Cellula assassina di Salvatore Crimito Per Samuele non era la - TopicsExpress



          

Cellula assassina di Salvatore Crimito Per Samuele non era la prima volta mangiare nei fast food. Ormai era un’abitudine consolidata da anni. Solo che questa volta è stato diverso. Come al solito, dopo aver finito voracemente le patatine fritte, Samuele addenta il suo doppio hamburger e, senza neanche immaginarlo ……… inizia la sua rovina. Nei campi di allevamento del nord america vi si trova di tutto: letame impastato con insetti vivi e morti, frammenti di ossa e carne animale ancora sanguinante, cibo per bovini, che si trascinano con occhi spenti e grigi. Batteri e virus che banchettano allegramente si danno da fare per invitare qualsiasi parassita in cerca di vitto e alloggio. Dopo essersi nutriti per non morire di fame, questi bovini gonfi e mollicci vengono spinti sulla via del tritatutto, lungo il famigerato nastro trasportatore nero, che getta e mischia tonnellate di carne, non adatta più neanche a vedersi. Il composto viene poi trasportato in container attraverso navi che fanno mesi di traversate marittime. Lunghe soste in regioni polari, dove il composto rimane a molti gradi sotto zero; pochi giorni di navigazione ed è invece esposto alle temperature tropicali di oltre 40 gradi. La carne viene così congelata e scongelata molte volte. Tra uno scalo e l’altro, arrivano nei capannoni delle campagne limitrofe alle grandi città ; pronte per essere servite con musica e colore nei negozi del “mordi e scappa”. Il composto viene chiamato alle casse ‘hamburger’. Masse di persone fanno la coda insieme ai loro bambini, incuranti del fatto che cellule assassine sono già li, pronte a colonizzare qualsiasi essere umano apra la bocca. Quel giorno era toccato a Samuele. Cosa stava mettendo nel suo corpo? Solo una cellula, però diversa dalle altre. E’ una cellula assassina e si chiama Droks. Per Droks il viaggio è stato lungo. Ma ora aveva una nuova casa: il corpo di Samuele. Mentre Samuele mastica il suo doppio hamburger, Droks decide di infilarsi tra un dente e l’altro. Trova un posticipo ideale e lì vi rimane per tre mesi. Ecco perché Samuele continuava a dire a sua mamma che il dente le faceva male, anche se cercava di spazzolarlo per bene. Droks era riuscito già a moltiplicarsi e iniziò subito la sua esplorazione del suo nuovo territorio. Mentre Samuele dorme, dalla cellula assassina nel dente si stacca una prima colonia di 100.000 cellule; si chiamano drokins : sono le prime figlie di Droks. Essendo come il padre molto intelligenti, decidono di viaggiare verso il cervello mentre Samuele dorme, con l’intenzione di mangiare un po’ per volta. Non sanno che per loro, alla fine, arriverà un incarico speciale e di alto livello. Droks invece ha un’ altro progetto, ma per ora non vuole divulgarlo. Dopo tre mesi Droks si stacca dal dente e prosegue giù verso la gola. Nel scendere, si trascina come una lumaca, lasciando una scia di cellule che produce lui stesso strada facendo. A guardarla da vicino la scia ha un colore biancastro. È un colore che produce solo Droks. La scia lasciata sulla gola fa tossire Samuele, e rimane lì come un solco. Le vie respiratorie: questa è la prima vittoria. Mentre prosegue nel suo viaggio, la cellula assassina saltella tra le corde vocali, contaminandole. Le corde vocali, cariche di drokins, generavano una voce diversa e neppure Samuele riesce a capirsi. Ora il linguaggio era formulato secondo l’alfabeto drokinsiano e veniva compreso solamente dalle cellule assassine. Per loro era una tecnica di aggressione. La visita dal dentista era programmata, non poteva essere annullata. Samuele sente molto dolore ; stranamente gli estraggono due denti e lo stesso medico sostiene di non averne mai tolti due così conciati dalla bocca di un ragazzino. A scuola le interrogazioni mettevano un po’ di ansia a Samuele, ma ora la cosa diventava un po’ strana e imbarazzante, perché Samuele non riusciva ad alzare abbastanza la voce da farsi udire dalla sua classe. Samuele non poteva più gridare, nessuno lo capiva e Droks riportava la sua seconda vittoria: linguaggio incomprensibile. Il viaggio procede fin giù verso l’ingresso dei polmoni. Qui Droks si impegna un po’ di più. Lavora tutti i giorni per visitare ogni alveolo che permette a Samuele di respirare. Non lascia nessuna scia, ma deposita in ogni piccola cavità dei polmoni le cellule assassine che produce alacremente. Tutti i fori sono coperti e i polmoni cambiano colore; diventano blu. Il grosso del lavoro è fatto ma ora manca il pezzo forte, la parte preferita di Droks. Esce dai polmoni e si dirige verso il muscolo rosso. Incontra alcune grosse vene piene di globuli rossi e, studiando il sistema adatto per catturare il cuore, gli vengono in mente alcuni sistemi già usati dai suoi antenati, tecniche di attacco collaudate e perfettamente funzionanti. A volte, in quelle colonizzazioni, le cellule assassine riuscirono a duplicarsi perfettamente e rivestire interamente il cuore con una pellicola del tutto simile al colore del cuore, con le venature e la forma perfettamente identiche. In questo modo tutti i globuli rossi