“ESPERIENZA GOURMET ALLA CANTINA DI MIMMO E PIETRO” Recensito - TopicsExpress



          

“ESPERIENZA GOURMET ALLA CANTINA DI MIMMO E PIETRO” Recensito il 2 luglio 2013 NOVITÀ “Venerdì scorso mi trovai a passare per Napoli chè la diritta via era smarrita. Tra una vetrina ed un antico portone scorsi un ristoro e per incanto scoprii la via dei cinque sensi!” Così potrebbe iniziare una recensione sul ristorante gourmet La Cantina San Teodoro magistralmente capitanato dallo chef Mimmo Alba ed il suo staff. Le parole sono un incerto supporto per descrivere le emozioni che si possono provare nelle cantine di questo antico palazzo. Da fuori le vetrine fumè custodiscono gelosamente la semplice raffinatezza degli interni. All’ingresso l’accoglienza è composta, elegante e cortese. Una bella signorina vi aspetta appena sotto due gradini, la giusta altezza per avere un colpo d’occhio su tutto il locale. L’atmosfera è ovattata i colori accoglienti e naturali la luce è concentrata sui tavoli ma inspiegabilmente riflessa anche sugli antichi architravi in mattoni a vista. Ancora immobile sull’uscio lo sguardo viene catturato dalle cucine a vista che spiano discrete la sala. All’interno 4 uomini in camice bianco senza verbo proferire lavorano febbrilmente con un fare composto in perfetta sintonia. Lo sguardo pungete di un ometto dai baffi appuntiti colpisce subito la curiosità dell’avventore: è lo chef Mimmo Alba che si presenta con un sorriso tanto sornione quanto sicuro del suo potere magico. La signorina che ancora attende giù dai gradini con un gesto cortese invita ad accomodarsi al tavolo. Con curiosità ed una leggera incertezza la seguiamo sino al tavolo finemente apparecchiato. I toni cromatici sono caldi e discreti allo stesso tempo. Appena seduti lo sguardo si intreccia con il sorriso della sommelier che con una inconsueta eleganza appoggia sul tavolo un bicchiere di spumante siciliano nato dalle pendici laviche del monte Etna. È il calice di benvenuto, il suo perlage ricorda ancora le bolle di lava che smuovono il terreno sotto le vigne. È ancora vivo, come tutto quello che arriverà nei piatti di portata. Il menù non dovrebbe essere neanche aperto, un gesto convenzionale in un ristorante qualsiasi, inutile presso la Cantina San Teodoro. Se vi fiderete la scelta sarà semplice, farsi guidare dal menù degustazione dello chef, un percorso unico in un mondo mai esplorato prima. A lungo ho riflettuto se descrivere nella mia recensione ogni singolo piatto, ogni singola scultura cromatica con l’intrinseco potere di stupire ogni senso conosciuto. Alla fine ho deciso che è giusto lasciare questa emozione alla soggettività di ognuno di noi e alle parole dello chef che ogni volta esce dalla cucina e presenta il suo capolavoro. C’è tanta arte, passione, tanto amore e sapienza ovunque. Una ricerca di stile, gusto antico, sapere perduto è l’animo che ispira ogni creazione. La ricerca dell’assoluto cromatico, visivo, olfattivo, gustativo … praticamente tattile allo sguardo. Il cervello non è abituato a tutto l’insieme di sensi che ogni portata scatena, ma apprende velocemente e lesto rilascia un diffuso senso di appagamento. Il tempo si ferma, la consapevolezza cresce, il corpo impara. Impara sapori nuovi, abbinamenti, ritrova sensazioni perdute, rimane stupito da novità assolute. Solo questo e tanto altro è la cucina di Mimmo Alba, la cucina del suo immenso amore e rispetto verso la natura e l’essenza delle cose. Un dialogo, un confronto tra ciò che la terra offre e l’arte di reinterpretare, creare, stupire. E la magia continua, ad ogni piatto, ad ogni racconto, come in un libro di favole di cui si è protagonisti. Già perché non dimentichiamoci che i veri protagonisti sono i nostri sensi! Quelli degli avventori di questo piccolo covo di folletti magici. Giudicatemi folle, giudicatemi eccessivo, ma lasciate che i vostri sensi giudichino loro stessi le mie deliranti descrizioni. Entrate nel covo di Nettuno e dite che vi manda un amico fidato, poi a mente fredda postate il vostro parere e ditemi se avevo torto. Un grazie speciale alla sommelier Lucia il cui amore spassionato per il nettare divino rende magistrale ogni abbinamento. Un grazie importante a Pietro Micillo, socio dello chef in questa avventura e padrone di casa, che con la sua coinvolgete verve allieta lo spettatore con racconti più inediti e le curiosità sui prodotti provenienti dal suo podere. Un grazie a tutto lo staff per essere come sono e un grazie del tutto speciale a Mimmo per tutto l’amore e la dedizione che riversa in ogni singolo piatto. Nel mondo di oggi una rarità assoluta. Buona esperienza a voi. Michele D’Angelo milanese per caso in terra campana.
Posted on: Sun, 07 Jul 2013 17:54:16 +0000

Recently Viewed Topics




© 2015