Giorgio La Pira Giorgio La Pira (Pozzallo, 9 gennaio 1904 – - TopicsExpress



          

Giorgio La Pira Giorgio La Pira (Pozzallo, 9 gennaio 1904 – Firenze, 5 novembre 1977) è stato un politico italiano, sindaco di Firenze, terziario domenicano e francescano, appartenente allIstituto Secolare dei Missionari della Regalità, servo di Dio per la Chiesa cattolica. Nacque il 9 gennaio 1904 a Pozzallo (provincia di Ragusa), in Sicilia, primogenito di una famiglia di umili condizioni sociali Nel 1921 conseguì a Messina il diploma di ragioniere, nel 1922 anche la maturità classica con la preparazione del professore di italiano Federico Rampolla del Tindaro, che lo indirizza a proseguire gli studi in giurisprudenza. Il giovane La Pira è affascinato da Gabriele DAnnunzio e Tommaso Marinetti, dal loro ideale di cambiamento[1], legge molto e si avvicina ad altre esperienze, condividendole con il suo gruppo di giovani amici di cui fanno parte anche Salvatore Quasimodo e Salvatore Pugliatti, futuro rettore dellUniversità di Messina. La Pira era rimasto fortemente colpito dallascolto di un coro di suore[2], intuì una dimensione ulteriore, ma occorre attendere la Pasqua del 1924 affinché lintuizione diventi conversione. Data segnata in calce sul suo Digesto, strumento di lavoro quotidiano per un docente di diritto romano. Non è estranea a questa scoperta lincontro con mons. Mariano Rampolla del Tindaro[3], fratello del prof. Federico Rampolla. « […] è unalba nuova della vita. Io non dimenticherò mai quella Pasqua 1924, in cui ricevei Gesù Eucaristico: risentii nelle vene circolare una innocenza così piena, da non potere trattenere il canto e la felicità smisurata. » (Lettera di Giorgio La Pira a Salvatore Pugliatti) Lincontro eucaristico si tramuta in bisogno di comunione, desiderio di consacrazione[4] che sarà appagato prima divenendo terziario francescano e poco dopo attraverso la fondazione dellIstituto della Regalità voluto dal francescano Padre Agostino Gemelli. La Pira sceglie di essere libero apostolo del Signore, come lui stesso si definisce cercando la sua missione nella società. Nel 1926 si trasferisce a Firenze seguendo il professor Emilio Betti, relatore della sua tesi di Diritto romano; qui si laurea con lode presentando una tesi sulla successione ereditaria. Lanno dopo divenne professore supplente di Diritto Romano allUniversità di Firenze e nel 1934 diventa ordinario. Fonda la Messa di San Procolo, per lassistenza materiale e spirituale dei poveri. Nel 1939 fonda «Principi», rivista in lingua latina volta alla difesa dei diritti della persona umana, critica il fascismo e condanna apertamente linvasione della Polonia. La rivista è soppressa dal regime. In quegli anni tra i suoi studenti cè anche il sociologo Franco Fortini. La Pira crea nel 1943 il foglio clandestino San Marco. Il regime fascista lo avverserà e costringerà La Pira ad interrompere le pubblicazioni[5]. Nel luglio dello stesso anno prese parte ai lavori che portarono alla redazione del Codice di Camaldoli. In seguito è ricercato dalla polizia e fugge prima a Siena e poi a Roma. Tornerà alla sua vita fiorentina nel 1945. Impegno politico La vocazione sociale di La Pira si esprime nellimpegno politico; alle accuse e gli avvertimenti mossigli da più parti, circa il pericolo di compromissione nellattività politica, risponderà: « Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta! No: limpegno politico -cioè limpegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dalleconomico- è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità. » (Da La nostra vocazione