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Care lettrici e lettori, scrivo raramente su questa pagina che viene gestita dal mio editore. Però adesso voglio farlo, in quanto mi sento chiamata in causa, avendo dedicato lultimo romanzo, Palazzo Sogliano, al Ministro Cancellieri. La mia non è stata una dedica avventata, non è stata una captatio benevolentiae verso un personaggio influente, ma soltanto una forma di riconoscenza verso una donna che, là dove è stata chiamata a operare in nome dello Stato, ha sempre espresso al meglio non soltanto la sua competenza (e già questa è una qualità rara tra le figure che ci governano) ma anche il suo senso pratico e leccezionale sensibilità verso i problemi di chiunque, senza distinzione di ceto, di cultura, di razza. La politica è un mestiere difficile e dovrebbe essere uno strumento per risolvere i problemi piccoli e grandi dei cittadini. Lei si è sempre servita di questo strumento per dipanare fili aggrovigliati di una burocrazia ottusa e inconcludente e ottenere risultati tangibili, avendo dalla sua anche il senso pratico che è tipico di noi donne. Sto parlando di donne con la maiuscola, di quelle cui non interessa apparire, ma essere. E questa è unaltra qualità rara in un contesto politico in cui spesso le nostre rappresentanti femminili (pagate con i nostri soldi) si presentano in Parlamento e davanti alle telecamere come se dovessero andare a una sfilata di moda. Annamaria Cancellieri non ha mai dimenticato di essere al servizio dello Stato e non viceversa, come accade troppo spesso da qualche decennio. Dunque si è sempre comportata con onestà specchiata e nessuno potrà mai accusarla daver agito per tornaconto personale. Non entro nel merito della vergognosa strumentalizzazione che certe belle teste pensanti della politica e dei media stanno cavalcando da giorni, con lintento, anche troppo palese, di screditare lei e uno dei suoi figli. La cosa non mi riguarda e lei sa benissimo difendersi da sola. Ma voglio dire quello che so, per averlo vissuto con lei in prima persona. Mi riferisco al problema delle carceri. Posso testimoniare, perché sono stata presente agli incontri, limpegno totale del Ministro della Giustizia in questo senso. Le stanno a cuore le strutture fatiscenti e indegne di un paese civile e sta cercando attraverso fondi privati di cittadini generosi il danaro che lo Stato non le mette a disposizione per reperire strutture idonee, per esempio, alle donne carcerate con figli piccoli o adolescenti. Mi hanno colpito le parole che ha pronunciato in un incontro con un possibile finanziatore: Dal mio ministero non deve passare neppure un euro. Sarà lei a valutare le spese e a pagare direttamente i fornitori. E anche qui, cè modo di risparmiare, perché tanti lavori potrebbero essere fatti dagli stessi carcerati che sanno lavorare e, una volta scontata la loro pena, potranno rientrare nella società avendo una preparazione professionale. Ci sono detenuti che sono ottimi falegnami, detenute che sanno tessere e cucire. È gente che ha una dignità e questa va salvaguardata. Come cittadina italiana, io sono grata a questo ministro e ho il sospetto che chi scaglia pietre contro di lei voglia eliminarla politicamente, perché rischia di essere un esempio di imbarazzante onestà e professionalità per i troppi maneggioni incompetenti che, giorno dopo giorno, stanno affondando il nostro paese. Io mi fido di Annamaria Cancellieri e ve lo ho detto a cuore aperto. Buona giornata a tutti. Sveva Casati Modignani
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 09:28:03 +0000

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