Edmondo De Amicis « Leducazione dun popolo si giudica dal - TopicsExpress



          

Edmondo De Amicis « Leducazione dun popolo si giudica dal contegno chegli tien per la strada. » (da Cuore) Edmondo De Amicis (Oneglia, 21 ottobre 1846[1] – Bordighera, 11 marzo 1908) è stato uno scrittore e pedagogo italiano. È conosciuto per essere lautore del romanzo Cuore, uno dei testi più popolari della letteratura italiana per ragazzi. Nato in Piazza Vittorio Emanuele I, ora titolata a suo nome, presso Oneglia (prima che fosse accorpata a Porto Maurizio nellunica città di Imperia 77 anni dopo, nel 1923), a soli due anni si trasferì e crebbe in Piemonte, dapprima a Cuneo, dove studiò alle scuole primarie, quindi a Torino, dove frequentò il liceo. Di famiglia benestante, il padre, dorigine genovese, copriva lufficio di banchiere regio di sale e tabacchi. Sia la sua casa ligure (oggi biblioteca) che quella di Cuneo (oggi annessa alla caserma militare Carlo Emanuele dei bastioni di Stura con vista Monviso) furono spaziose ed eleganti. Da soldato a giornalista A diciassette anni entrò allAccademia militare di Modena dove divenne ufficiale come il fratello Luigi Augusto, il quale però cadde durante la battaglia di Adua qualche decennio dopo, nel 1896. Nel 1866 Edmondo, già luogotenente, partecipò alla battaglia di Custoza e assistette alla sconfitta dei Sabaudi. Fu forse per questo motivo che crebbe in lui la delusione che lo spinse, a un certo punto, a lasciare lesercito nel 1867, conservando tuttavia quello spirito patriottico tipico del periodo risorgimentale che leggiamo nelle sue opere, attraverso valori di disciplina militare come valido metodo educativo. Divenne quindi giornalista militare, trasferendosi a Firenze per assumere la direzione de LItalia militare come organo del ministero di guerra. Di questo periodo riassunse la propria esperienza in una serie di bozzetti, raggruppati nella raccolta La vita militare (1868), pubblicata sullomonimo giornale. Lanno seguente vi aggiunse il bozzetto-reportage Lesercito italiano durante il colera del 1867 che molti interpretarono come documento autobiografico, frutto di unesperienza direttamente vissuta. Tuttavia, De Amicis non fece per nulla parte della spedizione in Sicilia, né affrontò alcuna epidemia di colera, come riportano erroneamente molti testi di letteratura e dizionari biografici. Si recò in Sicilia soltanto nel 1865, quando fece la sua prima guarnigione militare a Messina, ripartendo col suo reggimento nellaprile del 1866 per partecipare alla guerra contro lAustria. In Sicilia tornerà solo nel 1906, su invito del poeta Mario Rapisardi. La bufala del De Amicis in Sicilia durante il colera come sottufficiale dellesercito fu smentita in maniera chiara e incontrovertibile da Piero Meli nel suo articolo Edmondo De Amicis e i fantasmi letterari del colera in Sicilia [in La Sicilia, 22 dicembre 2012]. Nel 1868 poi, fu assunto, appena 22enne, dal giornale la Nazione di Firenze[2]. Continuò come inviato militare, in Italia e allestero, assistendo, tra laltro, alla storica presa di Roma del 1870. In questo periodo le sue corrispondenze andarono anche a formare vari libri-diari di viaggio: Spagna (1872), Ricordi di Londra (1873), Olanda (1874), Marocco (1876), Costantinopoli (1878/79), Ricordi di Parigi (1879). Pinerolo Dopo questo periodo De Amicis si stanziò definitivamente in Piemonte. Dapprima a Pinerolo, nel periodo 1882-1884, presso lelegante villa DAquiland, chiamata