sociale. Giorgio La Pira) La costituente Nel 1946 viene eletto allAssemblea costituente ed è parte integrante del nucleo centrale del dossettismo: nello stesso anno insieme a Giuseppe Dossetti e ad altri, fonda lassociazione Civitas Humana; fa parte della cosiddetta comunità del porcellino, collabora alla rivista Cronache Sociali. Il gruppetto di sodali è formato da Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, La Pira, Giuseppe Lazzati. La Pira svolge unopera apprezzata nellambito della Commissione dei 75, specialmente nella redazione dei Principi Fondamentali. Lattuale Art. 2 della Costituzione viene modellato attorno alla sua proposta iniziale. LArticolo 2 della Costituzione Italiana, recita: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili delluomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede ladempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». La sua Relazione alla Sottocommissione I accostò la centralità dellindividuo secondo la tradizione cristiana alla religione di stato di stampo hegeliano realizzata dal fascismo in Italia. A causa di tale esperienza storica trovava necessaria una specifica menzione dei diritti umani nella Costituzione italiana, per la prima volta nella storia dellOccidente. « Alcune Costituzioni recenti (Austria 1920, Lettonia 1932, Polonia 1935) mancano di tale premessa: e ne mancano per la ragione che gli essenziali e tradizionali diritti delluomo sono in esse considerati come il presupposto tacito ed ineliminabile di ogni Costituzione. Diverso è il caso per la nuova Costituzione italiana: essa è necessariamente legata alla dura esperienza dello stato totalitario, il quale non si limitò a violare questo o quel diritto fondamentale delluomo: negò in radice lesistenza di diritti originari delluomo, anteriori allo stato: esso anzi, accogliendo la teoria dei diritti riflessi, fu propugnatore ed esecutore di questa tesi: - non vi sono, per luomo, diritti naturali ed originari; vi sono soltanto concessioni, diritti riflessi: queste concessioni e questi diritti riflessi, possono essere in qualunque momento totalmente o parzialmente ritirati, secondo il beneplacito di colui dal quale soltanto tali diritti derivano, lo Stato. » (Giorgio La Pira) Sottosegretario con Fanfani Eletto alla Camera dei deputati nel Collegio di Firenze - Pistoia con le elezioni del 18 aprile 1948, fu nominato sottosegretario al Ministero del Lavoro e Previdenza sociale nel Governo De Gasperi V. Ministro era lamico Amintore Fanfani. La Pira sindaco Il 6 luglio 1951 è eletto sindaco di Firenze. Tra i suoi primi atti volle, come gesto simbolico della sua linea politica, conferire al galeatese don Giulio Facibeni il titolo di Cittadino Benemerito di Firenze per la sua Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa. Sarà sindaco per due momenti: 1951-1957 e 1961-1964. Tra le principali realizzazioni si ricordano la ricostruzione dei ponti Alle Grazie, Vespucci e Santa Trinita distrutti dalla guerra, la creazione del quartiere-satellite dellIsolotto, limpostazione del quartiere di Sorgane, la costruzione di moltissime case popolari, la riedificazione del teatro comunale, la realizzazione della centrale del latte, la ripavimentazione del centro storico. Firenze viene dotata di un numero di scuole tale da ritardare di almeno ventanni la crisi delledilizia scolastica in città.