24 giugno - 12 dicembre 1812 Luogo Impero russo Esito Vittoria russa Schieramenti Flag of France.svg Impero francese bandiera Regno Italico Flag of the Kingdom of Naples (1811).gif Regno di Napoli Granducato di Varsavia Confederazione del Reno Flag of the Habsburg Monarchy.svg Impero austriaco Flag of Prussia (1803).gif Regno di Prussia Impero russo Impero russo Comandanti Flag of France.svg Napoleone Flag of France.svg Étienne Macdonald Flag of the Habsburg Monarchy.svg Karl Schwarzenberg Flag of Russia.svg Alessandro I Flag of Russia.svg Michail Kutuzov Flag of Russia.svg Michael Barclay de Tolly Flag of Russia.svg Peter Wittgenstein Flag of Russia.svg Pavel Čičagov Effettivi 611.000 uomini[1] circa 409.000 uomini[2] Perdite circa 400.000 morti e dispersi, 100.000 prigionieri[3] circa 210.000[4] Voci di battaglie presenti su Wikipedia [mostra] V · D · M Guerre rivoluzionarie francesi Guerre napoleoniche [mostra] V · D · M Campagna di Russia Si definisce campagna di Russia linvasione francese della Russia nel 1812, terminata con una disastrosa sconfitta e con la distruzione di gran parte delle truppe francesi e dei contingenti stranieri. La campagna segnò il punto di svolta della carriera di Napoleone Bonaparte e delle Guerre napoleoniche. In Russia linvasione francese è più conosciuta come guerra patriottica (in russo: Отечественная война[?], Otečestvennaja vojna), termine che evidenzia il carattere di resistenza nazionale e popolare russa contro lo straniero che assunse la lotta. Alla fine della campagna, lesercito napoleonico - costituito da oltre 600.000 soldati, di cui 450.000 nella massa principale guidata dallimperatore - era ridotto a poco più di 100.000 uomini. Le perdite ammontarono a 400.000 tra morti e dispersi; 100.000 furono i prigionieri caduti nelle mani del nemico[5]. La distruzione della Grande Armata in Russia ebbe conseguenze decisive sulla storia europea dellOttocento. Tale avvenimento ha ispirato profondamente anche la letteratura russa, e ne fa fede - tra tutti - il più noto esempio, costituito dal celebre romanzo di Lev Tolstoj, Guerra e pace[6]. Indice [nascondi] 1 Rottura dellalleanza franco-russa 2 Preliminari diplomatici della campagna di Russia 3 Concentrazione della Grande Armata in Polonia 4 La Grande Armata 4.1 Composizione e organizzazione 4.2 Articolazione dei corpi di prima linea della Grande Armata, 24 giugno 1812[43] 4.3 I piani di Napoleone 5 Lo zar Alessandro e lesercito russo 5.1 Organizzazione e forze dellesercito russo 5.2 Articolazione delle forze russe, 24 giugno 1812 6 Prima fase della campagna 6.1 Avanzata della Grande Armata 6.2 Da Vitebsk a Smolensk 6.3 Battaglia di Borodino 6.4 Lincendio di Mosca 7 La ritirata 7.1 Da Tarutino a Vjazma 7.2 Da Krasnoi alla Beresina 7.3 Catastrofe finale della Grande Armata 8 Bilancio e conseguenze 9 Note 10 Bibliografia 11 La guerra nella cultura 12 Voci correlate 13 Altri progetti 14 Collegamenti esterni Rottura dellalleanza franco-russa[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Quarta coalizione, Pace di Tilsit, Campagna di Napoleone in Spagna e Quinta coalizione. Lalleanza tra Francia e Russia, conclusa formalmente il 7 luglio 1807 dopo i colloqui diretti a Tilsit tra limperatore Napoleone e lo zar Alessandro, si era dimostrata fragile e instabile fin dallinizio; nonostante laccordo e la simpatia personale tra i due sovrani, i contrastanti interessi concreti di politica di potenza e di politica economica dei due stati rendevano difficile una collaborazione sincera e prolungata nellinstabile scenario internazionale uscito dalla guerra della Quarta coalizione. Inoltre persisteva grande ostilità ideologica nella nobiltà russa nei confronti della Francia e del suo capo, considerato il continuatore e il diffusore, alla testa dei suoi eserciti, delle idee della Rivoluzione francese. In un primo tempo Alessandro sembrò ignorare le critiche di molti suoi collaboratori e di una parte dei suoi famigliari e riprese, con la collaborazione di Michail Speranskij, una serie di progetti riformatori per modernizzare in senso liberale il suo impero; egli inoltre sperava di ottenere dei vantaggi concreti nel nord, nei Balcani e soprattutto in Oriente, dallaccordo con Napoleone[7]. Dopo aver dovuto, secondo i termini dellaccordo di Tilsit, chiudere i porti del Mar Baltico al commercio britannico e aver dichiarato guerra alla Gran Bretagna il 31 ottobre 1807[8], lo zar, dispiaciuto anche di aver dovuto cedere le Isole Ionie alla Francia, contava di conservare i Principati danubiani; inoltre, sempre legato da una forte amicizia con i sovrani di Prussia, egli non cessava di richiedere levacuazione del territorio prussiano da parte della Grande Armata che invece Napoleone manteneva tra lElba e lOder in attesa del pagamento dellindennità di guerra prevista dal trattato di pace. La questione dOriente era un grande motivo conflittualità tra i due alleati; Alessandro continuava la guerra contro la Persia e lImpero Ottomano che, di conseguenza, allentarono i loro rapporti anche con la Francia e si riavvicinarono alla Gran Bretagna; nel marzo 1808 fallirono i colloqui tra lambasciatore Armand de Caulincourt e Nikolaj Rumjančev per una possibile spartizione dellImpero Ottomano tra Russia e Francia. Alessandro non vedeva collaborazione concreta da parte francese neppure nella guerra che la Russia combatteva contro la Svezia che in questa fase, dopo lentrata in Finlandia, continuava in modo sfavorevole ai russi[9]. Lincontro