“Crudelia e Lelemosina quanti giullari ingrati” Malcom Pagani - TopicsExpress



          

“Crudelia e Lelemosina quanti giullari ingrati” Malcom Pagani | 5 ottobre 2013 Se lo Stabile di Montecitorio santifica il Venerdì al melodramma, Enrico Brignano rimane laico. Sul proscenio ci si insulta con teatrale generosità sulla decadenza del capo, ma l’attore che iniziò come suggeritore di Proietti, in platea, si annoia e rimane quasi senza voce: “Prenda la Santanché, sembra Crudelia De Mon. Il personaggio cattivo di una saga disneyana. Ma se si ferma a riflettere un istante, si accorge che prima di lei, nelle stesse vesti, avevamo già visto la Carlucci e che anche Crudelia, nonostante l’agitazione, interpreta solo un ruolo. Una parte recitata con relativa fantasia. È tutto finto. Le dichiarazioni sopra le righe, le rivolte interne, i pianti, gli applausi, le riappacificazioni. Siamo in piena commedia cinquecentesca, con una differenza principale. I commedianti terminata l’esibizione facevano fagotto e lasciavano il palco. Questi sono attaccati alla poltrona e non li sposta più nessuno. Vogliono lo stipendio. Non mollano. E noi cittadini siamo diventati ostaggi costretti a pagare per permettere ai padroni della politica di vivere una vita irreale. Un’esistenza dorata in cui ci si frequenta tra gente che guadagna trentamila euro al mese, ha la casa pagata dall’Ente e la barca ormeggiata in un bel posto. Loro navigano e parlano un linguaggio comune. Noi non li capiamo affondando in una galera immaginaria, controllati a vista come criminali americani con i braccialetti elettronici ai piedi e l’ora d’aria. Condannati, proprio come Berlusconi. La caduta del governo, la sua resurrezione. Il caos della politica. A ogni giorno la sua puntata. Siamo tra Beautiful e il Gattopardo. La situazione cambia per non cambiare mai e se ti distrai un attimo, torni tra una settimana e riaccendi la tv, trovi gli stessi figuranti di ieri. Le stesse parole. Lo stesso nulla. Pensavo fosse impossibile peggiorarsi, ma devo dire che ultimamente hanno provato a superarsi. Abbiamo visto tutto e il suo contrario. Sempre meglio questa rappresentazione tragicomica di una dittatura nordafricana, ma certo, vederli uno a uno è impressionante. Delfini terrorizzati di perdere la carica, traditori, voltagabbana. Dannati da girone dell’Inferno. Destinati a quale girone? Al girone degli incoscienti, degli incapaci, degli incompententi, dei fanfaroni, dei quaqquaraqquà. È un parlamento che sempre più somiglia a un bordello? Per il residuo rispetto che l’istituzione dovrebbe meritare, a tanto non arrivo. È un linguaggio che lascio a Grillo. Un po ’ di casino però c’era. Nel Pdl si giurava sfiducia a Letta, proprio mentre Berlusconi dava il là alle giravolte. Per onestà va detto che la notizia era sfuggita a molti perché come si sa, la mano destra non sa mai quel che fa la sinistra. Ma se parliamo di Brunetta le cose cambiano di tono. La voce se l’erano passata al-l’orecchio i deputati più influenti e Brunetta, all’orecchio, non era arrivato. Guardi che si offende. Potrebbe accusarla di discriminazione. Ma sì, la categoria della finta indignazione la conosco, ma il Brunetta arrabbiato e aggressivo a uso e consumo dell’inquadratura giusta, è proprio buffo. Come le dicevo prima, è tutto falso. Fa parte del copione. Hanno capito che mostrarsi sopra le righe in tv paga. E improvvisano. Ci sono persone che se avessero custodito un minimo di dignità, alla metà degli insulti ricevuti, sarebbero emigrati in Tibet. Invece loro fanno finta di niente e giocano d’attacco. Come si chiama quell’altro? l’ex governatore della Lombardia? Intende Formigoni? Il comico che arriva dopo le ballerine. Il barzellettiere che intrattiene il pubblico durante l’intervallo, proprio lui. Un altro che dice cose incredibili e adesso si accredita come nuovo. Cose incredibili. Sa chi sono veramente questi? Mercenari. Anzi peggio. I mercenari davano la vita per difendere il padrone, “costoro” difendono solo il loro privilegio. Abbiamo persino Scilipoti che insegna politica in Brasile. Piuttosto che andare a lezione da Scilipoti preferirei la scuola dalla Banda della Magliana. È un paradosso ovviamente, avverto i più sensibili. Berlusconi l’hanno difeso poco e male. Anche senza usare l’accezione dannunziana, la decadenza è nello sguardo. Un uomo infelice che con i suoi soldi avrebbe potuto fare sia la pace sia la guerra e che ora deve difendersi dalle lente maglie della legge. Un tempo nei nostri sogni più inconfessabili avremmo voluto essere quasi tutti Silvio Berlusconi. Sognare di fuggire ad Antigua, verso la bellezza. Lui è rimasto. Circondato da giullari di corte e ingrati pronti a vendersi per 2 euro. Da persone come Lelemosina e l’Emilio di Rete 4, da un’Armata Brancaleone con Gasparri e La Russa a cui donare, con pazzesca fatica, un minimo di credibilità. Adesso è tutto finito. Il potere ha catene pesanti, se ti cadono addosso il destino è segnato.
Posted on: Sat, 05 Oct 2013 03:02:11 +0000

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