[6] Di fronte al grave problema degli sfrattati, respinta la sua richiesta di graduare gli sfratti da parte dei proprietari, La Pira chiese ad essi di affittare al Comune un certo numero di abitazioni non utilizzate. In mancanza di una disponibilità in tal senso, ordinò la requisizione degli immobili stessi, basandosi su una legge del 1865 che dà la facoltà al Sindaco di requisire alloggi in presenza di gravi motivi sanitari o di ordine pubblico. Davanti al Consiglio comunale tenne un accorato discorso in difesa del suo operato: « Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città -e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina- dalla mia coscienza di cristiano: cè qui in giuoco la sostanza stessa della grazia e dellEvangelo! Se cè uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che lamore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non cè! » Interviene attivamente e con successo presso Enrico Mattei a difesa dei posti di lavoro delle officine Pignone, la cui crisi aveva colpito duramente la regione Toscana minacciando di coinvolgere tremila operai. Nel 1972 i lavoratori delle officine Pignone, ispirandosi ai principi di umanità e cristianità di Giorgio La Pira[senza fonte], fondano il G.I.D.S.(Gruppo Internazionale Donatori di Sangue). In seguito si adopera per le Officine Galileo e la Cure. Per il suo intervento, fu accusato di statalismo e di comunismo bianco. Tra gli altri critici a difesa della libera iniziativa don Luigi Sturzo che lo ammoniva del rischio di finire in un marxismo spurio se non si atteneva ai principi del non-statalismo e dellinterclassismo. La Pira rispose così: « 10000 disoccupati, 3000 sfrattati, 17000 libretti di povertà. Poi le considerazioni: ..cosa deve fare il sindaco? Può lavarsi le mani dicendo a tutti: scusate, non posso interessarmi di voi perché non sono statalista ma interclassista? » (Giorgio La Pira) Ad iniziare dal 1947 La Pira ispirò la nascita di un movimento cattolico giovanile fiorentino denominato Obiettivo Giovani di San Procolo, dal luogo ove egli si riuniva in preghiera coi volontari. Suo discepolo e braccio destro per tale iniziativa fu il giovane sacerdote fiorentino Danilo Cubattoli, il quale, insieme a Ghita Vogel, Ulisse e Marigù Pelleri e Fioretta Mazzei, dette vita sotto legida di La Pira ad una vera e propria associazione che si concentrò sull’assistenza e l’avviamento professionale di giovani provenienti dalle più umili classi cittadine. Nei successivi decenni il sodalizio ha stimolato istituzioni e privati a prevenire e superare situazioni di disadattamento e di emarginazione di molti giovani in difficoltà. Questa creatura originata dalla passione cristiana di Giorgio La Pira e di Danilo Cubattoli poté fregiare Firenze dellapertura della prima casa famiglia italiana nei primi anni cinquanta. Presidente della società San Vincenzo de Paoli, di Firenze, ne animò le attività caritative e sociali. Con La Pira Firenze si gemella con Filadelfia, Kiev, Kyoto, Fez e Reims. Il segretario generale dellONU U Thant e larchitetto Le Corbusier vengono nominati cittadini onorari di Firenze. La Pira cerca di promuovere a Firenze il Comitato internazionale per le ricerche spaziali, una tavola rotonda sul disarmo, iniziative tese a mettere in luce il valore e limportanza del terzo mondo e degli emergenti stati africani. Fra i protagonisti di queste iniziative cè Ernesto Balducci. La Pira invita a Firenze il Presidente del Senegal Léopold Senghor. Per primo lancia lidea delluniversità europea da istituire a Firenze. Pace e Guerra Fredda La Pira nel 1952 organizza il Primo Convegno internazionale per la pace e la civiltà cristiana. Da esso ha inizio unattività, unica in Occidente, tesa a promuovere contatti vivi, profondi, sistematici tra esponenti politici di tutti i Paesi. Nel 1955 i sindaci delle capitali del mondo siglano a Palazzo Vecchio un patto di amicizia. A partire dal 1958 organizza i Colloqui mediterranei cui partecipano, tra gli altri, rappresentanti arabi ed israeliani. Nel 1959 La Pira, invitato a Mosca, parla (dopo il benestare papale[7], ma non quello del Ministro degli esteri italiano), al Soviet Supremo in difesa della distensione e del disarmo.