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Egitto: massima allerta mondiale. Obama in campo . Verso la guerra civile: 578 morti. Oggi "venerdì della rabbia" degli islamisti pro-Morsi al Cairo. Il presidente Usa cancella esercitazioni militari congiunte. Ancora morti e disordini al Cairo. Il governo non riesce a neutralizzare gli islamisti pro-Morsi, il presidente deposto. Ingrandisci la foto Ancora morti e disordini al Cairo. Il governo non riesce a neutralizzare gli islamisti pro-Morsi, il presidente deposto. IL CAIRO (WSI) - Nuove manifestazioni di protesta sono attese oggi al Cairo per il "venerdì della rabbia" indetto dal Fratelli musulmani contro l’operazione di polizia lanciata due giorni fa contro i loro sit-in al Cairo, in cui hanno perso la vita quasi 600 persone. Dopo la condanna espressa da numerose capitali, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha lanciato un appello a tutte le parti coinvolte in Egitto, perchè diano prova di «massima moderazione». Le manifestazioni in programma oggi partiranno da tutte le moschee del Cairo e convergeranno verso piazza Ramsis, stando a quanto precisato su Twitter dal portavoce dei Fratelli musulmani, Gehad el-Haddad. «Nonostante la sofferenza e il dolore per la perdita dei nostri martiri, gli ultimi crimini commessi dai golpisti hanno rafforzato la nostra determinazione a mettervi fine», si legge in un comunicato diffuso dal movimento. Stando all’ultimo bilancio delle vittime di mercoledì scorso, sono almeno 578 le persone rimaste uccise nell’operazione di polizia e nei successivi scontri, mentre più di 3.500 sono quelle rimaste ferite. ECCO GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA: 11.45 - I FRATELLI MUSULMANI: RESISTERE FINO ALLA VITTORIA «Il popolo egiziano continuerà la sua resistenza pacifica fino a che i golpisti non se ne andranno»: è il testo di un comunicato della guida dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badie. Intanto, l’esercito egiziano presidia i siti strategici al Cairo, mentre si sta estendendo la chiusura delle strade di accesso al centro della capitale. Si passano i checkpoint solo a piedi, dopo estenuanti controlli. 10.58 - ATTACCHI NEL NORD DEL SINAI, 14 MORTI È di almeno 14 morti e oltre 60 feriti, in gran parte uomini della sicurezza, - rende noto una fonte della sicurezza all’agenzia di stampa Xinhua - il bilancio degli attacchi condotti nelle ultime 48 ore da militanti contro agenti della polizia e soldati dell’esercito nella città di Arish, nel nord del Sinai. 10.57 - SALE L’ATTESA PER 28 MARCE AL CAIRO Saranno almeno 28 le marce convocate per le 13.30 odierne dall’Alleanza per la Democrazia e contro il Golpe al Cairo. Tutte, si legge in una nota riportata da al Jazira, si dirigeranno verso piazza Ramses dopo la preghiera del venerdì nelle moschee. «La nostra -afferma la nota- è una rivoluzione pacifica e continueremo a mobilitarci nelle strade senza violenza né sabotaggi che diano ai capi del golpe un alibi per restare al potere». Gli esponenti dell’Alleanza, nella quale trova spazio preponderante la Fratellanza Musulmana, godono dell’appoggio di influenti religiosi, come il sunnita Yusuf al Qaradawi, che ha invitato egiziani e musulmani di tutto il mondo arabo a scendere nelle strade. 10.32 - I MEDICI: RISCHIO EPIDEMIA In Egitto si sta consumando «un vero massacro senza precedenti per la sua atrocità, compiuta con una grande vergogna verso i civili della stessa popolazione. È un massacro in famiglia». Lo afferma Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità mondo arabo in Italia). Con centinaia di morti accertati e un «numero altissimo di cadaveri per terra che non possono essere trasportati dai mezzi di soccorso», avverte inoltre il medico, c’è anche «un grande rischio epidemia». Per questo, i sanitari sul posto «riferiscono che sono stati bruciati numerosi cadaveri». 