I dilemmi della chiesa tra povertà, riforma e profezia Perché - TopicsExpress



          

I dilemmi della chiesa tra povertà, riforma e profezia Perché con Francesco non è più tempo per reduci del Concilio Pubblichiamo il testo dell’intervento di Giuliano Ferrara alla presentazione del libro del vaticanista di Panorama Ignazio Ingrao,“Concilio segreto”, avvenuta a Roma lo scorso 21 maggio. Io penso che la frase citata dal direttore di Panorama e lettore del libro di Ignazio Ingrao sia una frase che sarebbe molto banale definire profetica, perché il profetismo si introduce nelle grandi faglie del magistero e dell’esperienza religiosa e mistica. Ma c’è una certa capacità previsionale di Ignazio Ingrao, che è una persona che è stata capace di scrivere un libro che è frutto di ricerca, lo si vede, e non un libro banalmente scandalistico e che risolva tutto con la ricerca di un materiale segreto da complotto. Diciamo che non è il Dan Brown del Concilio ecumenico Vaticano II. E’ un libro che cerca di rendere conto di una parte della realtà, la parte che necessariamente resta in ombra nel corso dei decenni, che resta negli archivi, nel terreno contiguo agli archivi, che è la memorialistica personale e scritta dei protagonisti. Perché dico che è previsionale la frase di Ignazio Ingrao citata da Mulé – “Dunque non si tratta di convocare un nuovo Concilio sol oper risolvere i problemi lasciati in sospeso cinquant’anni fa, dai preti sposati alla pillola. Significherebbe, ancora una volta, far prevalere uno spirito da ‘reduci’ a fronte invece della creatività che richiedono i tempi nuovi” – perché secondo me il Concilio è veramente finito con l’elezione di Papa Francesco. Il nuovo Papa non è un Papa del Concilio né del dopo Concilio. E’ stato preso alla fine del mondo, in una terra, in una circostanza, in una situazione, in una koinè spirituale, lo si vede benissimo dal modo rivoluzionario anche formalmente con cui ha fatto i suoi primi passi, che non risponde più alla vecchia logica Concilio post Concilio, le divisioni che il Concilio introduce nella chiesa, il passaggio dalla chiesa dei pontefici Pii e della chiesa del Vaticano I, quindi da una chiesa ossuta dogmaticamente e infallibile a una chiesa del dialogo e della mescolanza con il mondo. Questo è un Papa gesuita, quindi innovatore lui più dei due Concili precedenti, perché è un Papa che viene da un ordine di quella complessità e di quel complesso rapporto che i gesuiti hanno con la modernità. Perché nascono come cugini o come gemelli della Riforma. Nascono come si forma il sistema degli stati nazione, nascono per stare a corte oltre che in metropolitana. Nascono per stare in contatto con il potere, oltre che con il popolo dei fedeli e con il deposito della fede cattolica. E nascono come ordine missionario e come ordine politico e sono la prima vera grande ipoteca geopolitica sulla vita della cattolicità, perché hanno uno sguardo cinese. E’ tutto dire, anche per il mondo di oggi, tutto sommato, la modernità dei gesuiti è controassicurata dal fatto che il problema cinese è in parte anche il problema oltre che del mondo, anche della chiesa, oltre che della materia della produzione I dilemmi della chiesa tra povertà, riforma e profezia
Posted on: Wed, 31 Jul 2013 14:07:39 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015