[8] Negli anni difficili della crisi tra Stati Uniti e Unione Sovietica riuscì a far riunire a Firenze la nona sessione della tavola rotonda Est-Ovest sul disarmo. Nella città di Adjubei ricevette uno dei massimi dirigenti dellUrss e la figlia di Krusciov. Durante la guerra del Vietnam organizzò un simposio a Firenze, dal quale venne lanciato un appello per la pace. Compì un viaggio ad Hanoi facendo tappa a Varsavia, Mosca, Pechino, riuscendo ad ottenere una proposta di pace che naufragò a causa di unanticipazione sui giornali statunitensi. A Palazzo Vecchio, nel 1958, ricevette la più alta autorità di Pechino. Destò scandalo e ilarità lo spiritoso saluto: Dica al suo Governo che la Repubblica popolare di San Procolo riconosce la Repubblica Popolare di Cina. È necessario ricordare che allepoca la Repubblica Italiana riconosceva lautorità della Repubblica di Cina (Taiwan) come unico governo legittimo cinese. Nel 1965 si reca in Vietnam e incontra di persona Ho Chi Minh. Lavorarono insieme a una bozza di accordo bilaterale, ma la proposta sarà rifiutata lanno dopo, quando il presidente degli USA Johnson ricevette da La Pira e Fanfani il messaggio di Ho Chi Minh. Alla conclusione della disastrosa esperienza bellica, gli USA accettarono condizioni decisamente più sfavorevoli di quelle proposte nella sua mediazione, conferma La Pira stesso[9]. La Federazione Mondiale delle Città Unite Nel 1967 La Pira viene eletto presidente della Federazione Mondiale delle Città Unite. Il suo slogan è Unire le città per unire le nazioni. Dopo la guerra dei sei giorni visita Hebron, Gerusalemme, lEgitto. Ha lunghi colloqui con il ministro degli esteri di Israele Abba Eban, con il Presidente egiziano Nasser e con i sindaci di Hebron, di Betlemme e i rappresentanti palestinesi di Gerusalemme est nella Cisgiordania occupata. Nel 1968 al Convegno dei Giovani della Federazione dichiara I giovani sono come le rondini, vanno verso la primavera. Per sei anni si adopera attivando ad ogni livello le istituzioni di tutto il mondo (città, regioni, stati) tramite la Federazione perché si organizzino incontri al vertice in materia di disarmo, pace e sicurezza. Nel 1973 si tengono a Helsinki nellambito della Conferenza per la sicurezza e cooperazione in Europa (CSCE) le Helsinki consultations, multilaterali preparatori. Non a caso loperare politico di La Pira è stato definito con lespressione larte della pace. Fu fortemente orientato alla multilateralità, alla pariteticità e alla compresenza di più livelli di dialogo per rendere giustizia alla complessità dei conflitti. Più tardi, La Pira, già protagonista di tentativi di mediazione sul divorzio tra cattolici e comunisti, fu tra i componenti del comitato promotore del referendum abrogativo della legge che nel 1970 introdusse in Italia il divorzio. « Tutto si può capire di La Pira con la fede, niente si può capire di lui senza la fede. » (Omelia ai funerali di La Pira, cardinale Giovanni Benelli) Giorgio la Pira si forma spiritualmente nellAzione Cattolica Italiana; importante è anche il legame con la spiritualità francescana, come testimoniano le sue molteplici visite a La Verna, Assisi, ove ebbe frequentazione e rapporti