DOCUMENTO SUL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE SARDO 2013 – 2014 - TopicsExpress



          

DOCUMENTO SUL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE SARDO 2013 – 2014 Senza pudore e senso del ricolo, con il vacuo trionfalismo di aver ottenuto in un giorno il parere sul nuovo calendario dall’Ispra, un vero e proprio diktat che umilia ancora di più l’autonomia regionale ed i diritti dei cacciatori sardi, l’ Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente A. Biancareddu ha riconvocato ieri il Comitato regionale faunistico e venatorio e riapprovato un calendario venatorio dimezzato che chiude la caccia e tutta l’avifauna il 29 dicembre 2013. Il 22 ottobre 2013 il Comitato e l’ Assessore si incontreranno di nuovo per le controdeduzioni al diktat dell’Ispra che offre di proposito nuovi interessanti spunti per i ricorsi delle sigle ambientaliste anticaccia finalizzata a ridurre ancora di più i diritti dei cacciatori. Pertanto solo la mobilitazione unitaria e compatta del mondo venatorio può sconfiggere i nemici della caccia e dell’autonomia regionale Sarda e dei diritti d’autogoverno dei sardi alle proprie risorse. Intanto l’Assessore A. Biancareddu che i burocrati del suo assessorato dovrebbero dimettersi dato che era noto anche ai profani di fatto che il parere Ispra (Istituto che cura solo gli interessi dello Stato e dell’Europa ma non quelli dei Sardi) era obbligatorio anche se non vincolante ai sensi dell’art.18 comma 4. Della Legge dello Stato n° 157/92 e dei pareri della Corte Costituzionale n°4/2000 e n° 222/2003. Inoltre tutte le Associazioni venatorie dovrebbero citare in giudizio i sopracitati burocrati e l’Assessore per rifondere i danni ai cacciatori e non limitarsi a denunce in procura contro fantomatici ignoti come propone l’on. I. Artizzu della Federcaccia dato che i responsabili sono noti. Per omissione ( mancato parere Ispra) dovrebbe promuovere l’inchiesta la Procura della Repubblica di Cagliari che ha appreso dalla stampa tale increscioso fatto. Ma della giustizia i cittadini si fidano sempre di meno e tra essi anche il Movimento Sardo Pro Territorio per il ricorso a suo tempo presentato contro la perimetrazione illegittima di circa 700 mila ettari di territorio sardo effettuata dai burocrati e dagli assessori regionali dell’ambiente sia di destra che di sinistra senza consultare comuni e popolazioni. Denunciamo pubblicamente il fatto che il nostro ricorso viene tenuto a bagnomaria tra TAR Sardegna, Tar Lazio e Consiglio di Stato e che i responsabili fiutino l’aria ed i venti della politica e del consenso come segugi dell’innominato, prima di decidere e comunque la negata giustizia ha dimostrato che la legge non è uguale per tutti e che favorisce gli illeciti delle maggioranze. Per il nostro Movimento SIC e ZPS, queste zone speciali di conservazione(ZSC), devono essere riperimetrate con il consenso di comuni e popolazioni e con il corretto finanziario per l’autogestione da parte delle popolazioni e comuni, con risorse certe dello Stato e della Regione. Per la rete Natura 2000 (SIC –ZPS), il parere ISPRA non segnala affatto le riperimetrazioni e pianificazioni finora abusivamente poste in essere con l’aperta ostilità delle popolazioni e delle categorie che vivono ed operano in tali speciali zone di conservazione ove caccia e pesca in linea di diritto non sono vietate ma impedite di fatto con una serie interminabile di laccia burocratici per cui svolgere una qualsiasi attività in tali zone comporta ostacoli interminabili. Per la rete Natura 2000 l’ISPRA propone, per regolamentare la caccia, di sottoporre a valutazione di incidenza sugli habitat e sulle singole specie di interesse comunitario non solo gli strumenti di pianificazione (i piani di gestione dei circa 92 SIC E ZPS Sardi) ma anche i calendari venatori della regione ed ogni sito SIC – ZPS: resta del tutto evidente che in assenza degli organismi di gestione e dei fondi per la complessiva gestione dei siti le associazioni ecologiste, animaliste ed ambientaliste metropolitane avranno buon gioco a chiedere al TAR Sardegna la sospensione cautelare dell’attività venatoria nei 700 mila ettari della Rete Natura 2000 della Sardegna senza che lo Stato e L’Europa abbiano speso un solo euro finora per la gestione dei siti. Ma L’Ispra nel suo parere non dà conto del fatto che SIC E ZPS alla luce della sentenza del Consiglio di Stato n°02885/2012 ha escluso che SIC E ZPS siano aree protette (cioè gli odiati parchi) ai sensi della L.Q.N. n°394/91 per quanto concerne le misure di conservazione per cui surrettiziamente gli ostacoli burocratici frapposti dall’ISPRA puntano di fatto a trasformare tali aree in zone interdette alla caccia. Parchi, SIC, ZPS, e ZSC in Sardegna ed in Italia non si basano sul consenso ma su atti d’imperio generando gravi conflitti sociali e spinte alla sovranità e all’indipendenza di sardi e della Sardegna verso l’Europa interessata solo alla protezione dell’avifauna sarda (i di interesse comunitario) ma verso gli interessi del popolo sardo, del mancato collegio sardo per le elezioni del parlamento europeo alla mancata zona franca integrale, ai problemi irrisolti dell’insularità e della continuità territoriale per non parlare