circolanti, anziché entrare e uscire rigenerati nel cuore, ignari si confondevano e entravano nella finta pelle creata dai drokins. Il cuore: la terza vittoria. Quella mattina a scuola la professoressa Kuon era un po’ strana; le avevano rubato tutte le rose del suo giardino e, per consolarla, suo nipotino le aveva promesso di aiutarla a ripiantarle. Nonostante ciò chiama Samuele alla lavagna. Samuele quella mattina si sentiva poco bene, provava nel cuore una strana sensazione : gli sembrava di sentire il battito del cuore, però come se fosse doppio. Pum pum. ….pof pof….Pum pum……pof pof…pum pum……pof pof Di notte Samuele riusciva a dormire tranquillamente, ormai il viaggio al cervello della prima colonia era giunto a compimento, ma venne il giorno in cui non riuscì più a scendere dal letto. Le sue gambe si rifiutavano di muoversi. Droks era entrato in ogni vena e capillare delle gambe e ha avuto l’audacia di impiantare un suo sistema sanguigno. Ora era lui a comandare, decideva quando alzarsi e quando stare fermo. Il suo controllo aveva coinvolto anche l’esterno del corpo umano. Le gambe; la quarta vittoria. Che cosa mi sta accadendo?… si chiese Samuele. Ora Droks pensò a come comperare il suo lavoro. E allora gli venne in mente un ‘ idea geniale. Diede ordine a qualche centinaio di migliaia di cellule assassine di arrivare sino alla bocca e conquistare la saliva di Samuele. Lo scopo era quello di creare una saliva interamente composta da drokins. In questo modo, qualsiasi alimento fosse stato masticato e immesso in gola, si sarebbe tracciato con le cellule droksiane e queste avrebbero iniziato la loro trasformazione. Eppure doveva esserci n sistema per venirne fuori. Occorreva solo trovarlo. Il dottore ave a detto a Samuele di bere almeno due bottigliette di acqua al giorno e lui ce la metteva tutta. Succedeva che quando l’acqua scendeva giù nelle sue viscere lavorava subito, senza recare alcun ristoro agli organi. I drokins avevano generato una temperatura interna tale da catturare tutta l’acqua inserita e per evitare una disidratazione repentina avevano trasformato le loro numerose cellule in particelle di acqua…solo che era acqua contaminata. Lo spossamemto e la degenerazione di Samuele era giunto pressoché al culmine. Ogni gesto e ogni tentativo di ripresa veniva vanificato da Droks. Egli stava avendo la meglio. A compimento parziale di questa magistrale opera di occupazione, uno degli attacchi finali : entrare nella centrale del cervello deputata alla nascita e formulazione dei pensieri. Così Droks diventava il padrone dell’ organismo occupato. . C’era ancora da fare. Droks si mise al lavoro per creare delle comunicazioni con il mondo esterno. Sfruttò la presenza naturale dei peli di Samuele e iniziò a mandare cellule assassine verso ogni pelo. Le cellule dovevano occupare tutta la superficie del pelo e lasciare di stanza sulla sporgenza finale un numero sufficiente di droksiani per poter contagiare altri esseri umani. Stranamente in quei giorni Samuele si sentiva spinto ad abbracciare le persone a lui vicino, a cui voleva bene. I pensieri erano esclusivo appannaggio di Droks; anche le azioni. “ Papà …..abbracciami! “ E il primo contagio ebbe inizio. Poi la madre, la sorella, gli amici. Le cellule assassine passavano così dai peli di Samuele all’epidermide di coloro che abbracciava, iniziando nuove colonizzazioni. Sapevano cosa fare, penetrare nei nuovi organismi nella stessa maniera in cui sono usciti da Samuele, attraverso la peluria. Una volta dentro, dovevano seguire uno schema già stabilito. Il suo lavoro sta quasi finendo. La cellula assassina, soddisfatta, giunge al risultato finale. Questo, però, era solo un pezzetto del suo puzzle. Gli abbracci proseguirono ogni giorno tra una persona e l’altra. Gli ospedali non riuscirono più a gestire i sintomi che le cellule droksiane facevano manifestare. Ben presto intere nazioni del globo terrestre si videro costrette ad affrontare una nuova e temibile minaccia: il contagio della cellula assassina. Solo dopo diversi anni fu trovata una cura per fermare il contagio della cellula assassina, anche se le perdite di vite umane furono moltissime. A memoria di quanto accaduto, le enciclopedie di tutto il mondo descrissero nei minimi particolari ciò che era successo. Ora Droks non era più uno sconosciuto. Droks poteva tornare a casa. Lascia il pianeta terra e si dirige, trasportato dalla luce di una stella, verso il suo pianeta, Drokans. Giunto a casa inizia a studiare un nuovo piano per proseguire nel suo intento: contagiare tutto il pianeta terra. Aveva molte idee; ne scelse una. Infettare la vegetazione, per entrare nel circolo vitale di ogni filo d’erba o albero e di ogni animale. Elisa, con la sua mamma corre felice su un bel prato pieno di fiori. Un odore fresco e piacevole di margherite si muove nell’aria. Elisa corre tutta felice e sorridente verso la mamma, con in mano una bella margherita. La porge a sua madre che, soddisfatte per la gaiezza della figlia, l’avvicina al naso e l’annusa. Droks è pronto per il salto.
Posted on: Mon, 12 Aug 2013 09:56:14 +0000

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