epistolari con il presidente degli studi francescani Arnaldo Fortini e di conseguenza la devozione a santi francescani, quali Camilla da Varano, ossia la beata Battista. La spiritualità lapiriana è incentrata sulla visione profetica della storia (Mutuata dal profeta Isaia) e del tempo presente in cui continua lazione di Dio. Partendo dalla attualità della Resurrezione, descritta come Lievito trasformatore [...] della realtà cosmica e storica, La Pira pone la figura di Cristo, vivente, come riconciliatore delluomo con Dio: attraverso lincarnazione, ogni problema umano è visitato, nobilitato, riscattato, non solo una volta per tutte, ma continuamente nel corso della storia. A Cristo, sostiene La Pira, deve assimilarsi attraverso la grazia, come dice san Paolo, ogni fedele, nella sua vita attiva ed interiore.[10]. La Pira considera imperante la dimensione contemplativa nella vita interiore, di cui, considerato il suo impegno prevalentemente pubblico, sente la mancanza. Non ne dimentica invece limportanza, come attestano le lettere al Carmelo (vedi nelle opere) in cui continuamente chiede che limpegno politico sia accompagnato dallimpegno spirituale. La profonda azione sociale è, infatti, fondata sul comandamento dellamore, inteso come la realizzazione del Corpo mistico della Chiesa nella storia dellumanità. La beatificazione Nel 1986 sotto papa Giovanni Paolo II è stata avviata la sua causa di beatificazione. A Firenze alcuni lo indicano come il sindaco santo[11], come lo chiamavano i poveri della Messa di San Procolo. Il 4 aprile 2005 si è chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione. Al termine i documenti sono stati inviati in Vaticano. A fine ottobre 2007, in previsione del trentennale della sua morte, le sue spoglie sono state traslate nella chiesa fiorentina di san Marco. Opere La successione ereditaria intestata e contro il testamento in diritto romano, Firenze, Vallecchi, 1930. Lanima di un apostolo. Vita interiore di Ludovico Necchi, Milano, Vita e Pensiero, 1932. La nostra vocazione sociale, Roma, AVE, 1945. La vita interiore di Luigi Moresco, Roma, AVE, 1945. Premesse della politica, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1945. Il valore della persona umana, Milano, Istituto di Propaganda Libraria, 1947. Architettura di uno Stato democratico, Roma, Edizione Servire, 1948. Istituzioni di Diritto Romano, Firenze, Editrice Universitaria, 1948 (litografato). Lattesa della povera gente, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1951. Per unarchitettura cristiana dello Stato, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1954. Principi, a cura di Angelo Scivoletto, Firenze, Philosophia, 1955. Così in terra come in cielo, Milano, O.R., 1970. Unità, disarmo e pace, prefazione di H. Camara, Firenze, Cultura, 1971. La genesi del sistema nella giurisprudenza romana, Firenze, Setti, 1972. Principi, ristampa fotostatica con prefazione di Giorgio La Pira, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1974. Altri scritti: Una testimonianza cristiana, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1955 (Collana Documenti 1). Libro bianco sulle Officine Galileo, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1959. Carteggio di La Pira con Malenkov e Chruscev. Le armi atomiche. Religione e realismo, a cura di Mario Castelli, estratto dalla rivista Aggiornamenti Sociali, XVI, febbraio-marzo 1965, nn. 2-3, Milano, Centro Studi Sociali, 1965. Ciò che dice La Pira oggi, a cura di Vittorio Citterich, Libreria Editrice Fiorentina 1970 (Collana Quaderni di Corea 5), 1970. Natale 1974. La Badia. Foglio settimanale di lettura, a cura di L. Cavini, Cassa di Risparmio di Firenze, 1974. (Ristampa anastatica 1991). Scritti di Giorgio La Pira pubblicati postumi (divisi per anno di pubblicazione). 