successivamente villa Accusani e oggi denominata La Graziosa (sul Viale Gabotto, in quartiere San Maurizio). Qui scrisse Alle porte dItalia, dedicato alla città e ai territori valligiani circostanti. Un esempio per tutti, il racconto relativo alla grotta Gheisa dla tana di Angrogna e le termopili valdesi. Nel 1884, la stessa città di Pinerolo gli conferì la cittadinanza onoraria, con tanto di diploma datato 4 aprile. Cuore Dal 1879, ma più permanentemente dal 1885, lo scrittore prese alloggio a Torino presso il palazzo Perini in Piazza S. Martino, 1 - ora Piazza XVIII Dicembre - davanti alla vecchia stazione ferroviaria di Porta Susa, dove oggi una targa lo ricorda. Qui, De Amicis terminò (ispirato dalla vita scolastica dei suoi figli Ugo e Furio) quella che fu considerata la sua più grande opera. Pubblicato infatti per la prima volta il 17 ottobre 1886 (il primo giorno di scuola di quellanno) come libro per ragazzi, la casa editrice milanese Treves fece uscire Cuore, una raccolta di episodi ambientati tra dei compagni di una classe elementare di Torino, provenienti da regioni diverse, e costruito come finzione letteraria di un diario di un ipotetico ragazzo, lio narrante Enrico Bottini. Il romanzo ebbe subito grande successo, tanto che in pochi mesi si superarono quaranta diversi tipi di edizioni e decine di traduzioni in lingue straniere. Il libro fu (e lo è tuttora) di forte carattere educativo-pedagogico (insieme al successo italiano di soli tre anni prima, Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi) e fu molto apprezzato anche perché ricco di spunti morali attorno ai miti affettivi (da cui il titolo) e patriottici del recente Risorgimento. Tuttavia, fu ampiamente criticato dai cattolici per lassenza totale di tradizioni religiose (i bambini di Cuore non festeggiano nemmeno il Natale), specchio politico delle aspre controversie tra il Regno dItalia e Papa Pio IX dopo la presa di Roma del 1870. Nel 1889 De Amicis si avvicinò poi al socialismo, fino ad aderirvi totalmente nel 1896. Questo mutamento dindirizzo è visibile nelle sue opere successive, in cui presta molta attenzione alle difficili condizioni delle fasce sociali più povere e vengono completamente superate le idee nazionalistiche che avevano animato Cuore. Amico di Filippo Turati, collaborò a giornali legati al partito socialista come la Critica sociale e La lotta di classe. La sua iniziazione in massoneria non è considerata certa da alcuni autori, ma altri lo danno come iniziato nella Loggia Concordia di Montevideo, presieduta da D. Triani, presumibilmente allObbedienza della Gran Loggia dellUruguay[3]. Nel 1895 fu proprio De Amicis a pronunciare il saluto al massone torinese Giovanni Bovio, in occasione della rappresentazione teatrale del dramma San Paolo, che era interpretato da un altro massone, lattore Giovanni Emanuel. Molti critici letterari sostengono che Cuore sia un libro di forte ispirazione massonica, dove si sostituiscono la religione cattolica degli italiani con la religione laicista della Patria, la Chiesa con lo Stato, il fedele col cittadino, i Comandamenti coi Codici, il Vangelo con lo Statuto, i martiri con gli eroi.