a Tilsit tra Napoleone e lo zar Alessandro in una zattera in mezzo al fiume Niemen. La situazione mutò a vantaggio di Alessandro dopo le infelici iniziative di Napoleone nella penisola iberica e la conseguente insurrezione della Spagna; le sconfitte subite dallesercito francese nellestate 1808 costrinsero limperatore a progettare il trasferimento di gran parte della Grande Armata a sud dei Pirenei; quindi divenne necessario ottenere la collaborazione dello zar per impedire inziative aggressive in Germania contro il predominio francese da parte di Austria e Prussia. Napoleone organizzò un incontro con lo zar ad Erfurt il 27 settembre 1808 sperando di indurlo a concludere un nuovo accordo di stretta collaborazione, ma la sua posizione politica, dopo il disastro spagnolo, si era indebolita e Alessandro poté ottenere, senza nulla concedere, i Principati danubiani, levacuazione della Prussia e garanzie sul Granducato di Varsavia. Nonostante queste concessioni di Napoleone, lo zar non si mostrò disposto ad assicurare un fermo appoggio contro lAustria; egli promise solo che avrebbe invitato alla moderazione gli austriaci, ma rifiutò di presentare minacce formali di intervento. Napoleone dovette accontentarsi; il 12 ottobre 1808 venne firmata una convenzione franco-russa; la Prussia venne evacuata dalle truppe francesi che vennero trasferite a ovest dellElba prima di partire per la Spagna sotto il comando dellimperatore[10]. La mancata collaborazione di Alessandro favorì le iniziative aggressive dellAustria; nel gennaio 1809 Napoleone, da Valladolid, aveva proposto allo zar di presentare un ultimatum congiunto a Vienna per impedire la guerra, ma Alessandro, pur acconsentendo a inviare una nota formale, rifiutò di rompere le relazioni diplomatiche. Napoleone fu costretto a interrompere prematuramente il suo intervento in Spagna senza aver ottenuto una vittoria definitiva, e il 23 gennaio 1809 rientrò precipitosamente a Parigi dove, avendo lasciato gran parte delle sue truppe nella penisola iberica, si affrettò ad organizzare un nuovo esercito per affrontare linevitabile attacco austriaco[11]. La crescente ostilità di Alessandro divenne evidente durante la guerra della Quinta coalizione; dopo aver rifiutato di trattenere lAustria, lo zar non collaborò con i polacchi del principe Józef Antoni Poniatowski per respingere lattacco austriaco contro il Granducato di Varsavia; al contrario sembrò favorevole allAustria e manifestò grandi preoccupazioni per una possibile rinascita di uno Stato polacco indipendente. Il 3 agosto 1809 disse chiaramente allambasciatore Caulaincourt che si opponeva fortemente alla eventuale ricostituzione della Polonia[12]. Lincontro di Erfurt nel settembre 1808; nellimmagine Napoleone accoglie lambasciatore austriaco, si riconoscono, sulla destra, lo zar Alessandro e, al centro, Tallyerand. In questa fase la Russia stava inoltre ottenendo successi sul Danubio nella guerra contro i turchi, e a nord, dove la Svezia venne sconfitta e dovette cedere allImpero la Finlandia il 17 settembre 1809. Molto irritato dal comportamento dello zar e dal suo modesto aiuto durante la guerra, Napoleone non tenne conto degli interessi russi al termine delle ostilità; il Granducato di Varsavia venne ampliato con lassegnazione delle regioni di Cracovia e Lublino, mentre la Russia ottenne solo Ternopol. Alessandro in autunno iniziò a considerare probabile una rottura dellalleanza e una nuova guerra con la Francia; egli parlò ad Adam Jerzy Czartoryski di riprendere i vecchi progetti di sfruttare il partito filo-russo presente nella nobiltà polacca per creare un regno di Polonia allinterno dellImpero russo, in funzione antifrancese[13]. In realtà già in precedenza lo zar aveva manifestato allambasciatore austriaco, con parole esplicite, i suoi propositi a lungo termine di rimettere completamente in discussione il predominio napoleonico in Europa[14]. Nikolaj Rumjančev, il consigliere dello zar Alessandro favorevole ad un accordo con la Francia. Dopo la fine della Quinta coalizione, la decisione di Napoleone di divorziare da Giuseppina e di scegliere una nuova moglie per organizzare un matrimonio dinastico, introdusse un nuovo motivo di conflitto, anche personale, con lo zar. Il 22 novembre 1809 limperatore diede disposizione allambasciatore Caulaincourt di presentare ad Alessandro una domanda formale di matrimonio della sorella minore dello zar, Anna Pavlovna; limperatore offriva di concludere contemporaneamente un trattato sulla questione polacca che sarebbe andato incontro ai desideri del sovrano russo, contrario alla ricostituzione di una Polonia indipendente[15]. Lo zar, deciso ormai a rompere lalleanza con la Francia, non era intenzionato a concedere la mano della sorella e, con una serie di pretesti, rinviò una risposta definitiva; nel frattempo egli convinse Caulaincourt a concludere il trattato sulla Polonia che venne firmato il 4 gennaio 1810 in termini molto favorevoli alla Russia. Napoleone, di fronte ai ripetuti rinvii di Alessandro, si insospettì e sospese la ratifica del trattato; ma egli aveva già pronto un piano di riserva. Fin dal novembre 1809 lAustria, su indicazione del nuovo cancelliere Klemens von Metternich, desideroso di inasprire il conflitto franco-russo, aveva proposto allimperatore francese di sposare larciduchessa Maria Luisa, figlia di Francesco II. Il 5 febbraio 1810 Napoleone, irritato dal nuovo rinvio richiesto dallo zar, decise di chiedere la mano dellarciduchessa