1978 Il sentiero di Isaia, Firenze, Cultura 1978. Seconda edizione 1979; nuova edizione riveduta e dal titolo Il Sentiero di Isaia. Scritti e discorsi 1965-1977, a cura di Gianni Giovannoni e Giorgio Giovannoni, con prefazione di M. Gorbaciov, Firenze, Cultura Nuova, 1996; nuova edizione interamente riveduta con prefazione di Walter Veltroni, Milano, Edizioni Paoline, 2004. A. Fanfani, Giorgio La Pira: un profilo e 24 lettere, Milano, Rusconi 1978. Lettere alle claustrali, a cura di Giuseppe Lazzati, Milano, Vita e Pensiero 1978. 1979 La casa comune. Una costituzione per luomo, a cura di Ugo De Siervo, Firenze, Cultura 1979; seconda edizione Firenze, Cultura Nuova Editrice, 1996. 1980 Lettere a Salvatore Pugliatti (1920-1939), a cura di Francesco Mercadante, Roma, Studium, 1980. G. La Pira-S.Quasimodo, Carteggio, a cura di A. Quasimodo, Milano, Scheiwiller 1980;nuova edizione ampliata e annotata a cura di Giuseppe Militi, Modena, Artioli Editore, 1998. 1981 Lettere a casa (1926-1977), a cura di Dino Pieraccioni, Milano, Vita e Pensiero, 1981. 1985 Lettere al Carmelo, a cura di Dino Pieraccioni, Vita e Pensiero, 1985; seconda edizione ampliata Milano, Vita e Pensiero, 1987 1986 Una strategia di speranza, Nuovo Pignone, Firenze, 1986 1987 Sangiani A., Giorgio La Pira-Don Giuseppe Brusadelli. Un carteggio inedito, Enzo Pifferi, Como, 1987 1988 Giorgio La Pira Sindaco. Scritti, discorsi e lettere, a cura di Ugo De Siervo, Gianni Giovannoni, Giorgio Giovannoni, vol. I, 1951-1954, Firenze, Cultura Nuova, 1988 Giorgio La Pira Sindaco. Scritti, discorsi e lettere, a cura di Ugo De Siervo, Gianni Giovannoni, Giorgio Giovannoni, vol. II, 1955-1957, Firenze, Cultura Nuova, 1988 Giorgio La Pira Sindaco. Scritti, discorsi e lettere, a cura di Ugo De Siervo, Gianni Giovannoni, Giorgio Giovannoni, vol. III, 1961-1965, Firenze, Cultura Nuova, 1988 1989 G. La Pira, I colloqui della Badia con unappendice di lettere e documenti, a cura di Renzo Poggi, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1989. 1992 G. La Pira, Il fondamento e il progetto di ogni speranza, a cura di A. Alpigiano Lamioni e P. Andreoli, prefazione di G. Dossetti, Roma, AVE, 1992 (il volume raccoglie gli articoli di La Pira apparsi sulla rivista Il focolare dal 1948 al 1977). La Badia foglio di S. Procolo, a cura di Nicola Lisi, Pietro Parigi, Giorgio La Pira, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1992 (Collana Ricerca del Graal - Documenti e Testi di spiritualità 22). 1993 Lettere alla sorella Peppina e ai familiari, a cura di L.Rogasi, Milano, Vita e Pensiero, 1993. 1994 La Pira autobiografico. Pagine antologiche, Torino, SEI, 1994. 1995 G. La Pira, Gli scritti giovanili in G. Miligi, Gli anni messinesi e le parole di vita di Giorgio La Pira, Messina, Intilla Editore, 1995. 1996 La Pira a Gronchi. Lettere di speranza e di fede (1952-1964), a cura di G. Merli e E. Sparisci, Pisa, Giardini, 1996. G. La Pira, Per la FUCI, a cura della Fondazione G. La Pira e dellOpera Madonnina del Grappa, Firenze 1996, 12 pp. (supplemento a «il Focolare» del 4 aprile 1996). LAssunzione di Maria, riedizione a cura della Fondazione La Pira e delle Monache benedettine di Marinasco, Firenze, Fondazione La Pira, 1996. 