[4] Seguirono quindi libri come Sulloceano (1889), sulle condizione dei poverissimi emigranti italiani e poi Il romanzo di un maestro (1890, da cui è stato tratto nel 1959 lo sceneggiato televisivo omonimo), Amore e ginnastica (1892, da cui è stato tratto il film omonimo), La maestrina degli operai (1895) e La carrozza di tutti (1899), ritratto della città di Torino vista da un tram. Inoltre scrisse per Il grido del popolo di Torino numerosi articoli dispirazione socialista che furono poi raccolti nel libro Questione sociale (1894). A Torino, dopo Piazza XVIII Dicembre, De Amicis visse soprattutto nel suo prestigioso alloggio di Via Pietro Micca n. 10, oggi adibito a ufficio.[5] Ultimi anni Gli ultimi anni furono rattristati sia dalla morte della madre, alla quale era molto legato, sia dai continui screzi con la moglie Teresa Boassi, sposati dal 1875, a causa forse di tradimenti di lui[6], si scatenavano spesso tra i due delle furiose litigate, che provocarono altresì, nel 1898, il suicidio del figlio maggiore ventiduenne Furio, disperato a causa della situazione familiare divenuta ormai infernale. Laltro figlio Ugo, invece, si ritirò nella solitudine delle passeggiate in montagna. Tutto ciò portò De Amicis ad allontanarsi nuovamente da Torino e tornare a viaggiare. Nel 1903, in occasione della sua elezione a socio dellAccademia della Crusca[7], soggiornò brevemente nella sua amata città della giovinezza, Firenze. Nel 1906 poi, si recò in Sicilia, a trovare il suo collega, ex commilitone e scrittore Mario Rapisardi, immaginando lincontro come quello di: « due vecchi soldati coperti di cicatrici, dopo una lunga guerra combattuta sotto la stessa bandiera. » (Edmondo De Amicis) Il Ministro Vittorio Emanuele Orlando lo chiamò (insieme a Fogazzaro) a far parte del Consiglio Superiore dellIstruzione. Le ultime sue opere furono Lidioma gentile (1905), quindi Ricordi dun viaggio in Sicilia e Nuovi ritratti letterari e artistici (questi ultimi due poco prima di morire). « (Catania) A Edmondo De Amicis che in questa casa alloggiò nel 5 novembre del 1906, al cittadino, allo scrittore, al maestro la cui opera fu tutta unarmonia di bontà di bellezza di amore, gli studenti delle scuole elementari pongono questo ricordo come segno del monumento perenne che gli consacra il cuore del popolo da lui confortato con la parola, con gli scritti, con lesempio alle fulgide ascensioni dellIdeale. » (Epigrafe di Mario Rapisardi) Dopo la Sicilia De Amicis tornò nella sua natìa Liguria, dove morì improvvisamente per unemorragia cerebrale, nel 1908, a Bordighera, in una camera dellhotel della Regina, albergo scelto dallo scrittore perché vi abitò pochi anni prima il grande scrittore George MacDonald, che proprio lì fondò il centro culturale letterario Casa Coraggio; ledificio si trova nellattuale via Vittorio Veneto, 34,[8] dove due targhe commemorative li ricordano entrambi. Come sue ultime volontà, il corpo di De Amicis fu però immediatamente traslato e tumulato[9] presso la tomba di famiglia, nel Cimitero monumentale di Torino. Opere Lesercito italiano durante il colera del 1868 , Milano, Bernardoni, 1869. La vita militare. Bozzetti, Milano, Treves, 1868. Racconti militari. Libro di lettura ad uso delle scuole dellesercito, Firenze, Le Monnier, 1869. Impressioni di Roma, Firenze, Faverio, 1870. Spagna, Milano, Cerveteri, 1871; Firenze, Barbera, 1873. Pagine sparse, Milano, Tipografia editrice lombarda, 1874; 1876. Novelle, Firenze, Le Monnier, 1872; Milano, Treves, 1878. Ricordi del 1870-71, Firenze, Barbera, 1872. Ricordi di Londra, Milano, Treves, 1874. Olanda, Firenze, Barbera, 1874. Marocco, Milano, Treves, 1876. Costantinopoli, Milano, Treves, 1877. Ricordi di Parigi, Milano, Treves, 1879. Gli effetti psicologici del vino, Torino, Loescher, 1881. Ritratti