Che cos’è Ask.fm, il social network al centro delle polemiche - TopicsExpress



          

Che cos’è Ask.fm, il social network al centro delle polemiche per il cyberbullismo Il suo funzionamento è molto semplice e piace agli adolescenti. Ask.fm permette a ogni utente di fare una domanda, anche in forma anonima, e di ricevere risposte dagli altri utenti. Di Marta Serafini Di recente Ask.fm, il social network delle domande e risposte, che conta oltre 60 milioni di utenti, si trova nell’occhio del ciclone. Secondo l’Atlantic infatti questo social network è diventato il regno del cyber bullismo. L’ultimo caso è quello di Hannah Smith, una ragazzina inglese di 14 anni di Lutterworth, nel Leicestershire, che il 2 agosto si è impiccata dopo aver ricevuto insulti e minacce su Ask. Ma non solo. In Ohio un liceo è stato sconvolto dai pettegolezzi postati su Twitter e su Ask.fm Ask.fm è stato fondato a Riga, in Lettonia, nel giugno del 2010. Il sito funziona come Formsrping, un social network statunitense al quale da subito ha cercato di fare concorrenza. Il suo funzionamento è molto semplice e piace agli adolescenti. Ask.fm permette a ogni utente di fare una domanda, anche in forma anonima, e di ricevere risposte dagli altri utenti. L’obiettivo con cui è stato creato non è certo quello di lasciare spazio a troll e cyber bulli. Ma Ask.fm è diventato il mezzo con cui gli adolescenti si scambiano insulti, minacce e istigazioni al suicidio. Le stesse che ha ricevuto Hannah Smith prima di impiccarsi. In Gran Bretagna ci sono stati altri tre casi. E almeno un episodio simile si è registrato negli Stati Uniti. Così se il sito sta facendo 300mila nuovi utenti al giorno, ed è disponibile in 150 paesi, Italia compresa, da più parti arrivano richieste e petizioni per chiuderlo. Per il momento i due proprietari russi Ilya e Mark Terebin, non hanno voluto rispondere alle domande. E non è ancora chiaro se vogliano potenziare le loro policy di protezione, che per altro esistono già. Di recente anche Twitter ha avuto problemi simili, dopo che in Gran Bretagna diverse donne hanno denunciato di aver ricevuto delle minacce di stupro, e a San Francisco hanno deciso di introdurre un pulsante “segnala abuso” che permette di mettere in evidenza insulti e troll. Così come Facebook in passato ha introdotto misure simili contro gli hatespeech. Ma è abbastanza? E soprattutto: il compito di proteggere gli utenti spetta alle tech company o è necessaria una maggiore attenzione da parte di genitori e insegnanti?
Posted on: Fri, 29 Nov 2013 22:56:19 +0000

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