Dai tempi della mia infanzia, mi è capitato di conoscere svariate - TopicsExpress



          

Dai tempi della mia infanzia, mi è capitato di conoscere svariate persone, soprattutto in ambito scolastico e lavorativo, che storpiassero il mio nome. In particolare la storpiatura si realizzava e si realizza tuttora con un cambio da Pierluigi a Gianluca oppure, in casi più rari, da Pierluigi a Pierpaolo. Sinceramente non riesco a spiegarmi il perché. Cioè, posso capire un lapsus, ma la reiterazione dell’errore mi lascia basito… Ma come si fa a sbagliare in maniera quasi sistematica? Cioè, è un nome! Il nome è quello, punto. E’ come se io chiamassi sistematicamente una persona (ad esempio) di nome Maria Pia con un diversissimo Anna Laura. Oppure se chiamassi con un Gianfranco un ragazzo di nome Piergiorgio. Mi sta capitando anche in questi giorni nel mio posto di lavoro. Insomma, la facilità con cui le persone mi chiamano in modo sbagliato mi lascia pensare che il mio nome in realtà non esista oppure che a costoro non interessi molto della mia persona. Detto questo, mi torna in mente un aneddoto della mia pubertà. Avevo 11 anni, frequentavo un corso di tennis, mi piaceva molto questo sport. Mi divertivo parecchio. Avevo una compagna di corso di nome Arianna che veniva chiamata, dal maestro Gianluigi (che per contrappasso adesso chiamerò Piergiovanni), Lucilla. Per tutto l’anno di corso, Piergiovanni ha chiamato Arianna come Lucilla. E la cosa più assurda fu che lei, poverina, non ebbe mai il coraggio di fargli notare che il suo nome era, in realtà, Arianna. L’anno dopo tornai al corso di tennis, Arianna non frequentava più, spero non per la questione del nome, ma oltre a lei, anche il maestro non c’era più. Un’ecatombe! Fu sostituito da un altro istruttore, ma non ho mai saputo il motivo della sua sostituzione; in fondo con Piergiovanni mi trovavo bene. Fatto sta che per tutto l’anno di corso, il nuovo istruttore mi trattò malissimo, ce l’aveva con me senza motivo, gratuitamente. Mi vessava. Mi odiava, a pelle. Praticamente andare a lezione era diventato, per me, un vero e proprio incubo. Il risultato fu che a fine anno decisi di smettere col tennis. Abbandonai uno sport che adoravo per colpa di questo luminare della pedagogia. Magari sarei diventato bravo, o magari un’emerita pippa, di sicuro mi sarei divertito un mondo a giocare con i miei amici! Tutto ciò per dire che bisognerebbe prestare più attenzione da parte di chi ha la pretesa di insegnare qualcosa a degli allievi visto che si gioca con il loro avvenire…. e che io almeno non ho mai storpiato il nome del secondo istruttore, semplicemente mi sono limitato a non ricordarlo.
Posted on: Tue, 17 Sep 2013 13:27:40 +0000

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