dell’occupazione e dell’oppressione burocratica. Ricordiamo all’assessore regionale A. Biancareddu ed ai suoi burocrati che per i sardi il tempo della sudditanza deve finire e che per quanto riguarda SIC – ZPS, Parchi e ZSC, le regole di tutela dell’Ambiente Sardo devono essere scritte e decise dai sardi e da nessun altro alla luce del fatto che le provincie di Trento e Bolzano hanno vinto la loro battaglia di autonomia in materia di ambiente e di criteri e misure di conservazione nei siti SIC –ZPS e nei Parchi. In materia di Rete Natura 2000 il parere Ispra deve essere respinto perché non tiene conto del sapere ecologico e funzionale del popolo sardo che conosce per memoria secolare specie ed habitat di ogni ecosistema e le esigenze ecologiche di ogni specie prioritaria protetta meglio di qualunque burocrate della regione sarda e di qualsiasi funzionario e ricercatore dell’ISPRA. Ai funzionari Ispra interessano ghiandaie e cornacchie da cacciare in appostamento e non in forma vagante ma ignorano i dati terrificanti causati nel 2013 da queste specie calate dai boschi sui frutteti e sugli orti come orde barbariche o tutte le fatiche dei contadini, distruggendo in un solo giorno i frutti di un pero e di un melo ed i meloni di un campo coltivato. Nessuno di questi signori forse non ha mai visto una ghiandaia svuotare dei piccoli in una sola mattina una quindicina di nidi di rondine o devastare tutti i nidi degli altri uccelli in un bosco e perfino nei giardini delle case, oppure vedere i gabbiani reali lontani decine di kilometri dal mare saziarsi di olive al momento della loro maturazione, oppure attaccare i nidi del gabbiano corso, dei cormorani e dei falchi della regina nelle falesie dell’isola; nessuno di costoro ha mai osservato e calcolato o quantificato i danni all’avifauna da parte dei gatti selvatici, di martore e di volpi o dei mufloni e dei cinghiali alle vigne. Appare strano quanto ignorano a vello funzionale e sperimentale i funzionari ISPRA è però conosciuto dai cacciatori e dagli agricoltori sardi il cui sapere va ben oltre la sostenibilità biologica del prelievo per comprendere quella economica e socio antropologica per cui la lotta agli incendi e la tutela degli habitat naturali è fondamentale per garantire il futuro all’attività venatoria. Ecologisti metropolitani senza storia e radici, che vivono in ambiti urbani senza alberi, acqua ed aria pulita, attaccano con assurdi ricorsi al Tar cacciatori ed agricoltori che difendono l’ambiente in cui vivono ed operano al prezzo di gravi sacrifici e che sono fortemente interessati ad impedire le nuove cementificazioni speculative che distruggono e consumano l’ambiente irreversibilmente. Essi sono i veri difensori degli habitat delle pernici e delle lepri non vandali. l’ISPRA non può scaricare su cacciatori e agricoltori la precarietà di alcune specie come le pernici, le quaglie e le lepri giungendo a configurare nuove pesanti restrizioni perché in realtà le dissennate politiche di dismissione delle attività agricole in pianura e collina volute dall’Unione Europea hanno favorito la creazione di una macchia mediterranea sporca e chiusa da rovi e spine, terreno ideale per le volpi ed i cinghiali per cui il destino di queste specie è stato deciso dalla malapolitica dello Stato, della Regione e della stessa Unione Europea favorevole all’agricoltura industriale e non a quella ambientale ed ecologica e dai cacciatori sardi. Tali problemi strutturali non possono essere scaricati sui cacciatori con calendari venatori regionali onnicomprensivi poco attenti ai microhabitat ed ai microclimi ed alle concrete esigenze ecologiche di ogni specie che spesso variano a seconda dell’altitudine, dell’umidità della vegetazione e delle diverse zone ecct. In Francia i calendari venatori sono pensati e calibrati a livello non di regione ma di dipartimento con un ruolo strategico essenziale degli agricoltori, cacciatori e amministratori locali con piani di prelievo studiati in loco facendo tesoro del sapere ecologico e funzionale degli agricoltori ed dei cacciatori che in Sardegna vengono oggi se non criminalizzati certamente ignorati e sottoposti ad angherie burocratiche di ogni genere. Noi non crediamo che l’assessore A. Biancareddu e gli attuali burocrati abbiano la forza di contrastare il parere dell’ISPRA , infondato alla luce del sapere ecologico e sperimentale delle popolazioni e delle reali esigenze di specie in condizioni precarie per via di dissennate scelte nel governo del territorio, di cui sono responsabili sia la Regione Sarda che lo Stato e la stessa Unione Europea, finalizzate a favorire l’abbandono delle attività agricole ed agrosilvopastorali. Non si affrontano i nodi strutturali del governo dell’ambiente dell’isola, dei suoi habitat naturali e delle specie prioritarie europee per salvare le quali bastano gli attuali divieti di caccia e non di altri lacci burocratici per interdire di fatto l’esercizio della caccia in altri 700 mila ettari. Tempio Pausania 20 settembre 2013 Il Coordinatore Regionale Movimento Sardo Pro Territorio Alessio Pasella Il Segretario Regionale Movimento Sardo Pro Territorio Pasquale Zucca
Posted on: Sun, 22 Sep 2013 19:51:20 +0000

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