Che lavoro fai? Negli ultimi tre anni ho avuto molte difficoltà - TopicsExpress



          

Che lavoro fai? Negli ultimi tre anni ho avuto molte difficoltà nel rispondere a questa domanda. Inizialmente dicevo “niente”, poi ho iniziato a dire “ho un piccolo studio” e, nell’ultimo anno, “organizzo serate…e ho uno studio”. Insomma per tre anni ho creduto di non potermi permettere di rispondere con un “lavoro nella musica” semplicemente perché non ho mai concluso nulla di rilevante in questo settore, ma è una stronzata! La verità è che c’è talmente tanto movimento scoordinato nella scena underground che si fa fatica a rendere visibile (e quindi riconoscibile) il proprio lavoro, sia esso artistico o tecnico. Quindi…”Io lavoro nella musica!” Ovviamente non nel circuito “mainstream”, ma le mie capacità, la mia professionalità e le mie competenze sono un dato di fatto che prescinde dal contesto in cui vengono impiegate. La poca visibilità, più che una fonte di frustrazione, dovrebbe fungere da stimolo per cambiare in meglio, emergere facendo leva sulle proprie doti e darci quella sana rabbia vitale per reagire. Su queste basi, all’inizio del 2000, io e altri “guerriglieri” fondammo Fronte Sonoro, un collettivo di musicisti e musicofili che partendo dalla provincia nord/est aveva l’intento di creare spazi e opportunità per la musica emergente e per la diffusione di una cultura musicale altern-attiva. Dall’ora ad oggi molti cambiamenti si sono visti e sono sicuro che il collettivo, ancora attivo e diretto da altri ragazzi, sia stato fonte di ispirazione per moltissime realtà analoghe sul territorio. Tuttavia, rispetto a prima, nell’ambiente non vedo nessun entusiasmo, non riconosco punti di riferimento e, soprattutto, sento tante chiacchere e pochissime AZIONI. L’anno scorso provai a creare una rete di collaborazione, il G.E.L., che comprendeva band, professionisti ed associazioni unite nell’obbiettivo di creare una scena, una “massa” visibile, ma il risultato dell’impresa sociale che mi ero prefigurato è stato, ma è una mia personalissima impressione, un po’ deludente. Ho registrato con tristezza che è molto difficile far collaborare più band su un progetto di promozione comune in un ambiente tanto competitivo come quello delle formazioni emergenti. Ho dovuto farmi una ragione del fatto che siamo tutti amici ma che ognuno guarda a quel poco che ha e non ha occhi per altro. Inoltre ho avuto modo di confrontarmi con delle dinamiche sociali veramente aberranti, fatte di incoerenza e ipocrisia e malizia dove la PAURA di cambiare è talmente radicata da giustificare un immobilismo IDIOTA. Di positivo c’è che dietro il classico “culo come una capanna” che ci siamo fatti, ognuno di noi si è comunque arricchito di qualcosa. Nel mio caso sono entrato in contatto con band molto valide, sia dal punto di vista artistico che umano. Ho avuto la possibilità di promuovere e dimostrare le mie capacità in contesti difficilmente raggiungibili come singolo e ho stretto nuove collaborazioni con persone molto speciali. E ora che faccio? Lavoro nella musica? E’ quello che dico, ma la realtà è che lavoro nel SOCIALE: Cerco di mettere in movimento intenti ed idee, promuovere e supportare i progetti degli altri, offro consulenze e gestisco una rete(minuscola) di lavoro…in coppia con un altro visionario, senza retribuzione fissa e trascinati da una profonda convinzione di poter cambiare quello che non ci piace. La mia domanda a questo punto è: DOVE SIETE FINITI EROICI SUPPORTER DELLA RINASCITA MUSICALE? …….. …. ….. ….. ….. Ecco appunto, toglietevi dal cazzo, parlate di meno e sgombrate questo ambiente già troppo saturo di papponi e cazzari.
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 00:45:09 +0000

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