austriaca e laccordo venne concluso il 7 febbraio; intanto, il 4 febbraio 1810 Alessandro aveva infine comunicato il suo rifiuto della proposta di matrimonio della sorella Anna[16]. Il polacco Adam Jerzy Czartoryski, consigliere e amico dello zar. Al mancato matrimonio dinastico franco-russo seguì quindi un netto raffreddamento dei rapporti personali tra i due sovrani ed il fallimento delle trattative sulla Polonia; il 13 luglio 1810, dopo la decisione di Napoleone di bloccare il progetto concluso da Caulaincourt a febbraio, linviato dello zar, Karl Vasilevič Nesselrode, respinse nettamente una nuova proposta di trattato avanzata dallimperatore, meno favorevole ai russi; le trattative furono quindi interrotte da Napoleone[17]. I sorprendenti avvenimenti che si verificarono in Svezia poco dopo provocarono nuove polemiche e sospetti tra i due sovrani. Dopo la sconfitta in Finlandia e la conclusione della pace con la Francia, il 6 gennaio 1810 una crisi di successione provocò cambiamenti clamorosi nel quadro istituzionale del paese scandinavo; dopo la morte dellerede designato dal re Carlo XIII, il partito filo-francese presente in Svezia, prima progettò di richiedere uno dei fratelli di Napoleone come nuovo erede al trono e poi, di fronte alle reticenze dellimperatore preoccupato delle reazioni di Alessandro, propose al maresciallo Jean-Baptiste Bernadotte di accettare la designazione. Il maresciallo informò limperatore che rimase prudente ma non gli proibì di accettare; egli giustamente riteneva Bernadotte, con cui aveva avuto anche recentemente duri contrasti, personaggio poco affidabile. Il 21 agosto 1810 la dieta svedese designò il maresciallo Bernadotte erede al trono di Svezia e Napoleone nonostante i dubbi, diede la sua approvazione; il 17 novembre la Svezia, apparentemente allineata alla Francia, dichiarò guerra ai britannici. Lo zar Alessandro reagì duramente a questa macchinazione diplomatica, temendo che il maresciallo Bernadotte potesse rappresentare un fedele esecutore delle direttive dellimperatore; invece il maresciallo fece subito sapere ai rappresentanti russi che egli non sarebbe stato un fantoccio di Napoleone, che avrebbe rinunciato per sempre alla Finlandia e che avrebbe salvaguardato lamicizia con la Russia, anche nel caso di un conflitto franco-russo[18]. Gustaf Mauritz Armfelt, il consigliere di origine svedese dello zar, acceso fautore della guerra contro la Francia. Alessandro iniziò a preparare una guerra contro la Francia fin dalla primavera 1810; in aprile egli parlò esplicitamente a Czartoryski di iniziare il conflitto entro nove mesi e richiese, senza successo, il suo appoggio per ottenere laiuto del Granducato di Varsavia; nello stesso periodo i suoi inviati a Vienna fecero proposte di alleanza anti-francese che vennero però respinte dal cancelliere[19]. Oltre alle controversie di politica di potenza e alla rivalità personale tra i due sovrani, anche importanti fattori economici resero ben presto evidente limpossibilità di una reale collaborazione tra i due paesi. Ladesione della Russia al Blocco continentale aveva avuto effetti disastrosi per leconomia ed i commerci; le esportazioni di grano, canapa e legname verso la Gran Bretagna erano cessate, senza che i commercianti russi potessero trovare altri sbocchi per i loro prodotti. Il Mar Baltico era ormai chiuso ai commerci, mentre le navi britanniche dellammiraglio James Saumarez dominavano quelle acque e favorivano il contrabbando. La Francia non necessitava dei prodotti russi e invece esportava beni di lusso, profumi e liquori che non potevano sostituire i prodotti di prima necessità di cui la Russia aveva bisogno; la bilancia commerciale russa era quindi in grave deficit e il malcontento si accresceva tra i mercanti ed i produttori[20]. Lo zar Alessandro prestò ascolto alle proteste; egli, consapevole del grave danno economico causato dalle misure di blocco adottate, fin dal 1809 aveva favorito la ripresa del commercio su navi presumibilmente neutrali nel Mar Baltico; nonostante le rimostranze francesi, non adottò i provvedimenti ancor più restrittivi contro la navigazione decisi da Napoleone con i decreti del Trianon e di Fontainebleau[21]. Infine il 31 dicembre 1810 lo zar promulgò un ukaz che liberalizzava il commercio neutrale e stabiliva una serie di pesanti tasse doganali sui prodotti di lusso francesi importati via terra[22]. Napoleone, che nellestate 1810 non considerava ancora inevitabile una guerra con la Russia, ritenne la rottura della coesione del Blocco continentale un punto di non ritorno, e prese la decisione di costringere alla sottomissione lo zar, eventualmente ricacciandolo in Asia, dopo avergli strappato le sue province europee[23]. Contemporaneamente allukaz di Alessandro, limperatore francese decise di annettere il ducato di Oldenburgo, il cui sovrano era cognato dello zar, in violazione degli accordi stabiliti a Erfurt[24]. Questi eventi sancirono la rottura anche formale dellalleanza franco-russa stabilita a Tilsit e precipitarono lEuropa in una guerra decisiva tra le due maggiori potenze continentali. Preliminari diplomatici della campagna di Russia[modifica | modifica sorgente] Lambasciatore francese in Russia, Armand de Caulaincourt. In un primo momento lo zar Alessandro sembrò deciso a prendere liniziativa con il suo esercito e portare la guerra in Germania dopo aver invaso il Granducato di Varsavia, sperando di innescare la sollevazione della Prussia e di favorire