10.15 - TELEFONATA MERKEL-HOLLANDE La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande discuteranno a telefono la crisi egiziana alle ore 14.00. Lo ha reso noto una fonte diplomatica. Ieri il presidente francese aveva evocato la minaccia di una «guerra civile» in Egitto e aveva invitato le autorità egiziane a revocare immediatamente lo stato di emergenza. 9.30 - CAIRO, CITTA’ BLINDATA L’esercito egiziano ha consolidato la propria presenza nel centro del Cairo in vista delle manifestazioni convocate in quello che i Fratelli Musulmani hanno definito il «giorno della collera. I militari hanno rafforzato le posizioni soprattutto nell’area di piazza Tahrir e pressi i ponti sul Nilo. Le vie che conducono alla piazza epicentro della protesta di due anni fa sono state chiuse e occupate dai blindati delle forze armate. 9.13 - RICHIAMATO L’AMBASCIATORE AD ANKARA Il ministero degli Esteri egiziano ha richiamato il suo ambasciatore ad Ankara per consultazioni. Si tratta di una risposta allo stesso provvedimento preso dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, che ieri aveva convocato il proprio inviato diplomatico al Cairo Huseyin Avni Botsali per consultazioni sugli eventi in corso in Egitto. Mercoledì Erdogan e il presidente turco Abdullah Gul avevano definito «assolutamente inaccettabile» la repressione messa in atto dal governo del Cairo dei sit-in pro Morsi e chiesto l’intervento della comunità internazionale per fermare il massacro. 8.45 - LA SFIDA DEI FRATELLI MUSULMANI I sostenitori del deposto presidente egiziano Mohammed Morsi resisteranno «in modo pacifico» e «fino a quando il golpe svanirà». Parola della Guida Suprema dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie, che nel ´Giorno della rabbia’ ha dichiarato che «il popolo, che manifesta pacificamente nonostante la ferocia che impone il colpo di Stato militare, resisterà fino a quando il golpe svanirà». Badie ha aggiunto che i manifestanti in Egitto sono la prova della resistenza al governo militare e ha affermato che «il falso potere dato all’esercito si riflette nelle crudeli stragi nella moschea di Rabaa al-Adawiyeh e in piazza al-Nahda» al Cairo. 8.00 - LA PRESIDENZA: OBAMA INCORAGGIA LE VIOLENZE I commenti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sulla situazione egiziana non si basano sui «fatti» e rafforzano i gruppi violenti. Così la presidenza ad interim dell’Egitto, guidata da Adly Mansour, ha contestato la posizione dell’inquilino della Casa Bianca che ha condannato l’uso della forza contro i civili e minacciato di interrompere la collaborazione militare con Il Cairo. L’Egitto sta affrontando «atti di terrorismo che prendono di mira istituzioni di governo e siti vitali, come decine di chiese, tribunali, stazioni di polizia e istituzioni pubbliche e private», si legge in un comunicato della presidenza. «Gruppi armati violenti hanno come obiettivo la perdita di vite umane e le basi della civiltà egiziana, tra cui librerie, musei e giardini pubblici», prosegue il testo. «La presidenza teme che le dichiarazioni (di Obama, ndr) non basate sui fatti possano rafformare i gruppi armati violenti e incoraggiarli nel loro percorso anti-democratico», aggiunge la presidenza 1.42 - L’ALTOLA’ DELL’ONU Il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede a tutte le parti la fine delle violenze in Egitto e esorta alla massima moderazione. Lo afferma l’ambasciatore argentino Maria Cristina Perceval. «I membri del Consiglio di sicurezza ritengono sia importante mettere fine alla violenza in Egitto e che tutte le parti esercitino la massima moderazione», afferma l’ambasciatore argentino all’Onu. Il Consiglio si è riunito d’urgenza in seguito all’escalation delle tensioni in Egitto e su richiesta di Francia e Gran Bretagna. _______________________________________ Macerie ovunque, brandelli di vestiti