"Fuoco alle carceri", "no alle carceri", "A.C.A.B.", quante volte - TopicsExpress



          

"Fuoco alle carceri", "no alle carceri", "A.C.A.B.", quante volte ci è capitato di leggere queste frasi graffitate sui muri? Un sacco, esatto, forse veramente troppe. Tralasciando l’aspetto dell’imbratto stesso, inutile e senza traccia artistica dei muri, tematica che tra le altre cose mi fa incazzare di brutto, soffermiamoci sul significato delle scritte e su chi le scrive, ovviamente. Io penso che la quasi totalità di chi scrive queste stronzate sui muri siano giovani adolescenti viziati che cercano un modo per far parlare di se, figli di papà che vogliono uscire dalla noia e cercare per un secondo di essere anticonformisti ponendo la loro inutile e delirante firma su un pezzo di cemento, fantomatici “gangsta” di zona che si credono nel ghetto del Bronx pur vivendo nel quartiere ricco della loro benestante città. Ecco, vorrei riferirmi a questi soggettoni dicendo che, la prossima volta che vi vengono a rubare in casa, o che rapinano la vostra mammina per strada, o stuprano la vostra adorabile ed innocente fidanzata o fottono il Rolex Daytona al papy, di chiamare pure questi ACAB, sotterrandovi nella vostra stessa sporca ipocrisia dettata dalla mancanza del benché minimo intelletto. Volete dare fuoco alle carceri? Bene, però i detenuti pericolosi teneteveli in garage, oppure lasciateli in libertà come volete o come scrivete in giro, ma non andate a lamentarvi in caserma piangendo quando avrete scoperto che la vostra bella villa è stata derubata e i vostri genitori sono stati massacrati senza scrupoli. Volete scrivere ACAB sui muri? Fate pure, ma appellatevi a qualcuno di più efficace al posto della polizia, tipo Topolino o Winnie the Pooh, o magari dio. Coglioni.
Posted on: Wed, 02 Oct 2013 23:59:50 +0000

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