Gad Lerner Dal 2008 ad oggi la crisi peggiore della storia - TopicsExpress



          

Gad Lerner Dal 2008 ad oggi la crisi peggiore della storia d’Italia sabato, 26 ottobre 2013 Il Prodotto interno lordo è un indicatore economico criticato da più parti, ma permette di capire l’impatto enorme provocato dalla crisi. L’economista Alessandro Penati su “La Repubblica” di oggi evidenzia come il Pil italiano dell’ultimo trimestre sia tornato ai livelli del 2000. In cinque anni di crisi siamo tornati indietro di tredici anni, in termine di creazione di ricchezza. Come rimarca Penati, “un simile crollo del reddito nazionale non si è mai registrato in tempo di pace da quando esiste l’Italia come nazione. La caduta del Pil negli anni della depressione, dal 1929 al 1935, raggiunse infatti il 5%; il 7,8% dopo la recessione del 1866 (quella della grandi emigrazioni); e l’8,8% tra il 1913 ed il 1915, con l’arrivo della guerra mondiale”. Tra il massimo raggiunto nel secondo semestre del 2007 e l’ultimo dato rilevato ora, c’è stata una flessione di nove punti percentuali, che arriva all’undici per cento se si considera il reddito pro capite. L’economista dell’Università Cattolica di Milano sottolinea come per raggiungere il livello pre-crisi del reddito nazionale si dovrà aspettare almeno otto anni, sempre che l’Italia mantenga il tasso medio di crescita mantenuto tra l’avvento dell’eurozona e lo scoppio della crisi finanziaria. Penati dubita che ciò sia possibile, visto che nei primi anni del duemila il boom del credito a livello globale favorì un percorso di crescita ora difficilmente replicabile nel mondo occidentale, alla luce del pesante processo di smaltimento del debito (deleveraging) necessario a superare una recessione patrimoniale come l’attuale. Dati così drammatici rendono “irrilevante” buona parte del dibattito sulle misure di politica economica fatti in questi mesi, siano l’addio alla prima rata Imu, Telecom o la detassazione delle sofferenze bancarie. Penati rimarca come le politiche di redistribuzione della ricchezza non creino crescita. ” Per invertire il declino della crescita del Paese bisogna che il capitale privato italiano e straniero torni ad investire massicciamente; ma non succederà fino che da noi il profitto verrà penalizzato e mortificato”. Per Penati è più probabile che arrivi la Troika in Italia piuttosto che la Germania introduca un piano unilaterale per stimolare la crescita nei paesi in eurocrisi. Rispetto al capitalismo tedesco il professore dell’Università Cattolica rimarca comunque come in questi anni successivi alla crisi l’economia americana abbia avuto una performance migliore rispetto a quanto registrato in Germania.
Posted on: Sat, 26 Oct 2013 11:59:44 +0000

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