e tende, un odore acre di fumo e residuo di gas lacrimogeni: è piazza Rabaa, il simbolo della rivolta dei pro-Morsi, il giorno dopo lo sgombero forzato dei manifestanti. Decine di squadre di spazzini, caterpillar, camion, stanno ripulendo quel che resta della "cittadella" dell’Alleanza pro-Morsi dominata dai Fratelli musulmani. Gli islamisti però non si arrendono e tornano in piazza: circa 3.000 persone hanno eretto nuove barricate a Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa, davanti alla moschea di al Iman al Cairo. Il bilancio ufficiale, fornito dal governo ad interim, in tutto l’Egitto è di 525 morti. I Fratelli musulmani parlano invece di 4.500 morti, 1.000 nei governatorati esterni al Cairo, e hanno ribattezzato Rabaa la «Tiananmen egiziana». «La conta prosegue e anche l’identificazione in tre moschee, tre ospedali e due obitori»: ha annunciato via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad. E oggi si prepara un altro giorno di grande tensione, con i Fratelli musulmani che hanno indetto una nuova manifestazione al Cairo. ECCO GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA 16.35 - OBAMA: STOP ESERCITAZIONI CONGIUNTE Gli Stati Uniti cancellano le esercitazioni militari congiunte con l’Egitto "Bright Star" in calendario il mese prossimo. Lo annuncia il presidente Barack Obama, secondo cui «la nostra cooperazione tradizionale non può continuare come sempre dopo quello che è successo». Obama ha poi detto che le autorità egiziane devono rispettare i diritti dei manifestanti. «Gli Stati Uniti - ha affermato il leader Usa - condannano fermamente la violenza e la violenza contro i civili». 16.09 - DOMANI IL VENERDI’ DELLA RABBIA Il partito Giustizia e libertà (Fjp), braccio politico dei Fratelli musulmani, ha convocato per domani una «grande mobilitazione in tutto il Paese» dopo lo sgombero violento delle piazze Rabaa e Nahda, simbolo dei pro-Morsi al Cairo. Lo annuncia il portavoce Ahmed Rami citato dal quotidiano Masri el Yom. 16.00 - ONU IN CAMPO Navi Pillay, alto commissario dell’Onu sui diritti umani, chiede un’inchiesta sul comportamento delle forze di sicurezza egiziane negli scontri di mercoledì, che hanno provocato oltre 500 morti. La Pillay auspica «un’inchiesta indipendente, imparziale, effettiva e credibile sui comportamenti delle forze di sicurezza, e chi verrà riconosciuto colpevole dovrà risponderne». 15.55 - GIZA, ASSALTO AL GOVERNATORATO Centinaia di sostenitori dei Fratelli musulmani hanno assaltato e dato fuoco al palazzo del governatorato a Giza, in Egitto. Lo ha reso noto la televisione di Stato secondo quanto riferito da Aljazeera. Oggi i Fratelli musulmani avevano convocato nuove proteste, alimentando i timori di possibili nuove violenze. I sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi hanno assalito e dato alle fiamme i due palazzi che sono sede del governo locale. I giornalisti di Associated Press hanno visto i palazzi, una villa in stile coloniale di due piani e un palazzo amministrativo di quattro piani, dati alle fiamme. Gli uffici del governatorato si trovano lungo la strada delle Piramidi lungo la sponda occidentale del fiume Nilo. La televisione di Stato ha attribuito la responsabilità dell’incendio ai sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi. Le immagini della televisione mostrano entrambe le strutture in fiamme e i dipendenti che vengono evacuati dal palazzo più grande. 15.27 - ATTESO L’INTERVENTO DI OBAMA Il presidente americano Barack Obama farà una dichiarazione sull’Egitto da Martha’s Vineyard, dove si trova in vacanza. Obama parlerà alle 10.15 locali, ore 16.15 italiane. 14.53 - VERTICE D’EMERGENZA DEI MINISTRI UE (ANSA) - ROMA, 15 AGO - «È in corso una consultazione permanente con i partner europei. Ed è prevista una riunione del consiglio dei ministri degli Esteri lunedì o martedì». Lo annuncia ad Affaritaliani.it il ministro degli Esteri Emma Bonino, interpellata per un commento sui tragici fatti che stanno insanguinando l’Egitto. 