letterari, Milano, Treves, 1881. Poesie, Milano, Treves, 1881. Gli amici, Milano, Treves, 1883. Alle porte dItalia, Roma, Sommaruga, 1884. Cuore. Libro per i ragazzi, Milano, Treves, 1886. Sulloceano, Milano, Treves, 1889. Il romanzo dun maestro, Milano, Treves, 1890. Il vino, Milano, Treves, 1890. Osservazioni sulla questione sociale. Conferenza detta la sera di giovedì 11 febbraio 1892 allAssociazione universitaria torinese, Torino, Roux, 1892. Fra scuola e casa. Bozzetti e racconti, Milano, Treves, 1892. Coraggio e costanza. Il viaggiatore Carlo Piaggia, Torino, Paravia, 1895 (1878). Ai fanciulli irredenti. Padri e figli, Milano, Morosini, 1895. Ai ragazzi. Discorsi, Milano, Treves, 1895. La lettera anonima, Milano, Treves, 1896. Il 1º maggio. Discorso tenuto allAssociazione generale degli operai la sera del 1º maggio 1896, Torino, Libreria editrice socialista del Grido del popolo, 1896. Ai nemici del socialismo, Novara, Repetto, 1896. Collaboratori del socialismo; Compagno, Milano, Morosoni, 1896. Nel campo nemico. Lettera a un giovane operaio Socialista, Firenze, Tip. Cooperativa, 1896. Pensieri e sentimenti di un socialista, Pavia, Tipografia e legatoria cooperativa, 1896. Socialismo e patria, Milano, Monti, 1896. Per lidea. Bozzetti, Novara, Repetto, 1897. Gli azzurri e i rossi, Torino, Casanova, 1897. Il socialismo e leguaglianza, Diano Marina, Tip. artistica, 1897. Il socialismo in famiglia. La causa dei disperati, Milano, Ramperti, 1897. In America, Roma, Voghera, 1897. Le tre capitali. Torino, Firenze, Roma, Catania, Giannotta, 1898[10]. La carrozza di tutti, Milano, Treves, 1899. Lotte civili, Firenze, Nerbini, 1899. Consigli e moniti, Firenze, Nerbini, 1900. Memorie, Milano, Treves, 1900. Il mio ultimo amico, Palermo, Biondo, 1900. Speranze e glorie. Discorsi, Catania, Giannotta, 1900. A una signora. Lettera aperta, Firenze, Nerbini, 1902. Capo danno. Pagine parlate, Milano, Treves, 1902. Nel giardino della follia, Livorno, Belforte, 1902. Un salotto fiorentino del secolo scorso, Firenze, Barbera, 1902. Una tempesta in famiglia. Frammento, Valenza, Battezzati, 1904. Nel regno del Cervino. Nuovi bozzetti e racconti, Milano, Treves, 1905. Lidioma gentile, Milano, Treves, 1905. Pagine allegre, Milano, Treves, 1906. Nel regno dellamore, Milano, Treves, 1907. Compagnina. Scenette scritte per essere recitate dai bimbi, Torino, Tip. Cooperativa, 1907. Per la bellezza di un ideale, Iesi, Tip. Flori, 1907. Ricordi dun viaggio in Sicilia, Catania, Giannotta, 1908. Ultime pagine di Edmondo De Amicis I, Nuovi ritratti letterari e artistici, Milano, Treves, 1908. II, Nuovi racconti e bozzetti, Milano, Treves, 1908. III, Cinematografo cerebrale. Bozzetti umoristici e letterari, Milano, Treves, 1909. Primo maggio, Milano, Garzanti, 1980. Bibliografia Piero Meli, De Amicis e Rapisardi. Fratelli darte, in La Sicilia, sezione Terza Pagina, Cultura Società Spettacolo, sabato 6 maggio 1995. Antonio Carrannante, De Amicis nella storia della scuola italiana, in: Rivista di studi italiani, Giugno 2007, pp.49-68. Piero Meli, Edmondo De Amicis e i fantasmi letterari del colera in Sicilia, in La Sicilia, sezione Terza Pagina, Cultura, sabato 22 dicembre 2012, p. 31. Edmondo De Amicis in Giorgio Bertone (a cura di), SullOceano (brossura), 1ª ed., Reggio Emilia, Diabasis, aprile 2005, p. 264. ISBN 9788881033194. fonte wikipedia
Posted on: Sun, 20 Oct 2013 11:30:07 +0000

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