la partecipazione dellAustria; l8 gennaio 1811 il sovrano russo fece nuove proposte a Czartoryski richiedendo lappoggio dei polacchi in cambio della ricostituzione di uno Stato polacco allinterno dellImpero. Queste iniziative tuttavia non ottennero risultati concreti: Czartoryski, intimorito da Napoleone e cosciente della simpatia dei polacchi per limperatore francese, respinse gli inviti di Alessandro; il cancelliere austriaco Metternich rifiutò le allettanti proposte russe, mentre Bernadotte, designato erede al trono svedese, sembrò inizialmente propenso ad affiancarsi alla Francia, promettendo in caso di guerra un contingente di truppe, in cambio del dominio sulla Norvegia[25]. Il consigliere dello zar Karl Vasilevič Nesselrode, fautore della guerra contro la Francia. Napoleone, male informato da Caulaincourt, si accorse tardivamente di queste minacciose manovre russe; solo dopo gli avvertimenti dei polacchi si preoccupò di un possibile attacco preventivo dello zar; egli quindi progettò piani di emergenza e iniziò una serie di trattative per organizzare un sistema di alleanze per la guerra allest. Nel frattempo, mentre si giocava una complessa partita diplomatica segreta, continuavano anche trattative dirette tra le due potenze per cercare di dirimere i contrasti e trovare un compromesso; si discusse a lungo, su iniziativa soprattutto di Rumjančev, desideroso di mantenere la pace, sullindennità da concedere al duca di Oldenburgo per la perdita del suo territorio, e la Francia ripropose il trattato sulla Polonia già preparato lanno precedente; lo zar Alessandro invece si limitò a manifestare il suo malcontento ma in un primo momento non presentò richieste precise. Il 15 agosto 1811 Napoleone, irritato dalla tattica dilatoria dello zar, ebbe un violento scontro con linviato russo Alexander Kurakin e quindi stabilì di iniziare la guerra nel giugno 1812, nonostante le assicurazioni di Caulaincourt e del suo successore Jacques Lauriston sulla volontà di pace dello zar[26]. Nel frattempo Alessandro aveva rinunciato ai propositi di anticipare limperatore e portare la guerra in Germania; bene informato dei preparativi francesi, lo zar decise di attendere lattacco nemico e assumere il ruolo, a lui congeniale, di difensore e liberatore dellEuropa sottomessa al dispotismo napoleonico. Lo stesso Charles de Talleyrand, caduto in disgrazia presso Napoleone, consigliava lo zar di rimanere sulla difensiva e ricercare lalleanza o la neutralità dellAustria, della Svezia e dellImpero Ottomano[27]. Inizialmente i tentativi di Alessandro di convincere Austria e Prussia a coalizzarsi contro limperatore non ebbero successo; al contrario fu Napoleone che, dalla sua posizione di forza, poté imporre ai due stati, ripetutamente sconfitti negli anni precedenti, delle forzate alleanze contro la Russia. In Prussia in realtà il partito antifrancese e i nazionalisti erano attivi e desiderosi della rivincita, ma il re Federico Guglielmo III, dopo aver accettato in un primo tempo di concordare con Alessandro una convenzione militare difensiva, timoroso della potenza francese, abbandonò questi progetti e, minacciato da Napoleone, si dichiarò disposto ad unalleanza con la Francia. Limperatore attese fino al 23 febbraio 1812, quindi impose ai prussiani di firmare subito un trattato di alleanza, minacciando uninvasione. La Prussia si sottomise il 5 marzo 1812, concluse lalleanza e promise un contingente di truppe per la guerra con la Russia. Le truppe francesi entrarono in Prussia e organizzarono una base di operazioni per la guerra; il maresciallo Claude Victor, con il IX corpo darmata, occupò Berlino. I principali esponenti prussiani del partito anti-francese, tra cui August von Gneisenau, Hermann von Boyen e Carl von Clausewitz, abbandonarono il regno ed emigrarono a Londra o soprattutto alla corte dello zar[28]. Lerede al trono di Svezia, il maresciallo Jean-Baptiste Bernadotte, concluse unalleanza segreta con lo zar contro la Francia, prima della guerra. Mentre la Prussia veniva occupata dallesercito francese, anche lAustria, guidata dal prudente Metternich, si allineava alla Francia; il 17 dicembre 1811 lambasciatore a Parigi Karl Philipp Schwarzenberg concluse un accordo in cui era prevista lorganizzazione di un contingente di truppe austriache che sarebbe stato aggregato alla Grande Armata, mentre la Galizia sarebbe stata ceduta al Granducato di Varsavia in cambio delle Province illiriche. Il 14 marzo 1812 venne firmato il trattato formale di alleanza franco-austriaca. In realtà il partito anti-francese a Vienna non era affatto disarmato e Metternich conduceva un abile doppio gioco; egli fece sapere allo zar che lAustria manteneva i suoi obiettivi di equilibrio europeo di lungo periodo, che le eventuali ostilità con la Russia sarebbero state solo di facciata e che le truppe non sarebbero state incrementate; il 2 giugno 1812 venne addirittura conclusa una convenzione segreta austro-russa[29]. Il cancelliere austriaco Klemens von Metternich. Alessandro non sembrò risentito della partecipazione di Prussia e Austria allinvasione e comprese il loro scarso entusiasmo e il loro segreto interesse ad una sconfitta di Napoleone e ad un successo della Russia; lo zar inoltre ottenne alcuni importanti successi diplomatici con la Svezia e lImpero Ottomano, che consolidarono la sua posizione. A causa delle violazioni svedesi al blocco continentale le relazioni tra Francia e Svezia si erano deteriorate nel corso del 