14.52 - CORTEI AD ALESSANDRIA Dimostranti pro-Morsi stanno dimostrando ad Alessandria d’Egitto. Lo riferiscono fonti sul posto. I manifestanti hanno organizzato un corteo lungo una delle arterie principali della città, portano i ritratti di Morsi e scandiscono slogan contro le Forze armate e il ministro dell’Interno. 14.33 - GIZA E SINAI Centinaia di dimostranti pro-Morsi hanno attaccato con bottiglie Molotov la sede del governatorato di Giza, al Cairo. L’edificio è in fiamme. Lo riferiscono testimoni. Intanto un poliziotto di 21 anni è stato ucciso da uomini armati ad al Arish, in Sinai. Sconosciuti hanno attaccato un club dei militari nella città, uccidendo l’agente a colpi d’arma da fuoco. 14.25 - REVOCATO IL COPRIFUOCO SUL MAR ROSSO Il governo provvisorio ha deciso di togliere il coprifuoco nell’area dei resort sul Mar Rosso, nel Sud Sinai. Lo riferiscono fonti. La decisione dell’esecutivo è arrivata dopo la richiesta del ministro del Turismo Hisham Zaazoue affinché «la città di Sharm el Sheikh possa offrire servizi ai turisti». Ieri, il sito Viaggiaresicuri della Farnesina aveva messo in guardia da possibili disagi anche nei resort turistici, in un nuovo avviso per gli italiani in viaggio nel Paese. La decisione del governo, su input del ministro del Turismo, è arrivata proprio per consentire alle località turistiche di garantire i propri servizi ai turisti. La scorsa settimana erano almeno 14.000 i turisti italiani nelle località del Mar Rosso. 14.00 - NUOVE BARRICATE AL CAIRO Circa 3.000 Fratelli musulmani hanno eretto nuove barricate a Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa, davanti alla moschea di al Iman al Cairo. Lo riferiscono fonti sul posto. 13.35 - LONDRA: PREOCCUPAZIONE Londra ha convocato l’ambasciatore egiziano per esprimere la sua «profonda preoccupazione» dopo le violenze che hanno provocato più di 500 morti nel Paese e ha chiesto alle autorità di agire «con la massima moderazione». Lo ha annunciato il ministero degli Esteri britannico. «Ieri abbiamo convocato l’ambasciatore egiziano per esprimere la nostra profonda preoccupazione sull’escalation della violenza in Egitto», ha detto un portavoce del Foreign Office. 13.42 - QUATTRO I GIORNALISTI UCCISI Sono 4 i giornalisti uccisi ieri al Cairo, tra i quali un cameraman di Skynews, due croniste e un collega egiziano. Lo ha denunciato il segretario del sindacato dei giornalisti, Gamal Abdel Rehim, alla Tv di Stato egiziana, chiedendo l’apertura di una inchiesta. I quattro giornalisti uccisi nel corso degli scontri a Rabaa e Nahda, secondo l’elenco fornito da Rehim, sono Mick Dean, SkyNews di 61 anni, Habiba Ahmed, Revue Express Dubai di 26 anni, Ahmed Abdel Gawad, del quotidiano filo-governativo al Akhbar, Mosaab el Shami, fotografo del sito Rasd. Rehim non ha fornito i nomi dei feriti. 13.20 - IL BILANCIO E’ salito a 525 morti il bilancio delle vittime causate dalle violenze di ieri in Egitto. Lo ha reso noto un portavoce del ministero della Salute. Di questi 43 erano poliziotti. 12.23 - ROMA CONVOCA L’AMBASCIATORE Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha convocato per il pomeriggio di oggi alla Farnesina l’Ambasciatore egiziano a Roma, Amr Mostafa Kamal Helmy, in relazione ai gravissimi sviluppi della situazione in Egitto ed ai drammatici fatti di violenza verificatisi ieri. Lo rende noto la Farnesina. 11.51 - L’APPELLO DEL PAPA «Giungono purtroppo notizie dolorose dall’Egitto: desidero assicurare la mia preghiera per le vittime, i loro familiari, i feriti e quanti soffrono», «preghiamo insieme per la pace, il dialogo e la riconciliazione in quella cara terra e nel mondo intero». Così il Papa prima dell’Angelus. 