1998 Giorgio La Pira-Salvatore Quasimodo, Carteggio, nuova edizione ampliata e annotata a cura di Giuseppe Miligi, Modena, Artioli, 1998 2001 Principi. Ristampa anastatica della edizione Libreria Editrice Fiorentina, 1974 con indice generale e delle fonti, a cura del Centro Studi su Diritto Romano e Sistemi Giuridici – CNR – Università La Sapienza di Roma, Torino, Giappichelli, 2001. Il sogno profetico del Giubileo. Testi e riflessioni per gli Anni Santi 1925, 1950, 1975, Fondazione Giorgio La Pira - I Libri della Badia 1, Firenze, Polistampa, 2001. 2003 Caro Giorgio...Caro Amintore. 25 anni di storia nel carteggio La Pira-Fanfani, Fondazione Giorgio La Pira - I Libri della Badia 4, Firenze, Polistampa, 2003. Scivoletto A., Giorgio La Pira. La politica come arte della pace, Antologia di testi. (Collana Il pensiero politico e sociale dei cattolici italiani n.28) Roma, Edizioni Studium, 2003. 2004 Beatissimo Padre. Lettere a Pio XII, a cura di Andrea Riccardi e Isabella Piersanti, Milano, Mondadori, 2004. Scintille di spiritualità, scritti pubblicati su “Vita cristiana”, a cura di p. Fausto Sbaffoni O. P. e Giulio Conticelli, Firenze, Nerbini, 2004. 2006 Il grande lago di Tiberiade, lettere di Giorgio La Pira per la pace nel Mediterraneo, a cura di M. Giovannoni, I libri della Badia 7, Firenze, Polistampa, 2006. 2007 G. La Pira, Scritti vincenziani, a cura di Giancarlo Gallici, Roma, Città Nuova, 2007. I miei pensieri, a cura di Riccardo Bigi, Firenze Società Editrice Fiorentina, 2007. 2008 Giorgio La Pira. Un San Francesco nel Novecento - curato da: Carmelo Vigna, Elisabetta Zambruno con saggio di G. Bellia, Bologna, AVE, 2008. 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Vallquist, Giorgio La Pira, Natur och Kultur, Stoccolma, 1957. 1959 Un pont de prières entre lOccident et lOrient: La Pira en URSS, « Informations Catholiques Internationales», 1 novembre 1959, pp. 15-24. 1960 Citterich V., La Pira in Russia, Scuola Tipografica Casa Buoni Fanciulli Quaderni di «Prospettive Ferraresi», Ferrara 1960, pp. 29 1964 Lo Svizzero, La Pira e la via cattolica al comunismo, collana I libri del Borghese, Milano, Edizioni del Borghese, 1964 1977 Fiorillo L., I fondamenti teorici dellimpegno politico di Giorgio La Pira (1926-1945) in Novecento minore. Intellettuali e società in Italia, a cura di Giovanni Invitto, Lecce, Messapica Editrice 1977 (con bibliografia degli scritti di Giorgio La Pira) Stefani L., Ricordando Giorgio La Pira, Quaderni de Lo Sprone, Firenze 1977. 1978 A Giorgio La Pira in Domenicani. Bollettino bimestrale della Provincia di S. Marco e Sardegna, XII (1978), n. 1. Firenze per Giorgio La Pira, in Quaderni. Speciale, a cura di Marcello Lazzerini, Firenze, Comune di Firenze, 1978. Giorgio La Pira in Testimonianze, XXI (1978), nn. 203-206, aprile-luglio 1978. La Pira credente e mistico, in Rivista di ascetica e mistica, 1978, n.1, Firenze 1978. Per Giorgio La Pira, a cura della Provincia di Firenze, Firenze, 1978. Coppetti M., Vaselli F., Giorgio La Pira agente dIddio. Dal Rapporto segreto di Kruscev al viaggio ad Hanoi, Milano, Libreria Feltrinelli, 1978. FanfaniA., Giorgio La Pira: un profilo e 24 lettere, Milano, Rusconi, 1978. Lugli A., I big della pace. Giorgio La Pira, Padova, Edizione del Messaggero Padova, 1978. Seconda edizione con il titolo Giorgio La Pira messaggero di pace, Padova, Editrice Grafiche Messaggero di S. Antonio 1987. 1980 Omaggio a La Pira. Incontro tra due città Firenze e Pozzallo, a cura del Comune di Pozzallo, Ragusa, 1980. Miligi G., Gli anni messinesi di Giorgio La Pira, prefazione di A. 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Posted on: Mon, 04 Nov 2013 22:25:31 +0000

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