1811; lambasciatore francese a Stoccolma giunse al punto di rompere le relazioni diplomatiche, dopo un aspro scontro con Bernadotte. Nel gennaio 1812 il maresciallo Louis-Nicolas Davout occupò, su ordine di Napoleone, la Pomerania svedese per chiuderla al contrabbando britannico; la rottura divenne inevitabile e lo zar seppe approfittare del risentimento di Bernadotte. Il 18 febbraio 1812 linviato svedese Löwenhielm propose ad Alessandro unalleanza militare e promise un intervento alle spalle dellesercito francese, sbarcando in Germania; il 5 e il 9 aprile nelle due capitali venne conclusa lalleanza tra Svezia e Russia[30]. Nel frattempo la guerra contro i turchi era proseguita in modo sempre più favorevole alla Russia dopo le vittorie dei generali Pëtr Bagration e Nikolaj Kamenskij nel 1809 e 1810; i turchi abbandonarono la Serbia che si affiancò alla Russia, mentre le truppe dello zar conquistavano le fortezze del Danubio e occupavano gran parte del Caucaso. Nel 1811 il generale Michail Kutuzov ottenne una grande vittoria a Ruse e sbaragliò lesercito ottomano; il 25 ottobre 1811 iniziarono le trattative di pace che si trascinarono per mesi a causa dellintransigenza dei turchi che rifiutavano di cedere lintera Bessarabia fino al Seret. Infine il 28 maggio 1812, grazie anche alla mediazione britannica, venne conclusa una pace di compromesso che assegnò ai russi i territori fino al Prut (trattato di Bucarest). La fine delle ostilità con lImpero Ottomano fu di grande vantaggio per lo zar Alessandro che poté richiamare a nord contro i francesi lesercito del Danubio, proprio nel momento in cui iniziava linvasione, mentre le truppe del Caucaso tenevano sotto controllo la Persia[31]. Concentrazione della Grande Armata in Polonia[modifica | modifica sorgente] Limperatore Napoleone nel periodo della campagna di Russia. Dallinizio del 1811 Limperatore aveva attivato lufficio topografico del Dépôt de la Guerre che, sotto la direzione di Louis Albert Bacler dAlbe, iniziò a studiare larea di operazioni ed a preparare le carte per la nuova campagna; si diede inizio inoltre alla raccolta ed alla distribuzione di materiali ed equipaggiamenti necessari per le truppe che, dopo essere stati ammassati a Magonza, Metz, Wesel e Maastricht[32], furono poi concentrati a Danzica dove il generale Jean Rapp organizzò, con 25.000 uomini, una grande base di rifornimento. Nel gennaio 1811 limperatore iniziò a rinforzare i reparti già presenti in Germania e costituì nuove formazioni; la classe di coscritti del 1811 era già stata richiamata in precedenza ed era in fase di istruzione nei depositi prima di partire per i reparti; le difficoltà pratiche furono grandi soprattutto per organizzare i mezzi di trasporto e i necessari vettovagliamenti per uomini e animali[33]. Louis Albert Bacler dAlbe, militare, pittore e direttore del Dépôt de la Guerre. Dallestate 1811 Napoleone fu impegnato nel concentramento dellesercito in Germania e quindi nella direzione della marcia di avvicinamento attraverso il Granducato di Varsavia fino al Niemen. La concentrazione della Grande Armata si effettuò sotto la copertura delle truppe del principe Józef Poniatowski che, costituite da 56.000 soldati, coprivano la linea della Vistola in caso di improvvise iniziative russe; le forze francesi già presenti sullOder erano comandate dal maresciallo Louis-Nicolas Davout che iniziò a far avanzare oltre il fiume i suoi 100.000 soldati scelti per raggiungere la Polonia. Nel frattempo il maresciallo Nicolas Oudinot avanzava dalla Vestfalia con i contingenti degli stati tedeschi e raggiunse Berlino il 28 marzo 1812 dove era già acquartierato il IX corpo darmata del maresciallo Victor; da Boulogne si misero i marcia i nuovi reparti di coscritti francesi guidati dal maresciallo Michel Ney, seguiti dalla Guardia imperiale che era stazionata nellest della Francia[34]. I reparti forniti dallImpero austriaco e dalla Prussia, dopo gli accordi conclusi con la Francia il 5 e il 14 marzo 1812, si misero a loro volta in cammino e raggiunsero la linea dellElba; il 23 febbraio 1812 iniziò i movimenti lArmata dItalia guidata dal principe Eugenio di Beauharnais che dovette attraversare le Alpi per raggiungere il resto dello schieramento di Napoleone. Il raggruppamento finale di tutte le forze sul Niemen era stato previsto dallimperatore per il mese di maggio 1812, nel frattempo si era conclusa la fase diplomatica dellostilità tra Francia e Russia[34]. L8 aprile 1812 lo zar Alessandro presentò le sue richieste finali per un accordo: i francesi avrebbero dovuto evacuare la Prussia e la Pomerania svedese, quindi si sarebbe concordato un nuovo trattato commerciale che avrebbe dovuto mantenere libero il commercio dei neutrali; si sarebbe infine stabilita una indennità per il duca di Oldenburgo, il cui stato era stato annesso dalla Francia nel dicembre 1810 in contrasto con gli accordi di Erfurt. Napoleone non diede alcuna risposta, e il 9 maggio 1812 partì da Parigi insieme al ministro degli esteri Hugues-Bernard Maret senza ricevere linviato dello zar Alexander Kurakin che cercava di vederlo. In precedenza limperatore aveva fatto senza successo un tentativo di trovare un accordo con la Gran Bretagna proponendo di lasciare la Spagna a Giuseppe, la Sicilia a Ferdinando e reintegrare la vecchia dinastia in Portogallo. Napoleone giunse a Dresda il 25 maggio dove venne accolto da numerosi re e principi tedeschi alleati, compresi limperatore dAustria e il re di Prussia; dopo