11.30 - LA SFIDA DELLA FRATELLANZA I Fratelli musulmani hanno indetto una nuova manifestazione oggi, in una piazza a Giza, non lontano da Nahda, una delle piazze simbolo dei pro-Morsi sgomberata ieri. Lo annuncia un comunicato della Confraternita. 11.18 - CHIUSI I VALICHI Le autorità egiziane hanno chiuso il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, a partire da oggi fino a nuovo ordine. 11.06 - RABAA SVENTRATA Piazza Rabaa, simbolo della rivolta pro-Morsi, appare letteralmente sventrata: macerie ovunque, colpi di arma da fuoco sui palazzi, la moschea con i segni delle fiamme, centinaia di spazzini al lavoro tra i blindati e i militari della guardia presidenziale che presidiano tutta l’area. Lo ha constatato ANSA sul posto. 10.49 - IL BILANCIO Un portavoce del ministero della Salute egiziano ha innalzato ulteriormente il bilancio dei morti delle violenze di ieri, portandolo a 421 persone. A questi si aggiungono i 43 poliziotti uccisi, secondo il ministero dell’Interno. 10.41 MAURO: EVITARE GUERRA CIVILE «L’Italia deve fare tutti gli sforzi possibili per evitare all’Egitto il flagello della guerra civile». Lo ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro parlando a RaiNews in collegamento dalla scuola della marina militare de La Maddalena, in Sardegna. 9.40 - ERDOGAN IN CAMPO «Coloro che restano in silenzio davanti a questo massacro sono colpevoli tanto quanto chi lo ha compiuto. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve riunirsi rapidamente». Lo ha detto il premier turco Recep Tayyip Erdogan sulla repressione delle piazze pro-Morsi in Egitto. 09.00 EMIRATI E BAHREIN Gli Emirati arabi uniti e il regno di Bahrein dichiarano il loro sostegno all’operazione della polizia e dell’esercito egiziani contro i manifestanti al Cairo e lanciano un appello alla riconciliazione nazionale secondo la «road map» del governo ad interim. 07.00 - "4.500 MORTI" È di «oltre 4.500 morti il bilancio, la conta prosegue e anche l’identificazione in tre moschee, tre ospedali e 2 obitori»: lo riferisce via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, dopo lo sgombero delle piazze dei pro-Morsi al Cairo e altre vittime nel Paese. Non è possibile verificare indipendentemente la notizia. «Oltre 1.000 morti si contano negli scontri fuori dal Cairo, in tutto il Paese», aggiunge Gehad El-Haddad. Il bilancio ufficiale, fornito dal ministero della Salute egiziano, è fermo a 278 vittime, tra i quale 43 agenti. 02.00 - LA CITTA’ FANTASMA Il Cairo spettrale nelle ore centrali del coprifuoco, scattato ieri alle 19: blindati dei militari presidiano le principali arterie intorno ai luoghi considerati strategici, mentre residenti armati di bastoni e machete sorvegliano improvvisati check-point lungo le strade laterali. Completamente isolate le piazze Rabaa e Nahda, così come Tahrir. LA GIORNATA DI GUERRA È caos in Egitto. Dopo i raid simultanei lanciati stamattina dalle forze di sicurezza per sgomberare i sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi al Cairo, vere e proprie battaglie di strada sono scoppiate per le strade della capitale e in altre città del Paese. L’ultimo bilancio ufficiale è di 278 morti e 2.001 feriti, soprattutto fra i civili. Vittime anche fra i giornalisti. Tre reporter sono rimasti uccisi: si tratta di un cameraman di Sky News, di una giornalista del gruppo Gulf News e di un reporter del quotidiano di Stato egiziano Al-Akhbar. Numerosi anche i giornalisti feriti, tra cui un fotografo di AP e una fotografa di Reuters. La presidenza dell’Egitto ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese e il governo ha imposto, sempre per un mese, il coprifuoco dalle 19 alle 6 di mattina al Cairo e in 10 province. A seguito di questi annunci, nel pomeriggio, il premio Nobel Mohammed ElBaradei si è dimesso da vice presidente. WSJ
Posted on: Fri, 16 Aug 2013 18:03:58 +0000

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