aver cercato di impressionarli mostrando grande fiducia, il 28 maggio finalmente ripartì per raggiungere la Grande Armata sul Niemen. Negli stessi giorni linviato francese Louis Narbonne non era stato neppure ricevuto dallo zar che si trovava a Vilna[35]. La Grande Armata[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Grande Armata. Composizione e organizzazione[modifica | modifica sorgente] Fanteria di linea francese durante la campagna di Russia. Le forze raccolte da Napoleone per la guerra contro la Russia - definita seconda campagna di Polonia nel proclama dellimperatore diramato alle truppe[36] - ammontavano a oltre 700.000 soldati, dei quali 611.000 entrarono in azione oltre il Niemen durante il corso della campagna[1]; questo enorme impegno sottopose lImpero napoleonico ad una grande tensione - specialmente considerando che cerano ulteriori 300.000 soldati francesi che combattevano in Spagna e più di 200.000 di guarnigione nei territori dellimpero. Circa 300.000 soldati erano di nazionalità francese (compresi quelli provenienti dai territori annessi alla Francia dopo il 1792); 180.000 erano i soldati tedeschi, compresi gli austriaci (30.000), i prussiani (20.000); i soldati polacchi e lituani erano 90.000, 32.000 gli italiani del Regno dItalia e del Regno di Napoli[37]. I reparti del Regno dItalia erano inquadrati nel IV corpo darmata, mentre i soldati del Regno di Napoli dipendevano dal IX corpo darmata, che entrò in azione in Russia durante la ritirata, 9.000 svizzeri, illirici, spagnoli e portoghesi[38]. La nuova Grande Armata comprendeva soldati provenienti da tutte le regioni e gli Stati del Grande Impero e degli stati satelliti o alleati dellimpero napoleonico; il valore dei questi reparti era molto variabile e nel complesso lesercito era molto meno compatto e omogeneo della Grande Armata originale del 1805[39]. La maggior parte dei reparti combatterono con coraggio e disciplina durante la durissima campagna, ma sorsero inevitabili problemi di controllo e coordinamento di truppe così variabili per lingua, addestramento e equipaggiamenti. Inoltre, la fedeltà delle truppe di provenienza prussiana, austriaca, olandese e spagnola rimaneva non del tutto sicura[40]. Le truppe francesi nellinsieme mostrarono entusiasmo per la nuova impresa; accanto ai reparti giovani e inesperti, erano numerose le truppe veterane che costituivano il nucleo forte dellarmata. In questi soldati era presente consuetudine alla guerra, curiosità, vanità, aspirazione a nuova gloria, speranza di saccheggi, senso di superiorità, sotto la guida del loro capo, sugli altri popoli e sui regnanti dEuropa. Tra i comandanti, pur in parte indeboliti dalle continue guerre e dagli onori raggiunti, era ancora forte il legame con limperatore, fonte dei loro privilegi e origine della loro gloria; la vittoria sembrava sicura e accanto a Napoleone si potevano prevedere nuovi vantaggi morali e materiali[41]. Il maresciallo Louis-Alexandre Berthier, il capo di stato maggiore della Grande Armata. La massa di manovra principale, controllata direttamente dallimperatore, era costituita da 450.000 soldati e 1.146 cannoni, divisi in nove corpi darmata, la Guardia imperiale, quattro corpi di cavalleria di riserva e i contingenti austriaco e prussiano. Napoleone comprese la difficoltà di manovrare efficacemente un numero così elevato di soldati, e prima dellinizio delloffensiva divise il raggruppamento principale in tre armate[39]. Una forza principale di 227.000 uomini costituita dal I, II, III corpo darmata, dalla Guardia imperiale e dalla riserva di cavalleria, sarebbe stata agli ordini diretti dellimperatore. Subito dietro un secondo gruppo di 80.000 uomini, con il IV e il VI corpo, al comando del principe Eugenio. Sulla destra una terza armata di 70.000 uomini, V, VII e VIII corpo, agli ordini del fratello Girolamo. Sullala sinistra il maresciallo Étienne-Jacques Macdonald comandava i 32.000 soldati dellX corpo e del contingente prussiano del generale Yorck von Wartenburg; sullala destra il generale austriaco Karl Schwarzenberg controllava 34.000 soldati austriaci. Lorganizzazione appariva razionale ma avrebbe richiesto comandanti di armata capaci, mentre Eugenio e, soprattutto, Girolamo non erano esperti capi militari e avrebbero dimostrato le loro carenze come condottieri nel corso della campagna[39]. Anche la coesione tra i capi non era del tutto soddisfacente, ancor prima dellinizio della campagna sorse un grave conflitto tra il maresciallo Louis-Alexandre Berthier, capo di stato maggiore della Grande Armata e il maresciallo Louis-Nicolas Davout, comandante del I corpo, la formazione più grande e potente dellesercito. Il maresciallo Davout, tenace e metodico, ma anche ostinato e irascibile, era oggetto di invidia e malumore da parte di molti ufficiali superiori francesi per il suo eccessivo zelo e per la sua incorruttibilità; anche Napoleone sembrò non apprezzare del tutto la meticolosità e la prudenza del maresciallo; egli preferì in generale dare ascolto a personaggi temerari come il re di Napoli Gioacchino Murat e il maresciallo Michel Ney[42]. Articolazione dei corpi di prima linea della Grande Armata, 24 giugno 1812[43][modifica | modifica sorgente] Armata principale agli ordini diretti di Napoleone I corpo darmata, maresciallo Louis Nicolas Davout II corpo darmata, maresciallo Nicolas Oudinot III corpo darmata, maresciallo Michel Ney Riserva di cavalleria, re di Napoli: il maresciallo Gioacchino Murat Seconda armata agli ordini di Eugenio di Beauharnais IV corpo darmata, principe Eugenio di Beauharnais VI corpo darmata, generale Laurent de Gouvion-Saint-Cyr Terza armata agli ordini di Girolamo Bonaparte VIII corpo darmata, re di Vestfalia Girolamo Bonaparte V corpo darmata, principe Józef Poniatowski VII corpo darmata, generale Jean Reynier Truppe dellala sinistra agli ordini del maresciallo Macdonald X corpo darmata, maresciallo Étienne Macdonald Contingente prussiano, generale Ludwig Yorck von Wartenburg Truppe dellala destra agli ordini del generale Schwarzenberg Contingente austriaco, generale Karl Philipp Schwarzenberg I piani di Napoleone[modifica | modifica sorgente] « Una buona battaglia avrà ragione del vostro amico Alessandro » (Frase rivolta da Napoleone allambasciatore Caulaincourt durante un colloquio a Parigi il 5 giugno 1811[44]) Prima dellinizio della campagna Napoleone sembrava credere che la guerra avrebbe potuto concludersi rapidamente a suo favore con una schiacciante vittoria in una grande e decisiva battaglia campale. Il 5 maggio 1811, durante un lungo colloquio con lambasciatore Caulaincourt, che lo invitava alla prudenza per i rischi dovuti ad unavanzata in profondità nellimmensità della Russia, e manifestava il proprio scetticismo sulla possibilità di costringere lo zar a cedere, limperatore replicò manifestando ottimismo e fiducia sulla possibilità di vincere una grande battaglia che avrebbe distrutto il morale e la perseveranza di Alessandro[44]. Dopo linizio della campagna, e fino al 20 giugno 1812, Napoleone credette ancora che la guerra si sarebbe potuta decidere già in Polonia; a questo scopo, mentre egli minacciava di marciare su Kovno con lala sinistra e lala destra con larmata di Girolamo era stata trattenuta indietro, per attrarre uneventuale offensiva russa in direzione di Varsavia. Se i russi si fossero spinti in avanti, egli contava di attaccarli con le sue forze principali sul loro fianco destro e sconfiggerli completamente con una sola battaglia. Quando riconobbe che i russi non si sarebbero mossi in modo così avventato, decise di iniziare loffensiva generale oltre il Niemen, ancora con una pianificazione che prevedeva di concludere la campagna in poche settimane. I soldati partirono dunque con una scorta per soli quattro giorni di razioni, e farina per venti giorni[39]. Essendo lesercito russo principale ancora diviso in due masse separate, limperatore intendeva marciare direttamente da Kovno a Vilna, interporsi tra le forze nemiche, isolare e distruggere la parte meridionale a sud di Grodno, agganciare e attaccare a sua volta la parte settentrionale a ovest della Dvina[45]. Napoleone sembrava a questo punto consapevole delle difficoltà di questa nuova campagna[33]. Tuttavia, alla vigilia dellattacco, si mostrò ottimista e di buon umore[46]. Ad alcuni suoi consiglieri prospettò progetti di conquista giganteschi: a Narbonne disse che avrebbe puntato su Mosca, la capitale morale e religiosa della Russia, per infliggere un colpo mortale alla nazione e sottomettere facilmente un popolo da lui ritenuto superstizioso e barbaro. Limperatore gli avrebbe anche prospettato il piano di aprire la strada per lIndia, passando per la Persia, attraverso Erevan e Tiflis[47], dopo la sconfitta e la sottomissione di Alessandro. Lo zar Alessandro e lesercito russo[modifica | modifica sorgente] « Guido la Russia in un momento di terribile crisi e contro un avversario diabolico, il quale unisce a una spaventosa malvagità un genio straordinario... » (Da una lettera dello zar Alessandro alla sorella Caterina del 24 settembre 1812[48]) Organizzazione e forze dellesercito russo[modifica | modifica sorgente] Lo zar Alessandro I di Russia. La scelta di Alessandro di combattere una guerra decisiva contro Napoleone non era condivisa da tutti i dirigenti ed i dignitari dellimpero; in particolare il granduca Costantino e Nikolaj Rumjancev invitavano alla prudenza ed alla ricerca di un possibile nuovo accordo con la Francia. Alessandro sembrava risoluto a combattere ad oltranza; allinviato francese Narbonne disse di avere spazio e tempo a suo favore, e che avrebbe costretto Napoleone a firmare la pace, se necessario, sullo stretto di Bering[49]. Nellambiente dello zar predominavano ormai i fautori della lotta ad oltranza che esaltavano la vanità di Alessandro descrivendolo come latteso salvatore dellEuropa e come il designato da Dio a combattere lanticristo[50]. Tra questi erano Gustaf Mauritz Armfelt, Heinrich von Stein, Ernst Moritz Arndt, la sorella Caterina, emigrati come Madame de Staël e François dIvernois. Nel quartier generale erano presenti una serie di esperti militari tedeschi, come i generali Karl Ludwig von Phull e Carl von Clausewitz, e britannici, come i generali William Cathcart e Robert Wilson, che dispensavano consigli bellicosi allo zar. Il 28 giugno, quando linvasione era già in corso, Alessandro, che si trovava al campo trincerato di Drysa con tutto il suo seguito di dignitari e consiglieri militari, inviò da Napoleone il generale Aleksandr Balašov con la proposta, subito respinta, di mettere fine allostilità in caso di immediata evacuazione francese del territorio russo[39]. Il generale Michail Kutuzov prese il comando dellesercito russo dopo le ritirate iniziali e la battaglia di Smolensk. Apparentemente la forza militare dellesercito russo appariva molto inferiore e destinata alla sconfitta contro la Grande Armata guidata dallimperatore. Tuttavia dopo la sconfitta del 1807 lo zar Alessandro aveva affidato, prima al duro e fidatissimo generale Aleksej Arakseev e poi allesperto e capace generale Michail Barclay de Tolly, nominati successivamente ministri della guerra, una vasta opera di ammodernamento e riorganizzazione dellapparato bellico che aveva dato qualche risultato[51]. Dal punto di vista logistico e amministrativo lesercito russo aveva migliorato la sua organizzazione, abbandonando la ingombrante divisione mista a favore di strutture organiche più agili e impiegabili; inoltre erano stati costituiti i corpi darmata per raggruppare le divisioni. Anche lequipaggiamento della fanteria era stato migliorato con ladozione, grazie alliniziativa del generale Arakseev[52], di un nuovo tipo di moschetto più moderno. La cavalleria russa, che manteneva la sua elevata qualità, era stata potenziata e disponeva anche di un temibile corpo irregolare, costituito da circa 15.000 cosacchi, molto abili negli attacchi di disturbo e nella ricognizione. Lartiglieria russa era stata modernizzata sotto limpulso del generale Arakseev[53] e, organizzata in 44 batterie pesanti, 58 batterie leggere e 22 batterie ippotrainate, era ora molto numerosa ed efficiente ed era stata resa anche molto più mobile[54]. Nonostante questi notevoli miglioramenti, rimanevano importanti carenze nella struttura militare dello zar; lo stato maggiore era ancora poco addestrato e appesantito dalla burocrazia; il sistema dei trasporti e logistico era primitivo e non adeguato alle necessita delle armate in campo, la qualità degli ufficiali inferiori, valorosi e aggressivi ma poco istruiti e insufficientemente addestrati, non era elevata[55]. I comandanti superiori inoltre rimanevano divisi sulle migliori strategie da adottare contro linvasione, e lo stesso zar spesso si affidava ai molteplici e contrastanti consigli dei suoi esperti stranieri. A livello della truppa, invece, il soldato russo aveva mantenuto le caratteristiche di tenacia, di resistenza alla fatica e agli stenti, e di valore individuale. Il generale Aleksej Arakseev, ex ministro della guerra e principale consigliere militare dello zar Alessandro. Numericamente lesercito russo nel 1812 era costituito complessivamente da 409.000 uomini, di cui 211.000 schierati nei reparti di prima linea, 45.000 in seconda linea e 153.000 dislocati nelle formazioni di riserva o nelle guarnigioni[2]. Allinizio della campagna, tuttavia, solo una parte di queste forze era preparata e organizzata per affrontare linvasione, suddivise in tre raggruppamenti: la Prima Armata, comandata personalmente dal generale Barclay de Tolly, costituita da circa 136.000 uomini, la Seconda Armata, comandata dal generale Pëtr Bagration, con circa 57.000 soldati, e la Terza Armata, comandata dal generale Aleksander Tormasov, composta da circa 48.000 soldati[56]. In seconda linea si trovava larmata del generale Peter Wittgenstein che con 40.000 soldati[57] era incaricato di coprire la linea della Dvina occidentale e difendere la città di Riga, mentre da sud, iniziava la marcia di avvicinamento larmata del Danubio dellammiraglio Pavel Čičagov che aveva abbandonato il fronte balcanico dopo la conclusione della pace con lImpero Ottomano; infine nellinterno erano disponibili altri 300.000-400.000 uomini, tratti dalle milizie di difesa, che avrebbero potuto essere organizzati per lesercito[58]. I progetti strategici di Alessandro prima dellinizio della guerra rimangono non del tutto chiari. Anche se a Caulaincourt parlò del vantaggio dello spazio e del clima russi che avrebbe sfruttato per battere limperatore[44], sembra che lo zar non fosse intenzionato fin dal principio a prolungare la guerra attirando la Grande Armata nelle sterminate steppe russe[58]. Tra i suoi consiglieri, alcuni, tra cui Fëdor Vasilevič Rostopčin, promuovevano queste idee della ritirata sistematica, della pazienza e del tempo, ma in generale la maggior parte degli esperti militari, della nobiltà e degli emigrati premevano per una guerra aggressiva che impedisse linvasione; molti temevano anche che in caso di sconfitta iniziale lo zar, demoralizzato, potesse rinunciare alla lotta e accettare la sottomissione[58]. Il generale Barclay, che aveva presentato fin dal marzo 1810 un piano di guerra fondato sulla difensiva e sulla ritirata strategica, in un secondo tempo propose invece progetti di offensiva preventiva in Prussia e Polonia[59]. Lo sviluppo strategico della campagna fu in realtà largamente dovuto a circostanze impreviste e involontarie: timorosi di affrontare Napoleone, i generali russi, le cui armate erano in inferiorità numerica e non ancora concentrate, non poterono evitare di ritirarsi e in questo modo imposero ai francesi di addentrarsi sempre di più nella Russia, sfiancandosi nellavanzata nelle disagevoli e primitive terre delest[58]. Articolazione delle forze russe, 24 giugno 1812[modifica | modifica sorgente] Fronte centrale I Armata, generale Michael Andreas Barclay de Tolly II Armata, generale Pëtr Ivanovič Bagration III Armata, generale Aleksander Petrovič Tormasov Fronte settentrionale generale Peter Wittgenstein Fronte meridionale ammiraglio Pavel Vasilievič Čičagov Prima fase della campagna[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Battaglia di Smolensk (1812), Battaglia di Valutino, Battaglia di Ševardino e Battaglia di Borodino. Avanzata della Grande Armata
Posted on: Sun, 24 Nov 2013 19:31:48 +0000

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